INTERAZIONE SOCIALE.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Gruppi primari, gruppi secondari, organizzazioni moderne
Advertisements

LA COSTRUZIONE DELLA RETE Collaborare= Considerare laltro come soggetto che: presenta delle potenzialità presenta delle potenzialità è in grado di autodeterminarsi.
La rete tra imprese è una forma organizzativa basata su due principi :
Cosa si intende per EMOZIONE?
Cinesica Insieme di movimenti utilizzati per completare un discorso e aggiungere un significato maggiore all’argomento trattato. LA CINESICA SI SUDDIVIDE.
SOCIALIZZAZIONE-cap.3 STATUS : Ascritto – Assunto
Gruppi e interazione sociale
Azione - Relazione - Interazione
Corso di Sociologia prof. F. Vespasiano
Altro generalizzato + Sanzioni positive di tipo affettivo
PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI
L’analisi delle reti sociali
dell’esistenza quotidiana
La percezione delle proprie competenze e il grado di fiducia nelle proprie capacità sono altresì importanti per spiegare le differenze di prestazione.
Sociologia della cultura - 3
Approfondimenti del corso di Sociologia della devianza 2008/09 Prof.ssa Anna Maria Leonora Università di Catania Facoltà di Scienze della Formazione.
Modi e strategie della comunicazione: differenze tra uomini e donne
GLI STILI DI DIREZIONE E IL GRUPPO
Strategie per la soluzione di problemi
La sociologia si interessa dell’individuo ma non dell’individualità
La formazione del gruppo
I GRUPPI.
Scopriamo la forza che è in noi
Tratto dal commento di Diego Fusaro Chiara Mangirini
IL FOCUS GROUP.
Chomsky La grammatica/sintassi è una proprietà della mente
Oratorio di Ghedi Formazione catechisti Gennaio 2012 IL GRUPPO DEI BAMBINI SECONDO INCONTRO.
Master in Cure Palliative Biella 20 aprile 2004
Tipologie di comunicazione
Transizioni al lavoro e socializzazione occupazionale
INTERAZIONE SOCIALE E VITA QUOTIDIANA
Comunicazione e agire sociale
Alessandro Finazzi Psicologia del lavoro L’organizzazione.
Comunicazione e agire sociale
Chomsky La grammatica/sintassi è una proprietà della mente Distinta dalla capacità di comunicare E una facoltà autonoma ed innata La comunicazione è solo.
Prospettiva comunicativa e Socio-costruzionistica delle emozioni
l’evoluzione spirituale dell’adulto”
Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità
L’aggressività.
La mia autostima.
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE: COGLIERE I SEGNALI DELLA MENZOGNA
INTERAZIONE SOCIALE E VITA QUOTIDIANA
Lo sviluppo delle emozioni
SOCIALIZZAZIONE E’ UN PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI COMPORTAMENTI,
Labotatorio negozIazione e tecniche di vendita
Le teoriche del nursing
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Identità e socializzazione
Corso di Sociologia Generale
Facoltà Medicina e Chirurgia “Medicina e Chirurgia”
LA COMUNICAZIONE IN AZIENDA
La comunicazione interpersonale
I bes GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL MODELLO ANTROPOLOGICO ICF DELL'OMS.
CAP.III Forme elementari di interazione
PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA
Il Processo comunicativo
La societa’ nella rete delle organizzazioni. Che cosa sono le organizzazioni.
Ruolo, azione e interazione sociale
La comunicazione efficace
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
Ruolo, azione e interazione sociale
Gruppi sociali e comportamenti collettivi
Dott. Annarita Di Silvestre Psicologa – Psicoterapeuta ASL Pescara
IL CORPO E’ UNA FORMA LINGUISTICA
Tutto il problema della vita è dunque questo:
Pedagogista, consulente coniugale e familiare. 2.
Gruppi sociali e comportamenti collettivi. I gruppi sociali Il GRUPPO “è un insieme di individui che interagiscono secondo determinati modelli, provano.
COMUNICAZIONE NON VERBALE
Osservazione partecipante 1. coinvolgimento diretto del ricercatore con l’oggetto studiato 1. interazione del ricercatore con gli attori sociali siamo.
Transcript della presentazione:

INTERAZIONE SOCIALE

La comunicazione non-verbale Lo scambio di informazioni e significati attraverso le espressioni facciali, i gesti, le posture e i movimenti del corpo

Le espressioni facciali Le espressioni delle emozioni fondamentali (felicità, tristezza, collera, disgusto, paura, sorpresa) sono le stesse per tutti gli esseri umani? P. Ekman “SISTEMA DI CODIFICAZIONE DELL’ATTIVITÀ FACCIALE” Le espressioni sono INNATE, ma CULTURALMENTE VARIABILI nella loro forma finale

