Quel venerdì, alle tre di pomeriggio, il Cristo sospeso al legno tra cielo e terra si fa sacramento di tutte le Croci del mondo.
“Perché mi hai abbandonato!”, gridano appesi al palo i poveri del mondo, schiacciati e crocifissi dai pesanti chiodi del nostro egoismo.
“Ho sete”, supplica chi ha per acqua i nostri veleni e lambisce le gocce che trasudano dai nostri calici.
“Tutto è compiuto,è finito!”, è la flebile voce di chi non ha voce, è il pianto di bimbi calpestati, sfruttati e violentati, a cui è stato rubato il sorriso dell’innocenza e hanno perso la corsa.
“Nelle tue mani”, prega chi è rimasto con le mani vuote per la guerra. In un baleno han visto sparire case e affetti e son rimasti soli: non resta loro che lacrime da versare e un Dio da sperare. prega chi è rimasto con le mani vuote per la guerra. In un baleno han visto sparire case e affetti e son rimasti soli: non resta loro che lacrime da versare e un Dio da sperare.
“E chinato il capo”, come colui che è sconfitto dalla droga, chi è schiavo degli idoli, chi ha perso il gusto di amare e non può perdonare. Non sa alzar la testa per continuare a camminare.
Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me:
Sì, perché la croce è la base di lancio verso la vita, è il il trampolino per poter volare e varcare l’assoluto ; è la certezza che Cristo è la Speranza che ci proietta all’Eternità.
È la Pasqua, vita della vita che trionfa, acqua e pane per la nostra sete e fame.