Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete Giovanni Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete
prima parte capitolo 4 vangelo Gv incontro di Gesù con i Samaritani promessa del futuro: la Samaria diventerà, agli inizi del cristianesimo, una delle grandi regioni di annuncio del Vangelo Gesù va in Samaria e annuncia il Vangelo e lì ottiene successo Gesù incontra prima il giudaismo ortodosso (con Nicodemo cap.3), poi il giudaismo scismatico (con la samaritana cap.4)
Gv 4,1-42 Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli disse la donna - dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
si diresse di nuovo verso la Galilea ... si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria era necessario che lui passasse di lì per incontrare i fratelli lontani e riportarli all’unica famiglia del Padre il verbo “dovere” per gli evangelisti non indica mai una necessità ma l’assolvimento di una volontà divina per andare dalla Giudea alla Galilea normalmente non si attraversava la Samaria, ma si scendeva giù lungo la valle del Giordano: era un po’ più lungo e forse anche più scomodo, ma la Samaria veniva evitata perché c’era una grande ostilità tra i due popoli
Perché tanta ostilità? in una delle tante invasioni che gli Assiri avevano fatto, avevano deportato gran parte della popolazione di questa regione della Samaria e l’avevano ripopolata con dei coloni; la popolazione si era fusa ed era venuto un intreccio di meticci che gli Ebrei ritenevano impuri tra Samaritani e Giudei c’era una grande rivalità, c’erano inimicizie, lotte, omicidi e all’epoca di Gesù dare del samaritano ad un Giudeo era l’insulto più grave che si potesse fare nella Bibbia si evita di nominare la Samaria e viene definito in Siracide: “Quel popolo stupido che abita a Sichem” Gesù doveva andare in Samaria non per un percorso geografico ma perché è lo sposo che va a riconquistare la sposa adultera
Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe era questo il famoso pozzo situato sul terreno che Giacobbe aveva acquistato dopo l’incontro con suo fratello Esaù e che diede a suo figlio Giuseppe; qui aveva corteggiato Rachele (cfr. Gn 29, 9ss) nella Bibbia gli incontri al pozzo tra uno sconosciuto e una donna si concludono abitualmente con un matrimonio al pozzo il servo di Abramo, inviato dal patriarca nella sua terra d'origine per scegliere una moglie al figlio Isacco, incontra la splendida Rebecca (Gn 24,10-51); a questo pozzo Mosè aveva incontrato le sette figlie di Reuel, e quindi la sua futura sposa (cfr. Es 2, 20-22)
Come mai, sapendo ciò che può evocare, Gv ambienta proprio al pozzo l'incontro di Gesù con la Samaritana? qui si era svolta la famosa grande assemblea (cfr. Gs 24), quando Israele fu chiamato a rinnovare la sua promessa di fedeltà al Dio dell’Alleanza siamo in un luogo carico di storia e di senso salvifico il Signore deve incontrare la sposa perduta e portarla a conoscere il suo dono
Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo Gesù sta tornando da Gerusalemme in Galilea anziché prendere la Via Maris, che costeggia le rive del Mediterraneo, o risalire lungo il Giordano, sceglie la strada più ardua che passa per le montagne della Samaria i suoi discepoli vanno a comprare qualcosa da mangiare, mentre lui, stanco del viaggio, si siede accanto al pozzo che la tradizione attribuiva al patriarca Giacobbe si sottolinea l’umanità di Gesù: ha fame, sete, è stanco
nel corso della narrazione, l’evangelista gioca tra i termini “sorgente” e “pozzo” usa due termini diversi per indicare la stessa realtà la sorgente è la fonte d’acqua e la vita ha naturalmente bisogno dell’acqua essendo Dio il datore della vita, uno dei termini per indicare Dio era “la sorgente d’acqua”, per la vita che Dio comunica il profeta Geremia nel lamento del Signore dice: “hanno abbandonato me, sorgente d’acqua viva, per dissetarsi in cisterne screpolate che non contengono l’acqua”
Era verso mezzogiorno Gv è sempre puntuale nel situare le sue scene dal punto di vista geografico e temporale mezzogiorno, il centro della giornata, anticipa quel “mezzogiorno” in cui Gesù sarà messo a morte e ci donerà, dal suo costato trafitto, l’acqua viva
Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua normalmente l’acqua alla fonte ci si andava a prenderla o al mattino presto o alla sera dopo il tramonto: era impensabile a mezzogiorno, con quel sole che c’è in quelle zone solitamente, le donne vanno all’alba ad attingere l’acqua, per poi occuparsi dei mille altri lavori della giornata; in fila, si raccontano le ultime notizie la donna di Samaria va al pozzo in solitudine, forse per evitare di sostare con altre donne, che potevano accusarla, insultarla la sua storia doveva essere nota nella piccola città ed era probabilmente oggetto di scherzi e di chiacchiere...
