Voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli Esodo Voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli
Esodo partenza racconto vocazione ebrei quale popolo di Jahvè evento fondante popolo ebraico liberazione dalla schiavitù d’Egitto adempimento promesse Abramo sulla discendenza
400 anni di schiavitù sterminio bambini maschi ebrei Mosè salvo, preso da figlia faraone cresciuto a palazzo reale a 40 anni uccise egiziano che maltrattava ebreo fuga nel deserto di Madian pastore di pecore per 40 anni
Es 3, 1-22 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?». Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte».
Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. Va'! Riunisci gli anziani d'Israele e di' loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell'Egitto verso il paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele. Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re di Egitto e gli riferirete: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio. Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare. Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote. Ogni donna domanderà alla sua vicina e all'inquilina della sua casa oggetti di argento e oggetti d'oro e vesti; ne caricherete i vostri figli e le vostre figlie e spoglierete l'Egitto».
arrivò al monte di Dio, l'Oreb in ebraico “arido” attuale Sinai monastero di Santa Caterina
l'angelo del Signore gli apparve “inviato di Dio” ad apparire a Mosè è prima l’angelo, che lascia il passo allo stesso Signore
il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava dall’ebraico “saneh” = “roveto” cespuglio caratteristico della zona desertica della penisola sinaitica che, sotto il sole rovente, può prendere fiamma più che a un fenomeno naturale, qui rimanda al simbolo classico delle teofanie, cioè alle solenni apparizioni divine fuoco = il Dio vicino e presente (illumina e riscalda), ma anche inafferrabile e misterioso (non è possibile toccarlo) fiamma = la purezza, e quindi la santità di Dio pruno = la pianta più umile
Eccomi! risposta umile e riverente Togliti i sandali dai piedi segno di umiltà e riconoscimento di essere un peccatore alla presenza del Dio santo Dio iniziò un rapporto personale e diretto con Mosè, però era un rapporto in cui Mosè doveva avere la massima umiltà e riverenza verso Dio
Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe prova che essi sono ancora in vita Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi esiste la risurrezione, esiste la vita dopo la morte
Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio quando gli uomini vedono la gloria di Dio, si nascondono per la maestosità della sua gloria la gloria di Dio è troppo grande perché l’uomo possa stare a testa alta nella presenza di Dio l’unico modo di avvicinarci a Dio è con un santo timore di Dio, con grande riverenza
Ho osservato la miseria del mio popolo … ho udito il suo grido … conosco le sue sofferenze … Dio sa tutto di tutto e prende a cuore Dio identifica gli Ebrei come il suo popolo Dio ha una cura particolare ed eterna verso coloro che gli appartengono
Sono sceso per liberarlo … e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso … dove scorre latte e miele Dio dichiara di entrare personalmente nel mondo per compiere una grande opera Dio è sceso per liberare il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto dal peccato
Ora va'! Dio opera tramite gli uomini Dio cerca uomini adatti ad essere strumenti nelle sue mani per compiere la sua opera: uomini di fede, umili, che danno gloria a Dio quando Dio vuole operare tramite un uomo, prepara quell’uomo
Io ti mando dal faraone 40 anni prima, Mosè aveva ucciso un egiziano per salvare un ebreo quando il faraone aveva cercato di ucciderlo, Mosè era scappato nel deserto, dove aveva vissuto per 40 anni
Chi sono io …? semplice pastore di pecore, scappato dall’Egitto, uomo vecchio, la vita un fallimento Dio lo chiamava a una missione impossibile Dio lo aveva preparato: cresciuto nel palazzo reale, poteva rivolgersi al faraone; educato come un principe, poteva guidare un popolo; pastore di Madian, poteva attraversare il deserto grande fede, ubbidiente a Dio, umile, cuore pieno di compassione
Io sarò con te ciò che è impossibile per l’uomo, è possibile a Dio quando Dio è con noi, ogni cosa è possibile questo aiutò Mosè ad avere più fede
E io che cosa risponderò loro? Mosè ricordava che 40 anni prima, cercando di risolvere una lite fra due ebrei, uno gli aveva chiesto: “chi ti ha costituito giudice e principe sopra di noi?” era importante far capire agli ebrei che Mosè non stava agendo di testa sua chiedere il nome del Signore significava domandare sulla base di quale autorità Mosè agiva il nome rappresentava il carattere e la persona stessa
Io sono colui che sono! Dio non si rivela con un nome-sostantivo, ma con un nome-verbo: “hwh” in ebraico “Io sono” da qui il tetragramma “JHWH”, letto di solito “Jahweh”, impronunziabile anche durante la lettura del testo biblico sostituito con “ADONAJ” (= “mio Signore”) alle consonanti “Jhwh” furono inserite le vocali di “Adonaj”; da qui la lettura erronea Jehowah o Geova.
