COMPETENZE DA ACQUISIRE CONOSCERE IL SIGNIFICATO DI AGENTE BIOLOGICO E LE PERICOLOSITà CHE COMPORTA CONOSCERE LA CLASSIFICAZIONE DEI MICRORGANISMI IDENTIFICARE ALCUNE ATTIVITA’ SOGGETTE AL RISCHIO BIOLOGICO ELENCARE LE PRINCIPALI FASI DI UNA GENERICA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO CONOSCERE LE PRINCIPALI MISURE IGENICHE, TECNICO-ORGANIZZATIVE E PROCEDUALI DI PREVENZIONE E SORVEGLIANZA SANITARIA
CONTATTO CON MATERIALI INCOTAMINATI CATTIVO FUNZIONAMENTO IMPIANTI MICROCLIMATICI INOSSERVANZA DELLE ELEMENTARI NORME IGENICHE VIRUS E MICROBI AEREODISPERSI MOLTO PERICOLOSI QUESTI MICRORGANISMI SONO I RESPONSABILI DELLE INFEZIONI DELL’APPARATO RESPIRATORIO E/O GASTROINTESTINALE (POLMONITI, EPATITI, SALMONELLA, COLERA, DISSENTERIA..etc)
QUALSISI MICRORGANISMO, COLTURA CELLULARE O ENDOPARASSITA UMANO, IN GRADO DI PROVOCARE INFEZIONI, ALLERGIE E INTOSSICAZIONI!!! MICRORGANISMO: identità microbiologica cellulare o meno in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico, quali esempio batteri e virus anche modificati geneticamente. COLTURA CELLULARE: il risultato della crescita in vitro di cellule. ENDOPARASSITA UMANO: parassita che vive all’ interno dell’ospite.
LA CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI è FATTA IN BASE ALLA PERICOLOSITà CHE GLI STESSI HANNO NEI CONFRONTI DELLA SALUTE DEI LAVORATORI, CONFORME LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: INFETTIVITA’: capacità di un microrganismo di lasciarsi trasportare da un ospite all’ altro, di insediarsi in esso, di riprodursi e di penetrare nei tessuti; PATOGENICITA’: capacità di alcuni microrganismi di provocare malattia a seguito di infezione; TRASMISSIBILITA’: capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto portatore ad un altro; NEUTRALIZZABILITA’: possibilità di prevenire o curare malattie con efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
IL CAMPO DI APPLICAZIONE COMPRENDE TUTTE LE ATTIVITA’ SOGGETTE A RISCHIO BIOLOGICO O ALL’ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI IN CUI VI è: 1) l’uso deliberato di microrganismi volutamente introdotti nel ciclo lavorativo per essere trattati,manipolati, trasformati o per sfruttare le proprietà biologiche. I microrganismi diventano la materia prima, il substrato il reagente, il prodotto anche parziale di un ciclo riproduttivo. 2) Il rischio potenziale di esposizione occasionale e indesiderata all’agente nocivo. Si può determinare un vero e proprio uso di agenti biologici, mancando il deliberato intento di farne l’oggetto dell’ attività lavorativa. Esempi: “EPATITE”, “HIV”, smaltimenti rifiuti, depurazioni acque, servizi veterinari e sanitari, macellazione carni…etc Esempi: “EPATITE”, “HIV”, smaltimenti rifiuti, depurazioni acque, servizi veterinari e sanitari, macellazione carni…etc..
IL DATORE DI LAVORO HA L’OBBLIGO DI VALUTARE IL RISCHIO D’ESPOSIZIONE DA AGENTI BIOLOGICI, DI ADOTTARE TUTTE LE MISURE PREVENTIVO-PROTETTIVE NECESSARIE AD APPLICARE I PRINCIPI DELLA BUONA PRASSI MICROBIOLOGICA. 1) IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI 2) QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO mediante: Monitoraggio ambientale(analisi microbiologica) Meccanismo d’azione biologica(trasmissibilità all’uomo) Applicazione di modelli matematici di previsione del rischio 3) IDENTIFICAZIONE DEI LAVORATORI ESPOSTI; 4) VALUTAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE ADOTTATE E ADOTTABILI.
