I meccanismi difesa I meccanismi di difesa possono essere definiti come “operazioni mentali che avvengono per lo più in modo inconsapevole, la cui funzione.

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IL CONFLITTO 04/05/2016 Dott.ssa Cecilia Salvatore 1.
Transcript della presentazione:

I meccanismi difesa I meccanismi di difesa possono essere definiti come “operazioni mentali che avvengono per lo più in modo inconsapevole, la cui funzione è di proteggere l’individuo dal provare eccessiva ansia” (Cramer, 1998)

Esemplificazione didattica I meccanismi di difesa Esemplificazione didattica

Caso clinico: Francesca, una donna di 38 anni sposata da sette, cerca da tempo di avere un figlio, che sia lei che il marito desiderano molto. Subito dopo il matrimonio ha avuto un aborto spontaneo e ora, in seguito ad una biopsia che ha mostrato l’esistenza di un tumore in fase iniziale, deve sottoporsi ad un intervento di isterectomia. La donna ha sempre provato sentimenti di inferiorità nei confronti della sorella più giovane, che ha già quattro figli ed è considerata da tutti i parenti una “madre modello”

Chiede alle infermiere di essere trasferita al reparto maternità Chiede alle infermiere di essere trasferita al reparto maternità. Gira per l’ospedale cercando il suo bambino. Fa un’ordinazione telefonica di una culla per neonato da recapitarle a casa. Non prova alcun dolore post-operatorio. DINIEGO PSICOTICO

DINIEGO PSICOTICO L’individuo affronta conflitti emotivi o eventi esterni negando la loro esistenza. Il diniego psicotico, che riguarda soprattutto la realtà esterna ed è fortemente correlato all’esperienza percettiva (o alla sua negazione), può essere considerato un disconoscimento diretto di dati sensoriali traumatici. Come il delirio e la grandiosità, esso ha funzione protettiva nei confronti di esperienze di angoscia e di minaccia oltre a permettere di occultare la ferita narcisistica dello psicotico. Queste piccole interruzioni della coscienza hanno lo scopo di minimizzare il disagio e cercare il meglio nelle situazioni difficili.

Un giorno dopo l’operazione, comunica ai medici di appartenere ad una setta cristiana e chiede di essere dimessa subito. Dice che deve andare subito a casa perché lei ed il marito hanno programmato un week-end ai Caraibi. Aggiunge, con una risata sinistra, che hanno bisogno di una vacanza per fare una piccola “semina primaverile” DISTORSIONE PSICOTICA

DISTORSIONE PSICOTICA Il soggetto affronta fonti di stress emotivo interne o esterne attraverso una percezione della realtà che viene ampiamente alterata in funzione del proprio mondo interno. La realtà esterna è grossolanamente rimodellata per soddisfare le necessità interne - compresi convinzioni megalomaniche irrealistiche - e viene usata per sostenere sentimenti di superiorità o di pretesa deliranti.

E’ convinta che l’ospedale sia in mano a dei razzisti che la vogliono sterilizzare. Cerca di telefonare alla polizia per denunciare i medici. Rifiuta di prendere gli antidolorifici, dicendo che sono farmaci sperimentali per controllare il pensiero. PROIEZIONE DELIRANTE

PROIEZIONE DELIRANTE L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attribuendo erroneamente agli altri i propri sentimenti, impulsi o pensieri non riconosciuti. La proiezione delirante può essere intesa come un franco delirio, generalmente di tipo persecutorio. Essa include sia il percepire i propri sentimenti dentro un’altra persona e quindi l’agire sulla base di tale percezione, sia il percepire altre persone o sentimenti letteralmente dentro di sé. Nella proiezione delirante l’esame di realtà viene abbandonato. Essa include credenze megalomaniche irrealistiche che si possono manifestare attraverso allucinazioni, deliri che soddisfano i propri desideri, sentimenti di delirante superiorità.

