Lezione 14 LA CRISI ATTUALE E LE PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO (3): Spesa pubblica e debito pubblico in Italia e in Europa. Parte seconda Corso di Economia dello Sviluppo Internazionale Lezione 14 LA CRISI ATTUALE E LE PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO (3): Spesa pubblica e debito pubblico in Italia e in Europa. Parte seconda Pier Giorgio Ardeni Dipartimento di Scienze Economiche
Fonti statistiche e riferimenti Banca d'Italia, Il debito pubblico dall'Unità ad oggi, Quaderni di Economia e Finanza, Ottobre 2008, n. 31 Ragioneria Generale dello Stato, La spesa dello Stao dall'Unità d'Italia Anni , Studi e pubblicazioni Si veda anche: Ministero del Tesoro, Relazione del Direttore Generale alla Commissione di Parlamentare di Vigilanza, Il debito pubblico in Italia , Roma, Roberto Artoni, Note sul debito pubblico italiano dal 1885 al 2001, 2002
La relazione tra spesa pubblica e debito L'andamento del debito, come detto, dipende dalle entrate, delle uscite e dei tassi di interesse. A parità di gettito fiscale (entrate) e di tassi di interesse, sono le spese pubbliche a fare la differenza L'Italia, si dice, è un paese “spendaccione” perché ha avuto sempre una spesa pubblica alta che ha portato al forte indebitamento attuale. È questa un'affermazione suffragata dai dati? Andiamo a vedere Nel 2013, secondo i dati Eurostat, la spesa pubblica in Italia è stata pari al 50.6% del PIL, contro una media del 49.8% dell'Eurozona. Hanno fatto “peggio” di noi Belgio (54.5), Danimarca (57.2), Francia (57.1), Grecia (58.5), Slovenia (59.4), Finlandia (58.5), Svezia (52.8)
La relazione tra spesa pubblica e debito La spesa per funzioni in Italia è stata devoluta secondo le quote: 9.1% alle servizi generali, 1.4 alla difesa, 1.9 all'ordine pubblico, 3.4 affari economici, 0.9 ambiente, 0.7 abitazioni, 7.3 sanità, 0.3 cultura, 4.2 istruzione e 21% alla protezione sociale. In Europa, le quote sono state simili (v. tabella). L'Italia non appare particolarmente più prodiga di altri Paesi, se non per protezione sociale (ma Austria, Danimarca, Grecia, Francia, Finlandia e Svezia spendono di più), sanità (ma Austria, Belgio, Cechia, Francia, Finlandia, Olanda, Regno Unito, Ungheria spendono di più) e servizi generali (Grecia, Cipro e Portogallo sono gli unici a spendere di più).
La relazione tra spesa pubblica e debito
La spesa per la protezione sociale è composta di varie voci: assistenza ai disabili, pensioni e anzianità, veterani, famiglia e infanzia, disoccupazione, alloggio, esclusione sociale, altre. Anche se l'Italia spende in protezione sociale quanto il resto dell'area euro, spende più della media euro in pensioni (27.9% della spesa totale contro il 22.2) e veterani (5.5 contro 3.7) e molto meno in tutte le altre voci.
La relazione tra spesa pubblica e debito La spesa per la protezione sociale è composta di varie voci: assistenza ai disabili, pensioni e cura degli anziani, veterani, famiglia e infanzia, disoccupazione, alloggio, esclusione sociale, altre. Anche se l'Italia spende in protezione sociale quanto il resto dell'area euro, spende più della media euro in pensioni (27.9% della spesa totale contro il 22.2) e veterani (5.5 contro 3.7) e molto meno in tutte le altre voci. Dall'inizio dell'era euro, la spesa per protezione sociale è diminuita nei primi anni per tornare a crescere di recente, per via della crisi economica, che ha visto un intervento crescente degli Stati nell'assistenza sociale
La relazione tra spesa pubblica e debito La spesa pubblica italiana dal 1861 al 2009 discussa sopra
La relazione tra spesa pubblica e debito … e nei tre sotto-periodi
La relazione tra spesa pubblica e debito
… e nei tre sotto-periodi
La relazione tra spesa pubblica e debito
L'aumento più rapido in epoca recente si ha negli anni '70, in concomitanza con la crisi economica che inizia nel Gli incrementi annuali maggiori si hanno nel 1968 (32.2%), nel 1973 (24.4%) e poi nel 1977 (19.9%), e poi ancora nel '78, '79 e '80 (18.3, 16.8 e 14.3%) e nell'82 (28.4%). Le voci di maggiore aumento di spesa, in quegli anni, sono in interventi in campo sociale ed economico. Negli anni successivi, la spesa totale aumenta e diminuisce ancora, fino al nuovo picco del 1990, quando l'aumento sull'anno precedente è del 26.1% e poi nel 1998, con un nuovo picco del 15.3%
La relazione tra spesa pubblica e debito Ma gli aumenti di quegli anni sono anche dovuti alle spese per interessi, prima, e poi per il rimborso dei prestiti (restituzione del debito), dopo. Dal 1977 in avanti, la quota spesa per interesse supera il 10%, superando il 20% nel 1991 (non tornerà sotto il 10% fino al 2009). La spesa per rimborso prestiti diviene alta per la prima volta nel 1979 (quando si prende il 18.1%), restando poi sempre alta e oscillante attorno a valori che raggiungeranno anche il 30% del totale (il picco è nel 2003 con il 33%).
