Gioco d’azzardo e dipendenza, usura, riciclaggio

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Gioco d’azzardo e dipendenza, usura, riciclaggio Silvana Cremaschi

Negli ultimi anni, tra le cosiddette nuove dipendenze, sono aumentate in modo esponenziale quelle legate al gioco d’azzardo, che mettono a rischio vita sociale, familiare, professionale e materiale di circa 800.000 giocatori patologici e delle loro famiglie ma altri 3 milioni di persone sono a rischio patologico e 15 milioni sono i giocatori abituali la spesa necessaria per curare le persone che soffrono di dipendenza da gioco è pari a 5-6 miliardi l’anno

La terza industria italiana Il gioco d’azzardo è di fatto la terza industria italiana; i dati, in costante evoluzione, parlano di 100 miliardi di fatturato, pari al 4% del PIL nazionale, di 8 miliardi di tasse corrispondenti, del 12% della spesa delle famiglie italiane, di 400.000 slot-machine e di 6.181 locali e agenzie autorizzate. La spesa per le famiglie per il gioco “lecito” è superiore a quella per abbigliamento e calzature, e pari a circa il 60% di quella alimentare. Gli italiani riducono le spese sui consumi di prima necessità ma non rinunciano a tentare la fortuna, impiegando a volte anche quanto è necessario per il sostentamento proprio e della famiglia.

Crisi economica ed azzardo La crisi economica diviene paradossalmente un moltiplicatore di produzione di gioco d’azzardo, non solo per le famiglie ma anche per lo stato, che proprio in periodi di crisi è tentato di liberalizzare, anche perché il 12% circa degli introiti del gioco entra nelle casse dello stato tramite la tassazione. In Italia negli ultimi anni si è ampliata la presenza dei concessionari: ai primi Sisal, Snai e Lottomatica se ne sono aggiunti molti altri (Cirsa, Codere, Cogetech, Gmatica, Gamenet, Bplus, Hbg). Gli interessi economici sono ingenti, i Governi sono coinvolti in modo contradditorio tra la tutela degli interessi degli esercenti, e quella dei consumatori, la valutazione relativa agli introiti statali e quella delle spese per la cura delle persone affette da dipendenza, la lotta alla criminalità e l’attuazione delle adeguate forme di protezione nei confronti della popolazione.

Azzardo e criminalità Intorno ai luoghi del gioco d’azzardo, anche del gioco considerato “lecito” dalle nostre leggi, si organizza sia la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, sia la criminalità organizzata. Le mafie sono interessate da sempre al settore del gioco che rappresenta un metodo sicuro ed efficace per conseguire profitti e per riciclare denaro di provenienza illecita tanto che secondo Eurispes il gioco d’azzardo rappresenta circa il 13% dell’intero fatturato criminale

L’azzardo svincola il successo dalla competenza e lo affida al computer programmato da altri Il gioco è fisiologico ma il gioco d’azzardo moderno “nel quale ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita sono interamente o quasi interamente aleatorie”, perde gli elementi caratteristici del “gioco di abilità e di fortuna” e svincola progressivamente l’esperienza del successo o della perdita dal controllo e dalla competenza personale affidandolo solo alla fortuna. Il piacere si nutre solo dello stimolo, dell’attesa, dell’eccitazione, della temporanea sedazione dell’ansia libera che si sperimenta nell’ affrontare un rischio puntuale. Queste esperienze emotive e cognitive hanno effetti strutturali neuro- plastici, portano a minore attivazione della corteccia prefrontale, che sovrintende al controllo volontario dell’azione, e ad una maggiore attivazione dell’amigdala con conseguente maggiore espressione del “drive” emozionale.

L’ azzardo in situazioni di fragilità Il benessere psicofisico è correlato fisiologicamente con un certo grado di attivazione psichica, di tensione e di sfida; le persone possono cercare queste sensazioni nel lavoro, nelle relazioni, nel gioco, nello sport senza divenire dipendenti; L’adolescenza, ancorché fisiologica, è di per sé più vulnerabile a questo tipo di stimoli perché orientata per compito evolutivo alla “novelty seeking”; i ragazzi trovano un rinforzo nella immediata risposta all’azione e nella eventuale gratificazione occasionale della vincita, e, anche per la scarsa capacità di prefigurazione delle conseguenze delle azioni possono, con maggiore facilità, diventare vittime del gioco. Le situazioni di vita in cui la fisiologica ricerca di un obiettivo a cui tendere si scontra con il vuoto della mancanza di un lavoro, di relazioni positive, di soddisfazione, (disoccupazione, separazioni, pensione, povertà) sono le situazioni in cui più facilmente si diviene preda di un gioco patologico, compulsivo, incontrollato.

