Fil Ling 12-12 Lezz. 16-21.

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Tempo e linguaggio Francesco Orilia
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Fil Ling 12-12 Lezz. 16-21

Lezione 16 compito in classe: A. Rispondere a questa domanda: Confrontare il tensionalismo semantico radicale, il tensionalismo semantico moderato e l’atensionalismo semantico. B. Rispondere a una tra queste domande: 1) (a) Spiegare, utilizzando opportuni esempi, che cosa è l’ambiguità strutturale. (b) Spiegare l’uso degli operatori temporali di Prior e mostrare come si possono usare per descrivere casi di ambiguità strutturale. 2) Presentare l’argomentazione di McTaggart a favore della tesi dell’irrealtà del tempo.

Lezz. 17-18

La teoria A (in due canzoni) "Vola il tempo lo sai che vola e va, forse non ce ne accorgiamo, ... (Fabrizio De André, Valzer per un amore)

Il presentismo (sempre in musica) "... più ancora del tempo che se va, siamo noi che ce ne andiamo"

La teoria A Esiste una presentezza oggettiva. Accetta il tensionalismo ontologico ed è quindi spesso chiamata tensionalista. Accetta il cambiamento tensionale, ossia si può dire che effettivamente “il tempo scorre”: è talvolta detta anche teoria dinamica. Esempio: qualsiasi evento simultaneo al taglio del traguardo di Mennea nella finale dei 200 metri alle Olimpiadi del 1980 è oggettivamente passato, mentre qualsiasi evento simultaneo con il mio scrivere queste parole è oggettivamente presente, sebbene destinato a perdere questa caratteristica e a divenire anch’esso passato

La principale motivazione (PMC) Principio Metodologico del Credito iniziale. (A) Una teoria più in linea con il senso comune e il linguaggio ordinario gode di un credito iniziale che la rende preferibile ad altre che se ne discostano maggiormente, (B) almeno fino a quando alla luce dell’analisi filosofica e dell’indagine scientifica la teoria non si riveli inadeguata e una teoria alternativa sia in grado di sostituirla W. Sellars (1962): immagine scientifica vs. immagine manifesta P. Strawson (1959): metafisica prescrittiva vs. descrittiva C. S. Peirce ("Issues in Pragmatism", 1905): Critical Commonsensism G.E. Moore (1952): A defense of common sense Rev. Thomas Reid (1710-1796): common-sense realism

La riduzione delle B-relazioni ad A-proprietà (1) P è prima di Q P(Q & P & PP)  (Q &  P & PP)  F(Q & P & PP) (2) P è simultaneo a Q P(P & Q)  (P & Q)  F(P & Q) B-riducibilità, secondo la quale le B-relazioni sono riducibili ad A-proprietà. Questa tesi si può interpretare in due modi: o nel senso che esistono eventi effettivi A-monadici, ma non esistono eventi effettivi B-relazionali, o nel senso che ai primi è ascrivibile in qualche modo una priorità ontologica sui secondi Arthur Prior (1914-1969) 

non è ovvio però che si possa parlare di un primato delle A-proprietà Tutto quello che si può esprimere utilizzando predicati che esprimono A-proprietà appare esprimibile parlando di momenti legati da opportune B-relazioni, purché uno di questi venga segnalato come il momento presente. Per esempio, per affermare PP possiamo dire che esistono due momenti, t1 e t2, tali che: (i) @(t1, P), (ii) t1 precede t2, (iii) t2 è presente. E d’altra parte sembra inevitabile che si debba ammettere l’esistenza dei momenti, perché facciamo continuamente riferimento ad essi L’esistenza dei momenti sembra presupposta nell’uso degli operatori metrici. Per esempio, le espressioni «n istanti fa» e «fra n istanti» sembrano presupporre l’esistenza di istanti.

