CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR

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CAMILLO BENSO, conte di CAVOUR Chiara Attanasio – Cantiello Valeria – Zampella Laura 3 sez. A Plesso «Mazzini» a.s. 2015/2016.
Transcript della presentazione:

CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR Il vero artefice politico dell’unificazione nazionale

Istituto statale d’istruzione industriale “Guglielmo Marconi” Piacenza Gruppo di lavoro: -Gian Marco Claudio Eva -Alessandro Cordani -Gino Ernesto Croci -Federico Brambati -Claudia Mannucci

LA VITA Camillo, nasce il 10 Agosto 1810 nella Torino Napoleonica da una famiglia nobile. In gioventù frequenta il corso della Regia Accademia militare di Torino dove ne esce con il f grado di ufficiale del genio. Grazie a questp questo titolo e alla famiglia abbiente, a soli 22 anni d 22 anni diventa Sindaco di Grinzane. Q ue Carica che durò fino al 1848. -Cavour a 22 anni.-

Già dal 1834, durante la carica di Sindaco, Cavour comincia a viaggiare per l’Europa, studiando il grande sviluppo economico dei paesi più industrializzati come Francia e Gran Bretagna. Conclude i suoi viaggi nel 1843;

L’INIZIO DELLA CARRIERA POLITICA Vedete, o signori, come le riforme compiute a tempo, invece d’indebolire l’autorità, la rafforzano, invece di crescere la forza dello spirito rivoluzionario, lo riducono all’impotenza. -Camillo di Cavour-

L’IDEA DI UNIFICAZIONE La Prima guerra d’Indipendenza (1848-1849) fallì, concludendosi con la sconfitta di Custoza. Un problema al quale bisognava far fronte era legato alle grandissime differenze che esistevano tra Nord e Sud. Se nel nord, fin dagli anni ’40 era in atto un processo di modernizzazione(strade, ferrovie, industrie…), nel sud, dominava il grande latifondo e l’analfabetismo. Appena un “italiano” su dieci sapeva leggere e scrivere.

Per unificare l’Italia, Cavour avrebbe avuto bisogno dell’aiuto degli inglesi e/o dei francesi. La guerra di Crimea, fu l’occasione perfetta per tessere dei proficui rapporti diplomatici con i francesi. Al Congresso di Parigi che seguì la suddetta guerra, Cavour per la prima volta mise in evidenza i problemi italiani e propose il Regno di Sardegna come unica forza in grado di attuare un progetto istituzionale affidabile. L’occasione che mosse la Francia a supportare le idee di Cavour fu l’attentato a Napoleone III da parte di un agente mazziniano. Questo episodio fece capire all’imperatore francese quanto fosse indispensabile un intervento in Italia per frenare qualsivoglia fermento rivoluzionario.

VERSO LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA Il monarca SabaudoVittorio Emanuele II deve fronteggiare una situazione complicata: la sconfitta nella Prima guerra. il Parlamento che rifiutava lo Statuto Albertino. Vittorio Emanuele II decise di sciogliere la Camera; nasce così il primo governo di Vittorio Emanuele II diretto da Massimo d’Azeglio.

CAVOUR MINISTRO La politica liberista di Cavour dal 1850 al 1858, fa del Piemonte un modello agli occhi della borghesia Italiana. La sua carriera politica cominciò subito dopo la concessione da parte di Carlo Alberto dello Statuto. Si presentò alle elezioni proponendosi nello schieramento moderato e nel 1850 Massimo D’Azeglio allora capo del governo gli affidò il ministero dell’agricoltura e delle finanze: si trovò così a dirigere la politica economica e finanziaria del regno Sardo. Incominciò a tessere una rete di accordi commerciali con Francia, Gran Bretagna, Belgio e Austria.

Il primo obbiettivo per Cavour era eliminare gradualmente la condizione di chiusura doganale in cui si trovava il regno di sardegna. Dal 1850 al 1858 la politica liberistica Cavouriana produsse una forte accelerazione in vari settori dell’economia in particolare nell’agricoltura e nei settori siderurgico e meccanico. Mosse i primi passi anche l’industria chimica, oltre ai miglioramenti apportati alla rete ferroviaria del regno.

