L’IMPATTO DELLA CRISI NELLA PROVINCIA DI TREVISO Relatore: Giuseppe Capuano Dirigente Responsabile Area Studi e Ricerche – Istituto G. Tagliacarne
I “FUNDAMENTALS” DAI QUALI RIPARTIRE Un “ritorno” al 2004 Petrolio e materie prime da 150$ al barile a 40-50$ al barile Tassi d’interesse dal 4,5% al 1,25% (tassi BCE) Tasso di cambio da 1,5$=1 € a 1,30-1,35$=1€ Tasso di inflazione dal 4% al 1,5-2% Minore “indebitamento” pro capite Riduzione del prezzo del petrolio e delle materie prime con riduzione dei costi di produzione Diminuzione costo del danaro con impulso agli investimenti e ai consumi delle famiglie Rivalutazione del dollaro nei confronti dell’euro con spinta all’esportazione nell’area del dollaro Riduzione dell’inflazione e aumento del potere di acquisto delle famiglie del “sistema Italia” rispetto ai principali Paesi occidentali
Il debito degli italiani confrontato con i principali Paesi europei ed USA (2007) Fonte: elaborazione Ist. Tagliacarne su fonti varie Debito/PIL in Italia 113,8 nel 2009 116,1 nel 2010 Sostegno della domanda aggregata con consumi pubblici a compensazione dei consumi privati
Diminuiscono i tassi a livello macro (BCE e EURIBOR) ma le imprese lamentano addirittura l’aumento dei tassi sul territorio, in particolar modo le piccole imprese
Andamento storico dell'EURIBOR Fonte: BCE Sotto i livelli del dicembre 2003
Le esportazioni italiane sono “eurocentriche” (70,6% del totale). Principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane *dato provvisorio Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat e Commissione Europea Le esportazioni italiane sono “eurocentriche” (70,6% del totale). Un mercato europeo che non crescerà nel 2009 (-4,0%) e nel 2010 (-0,1%) Scarsa presenza nei Paesi BRIC (solo il 6,4% delle nostre esportazioni) che saranno i Paesi più dinamici nel biennio 2009-2010 Necessaria strategia di espansione per le nostre PMI verso i mercati BRIC e USA nel prossimo biennio
Una bassa crescita che viene, comunque, da lontano a causa Riduzione delle esportazioni, restrizione dei consumi interni compensati solo parzialmente dalla domanda pubblica, avranno un risultato di -4,4% del PIL nel 2009 Andamento delle variazioni del Pil italiano Italia Fonte: : ISTAT; per 2008-2009 media delle stime previste dai principali Organismi Internazionali Una bassa crescita che viene, comunque, da lontano a causa della più bassa produttività. L’Italia da tre lustri ha una crescita del PIL inferiore dell’1% annuo rispetto alla media UE
UNA CRISI DI “SOLVIBILITÀ” NON DI “LIQUIDITÀ” Rinvio dei consumi (circa il 52% dei commercianti trevigiani ha ridotto il fatturato nel Io trim. 2009) “Razionamento” del credito (un’impresa su tre a Treviso denuncia maggiore difficoltà ad accedere al credito) Compensazione solo parziale con l’intervento pubblico in economia; prioritaria la riduzione dei tempi di pagamento verso le imprese da parte della P.A. (40 miliardi di Euro pari al 2,5% del PIL) Ripristinare la fiducia: Le previsioni di crescita Fonte: elaborazioni su fonti varie
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Il “modello di sviluppo” della provincia di Treviso è a “elevato ” impatto della crisi in quanto si è caratterizzato nel tempo per una importante presenza del settore manifatturiero, per una ampia propensione all’export della sua economia e per una bassa rilevanza dell’economia pubblica. Il settore manifatturiero rappresenta ben il 33% del PIL provinciale, valore di molto superiore alla media regionale (28,6%) e nazionale (21,4%). Nel manifatturiero si concentrano il 15,3% del totale delle imprese (85.427) della provincia, la cui numerosità è aumentata dello 0,9% tra il 2007 ed il 2008, ma che è diminuita già dell’1% nel solo primo trimestre 2009.
