RENATA FONTE Federico Vignati
INDICE L’assassinio Memoria Vita
L’assassinio Il 31 marzo 1984 a Nardò due sicari uccidono con tre colpi di pistola Renata Fonte mentre raggiunge la sua abitazione. Dai tre livelli di giudizio sono stati individuati e condannati gli esecutori materiali, Giuseppe Durante e Marcello MY, gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, e il mandante di primo livello, Antonio Spagnolo. Quest'ultimo, collega di partito di Renata e primo dei non eletti alle elezioni amministrative, avrebbe dato ordine di uccidere per risentimento nei confronti di Renata Fonte. Nello specifico, si ipotizza che Renata Fonte con la sua attività di difesa del territorio abbia potuto impedire la realizzazione di forti guadagni mediante speculazioni edilizie nell'area del parco di Porto Selvaggio, oggi dichiarato Parco naturale regionale insieme alla Palude del Capitano
Memoria In memoria di Renata Fonte nasce nel 1998 l'associazione Donne insieme con l’intento di promuovere la legalità e non violenza sul territorio. Da una intensa collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia, la Questura e il Pool Antiviolenza del Tribunale, nasce la “Rete Antiviolenza Renata Fonte”, primo centro antiviolenza, riconosciuto dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità. Nel comune di Nardò è stata dedicata a Renata Fonte una piazza. Nel 2009, in occasione del 25º anniversario della morte, è stata inaugurata al Parco di Porto Selvaggio una stele in memoria dell’impegno civile e politico di Renata Fonte. Renata Fonte è ricordata ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
Vita Frequenta il Ginnasio Liceo Classico di Nardò, attiva nei diversi impegni studenteschi e si crea le solidissime amicizie che l’avrebbero sostenuta per tutta la sua brevissima esistenza. In Sardegna, nel giugno del 1973, nasce la seconda ed ultima figlia, Viviana, un altro momento di felicità nell’allegra famiglia, nonostante sia costretta a spostarsi per anni ed ogni volta a ricominciare tutto in un nuovo luogo; Renata sogna di ritornare nella sua amata terra salentina ed affronta l’ennesimo trasferimento in Sicilia. insegna alle scuole elementari, studia Lingue e Letterature straniere all’Università, pur non trascurando mai la crescita delle figlie, che adora. All’uscita da un Consiglio comunale, la notte fra il 31 marzo ed il primo aprile 1984, a pochi passi dal portone di casa, viene assassinata: ha compiuto da pochi giorni trentatré anni.