LA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA Cavour e Napoleone III si incontrarono segretamente a Plombières per studiare le mosse future. Il Piemonte avrebbe dovuto provocare l’Austria che gli avrebbe dichiarato guerra. La Francia sarebbe quindi scesa in campo in difesa del Piemonte. Una volta sconfitti gli austriaci, il Lombardo-Veneto sarebbe stato ceduto al Regno di Sardegna. In cambio dell’aiuto militare francese, Cavour cedeva Nizza e la Savoia e gli stati dell’Italia centrale sarebbero stati sotto il controllo di un principe francese. Gli Austriaci caddero nella trappola e vennero sconfitti più volte: spicca la battaglia di Magenta che permise la trionfale entrata dell’esercito franco-piemontese a Milano (8 Giugno 1859).

I TIMORI FRANCESI Movimenti nazionalisti si svilupparono in diverse città dell’Emilia-Romagna e della Toscana. Questi eventi, non previsti, costrinsero Napoleone III a firmare l’armistizio con gli austriaci a Villafranca (Luglio 1859). Egli infatti era intimorito dalla possibilità che nuovi moti rivoluzionari si potessero propagare e portare al fallimento dell’accordo di Plombières. 

I PRIMI PLEBISCITI Quello che poteva essere considerato un mezza sconfitta, così non si rivelò perché, tra la fine del 1859 e i primi mesi del 1860, l’Emilia-Romagna e la Toscana scacciarono definitivamente i propri governanti e chiesero l’annessione al Regno di Sardegna.  Cavour vide le premesse per un progetto più ampio: trattò con Napoleone III per favorire l’annessione dell’Italia centrale al Piemonte in cambio della Savoia e Nizza; ottenendo anche l’appoggio da parte dell’ Inghilterra. Fu così che l’11 e il 12 marzo 1860 due nuove regioni entrarono nell’orbita sabauda.

CAVOUR E GARIBALDI Le pressioni di molti gruppi mazziniani del Sud Italia convinsero Giuseppe Garibaldi a intraprendere una spedizione rivoluzionaria in Sicilia. Cavour , prendendo le distanze, lasciò libero Garibaldi di organizzare l’impresa. In questo modo egli si sarebbe dichiarato estraneo alla faccenda in caso di fallimento, o, se Garibaldi fosse riuscito nel tentativo, il governo piemontese avrebbe fatto la figura del promotore di questa straordinaria avventura politica.

LA NASCITA DELL’ITALIA Garibaldi si imbarcò a Quarto con due navi e un migliaio di volontari il 5 Maggio 1860 per iniziare la conquista del Sud Italia. In poco meno di un anno, Garibaldi porta a termine l’impresa. Con un atto di estrema fedeltà, cedette l’ormai ex Regno delle Due Sicilie alla corona di Vittorio Emanuele II. L’unità si compié il 26 Ottobre 1860 e il 17 marzo 1861, dopo ulteriori annessioni, Vittorio Emanuele II venne proclamato dal primo Parlamento nazionale Re d’Italia. Come capitale, venne stabilita Torino; successivamente rimpiazzata da Firenze. Nel frattempo Cavour partecipava attivamente all’unificazione; ma in segreto perché nominalmente contrario ai Garibaldini.

IL POST-UNIFICAZIONE, LA DESTRA Nel Giugno del ’61 morì Cavour, lasciando un’eredità difficile. Gli esponenti della Destra storica, naturali eredi di Cavour, misero in atto delle politiche economiche e sociali che non fecero altro che aumentare la distanza tra Nord e Sud del Paese. I provvedimenti più importanti presi dal governo furono: l’unificazione dell’esercito, la coscrizione obbligatoria, la legge Casati sulla pubblica istruzione, l’unificazione doganale e numerose imposte per far fronte ad un debito pubblico assai evidente. Questi rigidi provvedimenti consentirono allo Stato di raggiungere il pareggio del bilancio nel 1875.

LA CAPITALE VOLUTA DA CAVOUR Dopo la terza guerra d’indipendenza, che coinvolse gran parte d’Europa; l’Italia nel 1871 grazie alla caduta dello Stato Pontificio, realizza l’idea di Cavour nell’avere Roma capitale.

http://www.ovo.com/cavour

SONO FIGLIO DELLA LIBERTA’, E A LEI DEVO TUTTO CIO’ CHE SONO -Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour-

FINE