Restaurazione e rivoluzioni

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Transcript della presentazione:

Restaurazione e rivoluzioni

Criteri delle potenze vincitrici nel risistemare l’Europa restaurare i vecchi principi avere stati forti ai confini della Francia (il principato di Renania-Westfalia viene annesso alla Prussia) combattere giacobinismo e nazionalismo Olanda e Svezia mantengono una monarchia costituzionale.

Restaurazione Francia Luigi XVIII attuò una restaurazione limitata: dovette varare una Costituzione che, per quanto concessa dall’alto, garantiva l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, e mantenne una politica moderata. Suffragio limitatissimo. La svolta autoritaria, che si accentuò nel 1824, quando a Luigi successe il fratello Carlo X. L’istruzione fu posta sotto il controllo del clero, fu limitata la libertà di stampa.

Restaurazione In Spagna il ritorno sul trono di Ferdinando II portò all’abolizione della Costituzione del 1812. Negli Stati italiani furono ripristinati i vecchi monarchi e le vecchie leggi, per esempio alcuni privilegi del clero, Nel Granducato di Toscana Ferdinando II ripristinò la legislazione avanzata introdotta dal padre Pietro Leopoldo. L’Austria stessa premeva per politiche che garantissero efficienza dell’amministrazione pubblica.

Restaurazione Germania: i Lander sono ridotti da 360 a 19, nella Confederazione germanica presieduta dall’imperatore d’Austria. Il primato prussiano si rafforza (l’altro grande regno è la Baviera): codici economici liberali, unificazione giuridica, unificazione statale, scuola primaria obbligatoria, ma la monarchia è assoluta.

Europa dopo il Congresso di Vienna

Restaurazione L’impero turco in crisi, i territori europei e quelli del nord-Africa cercano di sottrarsi al suo dominio. I territori europei fanno gola ad Austria e Russia. L’Inghilterra teme lo sbocco nel Mediterraneo della Russia, attraverso i Dardanelli- controllati dai turchi, mentre la Russia i affaccia sul Mar Nero. Rivolte in Serbia nel 1804 e nel 1817; insurrezione greca nel 1821- 1828 Grecia indipendente -

Restaurazione L’ Egitto, era stato occupato dai Francesi, nel 1798. Pochi anni dopo, sotto la pressione militare inglese, i francesi devono lasciare l’Egitto, che viene riconquistato, per conto dei turchi, da un comandante di nazionalità albanese Mohamed Alì,1769-1848), che s’impadronisce del paese, staccandolo dall’impero. Procede alla modernizzazione del paese, migliorando l’agricoltura, con irrigazioni ecc., sviluppando la coltura del cotone., investe in strutture scolastiche. Invita i sansimoniani, progetta il taglio dell’istmo di Suez.

Restaurazione Nel 1830 i Francesi, per stroncare definitivamente la pirateria barbaresca, occupano i porti d’Algeria. Tentano la penetrazione e per alcuni decenni si scontreranno con la guerriglia berbera, prima di raggiungere il sud sahariano.

Le rivolte costituzionaliste Nel 1820, in Spagna, una guarnigione in partenza da Cadice per sedare la rivolta nelle colonie americane si ammutina chiedendo il ripristino della costituzione del 1812. Il re Ferdinando VII, vista l’estensione ad altre caserme e guarnigioni, dà la Costituzione e indice elezioni politiche che danno ai liberali una larga maggioranza. Nel 1823 le truppe francesi marciano su Madrid , interrompendo le riforme avviate dai liberali- solo nel 1832 la sconfitta definitiva

Le rivolte costituzionaliste Insurrezioni, sempre con militari alla testa, anche nel regno delle Due Sicilie. Ferdinando I dà la costituzione ma chiede l’intervento delle grandi potenze, garantiti di Versailles: Gran Bretagna, Austria, Russia e Prussia incaricano le truppe austriache di riportare l’ordine a Napoli. Insurrezione nel regno di Savoia. Parte da Alessandria, marzo 1821, si chiede la Costituzione spagnola. Anche qui intervengono le truppe austriache.

Le rivolte costituzionaliste Nel Lombardo-Veneto repressione preventiva che colpisce le società segrete . Opera di gruppi ristretti, per lo più appartenenti a ceti sociali medio-alti, le sollevazioni di questo periodo ebbero scarso seguito nel popolo delle città e non coinvolsero le grandi masse rurali. Che spesso si schierarono a fianco dei conservatori. .

