Prof. Bertolami Salvatore SAMUEL VON PUFENDORF Samuel von Pufendorf (Dorfchemnitz, 8 gennaio 1632 – Berlino, 26 ottobre 1694) è stato un filosofo tedesco. Figlio di un pastore protestante, nel 1650 iniziò gli studi di teologia a Lipsia, nel 1656 a si trasferì a Jena, attratto dalla filosofia. Nel 1658, su interessamento del fratello, diplomatico, divenne precettore dell'ambasciatore Svedese in Danimarca. Samuel von Pufendorf (Dorfchemnitz, 8 gennaio 1632 – Berlino, 26 ottobre 1694) è stato un filosofo tedesco. Biografia Figlio di un pastore protestante, nel 1650 iniziò gli studi di teologia a Lipsia, nel 1656 a si trasferì a Jena, attratto dalla filosofia. Nel 1658, su interessamento del fratello, diplomatico, divenne precettore dell'ambasciatore Svedese in Danimarca. Lì venne però imprigionato a causa della guerra in corso tra danesi e svedesi, e, durante la sua reclusione, scrisse gli Elementorum Iurisprudeniae Universalis Libri Duo in cui, attratto dalla filosofia politica, espose alcune sue riflessioni circa le tesi di Ugo Grozio e Thomas Hobbes. Venne convinto da alcuni suoi estimatori a pubblicare il lavoro nel 1660. L'anno successivo, sulla scia del clamore suscitato dall'opera, fu invitato a tenere la prima cattedra di "Diritto Naturale e delle Genti" a Heidelberg. Per la prima volta questa divenne una disciplina autonoma rispetto alla filosofia morale e alla teologia. Con lo pseudonimo di Severino Monzambano da Verona pubblicò nel 1667 il De Statu Imperii Germanici Liber Unus, in cui sostenne che: « l'impero germanico è una "forma irregolare" perché la sovranità non è unitaria, e che questa sua non omogeneità rappresenta una costante minaccia alla struttura e alla solidità dello Stato. » A causa del clamore suscitato anche da quest'opera, ritenne opportuno accettare la cattedra di Diritto Naturale all'Università di Lund. In questi anni prese forma il suo capolavoro De Iure Naturae et Gentium Libri Octo, dove discute e rielabora le tematiche giusnaturaliste. L'anno dopo scrisse il compendio De Officio Hominis et Civis Iuxta Legem Naturalem Libri Duo; quest'opera avrà successo nell'intera Europa per tutto il secolo seguente, e fu utilizzata come manuale nelle facoltà di diritto delle università. Costretto a lasciare la città di Lund nel 1676 a causa delle lunghe discussioni teologico-giuridiche che attaccavano i suoi scritti, a Stoccolma ricoprì la carica di storiografo del re, Segretario di Stato e Consigliere Segreto, il che gli permise di mettere in pratica le sue nozioni giuridiche in politica estera. Grazie a queste posizioni viaggiò moltissimo attraverso l'Europa e scrisse nel 1687 il De Habitu Religionis Cristianae ad Vitam Civilem, in cui sostenne che la religione cristiana, se intesa nel modo corretto, fosse la religione più adatta a rafforzare l'attività dello Stato. Nel 1694 morì a Berlino. Teoria fondamentale Teorie rilevanti del suo pensiero sono: - riduzione del diritto ad unità concettuale: si tratta di una teoria più soggettivistica del diritto, ossia diritto come comando scaturente dalla ragione dell'uomo in quanto tale e non oggettivistica, nel senso di un diritto che sorge dalla natura delle cose. Per Pufendorf il diritto è un comando che un superiore emette nei confronti di un subiectus, trattasi di Dio nel caso della legge di natura o del Re, nel caso della legge positiva. La sanzione è ciò che rende il comando dell'autorità efficace, la sanzione serve a discriminare le zone di diritto, dalle zone non disciplinate dal diritto, quelle zone, cioè, costituite da un'isola di libertà che consta di azioni non esplicitamente vietate. (teoria volontaristica e non naturalistica del diritto) - separazione tra giurisprudenza e teologia morale: le distinzioni fra legge morale e diritto attengono a tre diversi profili. Sotto il profilo della conoscenza, il diritto è conoscibile mediante ragione, il diritto divino invece mediante rivelazione. Sotto il profilo del fine, il diritto ha come fine la vita terrena, quello divino riguarda la vita ultraterrena. Infine da un punto di vista dell'oggetto, il diritto riguarda le azioni esterne, la legge morale invece le azioni interne. Si perviene così a una laicizzazione del diritto verso la libertà di coscienza e di religione, distinguendo l'ambito religioso da quello giuridico. Si pone inoltre indirettamente al legislatore un limite per gli ambiti da disciplinare, dovranno perciò essere esclusi quegli ambiti che si riferiscono alle azioni interne o comunque quelle azioni che non si riverberano su atti esterni. - dottrina penalistica: Pufendorf si riallaccia a Hobbes, nel dire che la pena è un patimento comminato a causa di un male inflitto. Le venature utilitariste e non proporzionaliste determinano nel suo pensiero il ritenere che la pena deve superare il vantaggio ottenuto dal male commesso, deve essere stabilita dal sovrano con legge precedente il fatto (nullum crimen sine lege e nulla poena sine lege) e resa nota e infine il giudice può arbitrariamente determinare qualità e quantità della pena, secondo le esigenze particolari di esemplarità della punizione o altre esigenze politiche. 