e con la sua comunità e con la sua comunità Mc 13,
Signore Gesù, manda il tuo Santo Spirito perché non ci manchi mai la capacità di essere vigilanti e disponibili all’ascolto della tua Parola. Abbiamo bisogno del tuo sostegno per non cedere alla tentazione di dimenticarci del tuo ritorno e per non considerare la nostra vita terrena, come la meta definitiva. Mentre attendiamo la tua venuta, Donaci gli aiuti necessari per non addormentarci sulle nostre miserie. Mentre attendiamo la tua venuta, Donaci gli aiuti necessari per non addormentarci sulle nostre miserie. 2
Il nuovo anno liturgico si apre con un brano di Marco: l’evangelista che ci accompagnerà fino alla fine. Marco vuole presentarci la figura di GESÙ con gli occhi dei primi discepoli, che con fatica sono giunti a riconoscerlo come Salvatore e Signore, scommettendo su di lui. 3
Marco presenta Gesù come: Figlio di Dio Figlio di Dio: risposta decisiva ai problemi dell’uomo. Figlio dell’uomo Figlio dell’uomo: coinvolto, come noi, in tutti i drammi e le speranze della condizione umana. Marco presenta Gesù come: Figlio di Dio Figlio di Dio: risposta decisiva ai problemi dell’uomo. Figlio dell’uomo Figlio dell’uomo: coinvolto, come noi, in tutti i drammi e le speranze della condizione umana. 4
Il Vangelo di Marco è il primo. Scritto, intorno al 70 d.C., quando era ancora forte l’attesa del ritorno del Messia come imminente. Molto probabilmente l’intenzione dell’evangelista è quella di dare alla comunità per cui scrive, sì, la speranza per il ritorno del Signore-Giudice ma non con quell’ossessione, tutta umana, per le scadenze. L’intento è quindi quello di spronare la comunità ad investire la sua preoccupazione e le sue energie più sullo stile dell’attesa che sul momento storico in cui questo ritorno avverrà. 5
Mc 13, si colloca dentro la quinta sezione (11,1- 13,37) del vangelo di Marco: ne è la conclusione. Gesù, ormai, punta decisamente verso Gerusalemme; difatti con 14,1 inizia il racconto della Passione, Morte e Risurrezione. Il discorso di Gesù (articolato in quattro parti) è una risposta alla domanda di Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea (13,4): «Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?».” vv. 4-13: fenomeni cosmici ed ecclesiali che descrivono soltanto l’inizio dei dolori; vv : l’abominio della devastazione; vv : la venuta del Figlio dell’uomo; vv : l’invito alla vigilanza. 6
MC 13, 33«Fate attenzione (βλεπετε), vegliate (αγρυπνειτε), perché non sapete quando è il momento (καιροσ). 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate (γρηγορειτε) dunque: non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36Fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate (γρηγορειτε)!» 7
v : Fate attenzione(βλεπετε)... vegliate (αγρυπνειτε) … Vegliate (γρηγορειτε) I “verbi dell’AVVENTO”! Nel significato profondo di essi, Marco raccoglie tutto il vocabolario della vigilanza: βλεπετε: guardare con attenzione, mettere a fuoco, non distrarsi, concentrare lo sguardo su qualcosa. È il verbo che scandisce l’intero capitolo 13 (13, ). γρηγορειτε: essere desto, sveglio, vigile; αγρυπνειτε: stare sveglio, ma con una sfumatura di fatica, quasi a suggerire l’idea di cacciare via il sonno. Alla luce dei verbi utilizzati, la vigilanza può assumere tanti volti, compreso quello di non farsi incantare dalla grandezza delle costruzioni degli uomini, fossero pure religiose. L’uomo vigile coglie la caducità di tutte le grandi opere puramente umane di cui, invece, l’uomo superficiale è orgoglioso. 8