Importanti OBBLIGHI spettano al datore di lavoro: Informazione Misure tecniche organizzati e proceduali Misure d’igiene Misure d’emergenza Il datore di lavoro che intenda esercitare attività che comporta l’uso di agenti biologici deve oltre che a comunicare l’attività agli organi di vigilanza,informare i lavoratori dei vari rischi e sulle varie misure di prevenzione deve: Esporre nei locali a rischio il segnale di rischio biologico e altri segali di avvertimento; Predisporre i dispositivi di protezione personali necessari(guanti in lattice,mascherine a filtro,tute..), informando e formando i lavoratori sull’obbligo di adottarli e per le modalità di un corretto utilizzo, cambio e smaltimento.
Prima di procedere ad interventi tecnico organizzativi, occorre ricordare la scala delle priorità delle misure generali secondo la legge 626,94 quindi, in sintesi si predispongono adeguate procedure per: Limitare il numero di lavoratori potenzialmente esposti; Determinare i reparti in cui si svolgono le attività; Manipolare e trasportare in sicurezza gli agenti biologici all’interno dei luoghi di lavoro; Organizzare l’emergenza in caso di incidenti predisponendo oltre il registro infortuni, anche un registro per gli incidenti; Smaltire i rifiuti in appositi contenitori identificabili con il simbolo specifico. Le misure igieniche riportate nell’art 80 del D.L. 626/94 sono: I lavoratori devono avere a disposizione servizi sanitari adeguati È vietato fumare, assumer cibi o bevande nelle aree in cui c’è il rischio di esposizione; Non toccare con guanti contaminati oggetto d’uso personali come penne, fazzoletti, telefono etc.. Sfilare i guanti al termine del lavoro e riporli negli appositi contenitori; Lavarsi frequentemente le mani al termine di ogni manipolazione; Gli indumenti contaminati devono essere separati dagli altri indumenti; Predisporre la procedure per quanto riguarda il controllo, la disinfestazione e la pulizia dei dispositivi di protezione individuali.
Il datore di lavoro deve predisporre: Vie di fuga dalla zona dell’incidente Misure immediate da intraprendere a fini igienico-sanitari e da contaminazione; Indumenti e mezzi di emergenza; Elenco del personale formato alle emergenze; Un sistema per il contatto telefonico immediato con gli enti esterni e interni all’azienda; Procedure di emergenza speciali, qualora l’agente si propaghi fuori del luogo di lavoro. I lavoratori sono tenuti a rispettare i seguenti obblighi: abbandonare la zona interessata qualora si verifichino incendi; Segnalare al datore di lavoro..qualsiasi incidente o infortunio relativo all’uso di agenti biologici.
La sorveglianza sanitaria è affidata al medico competente, che ne definisce i contenuti. Alla valutazione della probabilità all’esposizione di un’agente pericoloso dovrà essere abbinata la conoscenza dei fattori favorenti la trasmissione dell’infezione. Devono inoltre essere analizzati altri fattori: La sensibilità individuale (deficit immunitario, allergie, intolleranze..) L’ambiente di lavoro che può concorre a ridurre le difese (particolare microclima, sostanze irritanti, microtraumi..) Idonei programmi di immunoprofilassi (vaccini etc..) Gli operatori addetti ad attività comportanti uso di agenti biologici dovranno risultare iscritti in un apposito registro con indicati: I nominativi degli esposti; Le attività svolte; L’agente utilizzato; Eventuali casi di esposizione individuale. Il medico competente dovrà curare l’istituzione e l’aggiornamento del registro e il datore di lavoro consegnare copia del registro all’ ISPEL