MERCANTILISMO L’Economia come scienza sociale trova i suoi primi riferimenti organici solo intorno al XV e XVII secolo con la prima vera corrente di pensiero nota come “Mercantilismo” . Questo periodo storico è caratterizzato da monarchie nazionali assolute: Spagna, Portogallo. Francia, Inghilterra … … Mercantilismo - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il Mercantilismo fu una politica economica che prevalse in Europa dal XVI al XVIII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale). Benché la battaglia intellettuale sia stata vinta dal liberismo già nella prima metà del XIX secolo, il mercantilismo si è dimostrato una forza persistente nel campo della politica economica, anche sotto il nome di protezionismo. Alcuni sostengono che anche oggi, mentre le dichiarazioni ufficiali si ispirano al liberismo, i comportamenti concreti dei paesi economicamente più sviluppati siano piuttosto mercantilisti. Specularmente, alcune critiche no-global (o più precisamente new-global) sono di fatto più anti-mercantiliste che anti-liberiste. Gli economisti mercantilisti furono pensatori non sistematici, ragione non ultima della vittoria intellettuale dei successivi economisti liberisti, che attribuirono loro questo nome. Fra i principali pensatori del mercantilismo, diffuso in tutta Europa, si ricordano: gli italiani Giovanni Botero, Bernardo Davanzati e Antonio Serra; i francesi Jean Bodin, Antoine de Montchrétien e Jean-Baptiste Colbert; l'anglo-francese John Law; i britannici Josiah Child, Charles Davenant, Thomas Mun, William Petty e James Steuart; l'anglo-olandese Bernard de Mandeville, autore della Favola delle Api. Il mercantilismo tedesco trattò soprattutto problemi fiscali e amministrativi ed è noto anche sotto il nome di cameralismo. La riflessione economica dei mercantilisti Il mercante, svincolata la propria condotta dalla morale comune, opera nel mondo secondo criteri razionali e consapevoli, dimostrando le proprie funzioni di commerciante, imprenditore, banchiere. L'attività del mercante si esplica in società fondate economicamente sul sistema agricolo ma in cui c'è una stretta connessione tra attività economica e Stato; i mercanti operano accrescendo la ricchezza e il prestigio propri e dello Stato, mentre quest'ultimo garantisce la stabilità, l'ordine pubblico, l'allargamento del mercato attraverso la politica di conquiste coloniali. L'economia è dunque finalizzata all'interesse dello Stato, il quale a sua volta rappresenta un mezzo a disposizione dell'economia mercantile, grazie alle politiche di crescita economica e di espansione promosse ed alla capacità del mercante di inserirsi in questo contesto.
MERCANTILISMO Il Mercantilismo fu una politica economica che prevalse in Europa dal XV al XVIII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale). Mercantilismo - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il Mercantilismo fu una politica economica che prevalse in Europa dal XVI al XVIII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale). Benché la battaglia intellettuale sia stata vinta dal liberismo già nella prima metà del XIX secolo, il mercantilismo si è dimostrato una forza persistente nel campo della politica economica, anche sotto il nome di protezionismo. Alcuni sostengono che anche oggi, mentre le dichiarazioni ufficiali si ispirano al liberismo, i comportamenti concreti dei paesi economicamente più sviluppati siano piuttosto mercantilisti. Specularmente, alcune critiche no-global (o più precisamente new-global) sono di fatto più anti-mercantiliste che anti-liberiste. Gli economisti mercantilisti furono pensatori non sistematici, ragione non ultima della vittoria intellettuale dei successivi economisti liberisti, che attribuirono loro questo nome. Fra i principali pensatori del mercantilismo, diffuso in tutta Europa, si ricordano: gli italiani Giovanni Botero, Bernardo Davanzati e Antonio Serra; i francesi Jean Bodin, Antoine de Montchrétien e Jean-Baptiste Colbert; l'anglo-francese John Law; i britannici Josiah Child, Charles Davenant, Thomas Mun, William Petty e James Steuart; l'anglo-olandese Bernard de Mandeville, autore della Favola delle Api. Il mercantilismo tedesco trattò soprattutto problemi fiscali e amministrativi ed è noto anche sotto il nome di cameralismo. La riflessione economica dei mercantilisti Il mercante, svincolata la propria condotta dalla morale comune, opera nel mondo secondo criteri razionali e consapevoli, dimostrando le proprie funzioni di commerciante, imprenditore, banchiere. L'attività del mercante si esplica in società fondate economicamente sul sistema agricolo ma in cui c'è una stretta connessione tra attività economica e Stato; i mercanti operano accrescendo la ricchezza e il prestigio propri e dello Stato, mentre quest'ultimo garantisce la stabilità, l'ordine pubblico, l'allargamento del mercato attraverso la politica di conquiste coloniali. L'economia è dunque finalizzata all'interesse dello Stato, il quale a sua volta rappresenta un mezzo a disposizione dell'economia mercantile, grazie alle politiche di crescita economica e di espansione promosse ed alla capacità del mercante di inserirsi in questo contesto.
