LUDWIG FEUERBACH
“Il Dio dell'uomo è l'uomo.”
Vita Feuerbach nasce a Landshut, in Baviera nel 1894. Studia teologia a Heidelberg e filosofia a Berlino, dove segue le lezioni di Hegel rimanendone impressionato.
PENSIERI SULLA MORTE E L'IMMORTALITÀ Con la pubblicazione dei "Pensieri sulla morte e l'immortalità" (1830) si stacca dal pensiero di Hegel comincia ad approfondire il tema centrale della sua filosofia: la ricerca della vera natura divina, il rapporto tra uomo e rappresentazione di Dio. La pubblicazione compromette irrimediabilmente la sua carriera accademica, l'accusa di ateismo gli preclude ogni possibilità di insegnamento e lo isola all'interno dell'ambiente accademico
Si ritirò nella solitudine e nello studio a Bruckberg, dove visse fino al 1848 Nel 1848 viene invitato dai giovani rivoluzionari di Heidelberg a tenere un corso universitario Passò gli ultimi anni a Rechemberg in una condizione di indigenza e povertà che lo accompagnerà fino alla morte avvenuta nel 1872
OPERE PRINCIPALI Pensieri sulla Morte e sull'immortalità (1830); Per la critica della filosofia hegeliana (1839); L'essenza del Cristianesimo (1841); Principi della filosofia dell’avvenire (1844) L'essenza della religione (1845); Lezioni sull'essenza del Cristianesimo (1851).
LA CRITICA AD HEGEL Il rovesciamento dei rapporti di predicazione Il concreto (l’essere) non è un predicato dell’attributo (il pensiero), ma viceversa L’inizio della filosofia non è Dio, l’Assoluto, l’Idea, ma il finito, il determinato,l’uomo.
LA CRITICA DELL’IDEALISMO L’hegelismo è una teologia mascherata o razionalizzata Hegel attribuisce all’Idea ciò che la teologia attribuisce a Dio: la creazione della realtà La filosofia di Hegel ha estraniato l’uomo da se stesso Ha posto l’essere dell’uomo fuori dall’uomo, il pensiero dell’uomo fuori dall’uomo
PENSIERI SULLA MORTE E L’IMMORTALITÀ Contro la fede cristiana nell’immortalità dell’individuo frutto di egoismo e narcisismo scissione tra realtà e immaginazione contro il teismo: Dio garante dell’immortalità dell’individuo Solo Dio (panteisticamente inteso ) è infinito ed eterno spirito, genere, amore La morte riporta l’uomo alla coscienza dei propri limiti thanatodicea
L'UOMO È TUTTO Feuerbach sostiene, che solo l'uomo è la realtà, nella sua verità e nella sua totalità. non vi è nulla che esiste come entità superiore all'uomo, nell'uomo vi è tutto: solo l'uomo "dalla testa al calcagno", ovvero la totalità del suo corpo, dei suoi sentimenti e della sua sensibilità (intesa anche come capacità sensoriale) è il vero essere e la vera essenza, tutto ciò che non appare umano è in realtà la proiezione dei pensieri contenuti nella sua mente infinita (il pensiero che non ha limiti, perché "inesteso").
DIO COME PROIEZIONE DELL’UOMO Non è Dio che ha creato l’uomo ma il contrario: Dio non esiste, Dio è la proiezione di qualità intellettive proprie dell'uomo, e non una sostanza a sé
L’ESSENZA DEL CRISTIANESIMO L’uomo proietta (aliena) inconsapevolmente le sue qualità migliori (divine) in un essere posto al di là del mondo (Dio), da lui stesso creato Dio non è niente senza i suoi predicati: amore, bontà, sapienza … Forze che animano e dominano l’uomo (perfezioni) ragione (sapere); volontà (potere), cuore (amare) In Dio le qualità umane vengono private dei loro limiti Dio: onnisciente, onnipotente, amore infinito
Si potrebbe, infatti, obiettare che le caratteristiche che noi attribuiamo a Dio sono senza limite: l'amore di Dio è infinito, la sua ragione non ha limiti, come pure la sua volontà. Feuerbach risponde a tale obiezione dicendo che noi attribuiamo a Dio le caratteristiche umane, ma senza i limiti dell'uomo: "L'essere divino non è altro che l'essere dell'uomo liberato dai limiti dell'individuo, cioè dai limiti della corporeità e della realtà".
Feuerbach cita Leibniz: "Le perfezioni di Dio sono le perfezioni della nostra anima, ma Egli le possiede senza limiti... Noi possediamo una qualche facoltà, una qualche conoscenza, un qualche bene, ma tutto ciò è in Dio perfetto". E cita Leibniz per dire che "Tutte le qualificazioni dell'essere 'divino’ sono perciò qualificazioni dell'essere 'umano' ". E ancora: "Una qualità non è divina per il fatto che Dio la possiede, ma Dio la possiede perché essa in sé e per sé stessa è divina, perché senza di essa sarebbe un essere imperfetto". Esempi? "Giove è il più forte degli dei. Perché? Perché la prestanza fisica era considerata in sé stessa e per sé stessa qualche cosa di bello, di divino. La virtù guerriera era per gli antichi germani la virtù somma: per questo anche il loro sommo dio, Odino, era il dio della guerra”
"La coscienza che l'uomo ha di Dio è la conoscenza che l'uomo ha di sé "La coscienza che l'uomo ha di Dio è la conoscenza che l'uomo ha di sé. Tu conosci l'uomo dal suo dio, e, reciprocamente, Dio dall'uomo; l'uno e l'altro si identificano” "Dio è l'intimo 'rivelato', l'essenza dell'uomo 'espressa'. L'uomo religioso, però non è consapevole che il suo Dio non è altro che l'essenza umana. "[...] la religione precede sempre la filosofia, nella storia dell'umanità come nella storia dei singoli individui. L'uomo sposta il suo essere 'fuori di sé, prima di trovarlo 'in sé’... la religione è l'infanzia dell'umanità... Perciò il progresso storico delle religioni consiste appunto nel considerare in un secondo tempo come soggettivo e 'umano' ciò che le prime religioni consideravano come oggettivo e adoravano come 'dio' ".