Poco tempo dopo aver lasciato l’ospedale tenta il suicidio ACTING OUT

ACTING-OUT L'individuo affronta i conflitti emotivi e le fonti interne o esterne di stress agendo senza riflettere o senza preoccuparsi delle possibili conseguenze negative. L'acting out comporta l'espressione di sentimenti, desideri o impulsi attraverso un comportamento incontrollato con apparente noncuranza delle possibili conseguenze a livello personale o sociale. Solitamente si verifica in risposta ad eventi interpersonali che coinvolgono persone significative nella vita del soggetto, come genitori, figure dotate di autorità, amici o partners. Questa definizione è più ampia del concetto originario di acting out come messa in atto di sentimenti o desideri transferali durante una psicoterapia. Include comportamenti che hanno origine sia all'interno che all'esterno della relazione di transfert. Non è sinonimo di "cattivo comportamento", o di qualsivoglia sintomo in sè, sebbene l'acting out implichi spesso un comportamento socialmente dannoso o autodistruttivo. I comportamenti comunemente associati all'acting out, come gli scontri fisici o l'abuso di farmaci, possono essere considerati l'espressione di questo meccanismo di difesa solo quando sono in rapporto con emozioni o impulsi che la persona non può tollerare.

Un tirocinante, mettendole la flebo, fatica a prenderle la vena: lei gli sorride, gli dice di non preoccuparsi ed aggiunge: “Quando si è solo studenti in medicina, deve essere difficile fare le cose bene”. Non riuscendo a dormire rimane sveglia a fissare il tubicino della flebo che a poco a poco si ostruisce. Alle 4 di mattina, l’ausiliaria deve chiamare il medico per rimettere la flebo. Con aria spensierata dice al medico che non ha segnalato prima il problema per non disturbare, perché si sa che in ospedale sono sempre tutti molto indaffarati. AGGRESSIONE PASSIVA

AGGRESSIONE PASSIVA L'individuo affronta conflitti emotivi o fonti interne o esterne di stress esprimendo aggressività verso gli altri in modo indiretto e passivo. Una facciata di apparente disponibilità maschera una resistenza nascosta nei confronti degli altri. L'aggressione passiva è caratterizzata dal modo indiretto, velato e passivo con il quale vengono espressi l'ostilità e i sentimenti di rancore nei confronti degli altri. Compare spesso quando al soggetto vengono richieste azioni o prestazioni autonome o quando qualcuno ha deluso il desiderio del soggetto di ricevere cure, o la sua sensazione di averne diritto, non prestando attenzione se il soggetto ha manifestato questo desiderio. Questo termine include il "rivolgimento contro il Sè". La persona che fa uso dell'aggressione passiva ha imparato ad attendersi una punizione, una frustrazione o un rifiuto se esprime bisogni o sentimenti direttamente a qualcuno che ha potere o autorità su di lui.

E’preoccupata della possibilità che il tumore possa essersi diffuso anche ai linfonodi ed assale chi la viene a trovare enumerando i piccoli gonfiori all’inguine ed al collo. Quando la sorella viene a trovarla, la accusa di pensare solo ai suoi figli e di non accudire la sorella che sta morendo di cancro. IPOCONDRIASI

IPOCONDRIASI L'ipocondriasi comporta l'uso ripetuto di una o più lamentele nelle quali il soggetto chiede apparentemente aiuto. Contemporaneamente poi il soggetto rifiutando suggerimenti, consigli e qualsiasi cosa gli altri gli offrano, esprime sentimenti nascosti di ostilità e risentimento. Le lamentele possono riguardare sia preoccupazioni somatiche che problemi della vita. Entrambi i tipi di lamentele sono seguiti da una risposta da tipico "help-rejecting complainer" a qualsiasi aiuto sia offerto. L'ipocondriasi è una difesa contro la rabbia che il soggetto prova ogni volta che sente la necessità di dipendere emotivamente dagli altri. La rabbia sorge dalla convinzione, o spesso dall'esperienza passata, che nessuno soddisferà realmente i propri bisogni.