1821- 1828 guerra d’indipendenza greca La rivolta è guidata dalla borghesia intellettuale, dai mercanti e armatori delle isole, ma coinvolge la popolazione, in particolare nelle isole e nel Peloponneso. Nel 1828, ottenuto finalmente l’appoggio delle grandi potenze_ in particolare Inghilterra e Francia, e con un sia pur modesto intervento militare della Russai. La Grecia diventa indipendente. Le potenze impongono come re Ottone di Baviera, che solo dopo 10 anni di regno concederà una modestissima costituzione

Guerre d’indipendenza in America latina I creoli,bianchi nati in America, per quanto controllino le leve dell’economia, sono esclusi dalle cariche politiche ed ecclesiastiche. Ambiscono a sottrarsi alla soggezione del governo di Madrid e alla sua rapace politica fiscale. In pochi anni si rendono indipendenti Argentina (1816), Rio della Plata e Cile (1818), Venezuela, Colombia ed Equador (1819) che formano originariamente un unico stato sotto la guida di Simon Bolivar. 1822 Brasile .1821 Messico. 1825 Perù

Isabella, Risorgimento in esilio (Foscolo, Mazzini, ecc) La Nazione è internazionalista Se la Nazione è un obbiettivo in realtà , almeno per i primi decenni dell’800, i patrioti non sono minimamente nazionalisti. E, in effetti, la nazione è uno dei mezzi per garantire libertà individuale e un sistema liberale.

Risorgimento in esilio La rivoluzione americana e francese mostrano come un territorio comune non sarà ricco e felice se la sua politica e la sua economia dipenderanno da uno stato straniero. Ma ciò non sarà sufficiente se i cittadini non saranno liberi e non parteciperanno alle scelte della nazione. La patria libera di liberi cittadini è ciò che si vuole.

F. Hayez, I profughi di Parga, 1831. 1819

Risorgimento in esilio Le rivoluzioni degli anni 20 hanno parole d’ordine comuni e il comune il richiamo alle Costituzioni sperimentate Ma a internazionalizzare il movimento contribuirono circolazione di idee e di uomini, attraverso l’esilio Isabella intende mostrare Come gli esuli italiano furono influenzati e influenzarono le idee liberal-democratiche negli anni 20 e 30 dell’800.

Risorgimento in esilio Esuli italiani e rivoluzione spagnola e la lotta per l’indipendenza in Grecia, e in America Latina. Ma soprattutto il loro contributo alla discussione che in Europa suscitavano le vicende e le idee che si confrontavano in e intorno a queste esperienze. Prima di tutto il diritto dei popoli ad un governo liberale, democratico, rappresentativo, con eletti dal popolo

Risorgimento in esilio Secondo, che un ordinamento costituzionale- non può non avere un carattere anche nazionale, vale a dire non può essere imposto da una potenza esterna che fa i propri interessi- un’antica madrepatria, un impero “straniero”. Quello che si sta elaborando è un concetto cosmopolita di libertà, piuttosto che o prima che di nazione,

Rivoluzione spagnola In Spagna le Cortes si erano riunite a Cadice nel 1810, e avevano lasciato in eredità ai rivoluzionari del 1820 una costituzione democratica basata sulla sovranità popolare e un programma che comprendeva l’abolizione del feudalesimo e la vendita delle proprietà ecclesiastiche. Il termine liberale viene usato per la prima vota dai rivoluzionari delle Cortes, e servì a caratterizzare i principi guida della loro costituzione.

Rivoluzione spagnola La rivoluzione spagnola del 1820 fornisce il modello: il 1820 porta all’inaugurazione di un regime costituzionale. L’A. sottolinea in particolare lo sviluppo della sfera pubblica e uno “spettacolare aumento della produzione e della diffusione di materiale stampato

Filoellenismo Il filoellenismo italiano si fondava non tanto e non solo sull’antica Grecia, ma sulla «fratellanza mediterranea» . Essa può essere considerata anche parte della strategia adottata dagli esuli italiani per conferire legittimità alla propria causa e rafforzare le proprie ragioni appoggiando il patriottismo greco.

filoellenismo Santorre di Santarosa come icona condivisa. Ma ancor prima della sua morte i patrioti italiani avevano scelto di enfatizzare gli elementi che accumunavano i due paesi. Il rapporto speciale fra l’Italia e la Grecia, e l’interpretazione della causa greca come un’estensione di quella italiana, come dimostra il perdurare del filoellenismo nell’ambiente democratico italiano-

Risorgimento in esilio Mazzini è il teorico dell’umanità come associazione di nazioni libere e indipendenti, cooperanti per il progresso della civiltà. I popoli nella sua visione sono gli individui nell’umanità e la nazionalità e segno della loro individualità e mallevadoria della loro libertà. La perdita di libertà provoca la morte della nazione.