v. 34: È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. La struttura del testo e i personaggi che lo popolano esprimono la preoccupazione dell’evangelista di “dare una risposta” a una doppia esigenza emersa all’interno della comunità: A) Attraverso l’immagine del padrone di casa che da ai servi il proprio compito e parte, si risponde a una comunità che non sa quando il Signore ritornerà… sa per certo però che la “casa” è affidata alle sue cure; B) L’immagine del portinaio allude allo stile dell’ attesa: attivo e non pessimistico o, peggio ancora, fatalistico. 9
v. 34 “È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare”. Parabola scarna, lineare, con due punti di forza: l’uomo che parte e dà a ciascuno la exousìa (=potestà di compiere per intero la sua opera)… ed il comando di gregorein (“stare sveglio”, “vegliare”, “vigilare”al portinaio. I due punti di forza portano a concludere che stare svegli è necessario ma non basta: siamo quindi responsabili di fare e dire quanto lui ha fatto e detto, fino al suo ritorno. La vigilanza viene così riempita di fedeltà operosa. La vita non è una sala d’attesa … è essere sentinelle nella notte per cogliere i segni della Sua Presenza e dare la mia risposta. 10
* v. 35a: Vegliate (γρηγορειτε) dunque: non sapete quando il padrone di casa ritornerà … La triplice esortazione alla vigilanza si fonda su una motivazione precisa, ribadita due volte: “…non sapete il momento (v. 33)… non sapete quando il signore della casa tornerà… ( v. 35 a )”. 11 * v. 35b “se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino…; …si danno 4 possibilità per la “venuta”: la sera, a mezzanotte, all’alba o al mattino. Sono i 4 momenti in cui la comunità orante si raccoglie per “attendere” il Signore, celebrandolo.
Ogni credente - nella fedeltà quotidiana al Signore – è responsabile della edificazione della “casa” (comunità cristiana). Ogni credente - nella fedeltà quotidiana al Signore – è responsabile della edificazione della “casa” (comunità cristiana). 12
vv. 36 – 37: “ … fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. “ Quello che dico a voi, lo dico a TUTTI: Vegliate! ”. Il Signore vuole trovare i suoi discepoli impegnati attivamente e ATTENTI in prima persona, senza deleghe (Lc 12, ) - alle persone (parole, silenzi, domande, ricchezza di doni); - mondo con tutte le sue “ambiguità”: lacrime, barbarie … ma anche tanti segni di bellezza che domandano di essere coltivati; - alle piccole cose di ogni giorno, che accadono nel piccolo spazio che mi è affidato. vv. 36 – 37: “ … fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. “ Quello che dico a voi, lo dico a TUTTI: Vegliate! ”. Il Signore vuole trovare i suoi discepoli impegnati attivamente e ATTENTI in prima persona, senza deleghe (Lc 12, ) - alle persone (parole, silenzi, domande, ricchezza di doni); - mondo con tutte le sue “ambiguità”: lacrime, barbarie … ma anche tanti segni di bellezza che domandano di essere coltivati; - alle piccole cose di ogni giorno, che accadono nel piccolo spazio che mi è affidato. 13
Preghiamo con Mc 13,33-37 Dammi, Signore, in questo primo passo di Avvento, una scossa forte perché non sia una persona che aspetta ed esige tutto dagli altri, senza mai fare il meglio del suo possibile per gli altri. Oggi, mi inviti a fissare lo sguardo sul presente - l’unico nelle mie mani - per valorizzarlo e per renderlo più bello. La pigrizia, a volte, addormenta la mia volontà; l'egoismo spegne l'entusiasmo dell'amore; il benessere mi fa desiderare cose inutili. È importante che Tu, Gesù, continui a venire ancora fra noi! Per insegnarci ad abbreviare le distanze tra noi. Per spingerci a tracciare cammini di incontro. Per suscitare nel nostro cuore la gioia e il desiderio di relazioni vere, leali e rigeneranti. Per aiutarci ad affinare il gusto per parole nuove e diverse che ci riempiano la vita. Marana-tha! Vieni, Signore Gesù! Vieni ancora, vieni quando vuoi! Ci troverai pronti ad aprirti! 14