1 Dipartimento di informatica e studi aziendali, Università di Trento Come rafforzare il patrimonio.

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1 Dipartimento di informatica e studi aziendali, Università di Trento Come rafforzare il patrimonio e la liquidità delle imprese trentine: giusti incentivi e strumenti efficaci Incontro per il monitoraggio della manovra anticrisi Trento, 12 giugno 2009 Luca Erzegovesi

2  Alcuni dati  Strumenti di finanziamento I prestiti partecipativi Il private equity  Incentivi indiretti Gli incentivi alla trasformazione in società di capitali Azioni di comunicazione sui vantaggi del minor debito Il ruolo della consulenza alla finanza d’impresa Mappa dei fabbisogni e degli interventi Sommario

3 Alcuni dati 1 1

4 Alcuni dati: Società di capitali, Trentino vs Italia, capitale netto / attività, anno 2005 Fonte: Analisi dei bilanci delle imprese trentine, Servizio statistica PAT, con la collaborazione dell’Università di Trento  Bilanci delle società di capitali presso Registro imprese

5 Alcuni dati: Società di capitali, Italia vs Europa, capitale netto / attività, anni Fonte: Unione europea, Bach Database

6 Alcuni dati: piccole e micro-imprese (individuali e società di persone)  Non ci sono bilanci depositati  Commistione tra patrimonio personale e aziendale  Casi frequenti di capitale netto negativo ?

7 Strumenti di finanziamento 2 2

8 I prestiti partecipativi  Prestiti a medio termine che anticipano futuri incrementi di capitale netto eseguiti mediante  versamenti dei soci per futuri aumenti di capitale a pagamento  accantonamento di utili a riserva  In Trentino, agevolati dalla LP , n.6, art. 6 (par. 3.1 dei “Criteri e modalità per l’applicazione”)  solo PMI in contabilità ordinaria  contributo in regime de minimis per ESL = 13% dell’importo del prestito  importo massimo €  durata da 3 a 5 anni (6 mesi di preammortamento)  obiettivo di rapporto mezzi propri / capitale investito almeno pari al 20% (35% per le nuove imprese)  Consentono un incremento graduale dei mezzi propri con autofinanziamento o risorse dei soci di controllo  Possono beneficiare della garanzia confidi  Presentano rischi “familiari” per una banca, facilmente valutabili e gestibili

9 Il private equity  Apporti al capitale netto o finanziamento di leveraged buy-out di imprese non quotate in Borsa tramite intermediari specializzati (società finanziarie di investimento e fondi azionari chiusi)  L’investitore è motivato dall’attesa di un elevato rendimento e/o di un incremento del valore di smobilizzo della sua partecipazione a medio termine  Consente un immediato incremento del capitale netto o del quasi-capitale e una professionalizzazione del management dell’impresa  Rinvio all’intervento successivo

10 Incentivi indiretti 3 3

11 Gli incentivi alla trasformazione in società di capitali (e all’aggregazione tra imprese)  Destinatari  imprese individuali e società di persone adeguatamente strutturate con valore dell’attivo adeguato  Obiettivi  favorire la chiara separazione tra il patrimonio familiare e il bilancio dell’impresa, e le gestione coordinata, ma distinta, della finanza personale e della finanza dell’impresa  incentivare il rafforzamento patrimoniale dell’impresa in cambio dello svincolo delle garanzie personali e reali su beni familiari  innalzare l’attenzione verso l’investimento efficiente del capitale in azienda e la tutela degli equilibri economici e di liquidità, e migliorare la comunicazione finanziaria verso le banche  Possibili incentivi  contributi a copertura delle spese di trasformazione in SRL e dei maggiori costi amministrativi  servizi di consulenza al controllo di gestione e alla gestione finanziaria delle PMI  forme di investimento fruttifero della liquidità aziendale con rendimento competitivo (incentivo a spostare sull’azienda parte della ricchezza finanziaria familiare)

