Filosofia analitica del linguaggio: mod. ontologia esistenza e identità Francesco Orilia A.A I Semestre
Lez. 13 2/11/09
Il paradosso di Russell classi che non contengono se stesse. Es: la classe dei cavalli, perché non è un cavallo classi che contengono se stesse. Es. la classe delle cose astratte perché è essa stessa astratta Sia R la classe di tutte e soltanto le classi che non contengono se stesse. R contiene o no se stessa? Se sì, R contiene una classe che contiene se stessa, ossia R, in contrasto con come abbiamo definito R Se no, c'è una classe che non contiene se stessa, ossia R, che manca ad R, contrariamente a come abbiamo definito R Si può formulare un analogo paradosso per le proprietà
La teoria dei tipi Le classi sono ordinate gerarchicamente Al primo livello (tipo logico), le classi degli individui (enti che non sono classi) Al secondo, le classi di individui Al terzo le classi di classi del secondo livello Viene dunque esclusa a priori la possibilità di una classe che contiene una classe dello stesso livello e quindi è esclusa la possibilità dell'autoappartenenza Per dettagli v. la voce "teoria dei tipi" nell'enciclopedia filosofica Bompiani.
Problemi per la teoria dei tipi La teoria dei tipi in pratica bandisce l'autopredicazione come "priva di significato" (penso sia la fonte primaria della dottrina del "non-senso"del Tractatus di Wittgenstein). Non si può dire "P (non) è Q" ma solo "P n+1 (non) è Q n MA: Viene generata un'incredibile moltiplicazione di proprietà: c'è l'astratezza di livello 1 (della cavallinità, ec.), l'astrattezza di livello 2 che si predica dell'astrattezza di livello 1, ecc. Il senso comune e il linguaggio naturale sembrano consentire l'autopredicazione: l'astrattezza è astratta La teoria dei tipi, paradossalmente, non riesce ad esprimere se stessa. Vieta che si possa parlare di tutte le proprietà in un colpo solo, perché bisogna sempre specificare il tipo. E' vietato dire, per ogni P, P = P" Si può solo dire Per ogni P n, P n = n+1 P n Ma allora, coma fa la teoria a dire che, per ogni proprietà P, P appartiene ad un certo tipo logico e si può predicare solo di una proprietà di tipo logico inferiore?
Lez. 14 4/11/09
Problemi per la teoria delle descrizioni La montagna d'oro è d'oro La montagna d'oro è possibile Il quadrato rotondo è impossibile Pinocchio è un oggetto fittizio Pinocchio è più famoso di Cenerentola Polifemo è più alto di Napolitano Tom crede che un fantasma ha urlato nella notte e John ritiene che esso sia prigioniero di un incantesimo
Alexius Meinong Alexius Meinong, cavaliere di Handschuchsheim (Lemberg, 17 luglio 1853 – Graz, 27 novembre 1920), è stato un filosofo austriaco, noto principalmente per la sua opera Über Gegenstandstheorie ("Sulla Teoria degli Oggetti", 1904)Lemberg17 luglio1853 Graz27 novembre1920filosofoaustriaco1904
Meinong su wikipedia (con errori) Alexius Meinong, cavaliere di Handschuchsheim (Lemberg, 17 luglio 1853 – Graz, 27 novembre 1920), è stato un filosofo austriaco, noto principalmente per la sua opera Über Gegenstandstheorie ("Sulla Teoria degli Oggetti", 1904) e per i suoi studi di logica deontica "La logica deontica, intesa come disciplina che si contrappone alla logica classica,"[NO !!!], basati sulla teoria degli oggetti inesistenti. Questa teoria si fonda sul fatto che sia possibile pensare ad un oggetto, quale la montagna d'oro, pur non esistendo un oggetto tale nel mondo esternoLemberg17 luglio1853Graz27 novembre1920filosofoaustriaco1904logica deonticalogica Meinong nacque a Lemberg nel Regno Austro-Ungarico (oggi L'vov nell'Ucraina) e morì a Graz. Dopo avere frequentato il Ginnasio accademico di Vienna studiò all'Università di Vienna e ottenne il dottorato in storia dopodiché si volse alla filosofia sotto la guida di Franz Brentano ( ). Nel 1878 si trasferì alla Karl-Franzens-Universität di Graz come successore di Riehl, dove nel 1882 divenne professore straordinario di filosofia. Li fondò un istituto psicologico (nel 1894) e la Scuola di Graz di psicologia sperimentale. Continuò a lavorare a Graz fino alla sua morte nel 1920 e le sue carte sono conservate nella biblioteca universitaria di Graz.LembergRegno Austro-UngaricoL'vovUcrainaGrazViennaUniversità di ViennastoriafilosofiaFranz Brentano Graz Scuola di Graz psicologia sperimentalebiblioteca
La teoria degli oggetti Ci sono oggetti esistenti e inesistenti Quindi il reame degli oggetti è un "Aussersein" (al di là dell'essere e del non-essere) che comprende sia ciò che vi è (esiste) che ciò che non vi è (non esiste o non sussiste) ["sussistenza" si applica a oggetti astratti e "esistenza" a oggetti concreti] Russell in POM parlerebbe di regno dell'essere che comprende come sottoinsieme il regno dell'esistenza (terminologia che preferisco) anche Russell in POM ammette oggetti che non esistono, ma solo se possibili (possibilismo), Meinong invece ammette anche oggetti impossibili come il quadrato rotondo
Lez. 15 6/11/09
Le motivazioni principali per Meinong La tesi dell'intenzionalità di Brentano: ogni evento mentale è diretto ad un oggetto (si ha paura di qualcosa, si crede che qualcosa sia così e così, ecc.), detto oggetto intenzionale, che "in-esiste", esiste nell'evento mentale. Ma, dice Meinong, l'oggetto intenzionale può anche non esistere (posso aver paura di un fantasma). Allora, o abbandoniamo la tesi o ammettiamo che ci sono oggetti inesistenti. Esistenziali negativi come "il quadrato rotondo non esiste" possono essere veri Enunciati singolari analitici come "il cavallo alato è alato" è vero Asserti come "il cavallo alato è possibile" sono veri.
Digressione sulla tesi dell'intenzionalità Secondo la tradizione che va da Brentano a Meinong, dobbiamo distinguere in un fenomeno mentale, l'atto (credere, desiderare, temere, ecc.), il contenuto dell'atto (ciò che indirizza l'atto verso un certo oggetto, per es. una rappresentazione psichica di un oggetto temuto) e l'oggetto dell'atto (per es., l'oggetto temuto) Secondo Brentano, l'intenzionalità è l'essenza del mentale, ciò che contraddistingue i fenomeni mentali da quelli fisici. Ma è veramente così? secondo alcuni, il dolore è un controesempio. Si ha dolore punto e basta, il dolore non è diretto verso qualcosa. ma forse si può dire che c'è una stato mentale 'sentire' che può avere come oggetto un dolore oppure un piacere Secondo alcuni, inoltre, un altro controesempio è dato da oggetti fisici che hanno capacità rappresentazionali e quindi in un certo senso sono in relazione a un oggetto. Per es., una videocamera fa un'attività che è diretta ad un oggetto, ciò che viene filmato