Dice all’infermiera che non vuole ricevere visite perché la rendono “triste”. Getta via tutti i fiori ricevuti in regalo e legge e rilegge una copia del settimanale Genitori. Va al reparto neonatale e fantastica il nome che darebbe a ciascun bambino se fosse suo. Canta spesso a voce alta una ninna-nanna. FANTASIA

FANTASIA AUTISTICA L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di tensione interne o esterne passando troppo tempo a sognare ad occhi aperti, evitando così le relazioni umane, un'agire più diretto ed efficace o la soluzione dei problemi. La fantasia implica l'uso dei sogni ad occhi aperti come mezzo per non affrontare o risolvere problemi esterni o come modo di esprimere e soddisfare i propri sentimenti e desideri. Se da un lato il soggetto può essere consapevole della natura fittizia della fantasia, dall'altro essa può rappresentare per lui la modalità più consona per esprimere o gratificare il bisogno di relazioni interpersonali soddisfacenti. La fantasia permette al soggetto di ottenere una qualche transitoria e sostitutiva gratificazione tramite il "sognare ad occhi aperti" una soluzione ad un conflitto con il mondo reale. Il soggetto mentre utilizza la fantasia si sente bene ed allontana momentaneamente la convinzione di essere impotente, infatti mentre fantastica può essere attiva la convinzione opposta di essere onnipotente, di poter fare qualsiasi cosa.

Dopo una lieve infezione post-operatoria scrive una lunga lettera ai giornali attaccando l’ospedale per le cattive condizioni igieniche. Accusa il suo medico di non averle proposto un pap-test in tempi utili per evitare l’intervento e pensa di procedere contro di lui legalmente per incapacità professionale. PROIEZIONE

PROIEZIONE L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress attribuendo erroneamente ad altri i propri sentimenti, impulsi o pensieri non riconosciuti. Il soggetto rinnega i propri sentimenti, le proprie intenzioni, la propria esperienza attribuendoli ad altri, di solito a coloro dai quali si sente minacciato o che sente in qualche misura affini. La proiezione non delirante permette al soggetto di affrontare emozioni e motivazioni che lo fanno sentire troppo vulnerabile (specialmente vergogna o umiliazione) per poter ammettere di provarli egli stesso. Si occupa invece di tali emozioni e motivazioni negli altri. L'uso della proiezione costringe quindi il soggetto ad occuparsi continuamente di coloro su cui ha proiettato i propri sentimenti interiori per diminuire la consapevolezza di essi.

Riscopre un antico interesse per lo studio della pianificazione familiare, di cui si era occupata quando frequentava l’università, e discute appassionatamente con i suoi conoscenti più giovani della necessità di non “ingrandire” troppo le loro famiglie. Improvvisamente “ricorda” di come sia sempre stata terrorizzata all’idea del dolore del parto e fa notare al marito quanto siano stati fortunati ad aver evitato quell’esperienza FORMAZIONE REATTIVA

FORMAZIONE REATTIVA L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne sostituendo i propri pensieri o sentimenti inaccettabili con comportamenti, pensieri o sentimenti diametralmente opposti. Nella formazione reattiva l'impulso o affetto originario è giudicato inaccettabile dal soggetto che mette in atto una sostituzione inconscia. Sentimenti, impulsi e comportamenti di tono emotivo opposto sostituiscono quelli originari. L'osservatore non vede l'alterazione come tale, ma soltanto il prodotto finale. Rimpiazzando i sentimenti originari con i loro opposti, il soggetto evita sentimenti di colpa inaccettabili. Inoltre la sostituzione può gratificare il desiderio di sentirsi moralmente superiore. Si può ragionevolmente considerare presente la formazione reattiva quando un soggetto reagisce ad un evento con un'emozione di tono opposto a quello che l'evento susciterebbe abitualmente nelle altre persone. Nella forma più tipica la rabbia e la paura verso coloro che agiscono contro il soggetto sono sostituite da attenzione e preoccupazione.

