Caritas diocesana di Catania

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Transcript della presentazione:

Caritas diocesana di Catania «Dinamica di ascolto e relazione di aiuto» Corso di Formazione per Volontari Caritas Catania, 16 aprile 2015 - Museo diocesano

Qual è la differenza? Oggi ci chiediamo cosa significa Ascoltare? Cosa significa Ascoltare in Caritas? Qual è la differenza?

Ascoltare = udire con attenzione- seguire-prestare attenzione

Esemplificando possiamo aggiungere che ascoltare significa anche: - Entrare in relazione, - Conoscere persone-realtà altre- nuove situazioni, - Progettare, - Promuovere, - Realizzare interventi

Ascoltare in Caritas C’è un di più Il credente che ascolta in Caritas sa di far parte di una istituzione ecclesiale, di un organismo pastorale e quindi ciascuno di noi esprime la propria testimonianza di fede, ed è il luogo in cui la comunità esprime le proprie tensioni caritative Cfr. Costituzione Ap. dei Laici Vat. II Cap. II punto 8 lettera E

Ascoltare è per l’uomo una condizione vitale - essenziale I credenti sanno che la fede scaturisce dall’ascolto Ascoltare una persona significa permetterle di esprimere la sua umanità Possiamo dire in estrema sintesi che l’uomo è un essere in relazione tra …… in ascolto di …… Ascoltare è per l’uomo una condizione vitale - essenziale

I credenti sanno che nella storia, ma anche oggi, c’è un Dio che ha parlato e parla all’uomo che può ascoltare il dire di Dio Qualcuno dice che c’è una somiglianza tra l’ascolto di Dio e l’ascolto dell’uomo L’ascolto di Dio è il cuore della preghiera Lc 10,39 – L’episodio di Marta e Maria L’ascoltare è un servizio ben più grande che il parlare - D. Bonhoeffer ci dice che «L’inizio dell’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo»

Chi non riesce ad ascoltare il prossimo ben presto non avrà il tempo per ascoltare Dio ma avrà tempo solo per se stesso Quale potrebbe essere un sentiero che ci può condurre a ben ascoltare? La parabola del Buon Samaritano Lc, 10,25-37

La parabola del Buon Samaritano Lc 10,25-37 Rappresenta il metodo pastorale che la Caritas ha fatto proprio. L’operatore/animatore, quindi, deve: Fare il primo passo per entrare in relazione con la persona; Uscire dalle proprie vedute, dai propri schemi, dai propri bisogni; Avere disponibilità a fare spazio all’altro Fermarsi, lasciarsi “ferire” dalle vicende che accadono, dalla vita che viene raccontata Assumere uno stile di apertura nell’accogliere il bisogno espresso e inespresso di si ha di fronte. Prendersi cura, cercando di abbattere le distanze; Disponibilità a capire e mettersi in discussione Libertà dal giudizio e dal pregiudizio Consapevolezza di non avere le risposte e le soluzioni per ogni situazione. Recuperare la fiducia in se, negli altri, nelle istituzioni A ritrovare la propria dignità A compiere un cammino di riabilitazione La parabola del Buon Samaritano Lc 10,25-37

Il volontario può contribuire a modificare la comunità non in termini di maggiore servizio ma nella misura in cui si rende la comunità protagonista delle decisioni in campo sociale e del dialogo con le pubbliche istituzioni. Il volontario non ha la forza nel numero, ma dovrebbe avere la forza di recuperare un potere profetico, la volontà di sostituire la logica di «avere di più» con «essere di più»

Perché ascolto? Ciascuno di noi deve farsi un esame di coscienza e chiarire le motivazioni profonde del nostro essere volontari. Oggi ci sforzeremo di dare il nostro piccolo contributo.

Bisogna creare l’abitudine all’ascolto Essere presenti alla Parola di Dio Bisogna creare l’abitudine all’ascolto Quando noi ascoltiamo compiamo una operazione che è squisitamente spirituale Quando si ascolta veramente ci si avvia ad aprire una relazione con l’altro L’ascolto non è e non deve essere un ripiegamento su se stessi. Quando ascoltiamo Dio ci viene incontro nella relazione con il nostro prossimo

L’ascolto va avviato con spirito missionario, pacifico, di dedizione. Nell’ascolto del fratello noi scorgiamo Gesù sofferente L’ascolto dell’altro diventa anche ascolto di se stesso, Quando si ascolta veramente si avvia un rapporto paritario rappresentato dall’incontro tra due povertà I volontari quando ascoltano entrano in relazione con la persona che ascoltano e ricevono sempre qualcosa. Spesso la vera carità non è fare l’elemosina ma dare dignità. Il meglio è mettere la persona del Cristo al centro della nostra attenzione, non le cose anche se giuste.

L’ascolto attivo è possibile concretizzarlo attraverso i seguenti comportamenti: Occorre ascoltare in silenzio libero da pregiudizi. Occorre rispettare i tempi di chi parla. Occorre prestare attenzione a come ci vengono raccontati i fatti. Osservo la sua gestualità e le espressioni del viso. Verifico se c’è coerenza tra le parole, i gesti, la mimica, ecc. ecc. Occorre essere riservati. Occorre accettare le persone così come sono. Occorre guardare la persona che sta parlando Essere attenti a quanto sta dicendo Mostrare interesse con cenni del capo o usando parole come “già capisco…” Fare domande di chiarimento Controllare se hai capito Fare chiarezza, dare un senso logico (causa-effetto) al racconto riportato. COME ASCOLTO? Ascoltare significa partecipazione, condivisione e sostegno. La capacità di ascolto è il fulcro, il cuore e l’anima del volontario.

L’ascolto non è solo tecnica e metodo è anche grazia e dono. Nell’ascolto: Do spazio alle parole inespresse. Evito lo spreco di parole. Guardo chi ascolto con rispetto ed interesse, ma anche con affetto e tenerezza. Non devo pensare alla persona che ho davanti solo come una persona che ha bisogno. Contengo il senso di fastidio nei confronti di alcuni discorsi / domande / argomenti. Essere per quanto è possibile obbiettivo e non “invasivo”. Superare i pregiudizi ed accettare le persone così come sono. Quando ascolto io cresco, sia umanamente sia spiritualmente. Così dice il salmista Sal 86(85) “Signore donami un cuore semplice” “dona al tuo servo la tua forza”.

L’ascolto si realizza attraverso il colloquio Gli elementi che caratterizzano il colloquio sono: il tempo le modalità i contenuti

Le fasi del colloquio sono: accoglienza analisi proposte registrazione , verifica e saluto

Il Centro di Ascolto raggiunge i propri obiettivi nella misura in cui fa sua la logica del lavoro per progetti. Lavorare per progetti significa: riconoscere che ogni persona o situazione è diversa da qualsiasi altra; superare la logica della risposta al bisogno espresso; sostenere la necessità di un’analisi delle problematiche; non lasciare spazio all’improvvisazione; introdurre elementi di riflessione sull’operatività; contestualizzare l’operatività e la programmazione; favorire una maggiore trasparenza nelle azioni da compiere; maturare nella capacità di analizzare e valutare le situazioni.