IO SONO COLUI CHE IO SONO Dio è una persona, non una forza Dio ha una volontà, è pienamente cosciente di Sé Dio è al di sopra di ogni cosa nell’universo Dio è eterno Dio è inaccessibile Dio è il Redentore
Essi ascolteranno la tua voce questo rinfrancò il cuore di Mosè il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte Dio rivelò a Mosè che avrebbe compiuto grandi miracoli contro l’Egitto, e che in seguito gli egiziani avrebbero lasciato uscire gli ebrei Dio può ogni cosa, con la sua potenza
Es 19, 1-25 Al terzo mese dall'uscita degli Israeliti dal paese di Egitto, proprio in quel giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levato l'accampamento da Refidim, arrivarono al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte. Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti». Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano sempre anche a te». Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va' dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo. Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con tiro di arco. Animale o uomo non dovrà sopravvivere. Quando suonerà il corno, allora soltanto essi potranno salire sul monte».
Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece purificare il popolo ed essi lavarono le loro vesti. Poi disse al popolo: «Siate pronti in questi tre giorni: non unitevi a donna». Appunto al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì. Poi il Signore disse a Mosè: «Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine! Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si tengano in stato di purità, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!». Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertiti dicendo: Fissa un limite verso il monte e dichiaralo sacro». Il Signore gli disse: «Va', scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!». Mosè scese verso il popolo e parlò.
Al terzo mese dall'uscita degli Israeliti dal paese di Egitto Festa delle Settimane (in ebraico Shavuoth) Pentecoste essi arrivarono al deserto del Sinai Sinai = rupi, rocce
Israele si accampò davanti al monte il monte ha una connotazione simbolica molto importante perché è la terra che si protende verso il cielo: è la terra stessa che sale Mosè salì salire = tensione verso l’alto, verso il divino (torre di Babele, scala di Giacobbe)
ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me immagine della grazia Israele è stato portato, ha volato, è arrivato in alto su ali non sue Dio ha usato misericordia e benevolenza e ha guidato in modo straordinario all’incontro con sé
se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli viene proposta l’alleanza, un patto (legame) che viene stipulato fra Dio e il popolo (cf. Noè, Abramo), ma qui è bilaterale proprietà, in ebraico “segullah” = proprietà personale della casa reale Dio è sovrano su tutti i popoli, ma ha un rapporto particolare con il popolo d’Israele, che è come sua “proprietà personale”
Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa Israele partecipa della qualità propria ed esclusiva di Dio: la santità; è separata, cioè è un gruppo di persone ben distinte dalle altre, con un compito sacerdotale è una comunità che ha una funzione sacerdotale nei confronti di tutti gli altri popoli della terra Israele deve consacrare tutte le nazioni, rivelando loro la parola di Dio Dio sceglie Israele come collaboratore per la salvezza di tutti i popoli
Va' dal popolo e purificalo oggi e domani per fare esperienza di Dio, del sacro, l’uomo si deve “separare” da tutto ciò che è impuro e profano, cioè contrastante il sacro, e “santificarsi” santificare = separare
Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde gli ebrei devono, con tutte le loro cose, stare in distanza di sicurezza, essendo il luogo santo del Sinai concepito come un terreno minato, carico dell’energia divina che è intoccabile da mano umana chi viola questo perimetro invalicabile è votato alla morte, segno della “scomunica” dalla comunità dei figli d’Israele si vuole esaltare il mistero di Dio
al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba teofania = manifestazione di Dio tuono, in ebraico “col” = voce = è la voce di Dio la tromba richiama il tuono
Es 24,4-11 Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!». Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!». Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
offrire olocausti e sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione olocausto = l’animale viene messo sull’altare e bruciato completamente sacrificio di comunione = l’animale viene offerto al Signore, ma mangiato dalla gente di comunione = lo si mangia insieme
Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo metà del sangue è stata versata sull’altare (= Dio); l’altra metà sul popolo legame di sangue i due diventano parenti
mangiarono e bevvero modo per fare il contratto = mangiare e bere pranzo di nozze = pranzo di alleanza l’Eucarestia si colloca perfettamente nella dinamica della cena pasquale ebraica e nella stipulazione dell’alleanza