Fotografia HDR - Cos’è - Perché usare questa tecnica

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Transcript della presentazione:

Fotografia HDR - Cos’è - Perché usare questa tecnica - Come si imposta la Reflex - Cosa mi serve 24/03/2015

Cos’è la fotografia HDR HDR è l’acronimo di High Dynamic Range, ovvero ampia Gamma Dinamica. Cosa si intende per Gamma Dinamica? In pratica è la massima differenza di luminosità che si può ottenere tra il punto più chiaro e quello più scuro. Ovvero tra il bianco e il nero. Prima di addentrarci nella parte tecnica è meglio chiarire alcuni aspetti della Gamma Dinamica e della visione dell’occhio umano. 2 2

Gamma Dinamica e Visione La Gamma Dinamica, ovvero la differenza di luminosità tra il punto più chiaro e quello più scuro di una scena, spesso supera le possibilità tecniche delle fotocamere. In questi casi se esponiamo per le luci otteniamo ombre completamente nere, viceversa se esponiamo per le ombre otteniamo parti chiare “bruciate”. Noi però non abbiamo visto la scena in questo modo, abbiamo notato dettagli sia nelle zone in ombra che nelle zone illuminate. Questo per la capacità del sistema occhio-cervello che si concentra nella zona centrale della visione “regolando” automaticamente tutti i parametri in continuo... 3 3

Perché usare la tecnica HDR ? L’HDR consente di aggirare i limiti tecnici della fotocamera (e dei display e stampanti) consentendo di recuperare dettagli sia nelle alte luci che nelle ombre. Questo riporta la visione della foto ad una condizione più simile a quanto abbiamo visto al momento dello scatto. Come conseguenza di questo aumento di dettagli, tutta l’immagine, anche nei toni medi, risulta più definita. Questo vale ancora di più nel caso del bianco e nero ricavato da una foto a colori HDR, dove i dettagli vengono ulteriormente esaltati. 4 4

Cosa possiamo ottenere ? - 1 5 5

Cosa possiamo ottenere ? - 2 6 6

Con quali soggetti usare l’HDR ? I soggetti ideali sono quelli con alte differenze tra luci e ombre, come per esempio paesaggi con pieno sole oppure interni con finestre e zone buie come le chiese. In queste scene la differenza tra luci e ombre è molto evidente e la tecnica HDR consente di ottenere buone immagini. Soggetti poco adatti sono le scene a basso contrasto come una stanza ben illuminata oppure paesaggi con cielo nuvoloso e poca luce o nebbia. In questi casi la gamma dinamica della scena può essere utilizzata tutta senza oltrepassare i limiti del sensore e quindi l’HDR non è necessario. 7 7

Con quali soggetti NON usare l’HDR ? Almeno nella fase iniziale cercare di evitare alcuni soggetti che potrebbero creare problemi con questa tecnica, ovvero: - Soggetti in movimento come persone che camminano, auto, bici, animali - Alberi e vegetazione in genere in presenza di vento - Acqua in movimento, onde, cascate, ruscelli - Nuvole in rapido movimento - Pioggia molto forte 8 8

Come si realizza un HDR - 1 Un HDR si ottiene unendo più scatti, ciascuno dei quali esposto in modo diverso. Per esempio potremmo unire una foto “correttamente” esposta, una molto chiara e una molto scura. In questo modo si prendono i dettagli delle zone in ombra dalle immagini chiare e i dettagli delle zone illuminate dalle immagini scure. Tipicamente si utilizzano 3 immagini ma è possibile utilizzarne anche di più o di meno. Utilizzando un singolo file RAW è possibile ricavare le immagini che poi andranno a formare l’HDR. Questo sistema permette di sperimentare da subito la tecnica con le foto già in nostro possesso. 9 9

Come si realizza un HDR - 2 Le singole immagini che vanno a formare un HDR presentano una differenza nell’esposizione, tutti gli altri parametri devono restare invariati. Con una serie di 3 immagini per esempio possiamo scattare una foto con l’esposizione standard, una sovraesponendo di 2 stop e l’ultima sottoesponendo di 2 stop. Se la scena è poco contrastata possiamo decidere di esporre le tre immagini a 0, +1 e -1 stop. Dovendo sommare scatti eseguiti in sequenza è consigliabile l’uso di un treppiedi, anche se non è indispensabile soprattutto in esterni. 10 10

