PRASSI DI RICONOSCIMENTO E VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE

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Transcript della presentazione:

PRASSI DI RICONOSCIMENTO E VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE Bologna 23 Novembre 2010 Elisabetta Perulli ISFOL e.perulli@isfol.it

Il contesto:le sfide per occupabilità e competitività Globalizzazione e competizione mondiale Società della conoscenza Europa 2020: New skills for new jobs Implicazioni: la qualità e l’adeguatezza dei processi di apprendimento a tutti i livelli è la leva per far fronte alle sfide

Parola chiave: competenza Chiave di lettura delle tendenze del mercato del lavoro Riferimento obbligato per le politiche formative Il bagaglio che una persona si costruisce e accumula in vari modi, attraverso processi di apprendimento formali, non formali e informali Occorre che i sistemi formativi e occupazionali ne tengano conto per favorire la mobilità e l’apprendimento permanente

Diventa allora strategico: Promuoverne l’accrescimento e l’aggiornamento Promuovere nuove competenze Valorizzare le competenze possedute Ma il principio comune è la loro riconoscibilità: per garantirla è utile che le istituzioni pubbliche svolgano un ruolo nel promuovere, validare (valutare e riconoscere), certificare le competenze, comunque acquisite.

Un ruolo pubblico nel promuovere le competenze in una logica di riconoscibilità implica: Adeguare i sistemi formativi introducendo un approccio centrato sulla comparabilità dei risultati dell’apprendimento piuttosto che dei percorsi di apprendimento (durata, struttura dei curriculum, ecc).Ciò implica l’adozione di un metodo di definizione delle unità di competenza. Ciò consente di: Rendere effettivo l’apprendimento LLL Agevolare l’incontro domanda-offerta e la mobilità Un ruolo pubblico nel promuovere le competenze in una logica di riconoscibilità implica: - Adeguare i sistemi formativi introducendo un approccio centrato sulla comparabilità dei risultati dell’apprendimento piuttosto che dei percorsi di apprendimento (durata, struttura dei curriculum, ecc).Ciò implica l’adozione di un metodo di definizione delle unità di competenza fondato sulla ricostruzione dei processi lavorativi e l’identificazione al loro interno di attività caratteristiche (output) che implicano la mobilitazione di specifiche risorse cognitive, funzionali, sociali e personali. Ciò consente di: - Rendere effettivo l’apprendimento LLL - Agevolare l’incontro domanda-offerta e la mobilità

Certificazione è un processo attraverso il quale viene rilasciato un certificato, un diploma o un titolo, che attesta formalmente che un organismo competente ha accertato e convalidato un insieme di risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilita, competenze) conseguiti da un individuo rispetto a uno standard prestabilito. (Glossario Cedefop – voce: certificazione dei risultati di apprendimento) Questa concezione di fatto mette insieme cose diverse quali ad es.: il valore di scambio delle competenze in un contesto professionale (impresa, contratti di lavoro, sistema professionale) il rilascio di titoli di studio Certificazione Nel glossario Cedefop certificazione dei risultati di apprendimento è un processo attraverso cui viene rilasciato un certificato, un diploma o un tiolo, che attesta formalmente che un organismo competente ha accertato e convalidato un insieme di risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilita, competenze) conseguiti da un individuo rispetto a uno standard prestabilito. In nota alla definizione si specifica che la certificazione può convalidare i risultati dell’apprendimento conseguiti in contesti formali, non formali o informali. Il tema è complesso, perché occorre distinguere tra finalità di certificazione legate ad attestare il valore di scambio delle competenze in un contesto professionale (impresa, contratti di lavoro, sistema professionale) e finalità connesse al rilascio di titoli di studio.

VALIDAZIONE dell’apprendimento non formale e informale Nel glossario CEDEFOP, nonché nelle Raccomandazioni relative all’EQF e all’ECVET, per validazione, o convalida, dei risultati dell’apprendimento si intende: La conferma, da parte di un ente competente, che i risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilità e/o competenze) acquisiti da una persona in un contesto formale, non formale o informale sono stati accertati in base a criteri prestabiliti e sono conformi ai requisiti di uno standard di convalida. La convalida può essere seguita dalla certificazione o dal riconoscimento dei crediti.