Al risveglio dall’anestesia non prova dispiacere, ma si dichiara felice per quella che considera una nuova esperienza religiosa. Poi racconta a tutti gli amici che il dolore provato le ha dato un senso di gioiosa comunione con tutte le creature che soffrono. Il giorno dopo, camminando per l’ospedale, si ritrova nel reparto delle cucine senza sapere perché e come ci sia arrivata. DISSOCIAZIONE

DISSOCIAZIONE L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attraverso una alterazione temporanea delle funzioni integrative della coscienza o dell'identità. Nella dissociazione un particolare affetto o impulso di cui il soggetto non è consapevole, agisce nella vita del soggetto al di fuori della coscienza. Sia l'idea che l'affetto o l'impulso associati restano inconsci, ma allo stesso tempo si esprimono attraverso un'alterazione della coscienza. Benché il soggetto possa essere debolmente consapevole che qualcosa di insolito ha luogo in tali occasioni, è del tutto ignaro che i propri affetti o impulsi siano espressi. La dissociazione può comportare la perdita di una funzione o un comportamento inconsueto. Il materiale dissociato è comunemente vissuto come troppo minaccioso, troppo conflittuale o troppo ansiogeno per essere ammesso nell'esperienza conscia ed essere pienamente riconosciuto dal soggetto.

Si scopre incapace di ricordare il nome dell’operazione subita, tranne che era “qualcosa nella pancia”. Dimentica di presentarsi al primo controllo medico dopo l’operazione. A casa scoppia in lacrime quando rompe un vaso di poco valore a forma di anfora. Non ha idea del perché di questo pianto. RIMOZIONE

RIMOZIONE L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne tramite il non essere in grado di ricordare o il non essere cognitivamente consapevole di desideri, sentimenti, pensieri o esperienze disturbanti. La rimozione è una difesa che protegge il soggetto dalla consapevolezza di ciò che sta provando o ha provato in passato. Il soggetto può provare un particolare affetto, impulso o desiderio, ma la reale consapevolezza di ciò che esso è, cioè l'idea associata ad esso, rimane al di fuori della coscienza. Mentre gli aspetti emotivi sono chiaramente presenti e percepiti, quelli cognitivi restano al di fuori della coscienza. Quando la rimozione è in azione il soggetto prova sentimenti e impulsi che non riesce a riconoscere e, analogamente, non riesce a riconoscere la situazione o l'oggetto (persona) che può evocarli. Inconsapevole dell'origine dei suoi impulsi o sentimenti, la persona li esprime immutati o li altera usando una difesa supplementare. Per esempio l'impulso rimosso di picchiare qualcuno può essere poi alterato tramite uno spostamento, con il risultato che il soggetto si arrabbia eccessivamente per un qualche banale fastidio.

E’ molto interessata alla crescita di tulipani e narcisi sul balconcino della sua camera di ospedale. Non chiede mai informazioni sul suo decorso ospedaliero, ma si preoccupa in modo eccessivo della comparsa di una strana muffa sui bulbi dei suoi fiori. SPOSTAMENTO

SPOSTAMENTO L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne generalizzando o indirizzando su un oggetto di solito meno minaccioso, un sentimento o una risposta primitivamente indirizzati ad un altro oggetto. L'individuo che usa lo spostamento può o non può essere consapevole che l'affetto o l'impulso espressi verso l'oggetto su cui sono stati spostati erano in realtà rivolti a qualcun altro. Lo spostamento permette l'espressione di un affetto, impulso o azione verso una persona o altro oggetto che possiede qualche somiglianza con il vero oggetto che inizialmente li ha suscitati. L'affetto o l'impulso è pienamente espresso e riconosciuto, ma è indirizzato erroneamente a un bersaglio meno conflittuale. Lo spostamento permette una maggiore espressione e gratificazione, anche se verso i bersagli sbagliati, rispetto ad altre difese di livello nevrotico.