Impostiamo la fotocamera - 1 - E’ possibile utilizzare la fotocamera in modalità a priorità di DIAFRAMMA o in MANUALE. Impostando la priorità ai diaframmi si possono sfruttare le funzioni automatiche che facilitano lo scatto, ovvero il “bracketing” dell’esposizione. - La misurazione della luce può essere media o matrix, non ha molto senso la misurazione spot. - Non lasciare il bilanciamento del bianco in automatico ma scegliere quello più adatto alla scena. - Impostare la sensibilità ISO più bassa possibile e se possibile utilizzare il treppiede. - NON TOCCARE LO ZOOM durante gli scatti, è consigliata un’ottica fissa. - NON VARIARE LA MESSA A FUOCO. - SCATTARE IN FORMATO RAW. 11 11

Impostiamo la fotocamera - 2 Se utilizziamo la modalità MANUALE ricordiamoci di variare l’esposizione tra uno scatto e l’altro modificando il TEMPO DI SCATTO, non cambiare mai l’apertura del diaframma! Perché? Perche varierebbe la zona nitida a fuoco e la sovrapposizione delle immagini per ottenere l’HDR sarebbe impossibile. Cercare inoltre di impostare un diaframma che consenta di avere una ampia zona nitida, la sovrapposizione di immagini molto sfuocate e con pochi punti ben definiti può essere difficoltosa. Ad esempio le foglie in controluce se fuori fuoco, soprattutto se devo allineare immagini scattate a mano libera. 12 12

Impostiamo la fotocamera - 3 Prestare attenzione al tempo di scatto iniziale, quello della foto correttamente esposta!! Un tempo molto basso richiederà l’uso obbligato del treppiede. Ricordiamoci che uno dei tre scatti è molto più chiaro del primo, quindi tempo lungo! Se per esempio parto da 1/100 di secondo lo scatto esposto a +2 stop avrà un tempo di 1/25…rischio di mosso. Al contrario un tempo iniziale molto veloce per lo scatto corretto potrebbe portare al limite dell’otturatore. Per esempio se lo scatto centrale è eseguito con un tempo di 1/2000, lo scatto esposto a -2 stop avrà bisogno di un tempo pari a 1/8000. Non tutte le reflex possono permetterselo… 13 13

Elaboriamo le immagini RAW - 1 Le immagini da processare vanno aperte tutte insieme e elaborate allo stesso modo prima di realizzare l’HDR vero e proprio. E’ possibile correggere singolarmente le immagini nelle zone molto chiare o scure prive di dettagli ma tutte le altre regolazioni devono essere in comune per tutte le immagini. E’ possibile usare Lightroom, Camera Raw o qualsiasi altro software, il procedimento non cambia. Vediamo come io elaboro le immagini secondo la mia personale esperienza. Normalmente utilizzo Camera Raw. 14 14

Elaboriamo le immagini RAW - 2 CORREZIONE OBIETTIVO : la effettuo sempre, per eliminare la distorsione, la vignettatura e l’aberrazione cromatica. Questo facilita la sovrapposizione delle immagini soprattutto se è necessario un allineamento come capita per le immagini scattate a mano libera. RUMORE : eliminare il più possibile il rumore digitale, il procedimento HDR comporta un aumento del rumore quindi è meglio partire da immagini “pulite”. Per questo consiglio di scattare a ISO bassi. Sistemare le foto tutte insieme allo stesso modo tenendo aperto lo scatto centrale, quello corretto, come se doveste sistemare una foto singola. Non correggere la rotazione, lo si farà a lavoro ultimato. 15 15

Elaboriamo le immagini RAW - 3 Ad elaborazione finita è possibile salvare le singole immagini per poi riaprirle con il programma dedicato all’elaborazione HDR. E’ possibile salvare le immagini direttamente da Camera RAW. Anche se alcuni software possono lavorare direttamente sui file RAW io consiglio di salvare le singole immagini come file TIFF. Sul mio PC non ho notato differenze di qualità e i tempi di elaborazione sono risultati più bassi. Non è detto che sia così per tutti. 16 16