una donna di Samaria la donna è anonima quando nei vangeli i personaggi sono presentati senza nome, significa che sono personaggi rappresentativi, cioè non tanto un personaggio che è possibile rintracciare storicamente, ma una realtà nella quale il lettore si può identificare
Le disse Gesù: «Dammi da bere» Gesù inizia il dialogo in Gv l’iniziativa spetta sempre a Gesù, che inizia a costituire il rapporto secondo una logica di rivelazione Gesù si presenta come un bisognoso tra le tante differenze (di ceppo, di modo di rapportarsi con Dio, di “genere”), Gesù sceglie un elemento comune, un aspetto di umanità che è identico per lui e per lei: la sete la donna di Samaria è in grado di attingere l’acqua dal pozzo e soddisfare la sete di Gesù
acqua: uso simbolico nella tradizione dell'Antico Testamento simbolo dell'azione dello Spirito di Dio nelle persone Geremia oppone l'acqua viva della sorgente all'acqua della cisterna (Ger 2,13) «Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza»: Is 12,1-6; «L'anima mia ha sete del Dio vivente»: Sal 42,2-3; «Non soffriranno né fame né sete e non li colpirà né l'arsura né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti di acqua»: Is 49,10; «O voi tutti assetati venite all'acqua»: Is 55,1; «Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente...»: Ez 47,1ss. Gesù conosce le tradizioni del suo popolo e su di esse si appoggia nella conversazione con la Samaritana : evoca in lei (e nei lettori) tutto un insieme di episodi e frasi dell'AT colui che – solo – dona l’acqua viva, implorerà poi dalla croce: “Ho sete!” (Gv 19,28) la sete fisica, il più grande tormento di un crocifisso, nascondeva un’altra sete: la sete del Messia Figlio di Dio, che soffre ed estingue in se stesso tutte le seti degli uomini Gesù spirando trasmise lo Spirito (Gv 19,30b), che aveva promesso come “fiumi d’acqua viva” che sarebbero sgorgati “dal seno di lui” crocifisso e glorificato (Gv 7,37-39) sangue e acqua uscirono dal fianco di Gesù, trafitto con una lancia (Gv 19,33-34): sono i fiumi della vita vera, che scaturiscono da quella sorgente e corrono dappertutto per dissetare il mondo
I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi indicazione strana tutti dovevano andare in città per comperare cibo? i discepoli vanno a comperare cibi perché non conoscono l’alimento di Gesù il suo cibo è fare la volontà di Colui che lo ha mandato Gesù è andato in Samaria perché quella è la volontà del Padre, di riconquistare anche quelli che sono perduti; questo è il cibo del Signore e i discepoli non accettano questa volontà, perché hanno un senso di superiorità
Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani i maschi di quella cultura si ritenevano superiori alla femmine e mai un uomo si sarebbe abbassato a chiedere qualcosa ad una donna qui è un giudeo che rivolge la parola ad una samaritana donna samaritana = emblema massimo dell’impurità Gesù non si rivolge dall’alto ad una persona che sta in basso, ma si pone al suo livello
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» alla sfida aggressiva della samaritana, che ricorda le divisioni razziali tra i due popoli, Gesù risponde superando le divisioni e proponendole un dono la donna fa l’elenco delle differenze: sei un giudeo, sei un uomo, perché mi parli? Sei un nemico, perché mi domandi un aiuto? Erano muri mentre la donna s’incaglia sull’umano, Gesù la invita a uscire dal suo atteggiamento “fai-da-te” per riconoscere che c’è un dono per lei da parte di Dio e che l’uomo assetato che le sta innanzi è colui che glielo porge
