IO DENUNCIO. PAROLA DI VITTIMA..

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Transcript della presentazione:

IO DENUNCIO. PAROLA DI VITTIMA.

Ci sono parole, comportamenti che nessuna legge punisce e che possono uccidere psichicamente una persona o almeno ferirla in modo grave e spesso irreversibile. La provocazione continua, l'offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l'isolamento sono alcune forme in cui si manifesta la violenza psicologica.

Come si può definire la violenza psichica? È quella strategia che mira a uccidere, distruggere, annientare, portare al suicidio una persona, senza spargimento di sangue. La caratteristica fondamentale di questi comportamenti è la crudeltà esercitata dall'aggressore, il quale ben sa che lesioni fisiche o violenze sessuali potrebbero essere punibili come reato.

La violenza psicologica è la causa di stati depressivi e anche di suicidi, perché la vittima è incapace di reagire, in quanto logorata, e anche se denunciasse la violenza, la legge italiana non ne terrebbe conto senza prove fisiche di lesioni. Ma c'è soprattutto la vergogna di ammettere di essere trattati male, la paura a chiedere aiuto, per non subire un'altra violenza.

Ma la cosa che mi sembra più grande è che ci siamo assuefatti, come se fossero comportamenti normali. Se si sapesse che sono vietati e pertanto punibili, forse si attenuerebbe la loro incidenza; come fa un cartello di divieto di accesso, che impedisce a molti di percorrere una strada pericolosa per altri.

Parla una vittima.. “La relazione veniva sfruttata da lui per stare bene solo con se stesso e basta, non provava sensi di colpa nell’infierire violenza, violenza psicologica ovviamente… ma a volte sono proprio le ferite dell’anima a fare più male e sono proprio quelle da cui è più difficile guarire… ma soprattutto sono proprio quelle che non hanno testimoni, ero soltanto io a portarmi dentro tutto quel dolore, le persone che mi circondavano non potevano immaginare della sofferenza che stavo sopportando e di quell’inferno che stavo vivendo.”

“Continuavo a giustificare, giustificare,giustificare… soltanto per non ammettere…”

Non è facile, come sembra, parlare di violenza psicologica,perchè in realtà spesso la violenza,all’interno di una coppia,viene banalizzata,o negata vedendo in essa un semplice rapporto di dominazione.

Le tipologie e le modalità di maltrattamento sono molteplici, di seguito sono identificate sei delle più comuni:

-trattare come un oggetto (ad es -trattare come un oggetto (ad es. richiesta di cambiare il proprio aspetto fisico, manipolare lo stato psichico della donna, maniacale ossessività, controllo di dove va la donna e cosa fa, gelosia eccessiva, costringere ad avere rapporti sessuali

-svalorizzazione (ad es -svalorizzazione (ad es. convincere la donna che non vale niente, dirle che è sessualmente inadeguata, sminuirla nella sua femminilità, offenderla dirle che è stupida che non capisce niente, critiche continue, distruzione delle amicizie ecc..) -indurre senso di privazione (ad es. privazione di contatti sociali, indurre ansia e insicurezza sul futuro, privazione dei rapporti con la famiglia d’origine ecc..)

-Distorsione della realtà oggettiva (ad es -Distorsione della realtà oggettiva (ad es. critica continua alla visione del mondo della donna, negazione dei sentimenti delle donne, far sentire in colpa la donna perché rifiuta i rapporti sessuali, cercare di far sembrare normali gravi maltrattamenti e abusi ecc…) -Paura (ad es. minacce di percosse, rompere oggetti, sbattere porte, minacce di togliere i figli, minacce di morte, imprevedibilità ecc…)

Lo stalking Stalking è un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.

La persecuzione avviene solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata.

Lo stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner, che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito.

“La BESTIA mi aveva spogliata della mia  dignità”

Il mobbing Il mobbing è, nell'accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso.

I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.

“La crudeltà sulle donne o sui deboli della nostra società, Bisogna combattere la brutalità con le leggi e l’educazione al rispetto. La violenza sulle donne e si accanisce ogni anno su sette milioni di vittime. E’ un dato sconvolgente in cui sono comprese anche migliaia di giovanissime, costrette a subire abusi e soprusi intollerabili. “La crudeltà sulle donne o sui deboli della nostra società, sono fenomeni terribili che possono essere sconfitti soltanto attraverso un’azione congiunta, che accanto ad una severa repressione deve promuovere, soprattutto tra i giovani, la cultura del rispetto.  Nell’Italia di domani non c’è spazio per simili manifestazioni di inciviltà: è questo il messaggio che dobbiamo lanciare e che  certamente le nuove generazioni sapranno cogliere”.