Alessandro Manzoni L’ Età di Manzoni Vita e Opere I Promessi Sposi.

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Alessandro Manzoni L’ Età di Manzoni Vita e Opere I Promessi Sposi

Il ritratto di Manzoni "Aveva il naso lungo, la bocca affilata, il labbro inferiore e il mento un po’ sporgenti, gli occhi chiari, luminosi, scintillanti. Vestito semplicemente di grigio o di nero, camminava con le spalle alte verso il capo e se vedeva qualcuno per la prima volta si rannicchiava ancora di più, mentre faceva il primo inchino. Nessuno riusciva a capire quali pensieri si nascondessero dietro gli occhi mobilissimi di questo padre distratto, di questo dilettante di giardini e di letteratura, di quest’ombra squisita ed elegante”.(Corriere della Sera.1973)

Il carattere “Il capo del Romanticismo italiano ebbe la meno romantica delle vite. Una vita che cela ogni fervore di sentimento. Pur studiando i suoi scritti, i suoi sentimenti personali, i suoi affetti, le sue passioni restano velati. Manzoni, solo con la sua anima, coi suoi tormenti, con le sue battaglie non lo vediamo mai: lo intravediamo pochissime volte. Ai nostri occhi la sua vita è tutta concentrata in un lavorio segreto, imperscrutabile di meditazioni artistiche, religiose, morali. Quindi per noi essa è nelle sue opere: al di fuori di queste ci rimangono fatti nudi, date, aneddoti non troppo significativi, indizi buoni per l’ ipotesi più che per la certezza”. (A. Momigliano)

L’ eta’ di Manzoni L’età di Manzoni è stata per l’Europa una delle più ricche di vicende politiche e culturali. Quando egli nasceva a Milano, tutta la Lombardia era sotto il dominio austriaco, mentre il resto della penisola, diviso in stati più o meno indipendenti, era sottoposto all’influenza delle grandi potenze europee, specialmente all’Austria. Verso la fine del secolo, tuttavia, quest’assetto politico venne sconvolto prima dalla Rivoluzione francese, poi da Napoleone. La Rivoluzione (1789-95) diffuse ovunque la voglia di liberarsi dalle strutture opprimenti del Medioevo e creare moderne strutture politiche, sociali ed economiche, basate sul diritto dei popoli alla libertà, all’uguaglianza e a governarsi da sé. Napoleone, poi, contribuì molto alla diffusione delle idee rivoluzionarie così sintetizzate:” libertà, uguaglianza, fraternità”. In Italia tali idee diedero forza alle secolari aspirazioni all’unità nazionale e all’indipendenza dallo straniero che avrebbero messo in moto quel processo patriottico che avrebbe condotto alla proclamazione del Regno d’Italia (1861). Manzoni visse tutte queste vicende profondamente, trasportandone momenti per lui significativi nelle sue opere letterarie.

L’ Illuminismo In campo culturale e spirituale si succedettero vari movimenti di grande rilievo che influirono sulla personalità, sul pensiero e l’opera del Manzoni. Il primo di questi movimenti, quello culturale-filosofico che dall’Inghilterra si diffuse nel ‘700 in tutta Europa e che ebbe stretti legami con la Rivoluzione francese, fu l’Illuminismo. Il nome gli derivò dall’intento di voler esaminare e chiarire tutto coi “lumi” della ragione allo scopo di liberare l’uomo da errori e superstizioni del passato. Gli illuministi, esaltando la ragione come dote distintiva dell’uomo e trascurando ogni influenza divina sui fatti umani, accomunavano tutti gli individui in una pari dignità, sostenevano principi di uguaglianza, di fraternità, di cosmopolitismo. Fiducioso nel contributo della ragione saggiamente impiegata, l’Illuminismo guardava ottimisticamente all’avvenire come un cammino verso il progresso. Ma le attese illuministiche erano destinate a crollare di fronte alla tragica realtà della Rivoluzione francese che, invece di realizzarle praticamente, con le sue violenze seguite da altre lotte e ingiustizie, disilluse questo sogno di felicità universale

Il Romanticismo Perciò proprio sul finire del ‘700 all’Illuminismo in crisi andò subentrando un nuovo grande movimento: il Romanticismo. Esso, lungi dall’ottimismo illuministico, percepiva la presenza del mistero che ci circonda, sentiva l’importanza della religione e dell’aldilà oltre i limiti della fugace esistenza terrena, riconosceva il valore delle tradizioni antiche e, contro un illusorio cosmopolitismo, dava valore alla realtà di nazione e di patria. All’esaltazione della ragione si sostituì quella del sentimento come forza vitale dell’uomo. Dinanzi ai limiti umani e al mistero del mondo, il Romanticismo si caricò di melanconia e di pessimismo.