12 Azioni di comunicazione sui vantaggi del minor debito  Con il cambiamento delle prassi di affidamento in atto, ci sono forti incentivi di mercato alla ricapitalizzazione delle imprese con rating buono  spread creditizi differenziati per rating, che di solito premiano le imprese con minor incidenza degli oneri finanziari sul fatturato e sul reddito operativo  disponibilità più ampia di linee di credito, che previene il rischio di sconfinamento e immobilizzo, che a sua volta può generare un peggioramento dello score andamentale e un declassamento del rating  minore richiesta di garanzie personali e reali  Un’impresa più capitalizzata gestisce con maggiore autonomia i rapporti di fornitura, le politiche commerciali, gli investimenti di sviluppo  A questo si aggiungono  l’effetto del limiti di deducibilità fiscale degli interessi passivi (del 30% del margine operativo lordo) che sono più stringenti nello scenario di recessione  i requisiti di capitalizzazione minima fissati dalla normativa PAT sugli incentivi alle imprese  In questo scenario, è possibile dimostrare, conti alla mano, che mettere capitale proprio nell’azienda conviene.

13 Obiettivi Difesa e incremento del valore del patrimonio netto complessivo (ricchezza netta) degli imprenditori dato da Ragioni della consulenza alla finanza d’impresa Patrimonio netto azienda Ricchezza netta famiglia Attività operative nette azienda Debiti finanziari azienda Attività finanziarie azienda Attività finanziarie e previdenziali famiglia Attività immobiliari famiglia Debiti finanziari e garanzie rilasciate famiglia Ricchezza netta complessiva

14 Ruolo della consulenza: i principi  Vincoli di equilibrio finanziario e patrimoniale  Prelievo minimo erogabile ai proprietari, secondo un profilo legato alle esigenze / aspettative di consumo (ciclo vitale)  Difesa di un valore minimo di liquidazione del patrimonio consolidato In caso di dissesto aziendale Alla cessazione / trasferimento dell’attività d’impresa  Regole auree di gestione finanziaria integrata  Focus sul ritorno economico e di cassa delle attività operative, key driver della creazione di valore  non sovrainvestire, disinvestire se il business non è più sostenibile  Chiara separazione tra investimento aziendale e patrimonio familiare  non spremere l’impresa per sostenere i consumi, trasparenza verso l’esterno  Semplicità nella gestione dei debiti e degli strumenti finanziari  non pasticciare con strumenti complessi e costosi  Non prendere rischi sulla ricchezza familiare, specie se correlati con l’attività di impresa  cautela nell’investire in Borsa e su speculazioni immobiliari  Prevenire è meglio che curare  in caso di tensioni finanziarie, avviare subito azioni di riequilibrio (piani di ristrutturazione del passivo, cessione di attività)

15 Ruolo della consulenza: i servizi di cui c’è bisogno n Servizi di consulenza continuativa F Pianificazione finanziaria e controllo di gestione (livello direzionale) F Affiancamento relazioni impresa-banca e alimentazione valutazioni di fido e rating F Programmazione di tesoreria a breve termine e ottimizzazione investimenti della liquidità e utilizzi linee di credito F Gestione rischio di cambio F Gestione patrimonio aziendale / personale e previdenza integrativa F Altri servizi affini o complementari (es.pratiche di contributo pubblico) n Servizi a carattere non ricorrente F Valutazione investimenti / business plan e relativo piano di copertura finanziaria F Ottimizzazione delle fonti di debito e gestione rischio di interesse F Crisis management e piani di risanamento F Supporto al ricorso a capitale di rischio esterno F Successione F Trasferimenti di azienda

16 Riepilogo: mappa dei fabbisogni e degli interventi Rafforzamento finanziario Risanamento finanziario Nuove imprese Micro impreseIntervento confidi e garanzie su consolidamenti Sportello assistenza Piccole imprese Prestiti partecipativi Trasformazione in srl Consulenza gestione crisi Incentivi ad apporti capitale soci Conversione debito in azioni Private equity Medie impreseIncentivi ad apporti capitale soci Private equity

17 Uno sguardo al futuro Affrontare la crisi a viso aperto inadeguatezza, sfiducia e scoraggiamento creatività, competenza e volontà di esserci rischiare per costruire valore rassegnarsi a liquidare valore