Galanet 2009 El Tema del Viaje en la Literatura Antologia plurilingue

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Transcript della presentazione:

Galanet 2009 El Tema del Viaje en la Literatura Antologia plurilingue CEL-UNICAMP I prof del Falcone Lyon Viernes

Allegria di naufragi Giuseppe Ungaretti, 1917 E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare

Et tout de suite le voyage recommence comme après le naufrage un rescapé loup de mer

Brise Marine Stéphane Mallarmé ,1893 La chair est triste, hélas! et j'ai lu tous les livres. Fuir! là-bas fuir! Je sens que des oiseaux sont ivres D'être parmi l'écume inconnue et les cieux! Rien, ni les vieux jardins reflétés par les yeux Ne retiendra ce cœur qui dans la mer se trempe O nuits! ni la clarté déserte de ma lampe Sur le vide papier que la blancheur défend Et ni la jeune femme allaitant son enfant. Je partirai! Steamer balançant ta mâture, Lève l'ancre pour une exotique nature! Un Ennui, désolé par les cruels espoirs, Croit encore à l'adieu suprême des mouchoirs! Et, peut-être, les mâts, invitant les orages Sont-ils de ceux qu'un vent penche sur les naufrages Perdus, sans mâts, sans mâts, ni fertiles îlots... Mais, ô mon coeur, entends le chant des matelots!

La carne è triste, ahimè. E ho letto tutti i libri. Fuggire La carne è triste, ahimè! E ho letto tutti i libri. Fuggire! laggiù fuggire! Sento che degli uccelli sono ebbri D‘essere tra la schiuma ignota e i cieli! Nulla, né i vecchi giardini riflessi dagli occhi tratterrà questo cuore che nel mare si immerge O notti! né il chiarore deserto della mia lampada Sul vuoto foglio che il biancore difende E né la giovane donna che allatta il suo bambino. Partirò! Veliero dondolando la tua alberatura, Leva l'ancora per una esotica natura! Una Noia, desolata per le speranze crudeli, Crede ancora al supremo addio dei fazzoletti! E, forse, gli alberi, invitando le tempeste Sono di quelli che un vento inclina sui naufragi Perduti, senza alberi, senza alberi, né fertili isole... Ma, o cuore mio, ascolta il canto dei marinai!

Le Petit prince Antoine de Saint Exupéry, 1943

Tu regarderas, la nuit, les étoiles Tu regarderas, la nuit, les étoiles. C'est trop petit chez moi pour que je te montres oû se trouve la mienne. C'est mieux comme ça. Mon étoile, ça sera pour toi une des étoiles. Alors, toutes les étoiles, tu aimeras les regarder… Elles seront toutes tes amies. Et puis je vais te faire un cadeau… Il rit encore. -Ah! petit bonhomme, petit bonhomme j'aime entendre ce rire! -Justement ce sera mon cadeau… ce sera comme pour l'eau… -Que veux-tu dire? -Les gens ont des étoiles qui ne sont pas les mêmes. Pour les uns, qui voyagent, les étoiles sont des guides. Pour d'autres elles ne sont rien que de petites lumières. Pour d'autres qui sont savants elles sont des problèmes. Pour mon businessman elles étaient de l'or. Mais toutes ces étoiles-là elles se taisent. Toi, tu auras des étoiles comme personne n'en a… -Quand tu regarderas le ciel, la nuit, puisque j'habiterai dans l'une d'elles, puisque je rirai dans l'une d'elles, alors ce sera pour toi comme si riaient toutes les étoiles. Tu auras, toi, des étoiles qui savent rire!

