I PROFETI Non sono “indovini” Non predicono il futuro

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Transcript della presentazione:

I PROFETI Non sono “indovini” Non predicono il futuro Non sono maghi o astrologi

E’ la persona della Parola. I PROFETI Solitamente, dicendo profeta si pensa a qualcuno che indovina il futuro come se questi fosse un mago. Il profeta biblico non predice il futuro ma è uno che parla: E’ la persona della Parola.

Con quali termini nella Bibbia vengono definiti i profeti? Il termine profeta etimologicamente può significare: “ciò che accadrà in futuro”, “mettere davanti cose nascoste”, ma anche parlare “al posto di, per, a favore”. Questo terzo significato è quello che più si addice ai profeti della Bibbia. Corrisponde in greco a "prophetés” (da 'pro" e da 'phemí"= parlare). "Pro" è una preposizione con diversi significati, come "davanti" (da cui "parlare pubblicamente") oppure "al posto di" (da cui "parlare a nome di qualcuno"). Potremmo quindi dire, facendo una sintesi, che il profeta è colui che parla a nome di Dio davanti al popolo. Segno che parla a nome di Dio è che le cose che egli annuncia si avverano (Dt 18)

In ebraico, invece, la parola più usata per indicare il profeta è "nābî“ = messaggero, chiamato, inviato: il significato del termine in ebraico sarebbe dunque «il chiamato» da Dio a un particolare ministero: annunciare al popolo (o al re) la sua volontà, la parola di Dio. “Parlerà lui al popolo per te; Egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio”. (Es 4,16); “ Il signore disse a Mosè:« vedi, io ti ho posto a fare le veci di dio di fronte al faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone»”. ( Es 7,1-2); - Altro nome ebraico adoperato è "hozéh" e significa "colui che ha delle visioni“ (1-2 Cron). In senso positivo indica colui che ha delle visioni mandate da Dio. - Un terzo modo per definire in ebraico il profeta è "ro'éh", ossia "il veggente“ (1 Sam 9,9). Si tratta di una persona che comunica con il divino. Potremmo definire il veggente con una parola della grande tradizione cristiana: un mistico.

Le costanti della vita del profeta La chiamata o vocazione: è l’iniziativa (dono) di Dio che dà al profeta una missione, costituendolo quale suo portavoce. L’importanza di questa chiamata è tale che l’uomo non può sottrarsi ad essa senza sentire di mancare al proprio dovere (Is 6; Ger 20, 7-15; Ez 1,3). - Il profeta è scelto da Dio e consacrato (Ger 1,5-10); - La mano di Dio giunge su di lui (1 Re 18,46), lo tocca (Ger 1,9) e pesa su di lui ( Ez 3,14;Is 8,11); - Egli è afferrato dal Signore (Am 7,15), sopraffatto e sedotto ( Ger 20,7); è preso dallo Spirito (Ez 2,2), assalito (Ez 11,5), unto (1 Re 19,16). La missione: il profeta è assunto da Dio, al suo servizio, e scelto per essere inviato, mandato (Is 6,8; Ger 1,7). In quanto inviato egli è messaggero (Is 44,26) e bocca di Dio (Ger 15,19). Il mediatore: tra Dio e Israele. Egli non solo è a servizio di Dio, ma anche servo di Israele. Così egli parla al popolo in nome di Dio e a Dio in nome del popolo. Questa funzione mediatrice si esprime in particolare nell’intercessione (1 Sam 12,17-25; 15,11; Ger 42, 2-4).

Chi è e cosa fa il profeta in rapporto a Dio? In rapporto a Dio il profeta viene definito nell'Antico Testamento con tre termini: uomo di Dio – uomini che godevano di una speciale intimità con Dio: Mosè (Gn 12-17), Davide (1Sam 16-31), Elia (1Re 17,24; 18-19) angelo di Jahvè - è colui che annuncia i messaggi di Dio. "Angelo", dal greco, significa "messaggero", "annunciatore" ; quindi il profeta è colui che annuncia i messaggi di Dio (Ag 1,13; Mal 3,1). servo di Jahvè - colui che fa in pienezza, sempre, completamente la volontà di Dio ( Is 42,1; 53,11).

