Disturbi psicopatologici dell’infanzia e dell’adolescenza Malattia mentale Disturbi psicopatologici dell’infanzia e dell’adolescenza
Sintomatologia psichiatrica Le malattie della mente nei b. hanno espressività sintomatologica particolare, variabile nel tempo; ciò dipende dalla permeabilità che il paziente mantiene di fronte alla realtà nonostante la malattia e dal fatto che le strutture della mente e del cervello presentano una variabilità durante lo sviluppo.
Sviluppo sano/malattia mentale Nei primi aa di vita il b. ha un ventaglio espressivo limitato per esprimere sia la salute sia la malattia mentale Con lo sviluppo sano varia (aumenta) la possibilità di dare significato, cioè mentalizzare, le esperienze quotidiane Con lo sviluppo patologico varia in senso riduttivo la possibilità di dar significato,viene tolto valore mentale e affettivo alle esperienze quotidiane
Dgn differenziale tra nevrosi e psicosi Criteri fondamentali: Diversa capacità di giudicare la realtà Diversa pregnanza delle tendenze mentali verso la distruttività Diversa consapevolezza di malattia e qualità della sofferenza psichica
Rapporto d’oggetto In termini psicodinamici, intendiamo per oggetto NON ogni cosa che occupi lo spazio, ma qualunque cosa occupi la mente del b. Le cose possono diventare oggetti solo se pensati, ricordati, dimenticati,desiderati, evitati, odiati, amati, ecc. L’adulto sano ha una buona libertà ed elasticità nel trattare gli oggetti: conosce la differenza tra fantasia e realtà e, attraverso questa, la differenza tra passato, presente, futuro.
Fisiologia dello sviluppo del rapporto d’oggetto Il b. appena nato non ha mai conosciuto lo stato di bisogno di qualcosa, non ha, o ha solo a livello embrionale, consapevolezza che qualcosa esista al di fuori di lui. Ma appena nato inizia, e non finirà se non con la morte, lo stato di bisogno di qualcosa fuori di sé Nello sviluppo si va dall’ignoranza dell’oggetto alla conoscenza delle differenze tra se stesso e l’oggetto.
Meccanismi mentali Identificazione e disidentificazione con l’oggetto: b.molto piccolo può pensare il seno che gli dà da mangiare appena ha fame come una propaggine di sé, ma quando ha fame e non gli viene dato da mangiare ha una prima dimostrazione che il seno (la md) è un oggetto diverso da lui.
Identificazione e disidentificazione Il lavoro mentale di identificazione con l’oggetto permette al neonato di mantenersi in uno stato di piacere, detto primario in relazione al carattere primario della vita senza bisogni Il lavoro mentale di disidentificazione dall’oggetto immette il b. nello stato del bisogno, detto secondario in relazione al carattere secondario della vita razionale, consapevole e critica.
Identificazione All’interno della tendenza a identificarsi con l’oggetto, che porta ad una certa confusione tra sé e l’oggetto,possono operare 2 processi: Identificazione introiettiva: si appropria di alcune caratteristiche dell’oggetto e le tratta come se fossero sue Identificazione proiettiva: esporta alcune caratteristiche proprie sull’oggetto e le tratta come se fossero dell’oggetto
Normalità/ patologia L’identificazione, sia introiettiva che proiettiva,trasferisce sensazioni e sentimenti propri sull’oggetto e dell’oggetto su di sé; questo lavoro mentale che porta alla confusione è bilanciato dalla capacità di disidentificarsi dall’oggetto. Quando ciò non avviene, si instaurano disturbi mentali più o meno rilevanti.