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Alta propensione all’esportazione con il 41,8% in provincia di Treviso a fronte di una propensione media per l’Italia del 23,8%. Ciò significa che circa il 42,0% del PIL di Treviso proviene dalle esportazioni. Una delle principali conseguenze di una simile performance è l’esposizione agli andamenti dei mercati esteri. Esposizione gravata dal peso sulle esportazioni complessive di un settore particolarmente sensibile alla congiuntura e quindi pro-ciclico: comparti della meccanica quali le macchine e gli apparecchi meccanici costituiscono, infatti, il principale settore per volume di esportazioni (12,8% del totale), seguito dai prodotti dell’industria tessile e dell’abbigliamento (8,2%) e dai prodotti di cuoio, pelle e similari (6%).
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Variazioni % 2008 su 2007: Treviso - 1,0 Veneto - 4,6 Italia +0,3
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Un ulteriore fattore di preoccupazione per l’economia trevigiana, come del resto per buona parte delle altre realtà della regione, è che tra i suoi mercati di sbocco più importanti risultano quelli dell’Europa dell’Est, che attraggono il 20,7% delle esportazioni totali contro il 18,5% del Veneto (con punte del 23,2% a Padova) e il 14,2% dell’Italia. Infatti, le economie dell’Est appartenenti all’Unione europea e non, dai primi mesi del 2009, pur in forma differenziata (Polonia e Repubblica Ceca sembrano i Paesi meglio attrezzati per affrontare la crisi), sono state colpite dagli effetti della recessione, con forti svalutazioni delle monete nazionali ed una importante esposizione all’indebitamento con l’estero, mettendo in crisi molte banche occidentali, anche italiane. Variazioni % del PIL nel 2009: Polonia - 1,4 Rep. Ceca - 2,7 Romania - 4,0
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Esportazioni “Eurocentriche”: circa l’80,0% del totale
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Il 9,2% del PIL proviene dall’ “economia pubblica” In provincia di Treviso “l’economia di derivazione pubblica”, quindi non di mercato e non esposta alla concorrenza, rappresenta solo il 9,2% del PIL, inferiore all’11% della regione Veneto, ma soprattutto molto inferiore all’apporto che ha in altre realtà italiane quali la Sicilia (25-30%) e il Lazio (20 %), così come nel sistema economico italiano nel suo complesso (15,5%). Conseguentemente è basso anche il peso della PA in termini di dipendenti, con solo il 10% del totale occupati, inferiore sia alla media regionale (11%) che nazionale (14,7%).
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI L’impatto della crisi sulle famiglie Gli aspetti positivi Il tasso di occupazione della provincia di Treviso, come del resto quello di buona parte delle province venete, non ha subito alcuna flessione tra il 2007 ed il 2008, ma è aumentato di circa 0,8 punti percentuali, a fronte di un incremento pari a 0,6 punti percentuali registrato nel Veneto e un tasso stabile al 58,7% per l’Italia. Da notare la presenza di un tasso di occupazione per la provincia di Treviso superiore sia a quello medio regionale (66,4%), ma soprattutto a quello nazionale (58,7%). Positivo nella provincia trevigiana è anche l’andamento del tasso di disoccupazione che nel corso dell’ultimo anno è diminuito dal 3,9% al 3,4%, mentre è aumentato in quasi tutte le altre province venete (costituisce un’eccezione, oltre Treviso, Rovigo, dove il tasso di disoccupazione scende di 0,1 punti percentuali). Dato, inoltre, in controtendenza con l’andamento medio nazionale: il tasso di disoccupazione sale tra il 2007 ed il 2008 dal 6,1% al 6,7%. Da osservare, ancora una volta, che la provincia di Treviso si caratterizza per un tasso migliore di quello regionale e nazionale. Le PMI, nonostante la crisi, “tengono” l’occupazione, con un ruolo anche “sociale”