Chi è e cosa fa il profeta in rapporto al popolo? E' "somer", il guardiano del gregge, cioè colui che fa la guardia del popolo a nome di Dio (Is 40,11; Mic 7,14-15). Con altro termine, ripreso dal gergo militare, è "sofeh” = sentinella (Ez 3,16-21; 33,1-9). Secondo questo significato il profeta è colui che fa da sentinella al popolo e lo avvisa quando si presenta un pericolo. E il nemico è il peccato del popolo. Alcuni profeti fondarono delle scuole e vennero chiamati anche padri o madri, in senso spirituale, e diedero così inizio a una stirpe-scuola profetica (come, ad esempio, la grande scuola profetica di Isaia). Avendo il coraggio di denunciare i mali dei capi: re, sacerdoti, falsi profeti ( si pensi a Natan, ad Amos, a Isaia), il profeta è colui che è esposto a rischi continui: è vero profeta colui che va controcorrente, sa dire cose spiacevoli al popolo (cfr. Ger 23) e quindi deve pagare di persona (cfr. Ger 26-28).

Caratteristiche della profezia biblica Comunicazione del mondo divino con il mondo umano attraverso un intermediario. - Il profeta è “l’uomo della Parola di Dio” (Dabar Jahvè: Is 6,9; Ger 1,4; Ez 3,1s; Os 1,1; Am 1,1...). Il profeta è un uomo di ascolto, che ogni mattina fa attento il suo orecchio (cfr. Is 50,3). Il profeta in quanto uomo della Parola è invitato da Dio a nutrirsi per primo della parola di Dio che annuncia: cfr. Ez 3,1-9. Il profeta diventa lui stesso tutto Parola. - E’ anche “uomo dello Spirito” (Ruah Jahvè: cfr. Nm 11, 7.25-26; 2 Re 2,9; Mic 3, 8; Is 61,1) Illuminazione interiore in quanto la profezia non è frutto di una ricerca del profeta. Egli, infatti, ha la Grazia di leggere la Parola nella vita e la vita nella Parola: nei grandi avvenimenti politici (ad es. Isaia esprime la profezia dell’Emmanuel dentro la sanguinosa guerra siro-efraemita, Is c. 7s), come pure nelle vicende comuni dell’esistenza (un mandorlo in fiore: Ger 1,11; un vasaio al tornio: Ger 18,1ss; la vita coniugale: Os 1-3; Ez 24,15s), e specificatamente nell’area del culto.

Messaggio dei Profeti Ci è possibile individuare alcune componenti comuni che possiamo chiamare “evangelo secondo i profeti”. Eccone i nuclei maggiori: Un Dio solo e solo Dio – E’ una formula per indicare la certezza che Jahvè non è solo un Dio nazionale, ma è l’unico Dio. I profeti, infatti, affermano il primato assoluto di Dio sui falsi dei e nella realtà: egli è santo, ossia trascendente (Is. c.6), e insieme vicino all’uomo. I profeti esprimono per primi una “teologia della storia”: nella storia è la parola di Dio il timone di guida e la forza invincibile. Autentici davanti a Dio – I profeti, pur non avendo inventato la morale biblica, l’hanno portata ai vertici. Tre le componenti: coscienza acuta del peccato, ossia dell’allontanamento dalla santità di Dio, (Osea 4,1-3). insistente proposizione di una religione del cuore: “cercare Dio” (Ger 31,31-34). traduzione ‘politica’ della fede nella giustizia e nella protezione dei poveri (Is 1, 11-17; Ger 7,1-15).

Messaggio dei Profeti Invito alla conversione interiore a Dio attraverso: Il “ritornare” a Lui (Ger 3,12-13; Os 6,1-6; Ez 18,32) ; Il richiamo della fede ( Ger 2,1-13; Is 5, 1-7; Mi 6, 1-8); Osservanza dell’alleanza (i comandamenti) - (Ger 7; 10-11; Is 57; 59); Confidare in Dio e non negli uomini (Is 30,31; Os 7; Ger 2); Non compiere ingiustizie (Is 5; 58,7-8; Ger 4). Una salvezza futura: Dio è fedele all’ Alleanza, nonostante l’infedeltà degli uomini. Ci sarà un nuovo esodo e Dio salverà il suo popolo ( Is 40-55). Egli si riserva un “resto” (Is 4,3), un Israele qualitativo, cui promette un regno futuro splendido (Is 2,1-5; 65; Am 9,11ss; Ger 30-31; Ez . 36…). Il Messia salvatore – emerge l’attesa del Messia (= unto di Jahvè), che realizza il piano di Dio. È visto di razza regale (figlio di Davide), ripieno dello Spirito di Dio (Is 11,1-5), ma anche Servo (Is 42-53), Emmanuele = Dio con noi (Is 7-11). 