Legge varie pubblicazioni sui tumori all’utero e pone al medico molte domande sulla natura dell’intervento che dovrà subire. Si preoccupa nei minimi dettagli su come prevenire infezioni post-operatorie e prendersi cura della ferita. In ospedale il suo passatempo è quello di apprendere sempre nuovi termini medici ISOLAMENTO

ISOLAMENTO L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne mostrandosi incapace di sperimentare contemporaneamente le componenti cognitive e quelle affettive di un'esperienza, in quanto l'affetto è escluso dalla coscienza. Nell'isolamento la persona perde contatto con i sentimenti associati ad una data idea (ad esempio un evento traumatico) mentre rimane consapevole degli elementi cognitivi (ad esempio dettagli descrittivi). Solo l'affetto è perso o separato, l'idea invece è conscia. E` il contrario della rimozione dove l'affetto è mantenuto, il pensiero invece è tenuto separato e non riconosciuto. Talvolta l'affetto può essere separato temporaneamente dall'idea ad esso associata. L'affetto è vissuto più tardi senza legame con l'esperienza e idea originari. Interviene invece un intervallo neutro tra l' essere conscio dell'idea e l'esperienza degli affetti associati.

Un mese dopo l’operazione, organizza un gruppo di auto-aiuto per donne che hanno subito interventi per tumori al seno o all’utero. Questo gruppo cerca di informarsi, di dare ascolto e conforto e, utilizzando l’esperienza personale, di aiutare e sostenere altre pazienti in attesa di affrontare interventi simili. ALTRUISMO

ALTRUISMO L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress esterne od interne occupandosi degli altri al fine in parte di soddisfare i propri. Il soggetto è di solito consapevole che le proprie azioni altruistiche sono sostenute dai propri bisogni e sentimenti. Per giudicare presente l’altruismo ci deve essere un chiaro e dimostrabile rapporto funzionale tra i sentimenti dell’individuo e la risposta altruistica.

Cerca di non lamentarsi troppo quando le rimuovono i punti dalla ferita, anche se il piccolo intervento è doloroso. Sapendo di essere turbata dalle immagini di neonati e notando che sulla copertina del suo settimanale preferito c’è la foto di un neonato ed il titolo sull’infanzia, decide per il momento di leggere un altro giornale. REPRESSIONE

REPRESSIONE L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne evitando volontariamente e temporaneamente di pensare a problemi, desideri, sentimenti o esperienze disturbanti. Questo può comportare l'esclusione dalla propria mente dei problemi fino al momento giusto per affrontarli: si rimanda ad un momento più opportuno e non genericamente in là nel tempo. La repressione può anche comportare che si eviti per il momento di pensare a qualcosa perché ciò distrarrebbe dall'impegnarsi in un'altra attività che bisogna svolgere (ad esempio non insistere su problemi periferici al fine di affrontare un problema pressante). L'individuo può prontamente richiamare all'attenzione cosciente il materiale represso, poiché non lo ha dimenticato. La repressione tiene lontani dalla coscienza sia il pensiero che l'affetto associati ad un fattore stressante al fine di occuparsi di qualcos'altro; comunque il materiale represso può essere volontariamente riportato completamente alla coscienza.

E’contenta di ricevere cartoline di auguri dai figli della sorella, accetta l’invito a partecipare alle iniziative domenicali dell’asilo locale e scrive una poesie sulle gioie dolci-amare dell’essere una zia senza figli. SUBLIMAZIONE

SUBLIMAZIONE L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti interne o esterne di stress incanalando, più che inibendo, sentimenti o impulsi potenzialmente maladattativi in comportamenti socialmente accettabili. Questa difesa deve essere considerata presente soltanto quando può essere dimostrata una stretta relazione funzionale tra i sentimenti e il tipo di risposta. Esempi classici dell'uso della sublimazione sono sport e giochi utilizzati per incanalare impulsi di collera o la creazione artistica che esprime sentimenti conflittuali. La sublimazione permette l'espressione di desideri, impulsi o affetti che il soggetto inibisce volontariamente a causa delle loro ripercussioni sociali potenzialmente negative. Il soggetto li incanala invece in espressioni socialmente accettabili. Gli obiettivi e gli oggetti originari degli impulsi, desideri e affetti sono spesso considerevolmente modificati, risolvendosi in un'attività o prodotto creativo.

