Aleksandra Kosz STORIA DELLA LINGUA E DEL CAMBIAMENTO LINGUISTICO Università di Slesia Istituto della Filologia Romanza Italianistica TEORIE.

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Transcript della presentazione:

Aleksandra Kosz STORIA DELLA LINGUA E DEL CAMBIAMENTO LINGUISTICO Università di Slesia Istituto della Filologia Romanza Italianistica TEORIE LINGUISTICHE Sosnowiec, 2005

Indice Contenuti – informazioni generali (p. 3) Introduzione (esempi di primi testi) (p. 4) Indovinello veronese (p. 5) Placito di Capua (p. 6) Il Padre nostro in inglese antico (p. 7) Il sanscrito (p. 8) Inizi della linguistica storica (p. 9) Gli alberi genealogici (p. 10-11) Le famiglie linguistiche e parole affini (p. 12-13) La ricostruzione comparativa (p. 14-15) Il cambiamento linguistico (p. 16-20) Gli studi diacronici e sincronici (p. 21) Riferimenti bibliografici (p. 22)

Contenuti – informazioni generali La lezione seguente ha come scopo di avvicinare le nozioni di base riguardanti le prime osservazioni sulla storia della lingua e sul cambiamento linguistico. Incontreremo qui i termini come: albero genealogico famiglia linguistica (protoindoeuropeo) parole affini ricostruzione comparativa (protoforma) cambiamento linguistico : fonetico (metatesi, epentesi, prostesi), sintattico, e lessicale (prestito, allargamento e restringimento del significato). Conosceremo le prime riflessioni sulle origini delle lingue indoeuropee, l’ipotesi sul loro antenato comune e sul loro sviluppo storico – esamineremo dei processi (principio della maggioranza e dello sviluppo più naturale) i quali le lingue subiscono nel corso del tempo. Individueremo la differenza tra lo studio diacronico (il quale è l’oggetto della lezione presente) e sincronico.

Di sotto presentiamo i tre esempi dei testi antichi. Introduzione La lingua è un fenomeno vivo ed in continua evoluzione, anche se non se ne rendiamo conto, nel corso dei secoli si notano moltissime trasformazioni nei vari sistemi linguistici. Di sotto presentiamo i tre esempi dei testi antichi. I due primi sono i testi in italiano volgare (sono i primi testi in italiano) con la versione tradotta (accanto) in italiano moderno – dove si possono notare tra l’altro i cambiamenti per quanto riguarda la pronuncia, l’ordine delle parole nella frase e anche le differenze nel lessico. Il terzo esempio è “Il Padre Nostro” in inglese antico, dove si possono notare anche delle differenze nella scrittura, accanto a quelle lessicali, fonetiche o sintattiche.

Italiano nel IX secolo ”Indovinello veronese” Se pareba boves alba pratalia araba et albo versorio teneba; et negro semen seminaba. Gratias tibi agimus Omnipotens sempiterne deus. Spingeva avanti i buoi arava bianchi prati teneva un bianco aratro e seminava un seme nero. Ti rendiamo grazie o Dio onnipotente ed eterno.

Italiano nel X secolo ”Placito di Capua” So che quelle terre con quei confini che qui si contengono (nella carta) le possedette per trent’anni la parte di San Benedetto. Sao ko kelle terre per kelle fini che ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti

Il Padre nostro in inglese antico Fæder ure þu þe eart on heofonum, si þin nama gehalgod. Tobecume þin rice. Gewurþe þin willa on eorðan swa swa on heofonum. Urne gedæghwamlican hlaj syle us to dæg. And forgyf us ure gyltas, swa swa we forgyfað urum gyltendum. And ne gelæd þu us on costnunge ac alys us of yfele.