Pubblicità ingannevole? Il gioco d’azzardo risponde in modo patologico, ad aspirazioni «fisiologiche» delle persone, e con facilità crea dipendenza, sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero e produce nuova sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro. L’utilizzo di immagini e situazioni fortemente evocative sul piano emotivo e di figure di “opinion leader” fortemente attrattivi possono rinforzare inoltre false credenze di soluzione “magica” di tutti i problemi sociali e di vita (possiamo per altro parlare di pubblicità ingannevole perché non vengono fornite informazioni corrette rispetto alle leggi della probabilità di vincita) Chi informa che le «macchinette» sono programmate per far guadagnare chi le possiede e non chi gioca?

Ricadute Le ricadute sanitarie, sociali ed economiche sono importanti: sono infatti correlati e sostenuti dal gioco d’azzardo patologico problemi di depressione, ansia, disturbo del controllo degli impulsi, abuso di alcol, tabagismo, abuso di droghe… Per altro la letteratura scientifica ci pone in allerta sulla possibile influenza “circolare” dell’utilizzo di psicofarmaci e di sostanze psicotrope nell’indurre la ricerca compulsiva dell’attività di azzardo. Fortemente coinvolti inoltre sono i familiari del giocatore patologico i quali si ritrovano spesso loro malgrado a vivere gravi problematiche relazionali con il parente che soffre di dipendenza patologica e che possono trovarsi ad affrontare dissesti finanziari. 

Azioni legislative di contrasto al GAP Nel 2012 lo Stato è intervenuto con disposizioni di ordine generale (ancora in gran parte non operative) per l’inserimento delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione per la patologia da gioco fra i livelli essenziali di assistenza, per l’introduzione di norme di regolazione in materia di pubblicità, per la definizione della distanza da mantenere tra la rete fisica del “gioco mediante apparecchi” e i luoghi considerati sensibili, per i controlli destinati al contrasto del gioco minorile. L’Osservatorio nazionale sul GAP ha varato un piano d’azione 2013-2015 con misure di contrasto e prevenzione.   In Regione nella scorsa legislatura sono state presentate due iniziative legislative sul tema in argomento. Nel 2011 è nato l’Osservatorio sulle dipendenze e nel 2013 è stato varato il Piano d’azione regionale 2013-2015 che prevede anche azioni di contrasto al GAP. Il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha votato recentemente una Mozione di adesione alla Campagna dei sindaci per il contrasto al gioco d’azzardo ed ha impegnato la Regione Friuli Venezia Giulia a richiedere al Governo e al Parlamento una normativa univoca sul contrasto al gioco d’azzardo.  

Azioni «dal basso» La popolazione, le associazioni, i sindaci richiedono con forza alla Regione e allo Stato un impegno nel contrasto alla liberalizzazione del gioco d’azzardo e nella prevenzione della dipendenza. Aumentano di giorno in giorno le adesioni al “Manifesto Nazionale dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”, promosso da Terre di Mezzo, Scuola delle Buone Pratiche, Fa la cosa giusta, Legautonomie Si stanno moltiplicando gli interventi di controinformazione che rendono note le percentuali reali di vincita, che informano la popolazione sui rischi di connessioni con riciclaggio di denaro e micro o macrocriminalità, le azioni di cittadinanza attiva orientate ad azioni positive che valorizzano locali e spazi di gioco attivo e relazionale e che «boicottano» i bar dotati di slot machine e di altre apparecchiature per l’azzardo