Il medico è colpito dalla calma e dal senso pratico con cui Francesca affronta il decorso post-operatorio e dalla franchezza con cui riesce ad esprimere il rimpianto di essere stata privata della possibilità di avere dei bambini. La sorpresa del medico è dovuta al fatto che la paziente aveva trascorso il periodo delle visite pre-operatorie preoccupandosi ansiosamente di possibili complicazioni chirurgiche e piangendo perché non avrebbe più potuto avere bambini. ANTICIPAZIONE

ANTICIPAZIONE L'individuo mitiga i conflitti emotivi e le fonti di stress interne o esterne non soltanto prendendo in considerazione soluzioni alternative realistiche e prevedendo le reazioni emotive a problemi futuri, ma anche sperimentando realmente l'angoscia futura attraverso la rappresentazione mentale sia delle idee che degli affetti angoscianti. Questa prova permette all'individuo di preparare una migliore risposta adattativa al conflitto o alla tensione previsti. L'uso dell'anticipazione permette all'individuo di mitigare gli effetti delle tensioni o dei conflitti futuri. Essa implica la capacità di tollerare l'ansia che si manifesta quando il soggetto immagina quanto possa essere angosciante una situazione futura.

Altre difese non descritte nel caso clinico Difese di livello borderline: scissione ed identificazione proiettiva Difese narcisistiche: onnipotenza, idealizzazione e svalutazione Altre Difese ossessive: annullamento retroattivo ed intellettualizzazione

SCISSIONE Definizione L'individuo affronta conflitti emotivi o fonti di stress interne o esterne considerando se stesso o gli altri come completamente buoni o completamente cattivi, non riuscendo a integrare le caratteristiche positive e negative di sè e degli altri in immagini coese; spesso lo stesso individuo sarà alternativamente idealizzato e svalutato. La scissione si manifesta in due modi principali. Il soggetto all'inizio può descrivere un oggetto unicamente in un modo e più tardi descrivere lo stesso oggetto in modo opposto. Ciascun oggetto viene semplicemente catalogato assieme ad altri oggetti in due gruppi contrapposti: oggetti buoni e oggetti cattivi, positivi e negativi.

Nella scissione delle immagini di sè il soggetto dimostra di possedere punti di vista, aspettative e sentimenti contraddittori in relazione a sè e non è in grado di conciliarli in un'entità coerente. Le immagini di sè sono divise secondo polarità opposte: in un dato momento la consapevolezza del soggetto è limitata a quegli aspetti del Sè che hanno lo stesso tono emotivo. Egli vede se stesso in termini di "bianco o nero". In un certo momento il soggetto crede di avere buone qualità come essere amorevole, potente, prezioso o corretto e di avere buoni sentimenti oppure crede l'opposto: di essere cattivo, odioso, arrabbiato, distruttivo, debole, impotente, senza valore o sempre in errore e ha sempre sentimenti negativi verso se stesso. Il soggetto non è in grado di sperimentare se stesso come una mescolanza più realistica di attributi sia positivi che negativi.

IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA Nella identificazione proiettiva il soggetto proietta su qualcun altro un affetto o impulso per lui inaccettabile come se fosse realmente l'altro ad aver dato vita a tale affetto o impulso. Il soggetto non disconosce ciò che ha proiettato (a differenza della proiezione semplice), ma ne rimane pienamente consapevole, semplicemente lo interpreta erroneamente come reazione giustificabile nei confronti dell'altro. Quindi alla fine ammette il proprio affetto o impulso, ma lo crede una reazione a quegli stessi sentimenti e impulsi che ritiene presenti negli altri e misconosce il fatto di aver dato egli stesso origine al materiale proiettato.