Principi fondamentali del mercantilismo Ricchezza della nazione fondata sul danaro e sul commercio Potenza politica e militare dello Stato, Conquiste territoriali d’oltremare; Accumulazione di denaro, oro e preziosi Politica di incremento demografico Favorevoli a dazi doganali e barriere alle importazioni Bilancia commerciale attiva
La riflessione economica dei mercantilisti Il mercante, svincolata la propria condotta dalla morale comune, opera nel mondo secondo criteri razionali e consapevoli, dimostrando le proprie funzioni di commerciante, imprenditore, banchiere. L'attività del mercante si esplica in società fondate economicamente sul sistema agricolo ma in cui c'è una stretta connessione tra attività economica e Stato; i mercanti operano accrescendo la ricchezza e il prestigio propri e dello Stato, mentre quest'ultimo garantisce la stabilità, l'ordine pubblico, l'allargamento del mercato attraverso la politica di conquiste coloniali. L'economia è dunque finalizzata all'interesse dello Stato, il quale a sua volta rappresenta un mezzo a disposizione dell'economia mercantile, grazie alle politiche di crescita economica e di espansione promosse ed alla capacità del mercante di inserirsi in questo contesto Mercantilismo - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il Mercantilismo fu una politica economica che prevalse in Europa dal XVI al XVIII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale). Benché la battaglia intellettuale sia stata vinta dal liberismo già nella prima metà del XIX secolo, il mercantilismo si è dimostrato una forza persistente nel campo della politica economica, anche sotto il nome di protezionismo. Alcuni sostengono che anche oggi, mentre le dichiarazioni ufficiali si ispirano al liberismo, i comportamenti concreti dei paesi economicamente più sviluppati siano piuttosto mercantilisti. Specularmente, alcune critiche no-global (o più precisamente new-global) sono di fatto più anti-mercantiliste che anti-liberiste. Gli economisti mercantilisti furono pensatori non sistematici, ragione non ultima della vittoria intellettuale dei successivi economisti liberisti, che attribuirono loro questo nome. Fra i principali pensatori del mercantilismo, diffuso in tutta Europa, si ricordano: gli italiani Giovanni Botero, Bernardo Davanzati e Antonio Serra; i francesi Jean Bodin, Antoine de Montchrétien e Jean-Baptiste Colbert; l'anglo-francese John Law; i britannici Josiah Child, Charles Davenant, Thomas Mun, William Petty e James Steuart; l'anglo-olandese Bernard de Mandeville, autore della Favola delle Api. Il mercantilismo tedesco trattò soprattutto problemi fiscali e amministrativi ed è noto anche sotto il nome di cameralismo. La riflessione economica dei mercantilisti Il mercante, svincolata la propria condotta dalla morale comune, opera nel mondo secondo criteri razionali e consapevoli, dimostrando le proprie funzioni di commerciante, imprenditore, banchiere. L'attività del mercante si esplica in società fondate economicamente sul sistema agricolo ma in cui c'è una stretta connessione tra attività economica e Stato; i mercanti operano accrescendo la ricchezza e il prestigio propri e dello Stato, mentre quest'ultimo garantisce la stabilità, l'ordine pubblico, l'allargamento del mercato attraverso la politica di conquiste coloniali. L'economia è dunque finalizzata all'interesse dello Stato, il quale a sua volta rappresenta un mezzo a disposizione dell'economia mercantile, grazie alle politiche di crescita economica e di espansione promosse ed alla capacità del mercante di inserirsi in questo contesto.