Se tu conoscessi! invito ad aprire gli occhi Gesù = assetato donna = assetata donna = capace di dissetare Gesù = capace di dissetare (primo livello (secondo livello, di comprensione della manifestazione delle cose, del Verbo di Dio) della carne) oltre all’acqua del pozzo, al pane della tavola, alla bellezza del vestito, al successo, c’è il dono di Dio imparare ad allargare la percezione, i desideri la sete è sete di acqua, ma è anche di più: è bisogno di vivere, di essere amati, di un senso della vita, di una speranza alla sete di acqua può rispondere il pozzo di Giacobbe, alla sete di un senso della vita può rispondere solo il dono di Dio
imparare a vedere con occhi nuovi la persona di Gesù e imparare a vedere in quell’uomo limitato, perché fatto di carne e di sangue, la rivelazione di Dio, Dio che si manifesta, Dio che cammina in mezzo agli uomini, che va in cerca dell’uomo e gli esprime un amore gratuito Gesù è lo sposo che va in cerca della moglie adultera e, quando la ritrova, non la minaccia, non la castiga, ma fa come ha fatto Osea, offre alla donna una nuova possibilità, l’amore che si fa dono particolare la donna non lo conosce, perché come ha scritto Osea, che è sempre nello sfondo di questa narrazione, “non c’è infatti sincerità nell’amore del prossimo, né conoscenza di Dio nel paese” non c’è conoscenza di Dio, allora Gesù dice: se tu conoscessi quanto è grande il mio amore per te! la religione pensava: più uno ha dei meriti e più ottiene l’Amore di Dio; con Gesù più la persona è bisognosa e più l’Amore di Dio sarà efficace Gesù alla donna che rappresenta la Samaria, idolatra, si presenta con un dono d’Amore che non guarda che sia impura, peccatrice, ma gli offre il regalo di Dio l’azione di Dio con i peccatori è quello di offrire un regalo, non un castigo
acqua viva livello superficiale: livello profondo: acqua di sorgente, Dio solo è il vivente, contrapposta Dio possiede la vita all’acqua di cisterna che è stagnante da dove hai dunque quest'acqua viva? indica la presenza di un mistero
Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete la ricchezza del mondo è effimera il mondo non è capace di soddisfare pienamente il desiderio dell’uomo può togliere la fame o la sete per un po’ ma poi il desiderio ritorna il cuore dell’uomo è troppo grande perché il mondo lo possa riempire
ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna quando l’uomo incontra Gesù ha a sua disposizione il dono di Dio, che è capace di soddisfare ogni desiderio non solo l’uomo riempie il suo desiderio ma diventa capace di arricchire gli altri con quello che ha ricevuto Gv ritiene che quando l’uomo riceve il dono di Dio lui stesso diventa il dono di Dio
prima Gv ha parlato di pozzo, ora di sorgente nella simbologia ebraica il pozzo era l’immagine della Legge, fonte della vita la samaritana pensa che l’acqua deve essere attinta con le sue forze (pozzo) e non conosce né immagina la possibilità di bere un’acqua viva (sorgente) che può essere presa senza sforzo quando il rapporto con Dio è basato sull’osservanza della Legge, l’uomo deve contare sulle sue forze, deve sforzarsi di osservare questa Legge quando il rapporto è basato sullo Spirito, si può contare sull’amore
Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge? la donna sta incominciando a capire la donna conosce il dono di Giacobbe, il pozzo che richiede lo sforzo, ma non quello di Dio che è gratuito differenza tra fede e religione nella fede l’uomo deve accogliere gratuitamente l’Amore di Dio, nella religione l’uomo deve meritarlo con i suoi sforzi Gesù dimostra che l’Amore di Dio non va meritato con gli sforzi degli uomini, ma va accolto
«Signore, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» equivoco, frequente in Gv Gesù parla a un livello profondo di rivelazione, ma il suo interlocutore ascolta al primo livello la donna ha l’impressione di potere togliere una scomodità della vita: il dover andare tutti i giorni al pozzo di Giacobbe ad attingere l’acqua bisogna fare un passo avanti
«Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui» il Signore cambia radicalmente discorso: è lui che ha in mano il dialogo lo scopo è quello di fare entrare un’esperienza nuova: l’essere conosciuto da Gesù Gesù non nega la sua identità alla donna e chiama a verità anche lei ella, che tutti conoscevano, si sente per la prima volta davvero conosciuta il dono di Dio non è un francobollo che si applica a qualsiasi pacco, chiede la caduta della maschera, la verità di se stessi, chiede che conduciamo a lui tutta la nostra vita
Rispose la donna: «Non ho marito» questa è una donna che non ha trovato la gioia non ha trovato pace così per Gv è la condizione del mondo il mondo è inquieto, non riesce a trovare pace, cerca di addormentarsi con tutta una serie di ricchezze (che sono solo dei surrogati, degli anestetici per non sentire il dolore) ma che non riempiono, non soddisfano il bisogno di vita che sta nel cuore dell’uomo
Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero» fragilità morale della donna e insoddisfazione Gesù conosce questo mistero che la donna ha nel cuore la prima esperienza non è quella di conoscere Gesù, ma di essere conosciuti da Gesù Gesù conosce cosa c’è nel cuore dell’uomo “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo” (Sal 139) l’incontro con Gesù è un essere conosciuti
Signore, vedo che tu sei un profeta Signore, vedo che tu sei un profeta! Gesù dichiara alla donna la sua condotta, ma non la umilia e la donna accoglie la verità su se stessa, senza aggredire colui che le parla non è preoccupata della sua immagine da difendere, ma volge lo sguardo stupito alla persona che le sta innanzi: è senza dubbio un profeta Gesù si impone con la conoscenza soprannaturale il dialogo non è più tra un uomo giudeo e una donna samaritana, ma tra Dio e l’uomo, tra la Verità e il desiderio della Verità, tra Colui che guarisce e colei che vuole essere guarita
I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare i samaritani avevano costruito un tempio sul monte Garizim e sostenevano che era il legittimo luogo di culto; perciò i giudei li ritenevano pagani e idolatri la donna comprende di trovarsi davanti un profeta e lo interroga a proposito del santuario unico: il monte Garizim o il tempio di Gerusalemme?
Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità» siamo al punto culminante di tutto il racconto: da oggi in poi Dio non si adorerà né a Gerusalemme, né sul monte Garizim, né in nessun altro luogo circoscritto, ma in spirito e verità
la samaritana non è una donna da marito (ne ha avuti cinque la samaritana non è una donna da marito (ne ha avuti cinque!); il suo problema è sapere chi è suo marito i Samaritani erano considerati eretici e infedeli dai Giudei, perché avevano abbandonato il Dio d'Israele, il vero e unico marito Baal = marito, idolo i samaritani hanno avuto cinque idoli, legati ai cinque popoli che furono portati verso quel luogo dal re di Assiria (cf. 2Re 17,30-31): gli Assiri in una invasione avevano deportato parte della popolazione e l’aveva rimpiazzata con coloni di altri paesi; si erano mescolati, per cui si continuava ad adorare il Dio di Israele, Jhvh, sul monte Garizim, ma su altre cinque colline avevano eretto altri cinque templi ad altre divinità il sesto marito, quello che aveva adesso, non era quello vero, non realizzava il desiderio più profondo del popolo: l'unione con Dio, come il marito che si unisce alla sua sposa (cf. Is 62,5; 54,5) il vero marito, il settimo, è Gesù, come fu promesso da Osea: “Ti farò mia sposa per sempre" (Os 2,21) Gesù è lo sposo che è arrivato (cf. Mc 2,19) per portare la vita nuova alla donna che lo ha cercato tutta la vita e, fino adesso, non lo aveva trovato. Se il popolo accetta Gesù come "sposo", avrà accesso a Dio ovunque sia, tanto in spirito che in verità
