Canto Notturno di un Pastore Errante dell’Asia

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Transcript della presentazione:

Canto Notturno di un Pastore Errante dell’Asia Chun Matteo, D’Anna Eleonora, D’Onofrio Fabrizio, Luongo Raffaele, Malpeso Mario, Tramontano Giuseppe

Figure Fonetiche e Sintattiche Indice Introduzione Raccolta Contenuto Metrica Figure Metriche Figure Fonetiche e Sintattiche Figure Semantiche Nuclei Tematici Osservazioni

Introduzione AUTORE: Giacomo Leopardi DATA DI SCRITTURA: scritta tra inverno 1829 e primavera 1830 DATA DI PUBBLICAZIONE: 1831, Firenze FONTE DI ISPIRAZIONE POETICA: articolo Voyage d'Orenbourg à Boukhara fait en 1820 del barone russo Meyendorff. RACCOLTA DI APPARTENENZA: canti pisano-recanatesi (i grandi idilli)

Raccolta Grandi Idilli (‘Canti Pisano-Recanatesi’) A partire dalla chiusura della stagione delle canzoni e dei (piccoli) idilli, Leopardi entra in un silenzio poetico durato fino alla primavera del 1828 (in cui però compone diverse Operette Morali). Tale fase corrisponde al passaggio dal pessimismo storico al pessimismo cosmico. La svolta arriva grazie ad un periodo relativamente felice trascorso a Pisa, corrispondente ad un ‘Risorgimento’ per il poeta. Consapevolezza del «vero» Tematiche Forme Immagini liete Rarefatte, assottigliate Endecasillabi e Settenari sciolti Metrica Diversa dei Piccoli Idilli Pessimismo Cosmico Canzone Libera Leopardiana Equilibrio tra «caro immaginare» e il «vero» Linguaggio Misurato Vago e Indefinito Rime al centro, Enjambements Assenza del Titanismo Piccoli Idilli Vago e Indefinito

Contenuto Prima stanza: domande rivolte alla luna e interrogativi intorno al significato dell’ esistenza Seconda stanza: immagine del « vecchierello» che si affatica per correre verso la distruzione e la perdita di coscienza. Terza stanza: Il pastore si chiede perché la vita continui nonostante la sua mancanza di significato. Quarta stanza: ipotesi circa il significato dell’esistenza che è nascosto al semplice pastore. La presenza della luna non trasmette fiducia in un significato, ma accresce la sua distanza imperturbabile. Quinta stanza: dopo aver tentato una risposta intorno al significato dell’esistenza rivolgendosi a una realtà lontana come la luna, il pastore si misura ora con una realtà inferiore quali le pecore. La felicità deriva dal sapere il perché di tutte le cose. Sesta Stanza: le congetture circa la possibilità di forme di vita felici si concludono con la consapevolezza che “è funesto a chi nasce il dì natale”.

Metrica L’opera è divisa in sei stanze per un totale di 143 versi Ogni stanza ha una varia estensione (dagli 11 versi della prima strofa ai 40 della seconda, per una media di 24 versi a strofa) Si alternano versi endecasillabi e settenari (80 endecasillabi e 63 settenari) C’è una prevalenza di settenari nelle prime tre strofe che hanno un ritmo mosso e incalzante, mentre nelle altre tre strofe prevalgono gli endecasillabi, che danno un ritmo rallentato e meditativo

Figure metriche ENJAMBEMENTS: vv. 12-13 (vede-greggi) vv. 16-17 (vale-al pastore) vv. 26-27 (avvampa-l’ora) vv. 69-70 (comprende-il perché) vv. 75-76 (procacci- il verno) vv. 90-91 (della stanza-smisurata) vv. 93-94 (tanti moti- d’ogni celeste) vv. 108-109 (d’affanno- quasi libera) vv. 141-142 (in quale- stato) DIERESI: vv. 2 (silenzioso, -io iato e non dittongo) SINALEFE: vv. 9 (somiglia alla) e vv. 47 (atti e) CESURA: vv. 7 (schivo, ancor) vv. 70 (cose e)