La relazione tra spesa pubblica e debito In totale, tra il 1960 e il 1990, l'espansione della spesa pubblica supera i 24 punti percentuali (sul PIL), dal 29 al 53.6%. Il maggiore contributo viene dalle spese sociali, e in particolare da protezione sociale, che passa dal 9.5 al 16.6%, e sanità, che va dal dal 3 al 5.8%. Tra il 1990 e oggi, la spesa pubblica ha invece smesso di espandersi (nel 2012 è stata pari al 50.2% del PIL). La spesa per protezione sociale ha invece continuato a crescere, anche se lentamente, passando nel ventennio dal 16.1 al 21%. La spesa sanitaria è cresciuta di pochissimo (dal 6.2 al 7.3%), mentre è diminuita la spesa per servizi generali (dal 12.7 al 9.1%).
La relazione tra spesa pubblica e debito Ciò che appare evidente è che dalla fine degli anni '80, mentre le quote di spesa per categorie quali spesa sociale o interventi economici si mantengono più o meno costanti in rapporto al PIL, esse diminuiscono in rapporto alla spesa totale per via del sempre maggiore onere del debito. Questo, a sua volta, si fa sempre più imponente per via dell'aumento degli interessi maturato tra gli anni '70 e '90 che porta alla restituzione di prestiti ad un costo via via maggiore.
La relazione tra spesa pubblica e debito Ad es. la spesa per pensioni
La relazione tra spesa pubblica e debito A partire dall’introduzione dell’euro l’andamento della spesa pubblica italiana ha seguito una traiettoria molto simile a quella della media dell'eurozona, registrando un incremento in seguito alla crisi del (la spesa pubblica è aumentata per via dei cosiddetti ammortizzatori sociali automatici), per poi calare nuovamente dal 2009 in poi (scendendo addirittura sotto la media dell'eurozona nel 2010). Dal 2011, nella maggior parte dei paesi dell’unione monetaria l’austerità ha comportato tagli alla spesa pubblica. In Italia, invece, il “consolidamento fiscale” si è portato avanti con aumenti della tasse, e la spesa pubblica ha subito un lieve incremento, a causa dell’aumento della spesa pensionistica.
La relazione tra spesa pubblica e debito La struttura della spesa pubblica italiana resta molto simile a quella degli altri paesi euro. Il problema non è il costo eccessivo del welfare, né l'assistenza sociale o la sanità. In tutte le voci, le percentuali di spesa italiane sono simili a quelle europee. Yoram Gutgeld, consigliere economico di Matteo Renzi: «da decenni l’Italia cresce solo grazie alla spesa in deficit». Invece, l’Italia risulta essere il paese più virtuoso d’Europa (e uno dei più virtuosi al mondo), con un saldo primario superiore al 2% del PIL, come si può vedere nella figura che mostra il saldo primario dei paesi europei nel 2013.
Saldo Primario
Deficit Italia ed Eurozona
La relazione tra spesa pubblica e debito Questo il motivo del famigerato deficit dell’Italia: + 2% di avanzo primario, - 5% di spesa per interessi = - 3% di saldo totale. Nulla a che fare con un’eccessiva spesa pubblica o un welfare troppo generoso. A fronte di una spesa per interessi così onerosa, però, anche uno degli avanzi primari più alti del mondo – equivalente a un trasferimento di ricchezza di 90 miliardi l’anno dalle tasche della collettività direttamente a quelle dei creditori, sia italiani che stranieri – risulta insufficiente. Questo è il anche il motivo per cui il debito pubblico italiano continua a crescere non solo in relazione al PIL (a causa della recessione) ma anche in termini assoluti (arrivando di recente a 2,000 miliardi di euro): come in passato, dobbiamo continuare a indebitarci semplicemente per ripagare i debiti pregressi.