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Gli aspetti negativi L’impatto della crisi sulle famiglie Aumenta la CIG Aumentano, tuttavia, le ore di cassa integrazione autorizzate: nel corso del 2008 sono aumentate complessivamente del 37,6% (solo tra il terzo ed il quarto trimestre 2008 sono aumentate di ben il 47,9%). Un incremento superiore a quello registrato mediamente dalla regione Veneto (+39%), sebbene inferiore rispetto al dato medio nazionale, che raggiunge un aumento addirittura di quasi il 70%. Dati che destano preoccupazione sono anche quelli che emergono dall’analisi dell’andamento dell’indebitamento delle famiglie. Tra il terzo trimestre 2008 ed il terzo trimestre 2004 l’indebitamento delle famiglie trevigiane, se consideriamo solo l’indebitamento bancario , ha registrato un incremento pari al 34,5%, (Veneto +40,9%, e Italia +42,9%). Passando da una logica di medio periodo ad una di tipo congiunturale emerge che Treviso è tra le province italiane (più precisamente la 16) che, tra il settembre 2008 e 2007, hanno registrato il più elevato incremento nel livello di indebitamento delle famiglie, pari al 4,9%, superiore alla media regionale (+4,8%), ma in particolare a quella nazionale (+1,6%). Aumenta l’indebitamento delle famiglie
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI L’impatto della crisi sulle famiglie Nel primo semestre 2009 l’indebitamente delle famiglie conoscerà prevedibilmente una “frenata” dopo anni di forte accelerazione a causa soprattutto del peggioramento del contesto economico generale e del “deterioramento” della situazione patrimoniale personale. In particolare, le cause del rallentamento possono essere così riassunte: - riduzione del “monte salari” a causa della perdita di posti lavoro e aumento della CIG; - rallentamento dei consumi e rinvio degli acquisti in particolare di quelli durevoli; - “freno” della concessione di credito al consumo per un atteggiamento più prudenziale del sistema creditizio; - rallentamento delle compra-vendite del mercato immobiliare; aumento delle insolvenze per mutui e anche per le carte di credito. Un indebitamento comunque “sostenibile” pari al 23,9% del PIL, in linea con il dato nazionale.
LE PECULIARITÀ DELL’ECONOMIA TREVIGIANA DENTRO LA CRISI Cresce il “PIL pro capite”
LA REAZIONE DELL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI TREVISO A FRONTE DELLA CRISI: I RISULTATI DELL’INDAGINE Circa 2/3 delle imprese “subisce” la crisi
LA REAZIONE DELL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI TREVISO A FRONTE DELLA CRISI: I RISULTATI DELL’INDAGINE Forte l’impatto sul settore manifatturiero…… ……meglio le imprese esportatrici
LA REAZIONE DELL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI TREVISO A FRONTE DELLA CRISI: I RISULTATI DELL’INDAGINE Il Io sem. 2009: la fase più acuta della crisi……..
LA REAZIONE DELL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI TREVISO A FRONTE DELLA CRISI: I RISULTATI DELL’INDAGINE ……..in particolare per le imprese manifatturiere, ma….. …..per 1/3 delle PMI trevigiane già nel 2009 si vedranno i primi segnali di ripresa.
LA REAZIONE DELL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI TREVISO A FRONTE DELLA CRISI: I RISULTATI DELL’INDAGINE Una crisi a forma di “U” Più ottimiste le imprese dei servizi
Interventi e politiche per contrastare gli effetti della crisi Una strategia “non conservativa”……. ….che dovrà essere sostenuta.
Interventi e politiche per contrastare gli effetti della crisi ……da una riduzione della pressione fiscale al primo posto delle priorità (56% delle imprese)…….
Interventi e politiche per contrastare gli effetti della crisi …..con punte del 60% nei servizi…… …..incentivi agli investimenti e sostegno al credito le altre priorità.