Ci vogliamo liberare da ambiguità verbali, logiche o di sostanza? Dobbiamo precisare il concetto di Educazione - istruzione, campo nel quale ci consideriamo.

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Transcript della presentazione:

Ci vogliamo liberare da ambiguità verbali, logiche o di sostanza? Dobbiamo precisare il concetto di Educazione - istruzione, campo nel quale ci consideriamo esperti e per il quale siamo dipendenti del Ministero dell'istruzione. Partiamo dunque da una definizione del nostro lavoro: l’istruzione

Possiamo definire l'istruzione "progetto"? Titolare del progetto è lo Stato. Non noi docenti. A noi si chiede di attuarlo secondo la legge. Può lo Stato richiederlo? Sì. Possiamo rifiutarci di realizzarlo? Penso proprio di no.

Possiamo definire l'istruzione "servizio"? Fornitore del servizio è lo Stato. Attraverso noi docenti. A noi si chiede di attuarlo professionalmente. Può lo Stato richiederlo? Sì. Possiamo rifiutarci di realizzarlo? Penso proprio di no.

Se c'è libertà di insegnamento, essa va ricondotta alla legge, non all'arbitrio dei singoli. L'eventuale disobbedienza del docente arreca danno all'utente. E' proprio il caso limite in cui il diritto di uno si risolve in danno per altri.

La sperimentazione Moratti è servita a sbloccare parzialmente una situazione con grandi resistenze, dovute soprattutto a tempi estremamente contratti. Quali scuole erano candidati "naturali" per una sperimentazione reale? Evidentemente quelle più avanti, come è il nostro caso.

Sperimentare è un impegno serio, da sottoscrivere e condurre in porto. Abbiamo visto farsi avanti scuole assolutamente impreparate, col rischio evidente di attuare una sperimentazione non significativa. Abbiamo visto collegi docenti convinti di frenare la riforma semplicemente snobbando la sperimentazione. Risultato duplice:  altri -meno qualificati- si sono fatti avanti (scuole paritarie)  la classe docente contraria ha perso credibilità presso l'utenza. Senza contare che già ad Aprile il Parlamento ha approvato la legge di riforma, con buona pace dei contrari.

La riforma è legge: va attuata con l’impegno di tutti. I docenti, pur con tutte le garanzie giuridiche, la dovranno applicare. Aggiungo: decidersi troppo tardi comporta un danno alla nostra immagine professionale. Non è assolutamente dignitoso finire nella riforma con il sospetto della costrizione. La qualità del servizio (tanto della scuola, quanto di altre agenzie) è direttamente correlata con la preparazione e la disponibilità del personale preposto.

Forse la riforma poteva andare in vigore anche senza chiedere ai docenti di sperimentarla. Tuttavia, rifiutare la sperimentazione avrebbe senz'altro deluso l'utenza, che invece, da subito (e per vari motivi) si è dimostrata favorevole e soddisfatta. La conclusione è automatica: se i genitori e gli alunni adesso sono soddisfatti, da parte nostra abbiamo buoni motivi per rivedere e discutere le nostre convinzioni.

Penso che sia proprio il caso di chiamare a raccolta tutte le nostre energie migliori. Con il nostro impegno - e la concordia di tutti - la scuola può solo migliorare, indipendentemente da questa o quella riforma. Non dimentichiamo che per essere considerati professionisti dobbiamo prima di tutto esserne convinti noi.