Gesti e posture del corpo Non esistono gesti comuni a tutte le culture I gesti e le posture “dicono di più” delle parole A volte possono contraddirle e rivelare menzogne

La “faccia” Nelle interazioni sociali gli individui sono sempre attenti a “salvare la faccia” L’ETICHETTA e il TATTO ci fanno rinunciare a comportamenti che potrebbero far perdere la faccia agli altri Il genere può influenzare la definizione del linguaggio non verbale

Lo scambio verbale Due autori se ne sono occupati: I. Goffman e H. Garfinkel Quest’ultimo è fondatore dell’ETNOMETODOLOGIA: lo studio delle pratiche di uso comune radicate in una certa cultura, di cui ci serviamo per attribuire senso a ciò che gli altri fanno e dicono la conversazione quotidiana presume una comprensione condivisa tra chi vi partecipa

Gli esperimenti di Garfinkel A: come stai? B: come sto per quanto riguarda che cosa? La salute, i soldi, la scuola, il lavoro… A: (rosso in viso e fuori di sé) Senti, cercavo solo di essere gentile! Francamente non me ne importa un accidente di come stati la vita quotidiana si basa su CONVENZIONI CULTURALI INESPRESSE

Gli scambi verbali possono essere anche “incivili” (Esperimenti di Duneier e Molotch)‏ VANDALISMO INTERAZIONALE

Gridi di reazione (Goffman): sono rivolti agli altri presenti e segnalano una capacità di controllo Ci si aspetta, da noi stessi e dagli altri, la dimostrazione di competenza nella vita quotidiana; la cosiddetta prontezza controllata

Volto, corpo e parole Interazioni non focalizzate (disattenzione civile)‏ Interazioni focalizzate (incontro; apertura; segnalatori)‏

Modello drammaturgico (Goffman)‏ Ribalta: gli individui agiscono secondo ruoli formalizzati Retroscena: ciò che avviene dietro le scene…

Lo spazio personale Distanza intima (partner, familiari)‏ Distanza personale (amici, conoscenti)‏ Distanza sociale (contesti formali di interazione: es. esame universitario)‏ Distanza pubblica

RUOLO SOCIALE È l’insieme dei comportamenti attesi da chi ricopre un determinato status o posizione sociale STATUS ASCRITTO VS STATUS ACQUISITO MASTER STATUS (genere ed etnia)

Le caratteristiche di un ruolo cambiano da cultura a cultura Esistono norme di comportamento che valgono per i membri di un gruppo e che regolano i loro comportamenti In un gruppo sociale, i ruoli possono essere più o meno differenziati (dipende dalla dimensione del gruppo e dalla densità sociale)

Si distingue tra ruoli SPECIFICI (riguarda un insieme di comportamenti limitato) e ruoli DIFFUSI (riguarda un insieme di comportamenti attesi più ampio e meno definito)

Il RUOLO può essere svolto in GRUPPI TOTALITARI (es Il RUOLO può essere svolto in GRUPPI TOTALITARI (es. carcere, convento, comunità terapeutica) o in GRUPPI SEGMENTALI (es. gruppo sportivo, associazione, scuola, ecc.)

«I ruoli sono schemi per l’interazione, ma il contenuto di un’interazione non può mai essere completamente compreso nella definizione dei ruoli»

Gruppi primari, gruppi secondari Gruppi formali, gruppi informali

I gruppi sociali Il GRUPPO “è un insieme di individui che interagiscono secondo determinati modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri” (Merton, 1949)

Nel gruppo, si instaurano relazioni continuative, relativamente stabili e cooperative L’interazione sociale tra i membri di un gruppo può essere diretta (faccia a faccia) o indiretta

Caratteristiche dei gruppi sociali Interazione strutturata da modelli Senso di appartenenza (nei gruppi informali, i confini non rigidi di appartenenza ne preservano la stabilità) Identità di gruppo (reciproco riconoscimento tra i membri e quindi identificazione nel gruppo da parte degli estranei)

Caratteristiche dei gruppi sociali Senso di appartenenza (nei gruppi informali, i confini non rigidi di appartenenza ne preservano la stabilità) Grado di completezza (ne aumenta l’influenza sociale)

Un gruppo può essere costituito da due innamorati, da tre amici che passano insieme in tempo libero, dai membri di un club di tifosi, dai lavoratori di un’azienda… Abbiamo quindi due tipi di gruppi: INFORMALI/FORMALI PRIMARI/SECONDARI

Gruppi formali/informali I gruppi FORMALI hanno scopi specifici e sono organizzati sulla base di uno statuto/regolamento I gruppi INFORMALI non hanno regole e si costituiscono in modo spontaneo