Il lavoratore I servizi per il lavoro Il sistema formativo L’impresa L’Europa quindi ci indica che è necessario prevedere un ruolo pubblico (primario o secondario) nei processi di validazione e certificazione delle competenze Ci dice inoltre che ciò implica indubbi vantaggi per: Il lavoratore I servizi per il lavoro Il sistema formativo L’impresa Il territorio

A livello europeo dal 2004, attraverso 4 Raccomandazioni, vengono forniti i seguenti strumenti: EQF ECVET (ECTS) EQARF Europass Essi concorrono a definire un quadro europeo basato su principi comuni di trasparenza, riconoscibilità, legame con la concreta realtà lavorativa, valorizzazione del ruolo delle istituzioni e delle parti sociali. Ciò consente di rendere riconoscibili e confrontabili le competenze acquisite nei vari S.M e in sistemi molto diversi tra loro. L’adesione è su base volontaria, ma ha un evidente valore politico.

EQF Nasce con la finalità di agevolare trasparenza e riconoscibilità delle competenze legate ai processi formali: definendone 8 livelli di progressione; descrivendole in termini di conoscenze, abilità e competenze. (Tale modalità descrittiva consente un riferimento anche alle competenze acquisite in processi non formali e informali, agevolandone la convalida) Ciò permetterà di migliorare la permeabilità dei sistemi di istruzione e formazione, e faciliterà il funzionamento fluido ed effettivo del mercato del lavoro europeo, nazionale e settoriale.

collegare i nuovi paradigmi del lavoro e della formazione New skills for new jobs A seguito della Comunicazione della Commissione del dicembre 2008, ha preso il via un processo volto a definire un linguaggio comune tra l’ambito dell’occupazione e quello dell’istruzione e formazione. Si tratta dello sviluppo di un dizionario multilingue denominato ESCO (european skills, competencies and occupation taxonomy) OBIETTIVO: collegare i nuovi paradigmi del lavoro e della formazione

A livello nazionale L’Italia è caratterizzata da un quadro disciplinare debole delle forme di qualificazione, anche se ricco di sperimentazioni eterogenee in un quadro di grande incertezza, di elevato consenso nei confronti del valore dei processi formali e dei titoli correlati, di conseguente scarsa credibilità di procedure di certificazione alternative

A livello nazionale Per questo, per dare un seguito operativo, tutto ciò si dovrebbe tradurre in: regole generali valide per tutto il territorio nazionale che definiscano dispositivi, modelli di strumenti condivisi e procedure regole specifiche a livello regionale che definiscano dispositivi, strumenti applicativi e procedure

GLI OGGETTI DEL NATIONAL QUALIFICATION FRAMEWORK IN ITALIA SISTEMA DI STANDARD per definire in modo univoco – ma non rigido - SETTORI - FIGURE PROFESSIONALI - UNITA’ o SET DI COMPETENZE certificabili STRUMENTI TRASPARENTI PER CERTIFICARE E DOCUMENTARE L’APPRENDIMENTO (Certificazione delle competenze, Libretto Formativo del Cittadino) PROCEDURE PER VALIDARE LE COMPETENZE E RICONOSCERE I CREDITI FORMATIVI

C’è qualche matassa da dipanare: la definizione di standard/referenziali delle competenze per creare le condizioni che diano valore alle certificazioni conseguibili in relazione a due contesti: sistema d’istruzione formale e sistema lavoro. La definizione di processi “quadro” di validazione e la certificazione declinabili su tutto il territorio nazionale e ispirati alle indicazioni di livello europeo.

VALIDAZIONE dell’apprendimento non formale e informale Nel glossario CEDEFOP, nonché nelle Raccomandazioni relative all’EQF e all’ECVET, per validazione, o convalida, dei risultati dell’apprendimento si intende: La conferma, da parte di un ente competente, che i risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilità e/o competenze) acquisiti da una persona in un contesto formale, non formale o informale sono stati accertati in base a criteri prestabiliti e sono conformi ai requisiti di uno standard di convalida. La convalida può essere seguita dalla certificazione o dal riconoscimento dei crediti.