per poter accogliere il dono d’Amore di Dio, Gesù invita la donna a rompere con le altre divinità che promettono una felicità che non possono dare noi non siamo pagani, non siamo idolatri, ma non disdiciamo altre divinità alle quali sacrifichiamo noi stessi e gli altri cosa non si sacrifica in nome del profitto, dell’interesse! la donna comprende ciò che Gesù le sta dicendo che non riguarda la sua vita privata, ma il rapporto con Dio, ecco che allora va subito al nodo della questione
donna in Gv Gesù si rivolge con l’appellativo “donna” solo a tre personaggi femminili, che rappresentano le tre spose di Dio donna = moglie nella madre vede raffigurata la Sposa fedele di Dio, l’Israele fedele la samaritana è la Sposa adultera che lo Sposo (come ha fatto Osea) riconquista con un dono d’Amore Maria di Magdala rappresenta la nuova comunità
adoreranno il Padre in spirito e verità la donna ha chiesto dov’è possibile adorare Dio, Gesù risponde dove e come è possibile adorare il Padre Dio Padre si tratta di ritrovare Dio come Padre lo spirito è lo Spirito Santo che Dio mette nei nostri cuori per Gv la verità è semplicemente Gesù, perché è la manifestazione vera, autentica di Dio: “Io sono la via, la verità e la vita” l’incontro con Dio è possibile attraverso l’uomo Gesù e con la forza dello Spirito Santo
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo» Gesù si fa conoscere sempre meglio la donna prima lo ha chiamato Giudeo, poi Signore, poi Profeta, ora ha capito che questo deve essere il Messia e si dichiara disposta ad accettarlo “Io sono” in ebraico è il nome di Dio (JHWH) Gesù ha tentato un incontro con la samaritana attraverso la porta del lavoro giornaliero (prendere acqua), ma non vi è riuscito; poi, ha tentato per la porta della famiglia (chiamare il marito) e non ha avuto risultato; finalmente, lei ha preso l'argomento della religione (luogo dell'adorazione) e Gesù è riuscito ad entrare per la porta che lei ha aperto
La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?» arrivano i discepoli e si meravigliano di trovarlo a parlare con una donna; si trattengono però dal fare domande lei scappa via e si dimentica perfino la brocca dell'acqua: ormai ha bevuto l'acqua viva che Gesù le aveva promesso e non ha tempo da perdere è in possesso di una notizia bella e deve comunicarla corre in città e si sperimenta libera: non deve più fuggire via dalla sua storia, non teme gli sguardi sprezzanti e i sorrisi ironici, ma racconta entusiasta la propria esperienza; ciò che prima era motivo di umiliazione e di vergogna, ora può essere raccontato liberamente; anzi, diventa la base stessa della testimonianza e dell'annuncio
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» la samaritana fa come hanno fatto i primi discepoli: su indicazione di Giovanni Battista si sono accostati a Gesù, hanno scoperto in lui il Messia e sono diventati a loro volta missionari (cfr. Gv 1, 35-51) all’annuncio della donna, per le sue parole, i suoi concittadini furono sollecitati a muoversi per andare a conoscere quest’uomo straordinario che le aveva detto tutto ciò che lei aveva fatto
Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo i samaritani notano la differenza tra la parola (logos) di Gesù e il discorso (lalèin) sensazionale della donna: questa suscita curiosità, la parola di Gesù suscita la fede il cammino di fede è compiuto: essi non solo hanno riconosciuto in Gesù un Giudeo, uno più grande di Giacobbe, un profeta, ma finalmente il Messia, il Salvatore del mondo, di tutti quello che non avevano capito i discepoli, quello che non avevano capito i Giudei, i Samaritani riescono a capire: non il Messia limitato ad Israele, ma il Salvatore del Mondo la fede non è solo credere alle parole dette su Gesù: è incontrare Lui stesso, dimorare in Lui, fare esperienza diretta di Lui; da questa esperienza nasce poi l’impellente desiderio di annunciare agli altri la Salvezza sperimentata