La legge regionale In tale quadro si inserisce l’attuale legge regionale che intende definire in primo luogo ruoli e compiti dei soggetti, istituzionali e non istituzionali, che sono chiamati al contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, e successivamente i ruoli e i compiti degli enti che si occupano di prevenzione e cura delle persone affette da dipendenza, al sostegno alle famiglie. La legge regionale prevede i seguenti interventi di regolazione: limiti di distanza dai luoghi definiti “sensibili” per l’insediamento di locali destinati a sale gioco o con installazione di apparecchi per il “gioco”, conferma del divieto di attività pubblicitaria secondo i dettami del decreto Balduzzi, sanzioni amministrative per violazione del divieto sulle distanze d’insediamento irrogate dai Comuni Sono previsti inoltre i seguenti interventi promozionali: l’istituzione del Marchio regionale “Slot-Free-FVG” rilasciabile ai locali d’intrattenimento che non installano o che disinstallano apparecchiature per il gioco d’azzardo (con eventuali forme di premialità) e ai comuni Slot Free, accordi per l’adozione di un codice di autoregolamentazione che non preveda spazi pubblicitari relativi al gioco d’azzardo, titolo di preferenza per gli esercizi privi di apparecchi nell’accesso a benefici regionali. La legge istituisce inoltre un osservatorio regionale presso la Direzione Centrale salute e Protezione sociale, e prevede il coinvolgimento nei Piani di Zona degli enti e delle associazioni che a diverso titolo concorrono nelle progettualità relative a prevenzione, trattamento e contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo. 

Falsi luoghi comuni: l'offerta di gioco risponde ad una domanda «che esiste naturalmente»? Gli impresari dell'azzardo italiano teorizzano che una parte della popolazione sia dedita «naturalmente» alla passione del gioco e che l'offerta di azzardo sia solo una risposta alla domanda che emergere dai giocatori e che, senza slot machine queste persone giocherebbero comunque, magari online. Gli analisti hanno invece verificato che in Norvegia ( dove sono state messe al bando le slot nel 2007), non si è registrata "migrazione" dei giocatori dalle slot machine all'azzardo online ma che la percentuale di giocatori on line è rimasta invariata tra il 3% e il 4% dopo 5 anni dal passaggio dalla fase liberista a quella del divieto La domanda di azzardo risulta in realtà una domanda fortemente indotta dall’esterno attraverso attraverso tecniche di neuromarketing fino alla costruzione di dipendenze.

la Norvegia Le slot machine norvegesi nel luglio del 2007 avevano caratteristiche molto simili a quelle oggi presenti in Italia pur con una maggiore protezione rispetto ad infiltrazioni mafiose ed illegali per il monopolio statale limite di età di 18 anni nessun limite di spesa stabilito dalle regole generali; nessuna pausa obbligata tra una partita e l'altra; nessuna possibilità di introdurre limiti di spesa e tempo da parte del giocatore (autoregolamentazione); giocata di 1,25 euro (oggi in Italia è di 1 euro a partita); durata della partita 1,5 secondi (oggi in Italia è di 4 secondi frazionabili, il che riduce la partita a 1 secondo); vincita massima di 250 euro; nessuna macchina era collegata a un server centrale; La distribuzione era libera sul territorio.

La Norvegia: il cambiamento 19.000 di slot machine su una popolazione di 5 milioni di abitanti; 22% della popolazione dichiarava di aver utilizzato apparecchi per l’azzardo negli ultimi 12 mesi. (In Italia 380.000 slot machine su una popolazione di 60 milioni di abitanti portano ad un rapporto più che doppio) Nel luglio 2007 la Norvegia prese la decisione di mettere al bando tutte le "macchinette" dal proprio territorio. Oggi, i nuovi terminali installati in Norvegia connessi ad un unico server centrale sotto il monopolio statale sono ridotti a 2750, in 1200 luoghi. Non si può giocare con denaro contante, bisogna avere una tessera specifica nominale, il limite di età è 18 anni, non è possibile spendere più di 80 euro al giorno e di 400 euro al mese. La macchina si spegne e fa una pausa ogni ora. I giocatori abituali sono passati da 1.100.000 a 70 mila in 5 anni; Ancora oggi, quello norvegese si dimostra un modello praticabile; l'Europa non lo ha considerato contrario alle norme comunitarie

La tassa di scopo: risorsa o problema Gli studi più recenti mettono in allarme sulla «tassazione di scopo» cioè sul vincolo che le eventuali tasse aggiuntive a carico degli esercenti che hanno slot machine vengano devolute al terzo settore per azioni di contrasto all’azzardo. in Finlandia, dove slot e poker machine sono diffuse in ogni dove, per esempio il governo non è riuscito ad ridurre la diffusione delle slot perché aveva creato una interconnessione troppo stretta tra azzardo tramite macchine e finanziamenti al Terzo settore. Una regolamentazione più restrittiva del primo, porterebbe a un collasso del secondo e minerebbe alla base l'intero sistema del finnish welfare. I problemi sono ancora aperti, è necessario pertanto un confronto costante tra chi si occupa di prevenzione e cura, chi si occupa di legalità, chi si occupa di commercio, chi si occupa di terzo settore….