A che punto siamo: A distanza di circa 10 anni dalla ampia diffusione del dibattito e delle pratiche in materia di validazione in Europa esiste un consolidato di pratiche e di caratteristiche tecniche e giuridiche legate a questo dispositivo. Al fine di esplicitare questo consolidato di punti comuni nel 2009 CEDEFOP ha pubblicato le Linee Guida Europee per la validazione dell’apprendimento non formale e informale (European Guidelines for validating non‑formal and informal learning http://www.cedefop.europa.eu/en/news/4041.aspx).

Il processo è composto di almeno tra fasi: Cedefop Linee Guida Europee per la validazione dell’apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione: COME (il processo) Il processo è composto di almeno tra fasi: l’identificazione che ricostruisce e individua le competenze dell’individuo sulla base delle sue esperienze ed elenca quelle per le quali è possibile una validazione; la valutazione che accerta in varie forme il possesso delle competenze individuate e la conformità allo standard di riferimento; la validazione che sancisce e attesta gli esiti del processo anche ai fini di certificazione o riconoscimento dei crediti.

Cedefop Linee Guida Europee per la validazione dell’apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione: COSA (standard) La validazione prevede come requisito fondamentale la presenza di standard di riferimento con i livelli minimi di padronanza (standard di convalida). Secondo CEDEFOP, poiché la validazione dell’apprendimento non formale può essere riferita a due diversi ambiti ambito lavorativo e ambito educativo gli standard di riferimento necessari corrispondono rispettivamente standard professionali e standard educativi/formativi.

Cedefop Linee Guida Europee per la validazione dell’apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione: METODOLOGIE Dal punto di vista metodologico la fase di identificazione prevede essenzialmente uno o più colloqui individualI per la ricostruzione dell’esperienza e con il supporto degli standard professionali. La fase di valutazione dei risultati dell’apprendimento può invece essere condotta con vari metodi, quali ad esempio: metodi autodichiarativi raccolta di un dossier di documenti o portfolio interviste tecniche osservazione in situazione simulazioni presentazioni di prodotti della propria attività prove scritte (test, esercitazioni). La fase di validazione prevede invece un atto decisionale assunto sulla base di un esame della documentazione elaborata nelle due fasi precedenti e solitamente è a cura di una commissione con l’eventuale supporto di esperti di settore o osservatori indipendenti.

Secondo il CEDEFOP e la Commissione Europa tutti i paesi dello spazio europeo stanno provvedendo a sviluppare questi dispositivi. Esistono differenze molto sostanziali nel grado di avanzamento di tali processi monitorati dal 2004 ad oggi: 14 Paesi si sono dotati di sistemi nazionali e funzionanti di validazione dell’apprendimento e ciò significa che in questi Paesi tutti i cittadini possono esercitare il diritto di accedere a procedure di validazione dell’esperienza. Questi Paesi sono Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Olanda, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Romania, Spagna e Regno Unito; 10 Paesi sono collocabili in un grado medio di avanzamento in quanto hanno previsto iniziative di natura parziale, non sistemica oppure ancora in fase iniziale. Ciò significa che solo alcuni cittadini in particolari circostanze possono usufruire di questa opportunità. Tra questi Paesi c’è l’ITALIA insieme a Austria, Islanda, Germania, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Svezia e Malta; 8 Paesi sono ancora in fase di dibattito o di concezione di iniziative e che quindi nessun cittadino è ancora interessato a tali processi. Questi Paesi sono: Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Lettonia, Lichtenstein, Slovacchia e Turchia.

Un modello possibile in Italia Queste caratteristiche fondamentali individuate da CEDEFOP sulla scorta della analisi delle diverse pratiche europee, sono riscontrabili anche nelle numerose pratiche nazionali, regionali, locali e settoriali sviluppate in Italia in questi anni, ad esempio: 1. sistemi di certificazione, validazione e riconoscimento crediti operanti o in allestimento in molte Regioni (tra le prime Valle D’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Lazio, Veneto, Umbria). 2. esperienze di sperimentazione del Libretto Formativo del cittadino realizzata in 13 Regioni tra il 2007 e il 2010 (ad oggi è in corso Lazio e in avvio Sicilia); 3. numerose esperienze svolte in risposta alla crisi come ad es. la sperimentazione di un percorso di valorizzazione delle competenze con NUP, Standard prof.li e Libretto nell’ambito delle Politiche Attive per il contrasto alla crisi in Regione Veneto; 4. esperienze condotte in progetti innovativi anche finanziati tramite programmi europei Leonardo, Equal o altri.

