Parrocchia Beata Maria Vergine Assunta in Cielo - Ciciliano Formazione per operatori pastorali anno 2009/2010
Non si può incontrare Gesù per conoscerlo, amarlo, imitarlo, senza un ricorso concreto, costante, ostinato al Vangelo; senza che questo faccia intimamente parte della nostra vita. (Madeleine Delbrel)
scendi su questa Comunità che inizia un nuovo anno pastorale Vieni, Spirito Santo, scendi su questa Comunità che inizia un nuovo anno pastorale Vieni, Spirito del Risorto, Spirito della Chiesa, abbiamo davvero bisogno di Te! Preservaci dal pettegolezzo che sfigura e dai giudizi che feriscono più della spada. Con il fuoco del tuo amore sciogli i ghiacci dei nostri cuori e infiammaci di passione indomabile per il Vangelo. Riempici di coraggio per annunciare il Risorto. Metti sulle nostra labbra parole di fuoco e strappa dalla nostra vita ogni falsità, mediocrità e menzogna. A coloro che cercano Dio, indica la via. A coloro che si sono smarriti, illumina il cammino. A chi non ti ha mai cercato, invia testimoni fedeli del Vangelo
Il termine “vangelo” viene dal greco “euangélion”e significa “buona novella, buona notizia”. Quando ancora la maggior parte dei testimoni oculari dei fatti della vita di Gesù erano ancora vivi, si avvertì l’esigenza di iniziare a trascrivere gli avvenimenti legati al racconto della passione e morte del Risorto. Successivamente si aggiunsero anche dei racconti relativi alle apparizioni, ai miracoli, alle parabole, venivano utilizzati dalle diverse comunità per la predicazione. Inizialmente, nel primi decenni del Cristianesimo, la “buona novella” era predicata oralmente. Più tardi alcuni autori sacri si occuparono di raccogliere tutto il materiale e di ordinarlo in maniera sistematica fino ad ottenere quelli ai quali noi oggi diamo il nome di vangeli.
Questi tipi di generi furono molteplici, ma solo quattro vennero considerati canonici, ovvero fu attestata l’ispirazione divina e la apostolicità dei testi. Nel Nuovo Testamento troviamo quattro libri con il titolo di Vangelo. Gli autori dei Vangeli si chiamano evangelisti e nella nostra Bibbia (canone cattolico) sono disposti in questo ordine: Matteo (Mt), Marco (Mc), Luca (Lc) e Giovanni (Gv) anche se quello più antico è Marco dal quale prendono spunto sia Matteo che Luca che seguono la stessa linea narrativa sia nell’uso del linguaggio, sia nell’impostazione della forma
Nell’iconografia (linguaggio artistico sacro), gli evangelisti vengono raffigurati, con dei simboli, tratti dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni apostolo: “Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone [Marco], il secondo vivente era simile a un vitello [o toro, Luca] il terzo vivente aveva l’aspetto d’uomo [Matteo], il quarto vivente era simile a un’aquila [Giovanni] mentre vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!”. (Ap 4, 6-8) Matteo è l'uomo alato (o angelo), perché il suo Vangelo inizia con l'elenco degli uomini antenati di Gesù Messia. Marco è il leone, perché il suo Vangelo comincia con la predicazione di Giovanni Battista nel deserto, dove c'erano anche bestie selvatiche. Luca è simboleggiato dal vitello, perché il suo Vangelo comincia con la visione di Zaccaria nel tempio, ove si sacrificavano animali come buoi e pecore. Giovanni dall'aquila, l'occhio che fissa il sole, perché il suo Vangelo si apre con la contemplazione di Gesù-Dio: "In principio era il Verbo..." (Gv 1,1).
Mentre il quarto vangelo, quello scritto da Giovanni, si discosta dagli altri tre e viene chiamato Vangelo teologico. Si distingue perché vi è usato un linguaggio simbolico più spirituale e complesso che tende ad approfondire i discorsi di Gesù in chiave teologica. I primi tre vangeli (Mc, Mt e Lc) sono detti sinottici, perché se letti parallelamente seguono lo stesso schema narrativo e hanno molte caratteristiche in comune. Ci sono poi gli scritti che vengono definiti vangeli apocrifi (dal gr. “nascosto”) che non sono entrati nel canone biblico in quanto di composizione più tarda rispetto ai canonici. Anche se la tradizione della Chiesa ha preso spunto da questi testi per alcune informazioni assenti in altri (la nascita di Gesù in una grotta e la presenza dell’asino e del bue a riscaldarlo, i nomi dei genitori della Madonna, i nomi dei Magi, la morte di Giuseppe…)
Dopo il canto dell’Alleluia, il sacerdote annuncia il titolo del Vangelo e si fanno tre piccoli segni di croce, uno sulla fronte, uno sulle labbra, uno sul cuore, per indicare che la Parola di Gesù deve santificare tutta la persona: nei pensieri, nelle parole e nei sentimenti. La Chiesa propone la lettura del Vangelo in tutti i Sacramenti e in particolare durante il momento centrale della Santa Messa, cioè nel culmine della Liturgia della Parola. Per sottolineare questa particolare importanza, ascoltiamo il Vangelo stando in piedi, come segno di rispetto e di attenzione, perché in quel momento è Gesù che parla. È importante per un cristiano leggere quotidianamente la parola del Signore per crescere sempre di più e sempre meglio nella sequela del Vangelo.