Il sanscrito Nel 1786, William Jones, un ufficiale governativo britannico che era giudice dell’alta corte di giustizia in India, fece le seguenti osservazioni a proposito dell’antica lingua della legislazione indiana a cui studio si era dedicato: «la lingua sanscrita, qualunque ne sia l’antichità, ha una struttura ammirevole; più perfetta del greco, più ricca del latino, più squisitamente raffinata di entrambi, tuttavia più simile a entrambi, sia nelle radici dei verbi che nelle forme della grammatica, di quanto possa essere avvenuto accidentalmente. »

Inizi della linguistica storica Era un modo di pensare molto rivoluzionario per quel tempo, perché in risultato dei suoi studi Jones avanzò l’idea che certe lingue parlate in diverse aree geografiche potessero avere un antenato comune. Non c’erano però delle documentazioni che aiutassero a descrivere quell’antenato con una grande precisione, ma gli studiosi ipotizzavano in base alle caratteristiche simili ritrovate nelle documentazioni delle lingue esistenti, considerate sue discendenti. Le ricerche di Jones hanno dato inizio agli studi sullo sviluppo storico delle lingue e sui processi del cambiamento linguistico.

Gli alberi genealogici Nel XIX secolo con lo sviluppo degli studi storici delle lingue (definito filologia) entrò nell’uso un nuovo termine destinato a designare l’antenato comune. Il termine indicava la forma linguistica originale (proto) da cui provengono le lingue moderne parlate nel subcontinente indiano (indo) e in Europa (europeo). Viene stabilito quindi che era il protoindoeuropeo che costituiva la loro ”bisavola”. In risultato si cominciò a ricostruire i rami del suo albero genealogico, raggruppando le sue lingue discendenti, come si può vedere nel diagramma seguente:

Albero genealogico

Le famiglie linguistiche L’albero genealogico della famiglia indoeuropea raggruppa le lingue discendenti dal protoindoeuropeo in base alla loro provenienza e alle relazioni tra le signole lingue. Le famiglie linguistiche sono i gruppi linguistici imparentati che dimostrano notevoli somiglianze nelle forme; p.e.: Sanscrito Latino Greco pitar pater patēr (padre) bhrātar frāter phrāter (fratello)

Le parole affini In base alle osservazioni delle differenze e delle somiglianze tra le lingue diverse si possono stabilire le connessioni tra le lingue di una famiglia, le quali spesso mostrano notevoli somiglianze in particolari serie di termini. Le parole dotate di forma simile e che vengono, o venivano, usate con un simile significato sono le parole affini; p.e.: Inglese Tedesco | Italiano Spagnolo Mother Mutter | Madre Madre Father Vater | Padre Padre Friend Freund | Amico Amigo In base a queste serie di parole affini si può ipotizzare su un’origine comune di certe lingue (p.e. inglese e tedesco, italiano e spagnolo) nei rami del loro albero genealogico (p.e. ramo italico, ramo germanico).

La ricostruzione comparativa Le informazioni ottenute in base alle osservazioni del lessico, in particolare delle parole affini, permettono di intraprendere un procedimento chiamato la ricostruzione comparativa. È un procedimento grazie al quale paragonando alcune forme linguistiche appartenenti a due (o più) lingue imparentate è possibile ritrovare la forma originaria, o protoforma, eseistente nella lingua antenata comune. Di sotto vengono presentati due tipi di principi generali che aiutano a stabilire la protoforma:

1) Il principio della maggioranza 2) Il principio dello sviluppo più naturale Ad 1) Si sostiene che la protoforma è quella che appare più frequentemente. Ad 2) Si sostiene che certi tipi di cambiamenti sono molto comuni e sono dovuti dalla pronuncia dei parlanti: le vocali finali spesso sompaiono tra vocali i suoni sordi diventano sonori le occlusive diventano fricative (a certe condizioni) le consonanti si assordiscono in finale di parola p.e.: cavallo caballo cheval cantare cantar ø chanter ø catena cadena chaîne