Figure Fonetiche Rime baciate: vv. 37-38 “tale-mortale”, vv. 94-95 “cosa-posa”, vv. 119-120 “punge-lunge”, vv. 123-124 “pianto-quanto”; Rime alternate: vv. 108-110 “affanno-danno”. Vi è da sottolineare la chiusura di tutte le strofe con una rima in –ale. Allitterazioni: della /v/: vv. 16-19: Dimmi, o luna: a che vale/ al pastor la sua vita,/ la vostra vita a voi? dimmi: ove tende/ questo vagar mio breve,/ il tuo corso immortale?”; Allitterazioni della /l/: vv. 1-2: “Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,/ silenziosa luna?”; Allitterazioni della /s/: “v. 14: “poi stanco si riposa in su la sera”; vv. 3-4: “sorgi la sera, e vai,/ contemplando i deserti; indi ti posi.”; vv. 65-66: “che sia questo morir, questo supremo/ scolorar del ”sembiante”; Allitterazioni della /o/ vv. 126: Ed io godo ancor poco.

Figure sintattiche Anafore: vv. 5,7: “ancor”; vv. 16, 18: “dimmi”; vv. 52-53, 56: “perché”; vv. 101-102: “che”; vv. 137-138: “più felice sarei”; vv. 133, 139, 141: “forse”; Anastrofi: vv. 94-98: “d’ogni celeste, ogni terrena cosa/… uso alcuno, alcun frutto/ indovinar non so”; vv. 101-104: “degli eterni giri / dell’esser mio frale,/ qualche bene o contento/ avrà fors’altri”; vv. 108-109: “d’affanno/ quasi libera vai”; v. 132: “me, s’io giaccio in riposo, il tedio assale?”; Simploce: v.1: “che fai… che fai”; Chiasmi (sintattici): vv. 16-18: “a che vale /al pastor la sua vita, / la vostra vita a voi?“; v. 97: “uso alcuno, alcun frutto“.

Figure Semantiche Antitesi: vv.17-18 ‘’al pastore la sua vita/la vostra vita a voi’’, vv. 19-20 ‘’ questo vagar mio breve/ il tuo corso immortale’’. Apostrofe: v.1‘’luna’’, v.61’’solinga, eterna peregrina’’, v.99 ‘’giovinetta immortal’’. Allegoria: vv.21-38 (occupa l’intera strofa) : ‘’vecchierel bianco…è la vita mortale’’. Esclamazione: vv.105-106 ‘’o greggia mia che posi, oh te beata/che la miseria tua, credo, non sai!’’. Ossimoro: v.143 ‘’è funesto al chi nasce il dì natale’’. Interrogazione: v.1-2 ‘’che fai tu luna…?’’; v.86 ‘’A che tante facelle?’’. Adynaton: v.128 ‘’Se tu parlar sapessi, io chiederei’’. Iperbole: vv.35-36 ‘’abisso arrido, immenso/ov’ei precipitando il tutto obblia’’. Metonimia: v. 142 ‘’dentro covile o cuna’’ Metafora: v.19 ‘’questo vagar mio breve’’ Sineddoche: v.21 ‘’bianco’’

Campi Semantici Nuclei Tematici Corpi Celesti Pastorizia Vita e Morte Sono Piuttosto frequenti termini appartenenti al campo semantico dei corpi celesti (Luna, Stelle…) Vocaboli molto utilizzati dall’autore sono anche quelli appartenenti al campo semantico della campagna legato a immagini bucoliche, come si comprende dai parecchio ricorrenti termini quali ‘gregge’ o ‘pastorale’. Nuclei Tematici Vita e Morte Smarrimento Esistenziale Dolore Umano L’autore narra e descrive situazioni e argomenti relativi alla vita dell’uomo in generale e del pastore nello specifico. Nella poesia è più volte sottolineato la situazione di smarrimento esistenziale che l’autore prova fortemente E’ riscontrabile il pessimismo leopardiano in alcuni in cui è sottolineata l’opinione dell’autore riguardo al dolore dell’uomo

Osservazioni Infelicità interiore Sensazione iniziale di felicità Tormento e fastidio in se stesso Felicità apparente Domande sull’esistenza e sul significato della vita Infelicità interiore Visione pessimistica sulla vita dell’uomo Pessimismo cosmico