LA COMMEDIA Significato: Composizione teatrale a lieto fine, di argomento comico o leggero Etimologia: Dal greco comodìa (da comos, convito, e odè, canto)
Le origini: la commedia greca Nata in Grecia verso il VI sec. a. C., collegata alle cerimonie e ai riti di fertilità che accompagnavano le feste in onore di Dioniso. Massimo sviluppo tra V e IV secolo a.C. Si divide in: - Attica antica (l'autore più famoso è Aristofane, 445 - 386 a. C.): temi di attualità politica e satira sociale - Di mezzo - Attica nuova (Menandro è l'autore più famoso, 342 - 291 a.C.): vicende basate su contrasti amorosi; l'intreccio, sempre molto ingarbugliato, viene sciolto nel finale
Le caratteristiche della commedia greca C'era il coro, processione di attori che intrattenevano il pubblico con invettive e satira percorrendo la scena: la satira era elemento fondamentale, soprattutto contro la politica. Gli attori indossavano corte e calzamaglie aderenti e le maschere che rappresentano individui di sesso, età e condizione sociale diversa, per distinguere un personaggio dall'altro. Col tempo i personaggi divennero tipi fissi: il servo astuto, il vecchio avaro, il prepotente...
Era divisa in due parti separate dalla parabasi, canto in cui il coro si rivolgeva direttamente al pubblico. Nella prima parte attori e coro esponevano i fatti che il protagonista voleva realizzare; nella seconda veniva messa in scena tale realizzazione. Di solito si tratta di una vicenda d'amore, ostacolata dai "vecchi" che si oppongono ai giovani. Spesso troviamo il riconoscimento: chi si credeva povero è ricco, chi era disperso è ritrovato...
I personaggi sono uomini comuni, non re, eroi, dei. La lingua è quella comune, a volte anche scurrile. Forse le volgarità avevano il valore di uno scongiuro, per allontanare malanni e disgrazie.
La commedia a Roma Nell'antica Roma si afferma soprattutto la commedia; i testi romani, modellati su quelli greci, vengono scritti per un contesto sociale che dà al teatro un valore diverso: esso perde ogni legame con la religione, diventa puro spettacolo, lo scopo non è purificare il pubblico o educarlo, ma solo divertirlo. Cambia anche la forma del teatro, che in età imperiale diventa ellittico, in cui l'azione si svolge al centro. A differenza di quanto avveniva in Grecia, la professione dell'attore era considerata socialmente disonorevole. L'attore apparteneva alla categoria degli schiavi, aveva un padrone, se recitava male poteva essere frustato o imprigionato, se bene poteva però arrivare alla fama
Massimi esponenti della commedia latina Plauto (250 a.C. – 184 a.C.): la sua comicità colpisce i vizi della società a lui contemporanea Terenzio (185 - 159 a. C. circa): comicità più colta e raffinata