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Soggetto lirico e natura: un binomio inscindibile Appunti di letteratura italiana Annamaria Palmieri www.youtube.com/watch?v=Wa1E2_E9Ev0.

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Presentazione sul tema: "Soggetto lirico e natura: un binomio inscindibile Appunti di letteratura italiana Annamaria Palmieri www.youtube.com/watch?v=Wa1E2_E9Ev0."— Transcript della presentazione:

1 Soggetto lirico e natura: un binomio inscindibile Appunti di letteratura italiana Annamaria Palmieri www.youtube.com/watch?v=Wa1E2_E9Ev0

2 io e natura: ambientazione

3 La natura proiezione dell ’ io Per una ghirlandetta che io vidi Mi fa sospirar ogni fiore Dante Alighieri, Rime Chiare fresche e dolci acque Ove le belle membra pose colei Che sola a me par donna F.Petrarca, RVF

4 La natura come allegoria Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura Dante, Inferno I, vv. 1-2. Illustrazione di Paul Gustave Doré.Paul Gustave Doré

5 Allegoria o correlativo oggettivo ? Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. E. Montale, in Ossi di seppia

6 Natura e stato d ’ animo nel romanticismo

7 La natura come interlocutore del soggetto lirico Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli? G. Leopardi, Canto notturno di un Pastore errante dell ’ Asia

8 La natura umanizzata… Crescono innosservate le montagne, le loro forme purpuree s'innalzano senza sforzo, senza spossatezza, e non ricevono soccorso o applausi. Il sole, deliziandosi innocente, con i suoi lunghi, estremi raggi d'oro, va cercando nei loro volti eterni compagnia per la notte che viene (Emily Dickinson)

9 Identificazione e…. San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. (…) E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

10 ….metamorfosi (panismo) (…) Laudata sii pel tuo viso di perla, o Sera, e pe'; tuoi grandi umidi occhi ove si tace l'acqua del cielo! Dolci le mie parole ne la sera ti sien come la pioggia che bruiva tepida e fuggitiva, commiato lacrimoso de la primavera, su i gelsi e su gli olmi e su le viti e su i pinidai novelli rosei diti che giocano con l'aura che si perde, e su 'l grano che non è biondo ancora e non è verde, e su 'l fieno che già patì la falce e trascolora, e su gli olivi, su i fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi e sorridenti. La sera fiesolana di Gabriele D ’ Annunzio


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