Libretto Formativo del Cittadino Decreto Interministeriale sul Formato del Libretto formativo - 10 ottobre 2005 (Tavolo istituito dal Ministero del Lavoro con MIUR, Regioni e Parti Sociali) Accordo raggiunto su: Formato Finalità del Libretto (trasparenza e potenziamento dell’individuo) Processo di sperimentazione Primi elementi tecnici per il processo di erogazione del servizio e le modalità di registrazione delle competenze pur in assenza di standard nazionali Percorso per la messa a regime Processo di erogazione (requisiti dei servizi e degli operatori) Descrittivi/referenziali delle competenze da registrare Protocollo per la validazione delle competenze apprese in contesto non formale e informale Tramite la sperimentazione si INTENDEVA raggiungere accordi su:

LA GEOGRAFIA DELLA SPERIMENTAZIONE DEL LIBRETTO Formativo (2007/2010) VALLE D’AOSTA (2008) Focus: Agenzia del Lavoro. Punto di forza: connessione con il sistema di riconoscimento crediti PIEMONTE (2007) Focus: automatizzazione rilascio Punto di forza: normativa reg. e accreditamento operatori VENETO (2009) Focus: CIG politiche attive Punto di forza: uso standard professionali metalmeccanica LIGURIA (2007) Focus: Diritto-Dovere Punto di forza: una mico sperimentazione in alto apprendistato TRENTO (2007) Focus: Sportello di Orientamento Punto di forza: studio impatto territoriale tramite Comitato Guida FRIULI VENEZIA GIULIA (2007) FOCUS: Formazione permanente. Punto di forza: rete territoriale e formazione operatori. EMILIA ROMAGNA (2008) Focus: Immigrati Punto di forza: associazione del Libretto con altre forme di sostegno presso sportelli polivalenti MOLISE (2007-2008) Focus: Apprendistato Punto di forza: uso banca dati anche per supervisione TOSCANA(2007) Focus: ampiezza campione e multitarget. Punto di forza: coinvolgimento anche dei centri per l’impiego BOLZANO (2007) Focus: Utenti Ufficio Orientamento Punto di forza: sistema informatizzato per integrazione delle informazioni SICILIA (2010) Focus: applicazione in oltre 200 sportelli con Delibera Regionale. Punto di forza: prima applicazione in vasta scala LAZIO (2010) Focus: militari volontari in congedo Punto di forza: connessione con sistema regionale qualifiche SARDEGNA (2009) Focus: FP+CENTRI IMPIEGO Punto di forza: uso di standard di qualifica

Tale piattaforma comprende: Linee Guida per l’utilizzo del Libretto; Oggi 2010…l’operatività effettiva del Libretto è assicurata dalla piattaforma metodologica costruita dall’Isfol al sito web www.nrpitalia.it. e condivisa tramite la sperimentazione. Tale piattaforma comprende: Linee Guida per l’utilizzo del Libretto; Unità standard delle Competenze per gli operatori preposti alla erogazione del servizio; Manuale e strumenti metodologici per la formazione a distanza o in presenza degli operatori stessi; Sistema di compilazione dei Libretti on line e banca dati per il tracciamento e monitoraggio dei dati. Inoltre tra gennaio e luglio 2010 è stata realizzata da ISFOL una ricerca- intervento che ha indagato gli orientamenti delle imprese intorno al tema Validazione/Libretto Formativo e il possibile ruolo delle stesse quali protagonisti/beneficiari di questi dispositivi.

Si avvicinano le scadenze: Entro il 2010 (ma meglio dire 2011) occorre rapportare i sistemi nazionali delle qualificazioni all’EQF, sviluppando, ove opportuno, quadri nazionali delle qualificazioni, conformemente alle norme e prassi nazionali. la definizione del quadro nazionale delle qualificazioni (NQF) dovrebbe consentire la relazione tra il riconoscimento degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informali e il riconoscimento nei contesti formali, tramite i repertori delle qualificazioni descritte in termini di risultati dell’apprendimento e collocate nei livelli appropriati del framework.