Questa difesa può essere osservata nella sua forma più manifesta durante un lungo colloquio in cui inizialmente il soggetto proietta i propri sentimenti più tardi li sperimenta come reazioni nei confronti degli altri. Paradossalmente il soggetto spesso suscita negli altri gli stessi sentimenti che prima credeva , a torto, essi provassero. Diventa poi difficile chiarire cosa è successo "chi ha fatto questo a chi per primo" . Questo processo è più ampio della semplice proiezione che comporta la negazione e la conseguente attribuzione esterna di un impulso. L'identificazione proiettiva comporta l'attribuzione di un' immagine così che tutto l'oggetto è visto (e si reagisce di conseguenza) in una luce distorta.

ONNIPOTENZA Definizione L'onnipotenza è una difesa con la quale il soggetto risponde a un conflitto emotivo o a fonti di stress interne o esterne comportandosi come se fosse superiore agli altri, come se possedesse speciali poteri o capacità.

Funzione Comunemente questa difesa protegge il soggetto da una perdita di autostima che si verifica ogni qual volta delle fonti di stress inducono sentimenti di delusione, impotenza, mancanza di valore e simili. L'onnipotenza minimizza soggettivamente tali esperienze, anche se esse possono rimanere oggettivamente evidenti per gli altri. Quando esperienze reali provocano sentimenti negativi si sostiene artificialmente l'autostima a spese di una distorsione positiva della stima che si ha di se stessi.

IDEALIZZAZIONE Definizione L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attribuendo qualità esageratamente positive a se stesso o agli altri. Funzione Nell'idealizzazione il soggetto descrive relazioni reali o dichiarate con persone o sistemi (incluse istituzioni, sistemi ideologici etc.) potenti, riveriti, importanti etc. Questo serve di solito come fonte di gratificazione e come protezione da sentimenti di impotenza, di scarsa importanza, di poco valore, e simili. La difesa realizza una sorta di travaso di importanza mediante l'associazione a tali figure. Il soggetto crede altri buoni e potenti in modo esagerato e, benché sia in grado di riconoscere nella persona idealizzata aspetti concreti di colpe o difetti, ne sminuisce il loro significato, preservandone così un'immagine pura .

Diagnosi differenziale Scissione: Nella scissione il soggetto è incapace di riconoscere i fatti riguardanti un oggetto che contraddicono l'immagine positiva dell'oggetto stesso. Nell'idealizzazione i fatti negativi non sono negati, anche se il loro significato è sottovalutato in modo che non interferisca con la conservazione del sentimento positivo nei confronti dell'oggetto.

SVALUTAZIONE Definizione L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attribuendo caratteristiche esageratamente negative a se stesso o agli altri. Funzione La svalutazione comporta l'uso di affermazioni sprezzanti, sarcastiche o comunque negative, nei confronti di se stessi o degli altri al fine di accrescere l'autostima. La svalutazione può respingere la consapevolezza dei desideri o della delusione per desideri non appagati. I commenti negativi sugli altri, di solito, nascondono un certo senso di vulnerabilità, vergogna o mancanza di valore che il soggetto sperimenta in prima persona quando esprime i propri desideri e si trova di fronte ai propri bisogni.

ANNULLAMENTO RETROATTIVO Definizione L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne con un comportamento destinato a riparare simbolicamente o a negare precedenti pensieri, sentimenti o azioni. Funzione In questa difesa il soggetto esprime un affetto, impulso o commette un'azione che induce sentimenti di colpa o ansia. Egli poi minimizza il disagio esprimendo l'affetto, l'impulso o l'azione opposti. L'atto della riparazione libera poi l'individuo dall'esperienza del conflitto. Nella conversazione le affermazioni del soggetto sono immediatamente seguite da precisazioni con significato opposto a quello dell'affermazione originale. Misfatti possono essere seguiti da azioni riparative nei confronti dell'oggetto designato. Il soggetto sembra costretto a cancellare o annullare la propria azione originale.

INTELLETTUALIZZAZIONE Definizione L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attraverso l'uso eccessivo del pensiero astratto per evitare di provare sentimenti che lo disturbano.

