“La filiera corta e la produzione di energia rinnovabile da biomasse” Convegno “La filiera corta e la produzione di energia rinnovabile da biomasse” Torino - Venerdì 12 novembre 2010 Regione Piemonte – Assessorato Agricoltura LE “BUONE PRATICHE” PER IMPIANTI DI ENERGIA DA BIOMASSE LEGNOSE a cura di Nazzareno Giorgi
Tipologie di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) Caratteristiche delle biomasse legnose Contenimento degli impatti sulla raccolta del legno I 10 principi e criteri FSC per la buona gestione forestale L’approvvigionamento della biomassa legnosa e definizione della filiera corta Utilizzo degli scarti agricoli e forestali Residui delle colture e loro utilizzo La logistica per il recupero degli scarti Vantaggi e ricadute economiche sul territorio della filiera corta del legno Emissioni in atmosfera Teleriscaldamento, cogenerazione e trigenerazione La produzione del pellet Impianto da un MW elettrico
Più di due terzi dei boschi in Europa sono semi-naturali. Caratteristiche delle biomasse legnose il tempo di rigenerazione dei combustibili Combustibile Tempo di rigenerazione Legno 5 a 150 anni Carbone 250 a 300 milioni di anni Petrolio 100 a 450 milioni di anni Le risorse forestali in Europa sono in aumento sia come superficie che come stock. Attualmente la quota di boschi sulla superficie totale in Europa (MCPFE) è del 47%, con valori variabili da 1% di Malta a 68% di Finlandia o Svezia; l’incremento annuale della superficie è di circa 0,1%, pari a 2.287 milioni di m³ di legno. Più di due terzi dei boschi in Europa sono semi-naturali.
Contenimento degli impatti sulla raccolta del legno Il principio generale presuppone che tutto il combustibile costituito da materiale legnoso, compreso quello derivato da manutenzione dei boschi e da residui di operazioni di taglio, debba provenire da boschi gestiti secondo i principi e le misure della gestione sostenibile. La gestione sostenibile delle foreste può essere certificata secondo il FSC (Forest Stewardship Council) oppure secondo la PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification Schememes).
I 10 principi e criteri FSC per la buona gestione forestale Rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali. Riconoscimento e tutela della proprietà e dei diritti d’uso della terra e delle risorse forestali. Riconoscimento e tutela dei diritti delle popolazioni locali che dipendono dalla foresta. Rispetto dei diritti dei lavoratori e delle comunità locali, alla sicurezza sul lavoro e al benessere economico e sociale. Uso efficiente dei molteplici prodotti, servizi e benefici ambientali e sociali che derivano dalla foresta. Conservazione della biodiversità, tutela del paesaggio, delle funzioni ecologiche, della stabilità e dell’integrità della foresta. Attuazione di un piano di gestione forestale con chiari obiettivi di lungo periodo. Monitoraggio e valutazione della foresta, delle attività di gestione e dei relativi impatti. Conservazione delle foreste di grande valore ecologico-naturalistico, con importanti funzioni protettive o di grande significato storico-culturale. Gestione delle piantagioni forestali in accordo con i Principi precedenti, in modo da ridurre la pressione sulle foreste naturali e di promuoverne il ripristino e la conservazione.
L’approvvigionamento della biomassa legnosa e definizione della filiera corta Per il trasporto e le altre attività legate all’approvvi-gionamento della biomassa legnosa si deve definire un limite dell’energia utilizzata, in riferimento a quella ricavata Si propone pertanto una “resa energetica “ di almeno il 90 %: cioè, fatto 100 l’energia prodotta dall’utilizzo del combustibile biomassa (EP), l’energia necessaria per il suo approvvigionamento e il relativo trasposto al luogo di consumo (EA, cioè tutti i consumi energetici necessari per far raggiungere alla biomassa la centrale energetica) non deve essere superiore a 10. Questo pone un limite al percorso massimo di trasporto della biomassa legnosa che può essere inferiore a quello definito dalla legislazione relativa alla “filiera corta”, fissato ora in 70 chilometri di distanza dallo stabilimento di produzione dell’energia.