La Vita Nato a Milano nel 1785 probabilmente da una relazione extramatrimoniale tra Giulia Beccaria e Giovanni Verri, fratello di Alessandro e Pietro (noti esponenti dell'Illuminismo), e immediatamente riconosciuto dal marito di lei, Pietro Manzoni.

Alessandro Manzoni entrò nel 1791 nel collegio dei Somaschi a Merate, dove rimase fino al 1796, anno in cui fu ammesso presso il collegio dei Barnabiti.

Nel 1805 si trasferì a Parigi, dove risiedeva la madre insieme con il suo compagno, Carlo Imbonati, che morì nello stesso anno. Proprio in onore di lui il Manzoni compose il carme In morte di Carlo Imbonati. Rientrato a Milano nel 1807, incontrò e si innamorò di Enrichetta Blondel

Si sposò con rito calvinista ed ebbe ben dieci figli (otto dei quali gli morirono tra il 1811 e il 1873). Il 1810 fu l'anno della conversione religiosa della coppia: il 22 maggio Enrichetta abbracciò la fede cattolica e, tra l'agosto ed il settembre, il Manzoni si comunicò per la prima volta. Dal 1812 lo scrittore compose i primi quattro Inni Sacri, che verranno pubblicati nel '15; l'anno seguente iniziò la stesura de Il conte di Carmagnola.

Lo stesso anno della sua conversione Manzoni torna a vivere a Milano, dove resterà poi fino alla morte, ad eccezione di alcuni mesi trascorsi a Parigi, tra il 1819 e il 1820, e di qualche breve viaggio a Firenze, nel 1827 e nel 1856. L'esistenza dello scrittore trascorre quindi nel lavoro e nell'intimità familiare, lontano dalla curiosità e dagli impegni mondani, tra Milano e la sua villa di Brusuglio, nella campagna lombarda.

Fu questo, per il Manzoni, un periodo molto triste dal punto di vista familiare (dati i numerosi lutti), ma molto fecondo da quello letterario: nei 2 decenni successivi (all'incirca fino al '38-'39) furono composti, tra gli altri, la Pentecoste, le Osservazioni sulla morale cattolica, la tragedia l'Adelchi, le odi Marzo 1821 e Il Cinque Maggio, le Postille al vocabolario della crusca e fu avviata la stesura del romanzo Fermo e Lucia, uscito nel '27 col titolo I promessi sposi, ma la cui seconda e definitiva stesura avverrà nel 1840, con la sua pubblicazione a dispense corredata dalle illustrazioni di Francesco Gonin.

Nel ‘33 perse l’ amatissima moglie Enrichetta Blondel. Nel ‘37 si risposò con Teresa Borri Stampa.

Nel '48 venne arrestato ilfiglio Filippo: fu proprio in questa occasione che il Manzoni scrisse l'appello dei milanesi a Carlo Alberto. Di due anni dopo è la lettera al Carena Sulla lingua italiana. Tra il 1852 e il '56 fu in Toscana. La sua fama di letterato, di grande studioso ed interprete della lingua italiana si andava sempre più consolidando: fu così che nel 1860 fu nominato Senatore del Regno, una nomina a cui, un anno dopo, seguì un'altra morte, quella della seconda moglie. Nel 1862 venne incaricato di prendere parte alla Commissione per l'unificazione della lingua e sei anni dopo presentò la relazione Dell'unità della lingua e dei mezzi per diffonderla.

Nel 1873, morì a Milano, venerato come il letterato italiano più rappresentativo del secolo e come il padre della lingua italiana moderna. Solenne fu il funerale nel Duomo, erano presenti le più alte personalità del tempo. Poi un corteo di popolo dal Corso Vittorio al Cimitero Monumentale sfilò,dicono, per ore.