CRITICA DELLA RELIGIONE Il sentimento (Schleiermacher): nucleo della religione preghiera, miracolo, provvidenza l’uomo appaga i suoi bisogni tramite Dio Dio: espressione dell’immaginazione e dell’arbitrio umani
La stessa "creazione dal nulla" per Feuerbach ha radici umane: non è, infatti, che "la più alta espressione dell'onnipotenza”. Ma l'onnipotenza non è che la soggettività che si libera da tutte le... limitazioni oggettive" Feuerbach dice: " La creazione dal nulla, identificandosi col miracolo, si identifica anche con la provvidenza; ... Il miracolo è la convalida della provvidenza. Credere nella provvidenza significa credere in una potenza al cui beneplacito tutte le cose sono subordinate, e rispetto alla quale ogni potenza della realtà è nulla". E ancora: " Ma che cosa è un miracolo? La realizzazione di un desiderio che oltrepassa i limiti della natura, null'altro". "La potenza del miracolo null'altro è perciò che la potenza dell'immaginazione".
L’ORIGINE DELL’IDEA DI DIO Dio come personificazione delle qualità della specie Distinzione fra individuo (debole e limitato, finito) e specie (infinito ed onnipotente) Opposizione di volere e potere La religione toglie questa contraddizione Attraverso Dio tutti i desideri sono realizzati “Il tuo Dio è qual è il tuo cuore” Dipendenza dell’uomo di fronte alla natura
La distinzione tra uomo "singolo" e "umanità" viene fatta dallo stesso Feuerbach: “l'onnipotenza appartiene all'umanità nel suo insieme, non all'uomo singolo che si sente ed è "impotente". Si potrebbe, però, obiettare che l'onnipotenza nell'umanità - semmai - è solo potenziale e, quindi, l'onnipotenza tout court è soltanto l'espressione di un "desiderio dell'uomo". Scrive Feuerbach: "La mia vita è circoscritta in un tempo limitato, ma non la vita dell'umanità. La storia dell'umanità non è che un continuo superamento di limiti, limiti che per ogni determinata epoca avevano il valore di limiti dell'umanità e perciò di limiti assoluti, insormontabili. Ma sempre il futuro rivela che i supposti limiti della specie, non sono che limiti degli individui."
"Se il sole fosse sempre immobile nel cielo, non avrebbe mai acceso nell'uomo la fiamma dell'emozione religiosa... Se la terra portasse sempre frutti, che motivo ci sarebbe per celebrare le feste religiose della semina e del raccolto? Solo perché essa ora apre il suo grembo, ora invece lo chiude, i suoi frutti appaiono come doni 'volontari' per cui bisogna renderle grazie. Solo il ritmo alterno della natura rende l'uomo malsicuro, umile, religioso."
L’ESSENZA DELLA RELIGIONE La natura (indipendente dall’essere umano) oggetto originario della religione Sentimento di dipendenza dalla natura l’uomo non deve la sua esistenza a se stesso La natura: trasformata in Dio dalla fantasia umana (politeismo e monoteismo) Dio appaga i desideri degli uomini superamento scissione realtà-immaginazione; potere-volere
"IL SEGRETO DELLA TEOLOGIA È L'ANTROPOLOGIA". L'antropologia è la scienza che studia l'uomo. se l'uomo è l'unica essenza esistente, l'antropologia è la chiave per spiegare il mondo. la teologia, infatti, studia l'essere diverso dall'uomo in quanto Dio, l'essere eterno che sempre è esistito e ha generato ogni cosa, Dunque, le affermazioni della teologia e della religione sono fasulle
TEOLOGIA E ANTROPOLOGIA Riportare l’essenza del cristianesimo ai suoi fondamenti antropologici ridurre la teologia ad antropologia! La coscienza di Dio è l’autocoscienza alienata dell’uomo, ovvero la coscienza alienata del genere umano
L’ALIENAZIONE E L’ATEISMO Alienazione= stato patologico per cui l’uomo proietta fuori di sé Dio e vi si sottomette L’uomo tanto più pone in Dio quanto più toglie a sé stesso Ateismo come dovere morale: perché l’uomo si riprenda i predicati positivi che ha proiettato fuori di sé Sono i predicati umani ad essere divini Risolvere Dio nell’uomo
RISCOPERTA DELLA CORPOREITÀ Umanismo naturalistico Uomo centro della filosofia Natura fondamento dell’uomo, che da essa dipende L’uomo come essere di carne e sangue che dipende dal corpo e dalla sensibilità Ruolo importante dell’amore L’amore verso l’altro come prova della sua esistenza Necessità degli altri Essenza sociale dell’uomo Senza l’altro non c’è conoscenza, non c’è certezza dell’esistenza del mondo esterno
TEORIA DEGLI ALIMENTI L’uomo è ciò che mangia La fame e la sete privano l’uomo della sua umanità Se volete un popolo migliore dategli un’alimentazione migliore! Filantropismo di Feurbach
FINE