Quale programma usare ? Ci sono diverse possibilità per realizzare un HDR. Possiamo usare Photoshop ma anche programmi dedicati come Photomatix, HDR Efex della Nik Software, il filtro dedicato della Topaz Labs… Io utilizzo Photomatix perché mi trovo meglio ed è molto versatile. Gli accorgimenti descritti in seguito si riferiscono a questo programma. 17 17

Photomatix: caricare le immagini La prima cosa da fare è caricare le immagini appena elaborate con Camera Raw. Photomatix permette di scegliere alcune opzioni al momento dell’apertura. Questa è la schermata del mio PC con le impostazioni che uso di solito per Photomatix Pro 4.1.1: 18 18

Photomatix: metodi di elaborazione Vi sono 2 metodi per l’ottenimento delle immagini HDR: Tone Mapping e Exposure Fusion. Tone Mapping rielabora i colori delle immagini originali, sostituendoli con una serie di nuovi toni. L’effetto è molto potente e versatile ma è facile produrre immagini poco realistiche e ricche di colori inadeguati. Exposure Fusion invece somma semplicemente le immagini senza modificarne i toni. Io uso più spesso il secondo metodo perché produce immagini più naturali e l’effetto HDR è meno evidente ma il Tone Mapping se ben usato permette di ottenere ottimi risultati. 19 19

Photomatix: salvare l’immagine Dopo aver scelto il tipo di elaborazione e lasciato lavorare Photomatix è possibile salvare l’immagine ottenuta. Solitamente scelgo il formato TIFF. Viene creato un nuovo file con i nomi dei file originali e l’aggiunta di “fused” (in caso di utilizzo del metodo exposure fusion) oppure di “mapped” per il tone mapping. Così non è possibile confondersi con le immagini originali… 20 20

Photoshop: elaborazioni finali - Aprire il TIFF generato da Photomatix. - Controllare i bordi dell’immagine, anche scattando con il treppiede è possibile che un leggero spostamento per allineare l’immagine abbia lasciato dei bordi bianchi. - Ritagliare l’immagine. - Rotazione / allineamento se necessario. - Diminuire il rumore se necessario. - Elaborare l’immagine come solito. - Ridimensionare se necessario, applicare una maschera di contrasto e salvare. 21 21

HDR in esterno: file originali 22 22

HDR in esterno: impostazioni 23 23

HDR in esterno: elaborazione finale 24 24

HDR in interno: file originali 25 25

HDR in interno: impostazioni 26 26

HDR in interno: elaborazione finale 27 27

HDR con 5 immagini Vediamo adesso un esempio di HDR realizzato con 5 immagini. L’esposizione tra una e l’altra è stata variata di uno stop soltanto. Questo permette di ottenere un maggior numero di sfumature e un effetto più “morbido”. Fotocamera su cavalletto e esposizione manuale con impostazioni a 0, -1, -2, +1 e +2 stop. Tutto sottoesposto di uno stop rispetto alla lettura media dell’esposimetro. Verrà usato il metodo Tone Mapping. 28 28

HDR con 5 immagini Le 5 immagini originali trasformate in TIFF con Camera RAW: 29 29

HDR 5 immagini: impostazioni 30 30

HDR 5: elaborazione Photomatix 31 31

HDR 5: confronto con l’originale 32 32

HDR 5: elaborazione Photoshop 33 33

HDR 5: elaborazione bianco e nero 34 34

Conclusioni L’HDR permette di ovviare ai limiti tecnologici e ottenere immagini più vicine alla visione umana. Come conseguenza abbiamo un aumento di dettagli e sfumature rispetto ad una immagine singola. Il file HDR prodotto da un qualsiasi programma si può elaborare come avviene per una qualsiasi immagine ed è sempre consigliabile farlo per avere un’immagine finita. 35 35

Alternative all’HDR ?? E’ possibile sperimentare con il comando “ombre/luci” di Photoshop, spesso si ottengono buoni risultati da una singola immagine se non è troppo contrastata. Un’alternativa più complessa è il metodo delle Luminosity Masks, un po’ più complesso rispetto a quanto appena visto. Le Luminosity Masks si realizzano all’interno di Photoshop sfruttando i livelli. Esistono tool appositi per velocizzare il lavoro di creazione e utilizzo delle maschere. Per finire è possibile sperimentare con alcune fotocamere che hanno una funzione HDR automatica. 36 36

Fine E’ ora possibile giocare a calciobalilla! 37 37