“La Riggiola delle Sirene”

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Transcript della presentazione:

“La Riggiola delle Sirene” Mostra di Maioliche del dott.Giovanni Ponti Foresteria Ala Nord (parte demaniale) - Villa Giusso Astichiana dei Camaldoli Con il patrocinio Arola di Vico Equense, 17 Aprile 2004 Soprintendenza Per i Beni Architettonici ed il Paesaggio E per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico Di Napoli e Provincia Città di Vico Equense

Agenda Mostra di Maioliche : “La Riggiola delle Sirene” La scelta del luogo L’oggetto dell’esposizione: Definizione Cenni Storici La riggiola nell’Italia Meridionale Presentazione della collezione La riggiola nella costiera sorrentino-amalfitana Le edicole votive maiolicate in penisola sorrentina Possibili Sviluppi

La riggiola delle sirene L’idea di questa esposizione nasce dalla mia passione per la maiolica ed in particolare per la riggiola che mi ha indotto a raccoglierne e collezionarne con l’intento di documentare i marchi antichi di produzione e di analizzare e studiare le caratteristiche decorative e cromatiche. La realizzazione è stata resa possibile dalla collaborazione offertami da amici che con me condividono questo interesse: rev. Pasquale Vanacore, Aldo Caso, Lucio Maresca e Giosuè Scarpati. Insostituibile la disponibilità e la cortesia della dott.ssa Giovanna Rispoli che ci ha affiancati e supportati in questa nostra iniziativa artistico-culturale. Un particolare ringraziamento alla Sopraintendenza di Napoli che ci ospita in questi spazi pregni di storia e di cultura e che insieme al Comune di Vico Equense ha patrocinato la nostra mostra.

Foresteria Villa Giusso - Astichiana dei Camaldoli 1604. Inizio dei lavori per la costruzione del Monastero. 1607. Eremo dei Monaci Camaldolesi 1808. Decreto napoleonico che incamera i beni della Chiesa nei possedimenti Reali. 1822. Il Luigi Giusso acquista il complesso architettonico seicentesco.

Foresteria villa Giusso - Astichiana dei Camaldoli La suggestiva cornice del seicentesco complesso monastico ci è sembrata particolarmente idonea ad accogliere ed esporre questa collezione di maioliche. La splendida cucina maiolicata settecentesca esistente in villa Giusso e gli elementi maiolicati presenti nella pavimentazione della foresteria, (attualmente struttura demaniale di proprietà della Soprintendenza), sono solo alcuni degli elementi che ci hanno fatto considerare la scelta di questo palazzo pregno di storia e un tempo di intensa spiritualità.

L’oggetto esposto: Definizione Ceramica: Il termine ceramica deriva dal greco keramos (significa vaso di creta) e sta ad indicare tutti i manufatti utili o ornamentali che sono stati fatti con argilla e poi cotti. Terracotta: è il nome che si dà alla ceramica non dipinta. La terracotta è soprattutto espressione di attività manuale volta alla costruzione di oggetti d’uso. Maiolica: Per maiolica si intende una ceramica a pasta porosa, ricoperta da uno smalto a base di stagno, sul quale si dipingono i motivi ormamentali. In origine per maiolica si intendevano i “lustri” spagnoli, con specifico riferimento a quelli che arrivavano in Italia da Valencia. Riggiole: Termine che nasce a metà del 1400 dal termine spagnolo “rajoletes”; secondo alcuni, il termine deriva dal latino rubeola ( rosseggiante)

Cenni storici…il Medioevo L’uso del rivestimento, come la maiolica, si diffuse in Italia a partire dal Medioevo per mezzo dei contatti che si ebbero con i popoli arabi Le ceramiche “lustrate” arrivarono nel bacino del mediterraneo attraverso le rotte del commercio arabo e cristiano, aperto alle repubbliche marinare e dalle crociate; si deve sicuramente all’attività mercantile amalfitana la conoscenza nel meridione della maiolica araba. Nell’Italia meridionale l’espansione politica bizantina favorisce la diffusione dell’arte della ceramica grazie all’opera dei monaci bizantini. A Montecassino si registra la presenza del più antico figulo medioevale, Cesarius figulus, al servizio dell’abbazia benedettina nell’anno 918.

Cenni storici… il Rinascimento A partire dalla seconda metà del 1400 la piastrella inizia ad essere chiamata riggiola, in relazione alle prime richieste da parte di Alfonso il Magnanimo che, nel 1446, ordinò 200.000 “rajoletes” in azzuzzo con lustri dorati al ceramista valenciano Almurcì, su cui erano dipinti gli stemmi e le imprese aragonesi. Le astratte composizioni valenciane di ascendenza islamica si fondono con la decorazione partenopea e vengono influenzate dalla sensibilità figurativa occidentale, innovandosi e umanizzandosi.

Cenni storici… il Cinquecento Nel corso del 1500 Napoli assume un ruolo primario quale centro produttore ed esportatore della ceramica specialmente pavimentale. La Napoli viceregnale, lastricata di mattoni prodotti ad Ischia, si presenta come una città maiolicata con le cupole delle sue chiese e le cuspidi dei campanili, rivestite di variopinti embrici squamati. L’impiego della maiolica assume il ruolo di mezzo espressivo di grande effetto: chiese, palazzi signorili, parchi, giardini e terrazze sono tuttora la testimonianza di quell’epoca che segnò l’apogeo della maiolica napoletana.

Cenni storici… il Rinascimento Le riggiole, erano disposte secondo il più tipico schema degli impianti valenciani, e cioè un modulo ottagonale costituuito da quattro esagoni irregolari che circondano una riggiola quadrata; uno schema che ripete quell’ opus alexandrinum dei pavimenti romani. La tecnica valenciana tipica consisteva nel dare sul biscotto assieme al bianco, e quindi sul crudo assorbente, anche il blu, che pertando in cottura penetrava in tutto lo spessore dello smalto.