A-proprietà o B-relazioni? BZ, p. 48: “in conclusione, una semantica adeguata delle espressioni temporali sembra dipendere in modo cruciale da entrambe le famiglie di nozioni tradizionali [A-proprietà, B-relazioni].” Mio parere: Almeno prima facie per rendere tutto ciò che di temporale esprimiamo con il linguaggio naturale dobbiamo presupporre che vi siano ‘tempi’ intesi sia come istanti che come intervalli (sequenze di istanti, v. p. 78 e scheda p. 76) e abbiamo bisogno di (i) predicato relazionale ‘p accade al tempo t’, (ii) predicato ‘t è presente’ (presentezza come A-proprietà di un tempo, non di un evento), (iii) predicati relazionali come ‘t1 è prima di t2’ o ‘t1 si interseca con t2’ (esprimenti B-relazioni tra tempi non tra eventi) Forse ‘t è presente’ è esprimibile con ‘t è simultaneo con questo token’ ? VEDREMO

predicazione atensionale dal punto di vista tensionalista (1) la battaglia di Maratona precede la battaglia di Waterloo M = [si stat combattendo una battaglia a Maratona] W = [si stat combattendo una battaglia a Waterloo]   P(W & M & PM)  (W & M & PM)  F(W & M & PM) (2) Garibaldi e V. E. II si incontrano a Teano il 26 Ottobre 1860 alle ore 8,30 [DATATA NEUTRA] T = [G. e V. E. II si incontranot a Teano] @(t, T)  NB: era vera anche prima di quella data??? (3) 2 è un numero primo Necessariamente, sempre, 2 èt un numero primo

LEZIONE 19

Considerazioni sul compito 1) risposte troppo brevi al primo quesito. Pochi esempi, quasi nessuno ha spiegato il trattamento delle proposizioni interne dai vari punti di vista 2) risposta sull'argomento di McTaggart: casi in cui è stato ripetuto quello che dico nel mio libro (quasi) parola per parola Valore di questo compito: 40% e valore del secondo 60%

L'eternalismo di tipo A Sia il passato che il futuro esistono tanto quanto il presente uno stesso evento effettivo può avere A-proprietà diverse in tempi diversi (cambiamento tensionale): la A-proprietà {presente} passa incessantemente da certi eventi ad altri, da quelli che sono attualmente presenti ad altri che sono ancora futuri (cambiamento tensionale). Corrispettivamente, i primi acquisiscono la A-proprietà {passato} e questi ultimi perdono la A-proprietà {futuro}. Più precisamente, possiamo parlare di eventi che sono passati o futuri in gradi diversi in tempi diversi Divenire assoluto: c'è un nascere e morire solo per A-fatti come l'esser futuro del primo sbarco sulla luna Cambiamento aletico

Due metafore per l'eternalismo di tipo A Moving spotlight The river of time L'eternalismo di tipo A è Discusso e respinto da McTaggart Difeso di recente da Quentin Smith

Il Passatismo Esistono sia il passato che il presente, non il futuro (se non in senso potenziale) Cambiamento tensionale quanto meno per il passaggio dal presente al passato e per i gradi di passatezza Divenire assoluto: c'è per il venire all'essere, ma non c'è un cessare di esistere? Il passatismo con futuro vuoto (detto anche teoria del blocco crescente; in inglese growing block theory) è stato difesa da Broad (1923) e viene spesso attribuita anche a Tooley (1997) Il passatismo con futuro ramificato è stato proposto da McCall (1994). Ammette eventi futuri potenziali in alternativa tra loro. Questi non sono paragonabili ad eventi virtuali. Per es. esiste l'evento virtuale (proposizione) [la terra raddoppia il suo diametro nel 2014], ma non vi è tale evento potenziale (perché fisicamente impossibile)

Fil. Ling. 12-13 Lezioni 20-21

RECUPERO Ricordo la lezione di recupero di Mercoledì 28 Novembre, ore 16-17

Il Presentismo Esiste solo il presente. In particolare, esistono solo eventi effettivi presenti Divenire assoluto Cambiamento qualitativo Cambiamento aletico Cambiamento tensionale: non ci sono eventi effettivi futuri e passati che cambiano A-proprietà nel tempo