Liberalismo e democrazia Democrazia/diritti Liberalismo / diritti Civili Politici limitabili Massima libertà economica Civili Politici Sociali Lo stato può intervenire per regolare il lavoro

F. Hayez, Melanconia, 1842

La nazione del Risorgimento Riprendendo la ricostruzione di Giorgio Candeloro, Storia d’Italia, Emilio Gentile individua nell’epoca giacobina il nascere del mito politico dell’italianità. (La Grande Italia. Il mito della nazione nel XX secolo, Laterza, 2009 L’unione fra nazione-libertà-incivilimento è la matrice della rivoluzione italiana. fin da dall’inizio dell’’800 cominciò a formarsi fra minoranze di intellettuali una coscienza politica nazionale per impulso della rivoluzione francese. Gentle, La grande Italia, INSERIRE

La Nazione del Risorgimento Avvenne allora la trasformazione dell’italianità da mito culturale a mito politico, inteso come volontà di azione politiche per liberare e rigenerare la nazione italiana attraverso la conquista dell’indipendenza e dell’unità. Diverse le interpretazione del mito nazionale dei patrioti, diverse le ideologie cui si ispiravano i patrioti, e diverse le vie da prendere per raggiungere la meta. Banti, Sublime madre nostra

La Nazione del Risorgimento “Ma tutti i patrioti avrebbero certamente sottoscritto la concezione mazziniana della nazione come comunione di liberi ed uguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine”. Ciò che accomuna i protagonisti del Risorgimento è che lo stato non poteva non essere il connubio tra nazione e libertà. E che la terza Italia doveva diventare una grande Italia, collocandosi ai primi posti sulla strada della civiltà.

La Nazione del Risorgimento Banti sostiene che all’origine del discorso nazionale italiano è la volontà delle elite intellettuali e politiche di mobilitarsi per la libertà e uno stato liberale e per raggiungere questo obiettivo il tema della nazione rappresenta una istanza capace di mobilitare ampi numeri. Non è un discorso internazionalista .Nell’arco di tempo che va dal 1815 al 1861 una gran parte dell’opinione colta e anche una parte significativa delle classi popolari urbane, viene convinta della bontà dell’idea nazionale

La Nazione del Risorgimento Ciò avviene perché i leader intellettuali e politici sanno presentare il discorso nazionale attraverso modalità che comunicative che fanno appello non tanto alla ragione, quanto all’universo pre-razionale delle emozioni. Il che era inevitabile se si voleva coinvolgere nel discorso politico popolazioni analfabete o semianalfabete, e diffondere un discorso politico altamente innovativo e radicalmente eversivo degli assetti politici dominanti.

La Nazione del Risorgimento La realizzazione di una proposta politica che sappia parlare al cuore del “popolo” passa attraverso la formazione di quella che è stata chiamata una “estetica della politica”. Vale a dire una modalità di comunicazione politica sollecitata dalla considerazione che gli strumenti che servono normalmente per lo svago e il piacere intellettuale possono anche riempirsi di messaggi politici senza nulla perdere del loro fascino. Letteratura, poesia, canzoni, teatro, teatro lirico.

La Nazione del Risorgimento IL discorso nazionale s’impone in forza del suo eccezionale potere comunicante . Nei meccanismi comunicativi fondamentali del “nazionalismo” egli individua alcune strutture discorsive fondamentali che chiama le figure profonde del discorso nazionale. Figure perché sono immagini, sistemi allegorici, che incorporano valori che si vogliono trasmettere come fondamentali, p. VII

La Nazione del Risorgimento A suo parere nella morfologia del discorso nazionale tre figure profonde sembra abbiano un rilievo fondamentale: 1- la nazione come parentela/famiglia 2 la nazione come comunità sacrificale 3 la nazione come comunità sessuata, funzionalmente distinta, cioè, in due generi diversi, per ruoli, profili e rapporto gerarchico.

La nazione come comunità di discendenza Fondamentale, nella costellazione mitologica nazionale, è la descrizione della nazione come comunità di parentela e di discendenza, dotata di una sua genealogia e di una specificità storica. In questa concezione il nesso biologico tra individui e generazioni diventa un dato essenziale, da qui il ricorso frequente ai termini “sangue” e “lignaggio”

La nazione come comunità di discendenza Da questa connessione deriva un suggestivo sistema linguistico fatto di “madre-patria”, di padri della patria”, “di fratelli d’Italia”, di famiglia, come sinonimo della comunità nazionale nel suo complesso. Ciò significa che l’aspetto costitutivo della comunità nazionale non è tanto la scelta di farne parte operata dal singolo individuo, quanto il suo fato biologico, il suo nascere all’interno dell’una e dell’altra comunità nazionale, e quindi il suo appartenere a tale comunità di discendenza, al suo sangue, alla sua terra, al suo destino.