Cosa è veramente utile che il soggetto pubblico promuova riguardo alle competenze? Non è affatto semplice valutare e certificare le competenze fuori dai sistemi formali con un’assunzione di responsabilità pubblica. E può essere anche costoso. Ma è possibile e ci sono sperimentazioni interessanti sia a livello regionale che nel campo della bilateralità. Non tutte le competenze sono certificabili (o non ne vale la pena). C’è un problema di economicità (rapporto costi-benefici), di motivazione degli attori e di scelte di priorità. Non si possono coltivare illusioni meccanicistiche, occorre garantire affidabilità e adottare dispositivi semplici e leggibili, ma anche democrazia nell’accesso ai dispositivi di validazione, con efficaci sistemi di accompagnamento per evitare selezione ed esclusione dei più deboli. continua Occorre sgombrare il campo da equivoci e rischi di banalizzazioni o semplificazioni riduttive e fare chiarezza su cosa è veramente utile che il soggetto pubblico promuova riguardo alle competenze. Su questo molto si discute in Europa e ci sono forti differenze di approccio. - Non è affatto semplice valutare e certificare le competenze fuori dai sistemi formali con un’assunzione di responsabilità pubblica. E può essere anche costoso. Ma è possibile e ci sono sperimentazioni interessanti sia a livello regionale che nel campo della bilateralità - Non tutte le competenze sono certificabili o non ne vale la pena. - C’è un problema di economicità (rapporto costi-benefici), di motivazione degli attori e di scelte di priorità Non si possono coltivare illusioni meccanicistiche, occorre garantire affidabilità e adottare dispositivi semplici e leggibili, ma anche democrazia nell’accesso ai dispositivi di validazione, con efficaci sistemi di accompagnamento per evitare selezione ed esclusione dei più deboli

Cosa è veramente utile che il soggetto pubblico promuova riguardo alle competenze? Occorre chiarezza sul senso effettivo del “riconoscimento” da parte dei sistemi formativi e del mondo del lavoro. Per questo è necessario il coinvolgimento degli attori chiamati a formalizzare il valore d’uso o di scambio delle competenze validate e/o certificate, a seconda che esse siano equivalenti a titoli o crediti formativi o attestino il possesso di requisiti professionali cui sia attribuito un valore in un’ottica prossima alle politiche del lavoro e della gestione delle risorse umane Qual è il “valore” della certificazione pubblica? E come si connette con le prospettive del valore legale dei titoli? Occorre sgombrare il campo da equivoci e rischi di banalizzazioni o semplificazioni riduttive e fare chiarezza su cosa è veramente utile che il soggetto pubblico promuova riguardo alle competenze. Su questo molto si discute in Europa e ci sono forti differenze di approccio. - Occorre chiarezza sul senso effettivo del “riconoscimento” da parte dei sistemi formativi e del mondo del lavoro. Per questo è necessario il coinvolgimento degli attori chiamati a formalizzare il valore d’uso o di scambio delle competenze validate e/o certificate, a seconda che esse siano equivalenti a titoli o crediti formativi o attestino il possesso di requisiti professionali cui sia attribuito un valore in un’ottica prossima alle politiche del lavoro e della gestione delle risorse umane - Qual è il “valore” della certificazione pubblica? E come si connette con le prospettive del valore legale dei titoli?

Grazie per l’attenzione e.perulli@isfol.it per saperne di più: Isfol “VERSO L’EUROPEAN QUALIFICATION FRAMEWORK Il sistema europeo dell’apprendimento: trasparenza, mobilità riconoscimento delle qualifiche e delle competenze” Collana Isfol Temi e Strumenti – Rubbettino - 2009 ISFOL “Il Libretto Formativo del Cittadino: dal Decreto del 2005 alla sperimentazione” Collana Isfol Temi e Strumenti – Rubbettino – 2008. ISFOL “Esperienze di validazione dell’apprendimento non formale e informale in Italia e in Europa” Collana Isfol Temi e Strumenti – Rubbettino, 2007 Area di lavoro sul Libretto Formativo presente sul WEB all’indirizzo: http://www.nrpitalia.it/