Utilizzo degli scarti agricoli e forestali Dalle attività agricole e dalla manutenzione dei boschi si ottengono grandi quantità di biomasse idonee per la produzione di energia, che però spesso rischiano di essere sprecate. Occorre quindi un piano di utilizzo di tutti gli scarti e sottoprodotti dell’agricoltura, anche di qualità, e degli interventi di manutenzione dei boschi; in caso contrario gli agricoltori saranno costretti a perseverare nell’adozione di pratiche scorrette e altamente inquinanti, quali ad esempio la bruciatura sui campi dei residui o l’abbandono nei boschi di materiali non commercializzabili
Fonte: Itabia, Le biomasse per l’energia e l’ambiente. Rapporto 2003 Residui delle colture e loro utilizzo Fonte: Itabia, Le biomasse per l’energia e l’ambiente. Rapporto 2003
Fonte: Itabia, Le biomasse per l’energia e l’ambiente. Rapporto 2003 Residui delle colture e loro utilizzo Fonte: Itabia, Le biomasse per l’energia e l’ambiente. Rapporto 2003
La logistica per il recupero degli scarti Esempio di rotoballa costituita da sarmenti verdi di vite (da PROBIO-woodland energy)
La logistica per il recupero degli scarti Esempio di cippatura dei sarmenti di vite a terra su filaricon scarico su cassone (da PROBIO-woodland energy)
Vantaggi e ricadute economiche sul territorio della filiera corta del legno La scelta di dimensionare l’impianto di produzione di energia con una taglia in grado di assorbire la quantità di biomassa prodotta nella filiera corta (cioè indicativamente nel raggio di 70 km) permette di garantire una ricaduta economica importante per l’area locale, garantendo sia la sostenibilità che la accettabilità dell’impianto.
Vantaggi e ricadute economiche sul territorio della filiera corta del legno Il costo della produzione di energia da centrali da fonti fossili si ripartisce per circa il 70% con esborsi extranazionali e solo 30% con esborsi interni all’Italia: di questo solo 5% viene indirizzato a livello locale (comunale o provinciale). Invece il costo della produzione di energia da biomasse, se l’approvvigionamento della biomassa necessaria viene reperita con il criterio della filiera corta, cioè proveniente da un raggio non superiore a 70 km dalla centrale, presenta dati completamente diversi. Infatti l’80% del costo complessivo per la produzione di energia da centrale a biomasse si indirizza a livello locale (comunale e provinciale) e solo il 10% a livello extra locale.
Emissioni in atmosfera >35 <150 KW >0,15 <3 MW >3 <6 >6 <20 >20 Polveri totali 200 100 30 10 COT - 20 CO 350 300 250 150 NOX 500 400 SOX Limiti emissioni da DPCM 08/03/2002 (mg/Nmc, all’11% di O2) Casella grigia media oraria, casella trasparente media giornaliera Per raggiungere performance adeguate si propone, che i limiti di emissioni e gli ulteriori controlli prescritti per la taglia al di sopra di 20 MWt, siano anche per impianti che non superano 6 MWt,
Teleriscaldamento, cogenerazione e trigenerazione E 'importante che l’elettricità sia prodotta in impianti ad alta efficienza In un impianto di produzione di energia in assetto cogenerativo, il calore prodotto dalla combustione non viene disperso, ma recuperato per altri usi. In questo modo, la cogenerazione raggiunge una efficienza superiore al 90% e questo permette di risparmiare energia primaria, salvaguardare l'ambiente, diminuire le emissioni di CO2 e diminuire i costi.
La produzione del pellet Per i combustibili poveri (ramaglie) alcune problematiche dovute agli scarsi valori di PCI, di essiccamento e di basso punto di fusione delle ceneri possono essere risolti con sistemi di cippatura, bricchettatura o pellettizzazione. Per il Pellet abbiamo una umidità 8% peso specifico 550/700 kg/mc e quindi una tonnellata in un deposito occupa uno spazio di circa 1,8 m3.
Impianto da un MW elettrico Vogliamo proporre soprattutto soluzioni impiantistiche calibrate su impianti di piccola dimensione, con una produzione di 1 MWora/impianto. Per la filiera di produzione della biomassa, si ipotizza che il fabbisogno di biomassa possa essere coperto da circa 3.000 ettari di superficie di frutteti/vigneti o di circa 400 ettari di bosco. Per la realizzazione dell’impianto è necessario provvedere un’area complessiva di circa 5.000 m2 (1.000 m2. per l’impianto, 4.000 m2. per lo stoccaggio e la gestione del materiale).