Messaggio profetico e generi letterari Le forme letterarie che rivestono il messaggio profetico sono varie e vengono chiamate i generi letterari i quali sono il modo di scrivere comunemente usate tra gli uomini di una data epoca e regione, poste in relazione costante con determinati contenuti. La letteratura profetica usa: L’Oracolo = solenne dichiarazione della volontà di Dio e secondo il suo contenuto può essere distinto in due classi: 1) condanna o sentenza; a) contro un singolo (Am 7, 16-17 ); b) contro Israele (Is 30,12-14); c) contro i nemici di Israele (Is 10,5-15); d) l’oracolo di giudizio “guai a” o “invettiva” (Am 6,1-7 e Is 5,8-10); e) l’oracolo di giudizio “controversia giuridica” (Os 4,1-10; Mi 6,1-8).

2) oracolo di salvezza: In questi oracoli la salvezza può essere proclamata sia come “liberazione” (nel senso di un atto di Dio che modifica una situazione di oppressione e disagio) sia come “benedizione” (nel senso di una condizione di bene e di pace). I due aspetti possono essere combinati insieme. Possono essere: legati ad eventi particolari: in questo tipo di oracoli,la salvezza, è ben definita nel tempo e vicina al momento in cui vengono proclamati. Si trovano in contesti narrativi e sono composti da una rassicurazione (in genere con la formula “Non temere”) e da un annuncio di salvezza; spesso vengono associati all’annuncio un segno. Esempi: Is 7,4-9; Is 37,6-7; Is 38,5-8 - legati ad un tempo lontano: questi oracoli sono caratterizzati dai seguenti elementi: l’assicurazione (non temere”), il motivo per la rassicurazione, l’annuncio di salvezza, il richiamo agli atti passati di Dio in favore d’Israele. Il maggior numero di oracoli di questo tipo si trova nella seconda parte del libro di Isaia (Is 40-55);

Generi letterari profetici Racconti di vocazione (nei quali spesso compare la visione), (Ez 1,1ss), (Ger 1,4-10), (Is 6,1-13). Racconti in terza persona sulle vicende del profeta durante il suo ministero (per es. Is 7,1-16; Ger 28…); Esortazione (Is 1,16-17); Le narrazioni storiche (Isaia 36-39); Sogno (Ger 23,31-32); Visioni (Amos 7, 1-9); Preghiere (Dn 3, 24-25), poesie (Ger 11, 1-13), Lamentazioni (libro delle lamentazioni di Geremia); Le confessioni (Ger 20,7-18); Autobiografia (Ger 36-45); Escatologie, cioè le visioni riguardanti i tempi ultimi, (Zaccaria 14). Apocalittica, rivelazione della salvezza attraverso segni, simboli e visioni (Is 24-27), ( libro di Daniele)

L’attività dei profeti Si svolge in tre diverse maniere: Azioni simboliche; Predicazione; Scrittura dei libri.

Azioni simboliche I profeti compivano azioni che impressionavano e dovevano attirare l’attenzione degli spettatori. Le azioni profetiche (reali o simboliche) sono compiute dietro ordine di Dio e hanno un valore simbolico perché completano con il gesto la predicazione orale. Esempi: Osea, mediante il suo matrimonio con una prostituta indica ad Israele che anch’essa si prostituisce abbandonando Dio (Os 1-3). Isaia per tre anni se ne andò in giro nudo e scalzo per raffigurare la deportazione futura degli egiziani ed etiopici in Assiria (Is 20,2-4). Geremia, camminò con un giogo sulle spalle ( Ger 27,28), simbolo della futura prigionia sotto Nabucodonosor; inoltre prese spunto dal lavoro del vasaio, che modella con la creta il vaso, per significare che Israele era come l’argilla nelle mani di Dio (Ger 18, 1-6). Ezechiele, fece un buco nella parete della casa e uscì con il bagaglio come un deportato per indicare come il re d’Israele e i suoi sudditi saranno deportati e andranno in schiavitù in Babilonia (Ez 12, 1-16).