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Prof. Bertolami Salvatore UTILITA’ E NATURA L’uomo per la sua innata socievolezza è spinto ad uscire dallo stato di natura e vivere insieme con gli altri L’uomo avverte l’utilità di stare con gli altri per la salvaguardia della comunità, per la sopravvivenza del gruppo; Il diritto civile è frutto dell’elaborazione razionale del diritto naturale e dell’utilità. Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore PATTO E SOVRANITA’ Gli uomini per passare dallo Stato di natura allo Stato civile devono contrarre un patto o contratto. Questo patto è all’origine della società. Così facendo si sottomettono alla volontà di un sovrano e rinunciano alla condizione originaria di libertà e uguaglianza. L’autorità del sovrano non deriva da una concessione divina (laicizzazione dello Stato) ma da una cessione di diritti da parte degli uomini contraenti il patto. Prof. Bertolami Salvatore
OBBEDIENZA E RESISTENZA Compito dell’autorità sovrana è quello di condurre la comunità verso il bene collettivo. Per tale motivo il potere del sovrano non è assoluto ma soggetto a critiche e persino a revoche allorchè diventa ingiusto e iniquo. Prof. Bertolami Salvatore
SOVRANITA’ Monarchia costituzionale illuminata Prof. Bertolami Salvatore
Riferimenti bibliografici De iure naturae et gentium (1672) Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Principio generale Sottolineava che lo studio del diritto naturale doveva abbandonare il punto di vista dei teologi e limitarsi alle regole riguardanti la vita terrena. Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Per lo sviluppo del suo pensiero sono fondamentali le opere di Grozio e Hobbes: Di Grozio, apprezza la separazione tra diritti naturali e positivi, ma rigetta la teoria delle idee innate, presenti nell’uomo anziché progressivamente acquisite con l’esperienza. Di Hobbes, apprezza l’idea che l’uomo non è un animale “naturalmente” sociale. Respinge però l’idea che lo stato naturale sia uno stato di guerra. Respinge anche l’idea che la distinzione tra bene e male derivi dal comando del sovrano (respinge cioè il relativismo etico di Hobbes). Prof. Bertolami Salvatore
Enti fisici ed enti morali La distinzione tra enti fisici ed enti morali, corrisponde alla distinzione tra essere e dover essere. L’uomo ad es. è un ente fisico, mentre i “modi” in cui egli dirige il proprio agire e usa la propria libertà sono enti morali (ad es. la socialità). Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Diritto naturale Diritto naturale = valori che dirigono le azioni dell’uomo. Per Pufendorf questi valori derivano, in ultima analisi, da Dio. La distinzione tra diritto e morale si avrà in modo netto solo con Thomasius. Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Contratto sociale 3 FASI: Contratto tra gli individui (pactum associationis) Decretum (forma di governo) Contratto tra il populus e il princeps (pactum subjectionis) Il secondo accordo appare come sinallagmatico, per cui sia il popolo che il sovrano si obbligano e nel caso il sovrano violi il patto, il popolo ha diritto di resistere. In realtà Pufendorf, nonostante le premesse, appare restio ad ammettere limiti alla sovranità! Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Diritto privato Proprietà: se per Hobbes la distribuzione della proprietà privata spettava al sovrano, per Pufendorf Dio stesso aveva messo i beni a disposizione di tutti (proprietà comune). Solo successivamente, le esigenze della vita produttiva hanno consigliato di introdurre la proprietà privata. Impostazione storicistica (e spesso utilitaristica) Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore In generale Afferma l’uguaglianza dei soggetti davanti alla legge ma non insiste sul principio di legalità. Prof. Bertolami Salvatore
Prof. Bertolami Salvatore Conclusione Tutta la costruzione giusnaturalistica di Pufendorf è volta alla legittimazione del diritto positivo. Come per Hobbes anche per Pufendorf la legge è il comando del sovrano. Egli auspica quindi che il diritto positivo si fondi sui principi razionali del diritto naturale, ma non si ha in Pufendorf l’idea che la legge dello Stato sia la “positivizzazione” dei principi giusnaturalistici. Prof. Bertolami Salvatore