Palazzo San Felice Il monastero di San Felice fu voluto da Ansa, moglie del re longobardo Desiderio nell’VIII secolo. La storia del monastero è legata a quella di San Maiolo, indicato come fondatore. Il declino delle chiese pavesi iniziò alla fine del Settecento con le soppressioni asburgiche. Nel 1785 le monache benedettine di San Felice furono soppresse e si discusse riguardo il nuovo uso dell’edificio, problema a cui lavorò Leopoldo Pollack (1789-’90), fino alle decisione di crearvi un orfanotrofio. Molti lavori si susseguirono nell’Ottocento e nel Novecento, in particolare si ricorda il restauro di Camillo Aschieri (1939-’40). Successivamente il complesso fu acquistato dall’Università per ospitare la facoltà di Economia e Commercio. Il progetto di riuso venne affidato a Eugenio Gentili Tedeschi, che demolì il lato orientale per costruire una grande aula. La chiesa spoliata e sconsacrata è divenuta un’aula studio.
Palazzo Botta Il palazzo, edificato nel 1702 dal marchese Luigi Botta, viene descritto da Malaspina nella sua guida di Pavia del 1819 come destinato «all’alloggio de’ principi». L’edificio ospitò Napoleone (1815), Francesco I d'Austria (1816 e 1825), l'arciduca Ferdinando d'Austria, il maresciallo Radetzky, il re Vittorio Emanuele II (1859). Nel 1885 fu acquistato dall'Università, che vi collocò alcuni istituti scientifici. La nuova destinazione comportò diverse modifiche e l’arredamento andò quasi tutto disperso. Il complesso consta di quattro corpi disposti attorno a un cortile rettangolare. La fronte verso strada, neoclassica e con metope che recano simboli e soggetti riferibili alle scienze biologiche, risale al 1892. Alcune sale dell'interno conservano ancora stucchi e affreschi settecenteschi. Le due ciminiere alle due estremità dell’edificio servivano a bruciare i resti degli animali. L’originario parco fu occupato dalle strutture universitarie, ma nei resti del giardino retrostante rimane l’acquario con vasche e incubatori per lo studio degli animali acquatici voluto da Camillo Golgi nel 1913 e progettato dall’arch. Giuseppe Bergomi (1877-1934).
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