Il cambiamento linguistico Nel corso dei secoli le lingue hanno subito, e subiscono sempre, dei cambiamenti di diverso carattere – per quanto riguarda la pronuncia, la forma lessicale oppure l’ordine degli elementi nella frase. Si distinguono dunque: Cambiamenti fonetici Cambiamenti sintattici Cambiamenti lessicali

Cambiamenti fonetici Uno dei cambiamenti fonetici viene chiamato METATESI e consiste nello spostamento di due suoni all’interno della parola; p.e.: acsian ask bridd bird frist first hros horse parabola palabra periculum peligro miraculum milagro

Cambiamenti fonetici - seguito Un altro cambiamento, che comporta l’aggiunta di un suono nel mezzo della parola, è detto EPENTESI; p.e.: aemting empty spinel spindle timr timber L’aggiunta di un suono all’inizio della parola è il cambiamento chiamato PROSTESI; p.e.: schola escuela spiritus espiritu

Cambiamenti sintattici Alcune notevoli differenze tra la struttura delle frasi p.e. dell’inglese antico e quelle dell’inglese moderno riguardano l’ordine delle parole. In inglese antico era ammissibile anche la costruzione con ”la doppia negazione” (p.e. costruzione not + verbo + never). Il cambiamento più evidente per quanto riguarda inglese è il fatto che ha perso moltissimi affissi flessibili (p.e. è scomparsa declinazione nominale o coniugazione della maggior parte dei verbi).

Cambiamenti lessicali Le differenze più evidenti per quanto riguarda il lessico sono dovute ai numerosi prestiti (cioè le parole d’origine straniera adottate in un sistema linguistico con la forma originale o tradotta), in particolare di origine latina e greca. Molte parole anche sono scomparse dall’uso. Ci sono due altri processi riguardanti il significato: - allargamento del significato – cioè il significato della parola diventa più ampio rispetto al significato dell forma originaria (p.e. la parola dog, veniva usata prima solo per una razza canina, e adesso a tutte le razze di cani) - e restringimento del significato – cioè il significato della parola diventa più stretto rispetto a quello della forma originaria (p.e. la parola wife prima veniva usata con il riferimento a tutte le donne, oggi solo per la donna sposata).

Gli studi diacronici e sincronici La fonte più rilevante di cambiamento linguistico sembra essere il processo di trasmissione per tradizione, insieme a tanti altri mutamenti sociali, storici, culturali ecc. Si tratta dei processi graduali avvenenti attraverso il tempo, i quali sono l’oggetto di studio della linguistica diacronica. E infatti questa presentazione prende in esame la variazione dal punto di vista diacronico – nella prospettiva storica riguardante un certo periodo storico. Un altro tipo di variazione linguistica che può essere osservata sincronicamente – riferendosi allo stato presente di una data lingua, in base al contesto concepito largamente (luogo, gruppo sociale, sesso, educazione, e tanti altri fattori), è l’oggetto di studio della sociolinguistica.

Riferimenti bibliografici   Berruto G., La sociolinguistica, Zanichelli, Bologna 1987 Bobrowski I., Zaproszenie do językoznawstwa, IJP PAN, Kraków 1998. Dardano M., Manualetto di linguistica italiana, Zanichelli Bologna 2002 Dardano M., Trifone P., Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Zanichelli Bologna 2002 Fabbro F., Il cervello bilingue, Casa Editrice Astrolabro, Roma 1996 Fisiak J., Wstęp do współczesnych teorii lingwistycznych, Warszawa 1978. Grzegorczykowa R., Wprowadzenie do semantyki językoznawczej, PWN Warszawa 2001 Kurcz I., Język a psychologia: podstawy psycholingwistyki, WsiP, Warszawa 1992 Kurcz, Psycholingwistyka – przegląd problemów badawczych, Warszawa 1976. Lepschy G., La linguistica del Novecento, il Mulino, Bologna, 1996 Polański K. (red.), Encyklopedia językoznawstwa ogólnego, Ossolineum, Wrocław 1995 Yule G., Introduzione alla linguistica, Bologna 2002.