La predicazione La predicazione, cioè la testimonianza che il profeta dà al messaggio ricevuto da Dio: con la vita; con la parola (Os 1,3; Ger 16; Ez 24, 15-27); con azioni profetiche (Ger 13; Ez 4-5; Os 1); a volte controvoglia (Is 8; Ger 4,19; Ez 3,14); nelle prove: il profeta è uomo scomodo e perciò sorgono opposizioni contro di lui, soprattutto da parte dei potenti (Ger 11,18-23; 20,1-6; Am 7); con la morte: spesso non viene ascoltato e allora testimonia dando la vita (Ger 26).

Scrittura dei libri Il profeta parla a nome di Dio con la parola e a volte riceve l’ordine di mettere per iscritto le profezie (Is 30,8; Ger 30,2; 36,2.27-32) che dapprima erano state proclamate attraverso la “predicazione orale”. “Su, vieni , scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne”. (Is 30,8) “Così dice il Signore, Dio d’Israele: Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto”. (Ger 30,2) “Prendi un rotolo e scrivici tutte le parole che ti ho detto”. (Ger 36,2)

Libri profetici:profeti anteriori La profezia si sviluppa, in particolare, durante la monarchia. I profeti più conosciuti perché hanno guidato i re sono: Samuele, Elia, Eliseo, Natan. Ma essi non hanno scritto; sono profeti non scrittori. La Bibbia ebraica li chiama profeti anteriori e li definisce veggenti e uomini di Dio per loro speciale vicinanza con Dio. Essi vivono dentro la loro storia. Il loro intervento riflette la premura di Dio per il destino del suo popolo. Quando il profeta si rivolge al re offre consigli per governare secondo Dio o ne critica l’operato se non corrisponde ai criteri dell’alleanza. Nei riguardi del culto svela se esso è esercitato in modo da essere gradito a Dio o se è puramente esteriore.

COLLOCAZIONE CRONOLOGICA DEI PROFETI DELLA PAROLA Samuele giudice, sacerdote e profeta - epoca dei re Saul e Davide Sec. XI a.C. Natan epoca del re Davide (secondo periodo del regno) Sec. X Gad secondo periodo del regno di Davide Achía epoca del re Geroboamo - regno di Israele Semaia epoca del re Roboamo - regno di Giuda Elia epoca del re Acab - regno di Israele Sec. IX Eliseo epoca del re loram - regno di Israele

Libri profetici: profeti posteriori Seguono i profeti scrittori che la Bibbia ebraica definisce come profeti posteriori. Il loro nome costituisce il titolo del loro libro. Essi esortano ad ascoltare Dio, sollecitano il popolo a vivere nella fedeltà all’alleanza.

COLLOCAZIONE CRONOLOGICA DEI PROFETI SCRITTORI Amos epoca del re Geroboamo II - regno di Israele Sec. VIII a.C. Osea periodo dei re Geroboamo, Zaccaria, Sallum, Menachem, Pekakia e Pekach - regno di Israele Isaia (1-39) epoca dei re (Iotam, Acaz ed Ezechia - regno di Giuda Sec. VIII Michea opera nello stesso periodo di Isaia primo - regno di Giuda Sofonia periodo del re Giosia - regno di Giuda Sec. VII Naum epoca del re Amon - regno di Giuda. Abacuc epoca del re loiakim - regno di Giuda Geremia periodo dei re Giosia, loakaz, loiakim, loiachin e Sedecia - regno di Giuda - a Geremia sono state attribuite dalla tradizione le "Lamentazioni" Sec. VII e VI Ezechiele periodo dell'esilio a Babilonia dopo la prima deportazione con il re loiachin - regno di Giuda Sec. VI II Isaia (40-55) epoca del rientro in patria dall'esilio in Babilonia Aggeo Epoca del postesilio-anni della ricostruzione del tempio di Gerusalemme Zaccaria (1-8) Opera nello stesso periodo di Aggeo III Isaia(56-66) Opera nel medesimo periodo di Aggeo e di Zaccaria (1-8) Abdia Epoca dell'esilio in Babilonia Malachia Epoca del postesilio nel periodo della riforma di Esdra e di Neemia Sec. V Giona Epoca del postesilio Gioele II Zaccaria (9-14) Periodo ellenistico Sec. IV Daniele Ultimo profeta e primo scrittore apocalittico - epoca della rivolta dei Maccabei Sec. II