GRUPPO PRIMARIO C. Cooley (1909) inventa il concetto e lo applica alla famiglia. In seguito, con gruppo primario si è inteso qualsiasi gruppo caratterizzato da: Legami personali stretti Ruoli non specializzati Obiettivi indifferenziati Quindi, un gruppo primario è formato da un piccolo numero di persone che hanno interazioni dirette e rapporti che coinvolgono numerosi aspetti della loro personalità

GRUPPO SECONDARIO È caratterizzato da: Legami impersonali Ruoli specializzati Obiettivi specifici Un gruppo secondario può essere molto numeroso ed è costituito da persone che hanno scarsi vincoli emotivi tra loro e che interagiscono per raggiungere determinati scopi. Le persone sono considerate per la funzione che svolgono e non per la loro personalità

La rivoluzione industriale e lo sviluppo delle grandi organizzazioni ha spostato l’attenzione dai gruppi primari ai gruppi secondari Si parla di “società di massa” e “declino delle comunità”. Eppure il gruppo primario mantiene una forte rilevanza…

- I gruppi primari nell’industria l’effetto Hawthorne: è il tentativo dei soggetti studiati di soddisfare le aspettative del ricercatore. Importanza dei “fattori umani” nel lavoro - I gruppi primari nelle catastrofi - I gruppi primari e il controllo sociale

PERCHÉ LE PERSONE SI RIUNISCONO IN GRUPPI? Funzioni STRUMENTALI: molti gruppi si formano per svolgere lavori specifici, difficili o impossibili da eseguire per un singolo individuo Funzioni ESPRESSIVE: le persone si riuniscono spontaneamente per soddisfare bisogni di accettazione e stima Tra GRUPPI ESPRESSIVI e GRUPPI STRUMENTALI non c’è un confine rigido

Funzioni DI SUPPORTO: le persone si riuniscono per dare sollievo a sentimenti negativi (esperimento di Schachter, 1959). Tuttavia, non tutte le emozioni negative incoraggiano la formazione di gruppi: esperimento di Sarnoff e Zimbardo (1961) sulla paura e sull’ansia

LE DIMENSIONI DEL GRUPPO La DIADE: è un gruppo composto da due soli membri; è molto fragile e richiede un’interazione stretta, regolare e continua, ma allo stesso tempo può consentire più gratificazione emotiva di ogni altro gruppo L’aggiunta di una persona trasforma il gruppo in TRIADE, creando spesso problemi.

Il terzo membro può svolgere tre ruoli: quello di mediatore neutrale quello di opportunista, che approfitta degli altri quello di tattico, che “divide e domina” È stato provato che i gruppi ampi sono più produttivi rispetto alle diadi e alle triadi. I gruppi più ampi, inoltre, esercitano sui membri una maggiore pressione al conformismo

I gruppi composti da un numero pari di componenti tendono ad avere più divergenze, a sfociare in situazioni di stallo e a dividersi in fazioni. Alcuni studi hanno dimostrato che i gruppi composti da 5 membri sono tra i più efficienti

I non membri (Merton) Atteggiamenti dei NON membri rispetto all’appartenenza CON i requisiti necessari all’appartenenza SENZA i requisiti necessari all’appartenenza Aspira a far parte del gruppo Candidato all’appartenenza Uomo marginale Indifferente nei confronti dell’appartenenza Membro potenziale Non membro neutrale Deciso a non far parte del gruppo Non membro autonomo Non membro antagonista (out-group)

LE DINAMICHE DI GRUPPO Nel gruppo si instaurano sequenze di eventi che tendono a ripetersi. Tali sequenze si definiscono dinamiche di gruppo e possono essere di varia natura: La pressione al conformismo Il rifiuto di gruppo La distribuzione dei ruoli di leadership

La pressione al conformismo: l’individuo è portato a cedere alle pressioni del gruppo  esperimenti di Salomon Asch (1951): un terzo delle persone cambia il proprio giudizio (seppur corretto) per adeguarsi alla maggioranza. Basta una piccola maggioranza (tre persone) per produrre una pressione al conformismo Il rifiuto di gruppo: i soggetti “rifiutati” dal gruppo hanno ripercussioni sul loro livello di autostima (esperimento del transatlantico di Wilcox e Mitchell, 1979)

La distribuzione dei ruoli di leadership: Bales e Slater (1955) attraverso una serie di esperimenti hanno individuato due forme di leadership nei gruppi: Leader strumentale (che propone soluzioni e orienta il gruppo) Leader espressivo (la persona valutata più positivamente dal gruppo e che incide sul benesere emotivo dei componenti)