Le istituzioni politiche tra medioevo ed età moderna ovvero: la nascita dello Stato moderno f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 Premessa In questa presentazione lo studente non si troverà davanti una montagna di dati da imparare, ma alcuni concetti complessi, che dovrà dimostrare di aver compreso, anche effettuando le comparazioni. Alla base sta una distinzione fondamentale tra due concetti storici: evento (cioè fatto di breve durata) istituzione (cioè struttura con caratteri di permanenza). f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 L’eredita’ romana La civiltà romana ha lasciato in eredità alla società europea occidentale un modello forte di stato: cioè un’autorità che si esercita sulla popolazione di un dato territorio, sulla base di una serie di norme scritte (diritto pubblico); Anche se i romani hanno conosciuto un’importante esperienza repubblicana, dominata dal principio della collegialità, la principale eredità lasciata al Medio Evo è rappresentata dall’Impero, cioè una monarchia sovra-nazionale, che, nel caso di Roma, gravitava sul Mediterraneo. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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Chi detiene il potere nel medioevo? A seconda dell’ampiezza del territorio su cui si esercita l’autorità, si può parlare di tre tipi di potere: POTERI UNIVERSALI (con carattere, cioè, sovranazionale); POTERI PARTICOLARISTICI (di limitata estensione: cioè feudi e comuni); POTERI INTERMEDI (con dimensioni regionali o nazionali: si tratta per lo più di grossi feudatari che si trasformano in monarchie nazionali). f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 I POTERI UNIVERSALI I poteri universali sono rappresentati dalla Chiesa e dall’Impero. Entrambi sono poteri di diritto (perché si ritengono legittimati), ma non sono anche poteri di fatto per tutto il Medioevo. Dopo il 1000, per ragioni diverse, vanno incontro ad un graduale declino: la Chiesa, al di fuori dello Stato pontificio, non conta politicamente. L’Impero tende a divenire uno stato nazionale (germanico) non più sovra-nazionale. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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La chiesa (prima deL declino) Il papa era vescovo di Roma, ma anche capo della cristianità, anche in senso politico. Grazie a figure come Gregorio I Magno, aveva colmato il vuoto politico-amministrativo lasciato dalla dissoluzione dell'Impero d'Occidente, allargando la sua influenza anche sulle chiese d'Oriente (fino allo scisma del sec. XI). Il potere temporale del papato si costituì grazie alle donazioni dei re longobardi e dei franchi e alla “donazione di Costantino”, un documento apocrifo in base al quale l’Imperatore d’Oriente legittimava l’autorità politica del papa sull’Impero d’Occidente. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
L’impero (prima deL declino) Era stato Carlo Magno, re dei Franchi, a farsi incoronare dal papa (evento assolutamente nuovo) come capo del Sacro Romano Impero. La nuova istituzione si differenziava dall’impero romano per varie ragioni: il carattere confessionale; Le dimensioni più contenute (rappresentava di fatto tre nazioni: Francia, Italia, Germania); Il carattere continentale più che mediterraneo. I rapporti personali tra sovrano e sottoposti. Dopo la morte di C.M., il titolo di Imperatore passò solo all’erede che regnava in Germania. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
CAUSE DI DECADENZA DEI due POTERI UNIVERSALI la lotta per le investiture (Impero vs. Chiesa) Le contestazioni mosse alla teoria teocratica di Innocenzo III, specie da parte degli eretici I contrasti tra Impero e Comuni in Italia, seguiti poi da un progressivo disinteresse degli imperatori per le vicende italiane; Il trasferimento della sede papale ad Avignone per tutto il ‘300 e le ingerenze politiche (italiane e francesi) nell’elezione del Pontefice. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 Il dictatus papae Documento del papa Gregorio VII del 1075 che dà il via alla lotta per le investiture. Tra i punti più significativi i seguenti: II Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis Il Pontefice Romano è l'unico che può essere giustamente chiamato universale. III Quod ille solus possit deponere espiscopus vel reconciliare Egli solo può deporre o reinsediare i vescovi. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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Innocenzo III e la teocrazia Innocenzo III, pontefice che avviò una dura lotta contro gli eretici, fu il massimo sostenitore della superiorità del papato sulla chiesa, tesi che difese creando la teoria del sole e della luna (in contrapposizione all’imperatore e ai suoi sostenitori che seguivano la teoria dei due soli). f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Lotta tra comuni e imperatore f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Fedeerico I e La Battaglia di Legnano (1176) f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Federico II, lo stupor mundi Nato nel 1194 (nipote di Federico VI), fu, nell’infanzia, sotto la tutela del papa Innocenzo III. Dopo la sua morte, si dimostrò indipendente. Stabilì la sua residenza a Palermo (di cui era re per eredità materna), distaccandosi dagli affari germanici; ospitò intellettuali e d eretici; fu egli stesso intellettuale). Castel del Monte, in Puglia f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Il palazzo dei papi ad avignone f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