Luca è l’unico evangelista non ebreo. Secondo la tradizione Luca nacque ad Antiochia di Siria da famiglia pagana e fu medico di professione, poi si convertì alla fede in Cristo, verso l’anno 43. Divenuto compagno carissimo di San Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo - come lo definisce Dante nella Divina commedia – “scriba della mansuetudine di Cristo”. Luca è l’unico evangelista non ebreo. Alcune leggende dicono che, dopo la morte di Paolo, Luca sarebbe andato a predicare fuori Roma. In realtà, sappiamo molto poco di lui. Luca scrive il suo vangelo intorno agli anni 85-90 d.C. per i cristiani venuti dal paganesimo. È anche l’autore degli Atti degli Apostoli in cui troviamo la storia delle prime Comunità cristiane dagli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma. È patrono di artisti, pittori, scultori, medici, chirurghi. La sua festa liturgica è il 18 ottobre.
LUCA: cosa scrive? L'opera lucana è scritta in greco colto con uno stile narrativo che risulta più elaborato rispetto agli altri vangeli. È il più lungo dei sinottici (ben 24 capitoli!) ed è l’unico che si apre con un prologo alla maniera degli antichi. In virtù della sua formazione culturale, Luca inizia con una dedica all’ “illustre Teofilo” Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. (Lc 1,1-4)
LUCA: cosa scrive? Luca è molto attento all’aspetto storico e geografico. Mèta ultima del suo annuncio è Gerusalemme e tutto il suo scritto appare come un cammino di salita verso la Città Santa. Egli è esplicito nel dire che la sua narrazione dipende da quella di altri ed è fedele alla testimonianza apostolica, Luca infatti fu compagno di Paolo nei suoi innumerevoli viaggi. Ne troviamo attestazione in Col 4, 14 “Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema”. Nella 2 Tm 4, 11 “Solo Luca è con me. Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero”. Non è una cronaca banale ma una vera e propria buona notizia! Cresciuto alla scuola paolina, ritiene che il vangelo sia una forza che rinnova l’esistenza degli uomini, in primo luogo la sua.
LUCA: cosa scrive? Nel terzo vangelo, così come viene detto in base alla collocazione all’interno del canone biblico, c’è un’ampia presenza femminile, cominciando naturalmente dalla Madre di Gesù: Luca è attento alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi silenzi. Secondo un’antica leggenda, Luca sarebbe stato anche pittore e, in particolare, autore di numerosi ritratti della Madonna. Uno di questi dipinti si trova nel Santuario bolognese della Madonna di San Luca.
LUCA: cosa scrive? In questo scritto vediamo Gesù, medico universale, attento a tutte le sofferenze, Gesù onnipotente e contemporaneamente misericordioso. Luca mette in luce l'universalità della salvezza e la predilezione per i poveri, offre testimonianze originali come il vangelo dell'infanzia, le parabole della misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti. Questo vangelo pone una enfasi speciale sulla preghiera, le attività dello Spirito Santo e sulla gioia.
Lo schema che Luca utilizza è attinto da Marco e dalla famosa Fonte Q (dal tedesco “Quelle” = fonte); un testo a cui Matteo e Luca fanno riferimento ma che non è mai stato trovato. 1) Si apre con i riferimenti all’infanzia di Gesù. 2) Continua con la narrazione della sua attività pubblica. 3) Fa riferimento ai miracoli e alle parabole del Cristo. 4) Racconta il viaggio verso Gerusalemme. 5) Infine fa rivivere il Mistero pasquale della passione, morte resurrezione di Nostro Signore.
Preghiamo Gesù, tutti hanno bisogno di te, di te solo, Gesù, di nessun altro. L'affamato crede di cercare il pane e ha fame di te. L'assetato crede di volere l'acqua e ha sete di te. Il malato s'illude di cercare la salute e il suo male è l'assenza di te. Tu sai quanto sia grande per tutti noi il bisogno del tuo sguardo e della tua Parola. Il bisogno della tua potenza del tuo implacabile Amore. Preghiamo