Secondo Libro di Samuele (Neviìm, Profeti) Sezione Nome Sigla Nome ebraico Profeti anteriori Giosuè Gs Yehoshùa Giudici Gdc Shoftìm Primo Libro di Samuele 1Sam Shmuèl echàd Secondo Libro di Samuele 2Sam Shmuèlshnàim Primo Libro dei Re 1Re Melachìm echàd Secondo Libro dei Re 2Re Melachìm shnàim Profeti posteriori PROFETI MAGGIORI Isaia Is Yeshayàhu Geremia Ger Yrmeiàhu Ezechiele Ez Yecheseqèl Daniele Dn P R O F E T I   M N * Osea Os Osheà Gioele Gle Yoèl Amos Am Abdia Abd Ovadiàh Giona Gna Yonàh Michea Mic Michàh Naum Na Nachùm Abacuc Ab Chavaqùq Sofonia Sof Tsefoniàh Aggeo Ag Chagày Zaccaria Zc Sechariàh Malachia Mal Malachìy * I 12 profeti sono anche detti “Profeti Minori” (non per importanza, ma per la minor lunghezza dei loro scritti rispetto ai profeti “maggiori” – Isaia, Geremia ed Ezechiele - che hanno scritti più lunghi).

I profeti alla luce di Cristo La tradizione cristiana ha sempre interpretato la profezia in chiave messianica. I testi profetici che possono esser davvero considerati messianici sono : Is 6,1-9,6;11,1-9; Mi 5,1-4a; Zc 9,9. Il Messia sarà un discendente di Davide, consacrato da Dio con l’unzione riservata ai re (1Sam 16,1-13) e che Dio chiamerà figlio (2Sam 7,14); Per Isaia sarà chiamato l’Emmanuele, che significa Dio con noi ( Is 7,14; 11, 1-9). per Geremia Dio nostra giustizia (Ger 23,5-6); Per Michea nascerà a Betlemme e sarà onorato con i titoli più splendidi, degni solo dei re (Mi 5,1-4). Per Ezechiele il Messia sarà un pastore (Ez 34); per Zaccaria un re umile e pacifico (Zc 9,9); per Daniele sarà il Figlio dell’uomo (Dn 7,13-14). In una parte del libro di Isaia, chiamato “il vangelo dell’Antico Testamento”, infine, si parla del Messia come del Servo di Jahvè che consolerà il suo popolo (Is 40-55).

Gesù il profeta Cristo irradia una luce nuova su tutto il messaggio profetico. Con il suo apparire si ridesta la profezia, assopita negli ultimi tempi della storia israelitica. Gesù è il Profeta, atteso per il tempo messianico: “Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo”. ( Gv 6,14). Il cristianesimo ha interpretato i profeti come coloro che hanno annunciato il Cristo: le loro parole si sono compiute in Gesù di Nazaret. Egli è venuto a portare a compimento la parola dei profeti: “Non crediate che io sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. (Mt 5,17)

Gesù è il più grande profeta “Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in parole e opere” (Lc 24,19)

Gesù era ritenuto dalla gente un profeta come Elia o Geremia (Mt 16,14), e si manifestò come il profeta per eccellenza, quello che Mosè aveva promesso a nome di Dio, per rivelare pienamente i disegni di Dio. Ma non è solo un profeta, sia pure il più grande: è il Messia che realizza la "pienezza dei tempi" annunciata dai profeti. Gesù porta la salvezza, non solo il suo annuncio.   "Oggi si è adempiuta questa Scrittura..." afferma Gesù citando la profezia di Isaìa sul Messia inviato "a portare ai poveri il lieto annuncio della liberazione" (Lc 4,21). Gesù si pone nella linea profetica soprattutto quanto cita l'Antico Testamento come parola immutabile di Dio, ma la interpreta e la completa autorevolmente affermando: "Avete inteso che fu detto agli antichi … ma io vi dico…" (Mt 5,21-22). 

Nel Nuovo Testamento, Gesù è il Profeta per eccellenza: egli non solo parla a nome di Dio davanti a tutti, ma è la stessa Parola di Dio. “ Dio che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. ( Eb 1, 1-2)