Leggi al sito : http://www. odaha Guarderai, di notte, le stelle. E’ troppo piccolo da me perché io possa mostrarti dove si trova la mia. Meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, amerai guardarle tutte, le stelle…saranno tutte tue amiche. E ora ti faccio un regalo… Rise ancora. -Ah! ometto, ometto, mi piace ascoltare questo riso! -Appunto questo sarà il mio regalo… sarà come per l’acqua. -Che vuoi dire? -La gente ha delle stelle che non sono tutte uguali. Per alcuni, che viaggiano, le stelle sono come guide. Per altri, non sono nient’altro che piccole luci. Per altri che sono sapienti sono dei problemi. Per il mio businessman erano oro. Ma tutte quelle stelle tacciono. Tu, avrai delle stelle come nessuno ha… -Quando guarderai il cielo, di notte, poiché io abiterò in una di esse, poiché io riderò in una di esse, allora per te sarà come se ridessero tutte le stelle. Avrai, tu, delle stelle che sanno ridere!

Sull’Oceano Edmondo De Amicis , 1889 L'IMBARCO DEGLI EMIGRANTI Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora, e il Galileo [1], congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria: una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edifizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti. La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valigie d'ogni forma alla mano o sul capo, bracciate di materasse e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra. Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti; delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte, mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al collo. Di tratto in tratto passavano tra quella miseria signori vestiti di spolverine eleganti, preti, signore con grandi cappelli piumati, che tenevano in mano o un cagnolino, o una cappelliera, o un fascio di romanzi francesi illustrati, dell'antica edizione Lévy. Continua al sito : http://www.pelagus.org/it/libri/SULL%27OCEANO,_di_Edmondo_De_Amicis_1.html

Fernando Pessoa MAR PORTUGUÊS (Mensagem, 1934) Canta Andrea Bocelli al sito : http://www.youtube.com/watch?v=FqOqhX2q5WM&feature=fvw Ó mar salgado, quanto do teu sal São lágrimas de Portugal! Por te cruzarmos, quantas mães choraram, Quantos filhos em vão rezaram! Quantas noivas ficaram por casar Para que fosses nosso, ó mar! Valeu a pena? Tudo vale a pena Se a alma não é pequena. Quem quer passar além do Bojador Tem que passar além da dor. Deus ao mar o perigo e o abismo deu, Mas nele é que espelhou o céu.

O mare salato, quanto del tuo sale Sono lacrime del Portogallo! Ti abbiamo solcato, quante madri hanno pianto, Quanti figli hanno pregato invano! Quante spose sono rimaste vedove Perché tu fossi nostro, o mare! Ne è valsa la pena? Tutto vale la pena Se l’ anima non è piccola. Quelli che passano oltre il Bojador devono passare oltre il dolore. Dio al mare il pericolo e l’ abisso ha dato, Ma fu in lui che rispecchiò il cielo.  

Charles Baudelaire L'invitation au voyage (Les Fleurs du Mal, 1857) Mon enfant, ma soeur, Songe à la douceur D'aller là-bas vivre ensemble ! Aimer à loisir, Aimer et mourir Au pays qui te ressemble ! Les soleils mouillés De ces ciels brouillés Pour mon esprit ont les charmes Si mystérieux De tes traîtres yeux, Brillant à travers leurs larmes. Là, tout n'est qu'ordre et beauté, Luxe, calme et volupté.

Canta Franco Battiato al sito: http://www. youtube. com/watch Des meubles luisants, Polis par les ans, Décoreraient notre chambre ; Les plus rares fleurs Mêlant leurs odeurs Aux vagues senteurs de l'ambre, Les riches plafonds, Les miroirs profonds, La splendeur orientale, Tout y parlerait À l'âme en secret Sa douce langue natale. Là, tout n'est qu'ordre et beauté, Luxe, calme et volupté.

Vois sur ces canaux Dormir ces vaisseaux Dont l'humeur est vagabonde ; C'est pour assouvir Ton moindre désir Qu'ils viennent du bout du monde. - Les soleils couchants Revêtent les champs, Les canaux, la ville entière, D'hyacinthe et d'or ; Le monde s'endort Dans une chaude lumière. Là, tout n'est qu'ordre et beauté, Luxe, calme et volupté.