POTERI PARTICOLARISTICI: I FEUDI Il feudalesimo sorge dalla disgregazione del potere politico (crollo dell’Impero romano), e riprende dopo la frantumazione del Sacro Romano Impero, dato lo stato di anarchia che si determina. A sua volta il feudalesimo rappresenta un principio di frammentazione, perché favorisce la parcellizzazione dei poteri, specie dopo il riconoscimento dell’ereditarietà dei feudi minori (Constitutio de feudis, 1037). Il potere dei feudi interessa la campagna. Il sorgere dei comuni (isole non feudali) contribuirà ad indebolirlo. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Funzionamento del feudo Elementi del feudo: Vassallo Valvassino Valvassore Beneficio (econ.) Immunità (pol.giur.) Vassallaggio f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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POTERI PARTICOLARISTICI: I comuni I comuni, diffusi in nell’Europa occidentale, rappresentano un fenomeno urbano (città= isola non feudale) A capo dei comuni sono uomini borghesi. Questo non vale però per l’Italia, là dove la direzione della città spetta inizialmente ai magnati, cioè feudatari cadetti (secondogeniti), provenienti dalla campagna, dove intendono comandare e guerreggiare. Infatti il comune italiano, che si auto-legittima (potere di fatto, non di diritto) si caratterizza anche per la tendenza ad espandersi territorialmente, a spese della compagna circostante e dei comuni più piccoli. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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Evoluzione dei comuni italiani Dal punto di vista territoriale: Si passa da uno stato cittadino ad uno stato più esteso (regionale); Dal punto di vista istituzionale: Si passa attraverso fasi diverse Fase consolare, repubblicana (governo dei magnati): molti contrasti (v. GUELFI e GHIBELLINI) Fase podestarile (scontro tra magnati e borghesi e ricerca di un arbitro esterno) Fase popolare (i borghesi cacciano i magnati dal potere: v. Firenze con Giano della Bella) Oppure direttamente alla fase signorile, che si affermerà quasi ovunque. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
La corte di una signoria o principato f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Il palazzo di Urbino, emblema del potere signorile f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 I poteri intermedi Si tratta di grossi feudi o di monarchie feudali, che, un po’ alla volta, attraverso la guerra, si impongono come potere di dimensione nazionale, tale da comprendere nel proprio territorio tutte le persone che parlano la stessa lingua. Questi poteri si affermano anche grazie alla crisi dei poteri universali e alla debolezza di quelli particolaristici e tendono a perdere caratteristiche feudali per diventare stati nazionali moderni. Le più significative monarchie feudali sorgono in Francia, in Inghilterra, nella penisola iberica e nel sud Italia, per tacere dell’Europa orientale. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
CARATTERI DELLO STATO MEDIEVALE Il rapporto tra sovrano e collaboratori e sottoposti è personale e si basa sulla fiducia; I sottoposti (vassalli) sono tenuti a sostenere il sovrano in ogni impresa militare; La guerra è infatti una prerogativa aristocratica; Non esiste un sistema di imposte dirette, Esistono contribuzioni straordinarie in caso di guerra ed una serie di imposte indirette (es. sul sale), balzelli, pedaggi. Non esiste un apparato burocratico. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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Una rivoluzione tecnologica A determinare il passaggio da stato medievale a stato moderno si può dire sia stata la polvere da sparo. Tale invenzione ha: rivoluzionato la tecnica militare, creando spazio alla fanteria e a un esercito di massa provocato cambiamenti nelle tecniche di assedio e di difesa comportato costi insostenibili senza il contributo dei cittadini. Di qui l’esigenza, per un sovrano, di contare i propri sudditi (censimento) e di indurli a pagare imposte dirette. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 La guerra moderna f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
Caratteri dello stato moderno Lo stato moderno si caratterizza per tre elementi: Esercito (in parte costituito da sudditi arruolati, in parte da mercenari) Fisco (per finanziare l’esercito) Burocrazia (per riscuotere le tasse) f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
TEORIA E PRASSI DELLO STATO MODERNO I re, per legittimare il loro potere, sostengono di essere stati investiti direttamente da Dio: pertanto la loro persona stessa è sacra (re taumaturghi; Inoltre, per consolidare ed estendere il loro potere, devono agire su due leve: guerre e matrimoni; Infine, per escludere qualsiasi ingerenza esterna, sono indotti a scontri o patteggiamenti (concordati) con la Chiesa cattolica, che esige il pagamento delle decime e quindi sottrae risorse agli stati medesimi. V. contrasti dei papi con la Francia e poi con Inghilterra e Germania. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 guerre f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 matrimoni f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 Il re taumaturgo Re Enrico II di Francia che cura gli scrofolosi (miniatura del XVI^ secolo) f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 VERSO L’ASSOLUTISMO Lo stato moderno, che gravita sul sovrano, si accinge così a trasformarsi in Stato assoluto, nel senso che il re è svincolato (solutus, sciolto) da ogni controllo. Pertanto esercita il potere, anzi, tutti i tipi di potere (legislativo, esecutivo, giudiziario, religioso, culturale) senza alcun contrappeso. Si tratta in sostanza di una dittatura che è accettata in nome dell’origine divina della sovranità. Quando gli illuministi dimostreranno che alla base di questa c’è il cosiddetto patto sociale, voluto dagli uomini, i sudditi cominceranno a sentirsi cittadini (aventi cioè diritti oltre che doveri) e il re dovrà rispondere al loro consenso. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
f.meneghetti 2006 - modifiche 2013 L’anomalia italiana Mentre in Europa il trend è quello appena descritto, in Italia le linee di sviluppo delle istituzioni statali sono diverse: Al sud permangono monarchie feudali; Al centro, resta lo stato della Chiesa; Nel centro-nord si passa da una polverizzazione di stati cittadini ad un sistema di signorie di dimensioni regionali, che resteranno indipendenti solo fino alla fine del ‘400; poi l’Italia diverrà teatro di conflitto tra Francia e Spagna, fino a perdere la propria libertà. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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Una storia di sudditanza e di divisuione Con la pace di Cateu Cambresis(1559) inizia il predominio spagnolo nella penisola, che durerà fino all’inizio del XIX secolo, quando subentrano Austriaci e Borboni. L’Italia esisterà solo come entità culturale, linguistica e spirituale, ma non come entità politica: la sua sarà una storia di stati regionali, in gran parte sudditi di stati esteri (con rare eccezioni come la Repubblica di Venezia), fino al Risorgimento. f.meneghetti 2006 - modifiche 2013
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