Fatalismo e determinismo Sono dottrine secondo le quali, per così dire, "tutto è già deciso, non c'è modo di cambiare il corso degli eventi" Ma vanno distinte: il fatalismo ha a che vedere con atensionalismo e/o eternalismo il determinismo (causale, fisico) con una certa visione delle leggi di natura Tipicamente si discutono ricorrendo ai "futuri contingenti" (v. prossima diapositiva) Ma è meglio utilizzare enunciati datati neutri

Futuri contingenti Affermazioni riguardanti il futuro "Certo, per necessità ogni oggetto è o non è, come pure, sarà o non sarà, ma non è davvero necessario dire una delle due cose, separata dall’altra. Con ciò intendo dire, ad esempio, che necessariamente domani vi sarà una battaglia navale, oppure non vi sarà, ma che non è tuttavia necessario che domani vi sia una battaglia navale, né d’altra parte è necessario che domani non vi sia una battaglia navale. Ciò che invece risulta necessario, è che domani avvenga o non avvenga una battaglia navale." (Aristotele (384 A.C.-322 A.C.), De Interpretatione, libro 9) Qui Aristotele sembra negare la bivalenza (vero A oppure vero non-A), ma non il terzo escluso (A o non-A) (v. Kneale e Kneale, Storia della logica, cap. 4)

esempio di enunciato datato neutro (1) Marta e Giovanni si incontrano a mezzogiorno del 6 Luglio 2014 M = [Marta e Giovanni si incontrano] (proposizione interna) t = mezzogiorno del 6 Luglio 2014 (1') @(t, M) (NEG 1) Marta e Giovanni NON si incontrano a mezzogiorno del 6 Luglio 2014 (NEG 1a) ~@(t, M) (NEG 1b) @(t,~M)

Fatalismo Fatalismo: l’accadere o il non accadere di un qualsiasi evento è in qualche modo prefissato e inevitabile in virtù del fatto che la proposizione (datata neutra) che descrive quell’evento ha il valore di verità ‘vero’ (V), oppure il valore di verità ‘falso’ (F) qualsiasi proposizione datata neutra, P, è, a seconda dei casi, immutabilmente vera o falsa, sicché nessuno può cambiare il suo valore di verità, facendo in modo che non si realizzi l’evento descritto da P, se P è vera, o facendo in modo che non si realizzi, se P è falsa.

Fatalismo (cont.) Questa immutabilità si può intendere sia atensionalmente (P èa vera o P èa falsa), sia tensionalmente (P è stata, è e sempre sarà vera o falsa, a seconda dei casi) (nel primo caso P è atensionale e nel secondo è tensionale). L'eternalismo implica il fatalismo se assumiamo l’atensionalismo, il fatalismo logico sembra seguire anche se non ammettiamo l’eternalismo

Fattori di verità e fatalismo (FV) Il principio del Fattore di Verità. Se una proposizione è vera, deve avere un fattore di verità, ossia un ente nella realtà che la rende vera eternalismo => esiste o non esiste, a seconda dei casi, un fattore di verità, l'evento m, per la proposizione @(t, M) => @(t, M) ha immutabilmente il valore di verità V o F (sia che intendiamo ciò tensionalmemte o atensionalmente) atensionalismo => @(t, M) è atensionale => @(t, M) haa il valore di verità V o F immutabilmente. A seconda dei casi, esiste o non esiste l'evento m Non c'è niente che possiamo fare prima di t per evitare il realizzarsi (o non realizzarsi) di m

Onniscienza e fatalismo L'onniscienza divina sembra implicare che, data una qualsiasi proposizione datata neutra @(t, P), Dio sa, prima di t, se @(t, P) è vera o falsa. Quindi anche la tesi dell'onniscienza sembra portare al fatalismo La questione è molto dibattuta nel medioevo, per es. da Tommaso (1225-1275) e da Ockham (1288-1349)