Funzione L'intellettualizzazione è una difesa, contro gli affetti o gli impulsi, nella quale l'idea rappresentante l'affetto o l'impulso è mantenuta conscia ed espressa sotto forma di una generalizzazione, si separa e distanzia così il soggetto dall'affetto o impulso. Sono pertanto persi gli aspetti sia esperienziali delle emozioni che l'urgenza degli impulsi. Gli elementi cognitivi restano consci, anche se in modo generalizzato o impersonale. Di solito il soggetto si riferisce alla propria esperienza in termini generali o in seconda o terza persona. Non è necessario essere vivaci o intelligenti per usare l'intellettualizzazione. È semplicemente una strategia cognitiva per minimizzare l'importanza soggettiva di problemi della propria vita affettiva. Come altre difese, può essere talvolta osservata in persone con insufficienza mentale o sindromi cerebrali organiche.

Livello difensivo Definizione generale Meccanismi di difesa CATTIVA O MANCATA REGOLAZIONE DIFENSIVA Livello caratterizzato dal fallimento della regolazione difensiva nel contenere le reazioni dell’individuo agli agenti stressanti fino a una significativa rottura con la realtà comunemente condivisa. Diniego Psicotico Distorsione Psicotica Proiezione Delirante 1 ACTING Livello caratterizzato da un funzionamento difensivo che affronta le fonti di stress interne o esterne per mezzo dell’azione o del ritiro. Le azioni vengono intraprese senza considerazione per le conseguenze. Acting Out Aggressione passiva Help-Rejecting Complaining (Lamentarsi ma rifiutare l’aiuto offerto) Ritiro nell’apatia 2 DISTORSIONE MAGGIORE DELL’IMMAGINE (Difese BORDERLINE) Livello caratterizzato da grossolana distorsione e attribuzione evidentemente errata dell’immagine di sé o degli altri per mantenere un senso coerente del Sé ed evitare la frammentazione. Identificazione proiettiva Scissione dell’immagine del sé o degli altri

3 DINIEGO Livello caratterizzato dall’esclusione dalla coscienza di agenti stressanti, impulsi, idee, affetti o responsabilità spiacevoli o inaccettabili, con o senza erronea attribuzione di essi a cause esterne. Diniego/Negazione Proiezione Razionalizzazione (Sebbene non sia una difesa di diniego, questo livello comprende anche la Fantasia schizoide) 4 DISTORSIONE MINORE DELL’IMMAGINE (DIFESE NARCISISTICHE) Livello caratterizzato da distorsioni dell’immagine di sé, del proprio corpo o degli altri finalizzate alla regolazione dell’autostima. Le distorsioni non sono complete e diffuse come nel livello borderline. Idealizzazione Onnipotenza Svalutazione

Annullamento retroattivo Intellettualizzazione Isolamento affettivo 5 INIBIZIONE MENTALE (Altre difese NEVROTICHE) Livello di funzionamento difensivo che esclude i conflitti e gli eventi stressanti dalla consapevolezza. L’espressione sintomatica può essere o non essere mantenuta. L’affetto/impulso originario o il suo oggetto possono essere cambiati o alterati. I livelli di inibizione mentale 6 e 5 sono caratterizzati da un funzionamento difensivo che esclude potenzialmente dalla coscienza idee, sentimenti, ricordi, desideri o paure che rappresentano una minaccia per l’equilibrio psichico. Rimozione Dissociazione Formazione reattiva Spostamento 6 (DIFESE OSSESSIVE) Livello di funzionamento difensivo che lascia intatta l’idea e incide sull’affetto ad essa associato. L’affetto viene neutralizzato o minimizzato senza distorsione della realtà esterna. Annullamento retroattivo Intellettualizzazione Isolamento affettivo 7 DIFESE MATURE Livello di funzionamento difensivo che consente capacità di adattamento ottimali nella gestione degli agenti stressanti. Queste difese generalmente accentuano la gratificazione e permettono la consapevolezza dei sentimenti e delle idee. Inoltre promuovono un ottimo equilibrio tra i motivi di conflitto. Affiliazione Altruismo Anticipazione Autoaffermazione Auto-osservazione Repressione Sublimazione Umorismo (Humor)