Le spoglie di Alessandro Manzoni riposano nel Cimitero Monumentale a Milano.

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ ampia costiera dall’ altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile all’ occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’ Adda ricomincia…

AMBIENTAZIONE STORICA Preliminare alla stesura del romanzo, è stato un complesso lavoro di ricerca e di studio del maggior numero possibili di fonti e documenti sul periodo nel quale Manzoni intende ambientare la vicenda : - Cronache secentesche di ALESSANDRO TADINO e di GIUSEPPE RIPAMONTI

Lo “scartafaccio”: un manoscritto anonimo del ‘600 Nell’ «Introduzione» il Manzoni immagina di aver scoperto, in un vecchio manoscritto anonimo del XVII secolo (quando la Lombardia era sottoposta alla dominazione spagnola) la storia di due giovani operai innamorati, impediti nel loro matrimonio dalla prepotenza di un signorotto del tempo. E trascrive il primo passo del manoscritto, dove l'anonimo autore, nello stile gonfio e ampolloso caratteristico di quel secolo, esprime tuttavia un proposito nuovo e originale: quello di narrare, sullo sfondo della grande storia, una semplice storia di gente umile. In questo modo il Manzoni, nascondendosi dietro l'anonimo autore, afferma la sua adesione al principio romantico (e rivoluzionario) di rivolgere l'interesse dell'artista verso le classi popolari, a rinnovamento della letteratura, intesa molto spesso, fino a quel tempo, come specchio delle classi privilegiate per lettori privilegiati. Trascritto così il primo passo dell'immaginario manoscritto, il Manzoni ci dice di aver rinunciato ben presto alla fatica di interpretarne le stranezze stilistiche e l'illeggibile calligrafia e di aver preferito riscriverlo interamente a modo suo, in un linguaggio nuovo che troverà, nelle pagine stesse dell'opera, la sua giustificazione.

L e tre redazioni Il romanzo de “ I Promessi Sposi“ è il più famoso della letteratura italiana. Scritto per la prima volta nel 1821, aveva come titolo "Fermo e Lucia". In questa prima edizione, erano diversi sia i nomi di alcuni personaggi, sia alcuni episodi.La lingua utilizzata era "un composto indigesto", fatto di frasi un pò lombarde, un pò toscane, un pò francesi e un pò anche latine. 2) Insoddisfatto per tale motivo, il Manzoni si rimise all'opera cercando di correggere costrutti e vocaboli. Ne uscì un secondo romanzo, che fu pubblicato nel 1827 col titolo "I Promessi Sposi, storia milanese del sec. XVII, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni". Fu un successo strepitoso. In meno di venti giorni se ne vendettero 600 copie.Tra la prima e la seconda stesura c'è una notevole differenza: nella prima è possibile evincere una concezione totalmente pessimistica della vita, mentre nella seconda il pessimismo è mitigato dalla fede nella Provvidenza e nella Giustizia di Dio. 3) Ma il Manzoni non era contento neanche della seconda redazione perchè la lingua si sembrava ancora piena di lombardismi. Nello stesso anno, il 1827, si recò, pertanto, a Firenze a "risciacquare - come egli diceva - i cenci in Arno" e sottopose il suo romanzo ad un'accurata revisione linguistica sul modello del fiorentino. Si ebbe così la terza e definitiva edizione del romanzo, che fu pubblicata tra il 1840 ed il 1842.

La trama Due giovani Lucia Mondella e Renzo Tramaglino stanno per sposarsi, ma un signorotto prepotente don Rodrigo fa minacciare il curato e impedisce la celebrazione delle nozze. I due protagonisti dovranno affrontare numerose peripezie prima di poter coronare il loro sogno d’ amore, ma saranno sempre sorretti da un’incrollabile fiducia nella Provvidenza divina.

La struttura La trama è divisa in due parti: una prima parte in cui si sviluppa l’ intreccio narrativo (dall’ incontro coi Bravi al rapimento di Lucia dal monastero di Monza ad opera dell’ Innominato); una seconda parte in cui ogni tema ed ogni motivo trova il suo naturale e provvidenziale scioglimento (dalla conversione del- l’ Innominato alla morte di Don Rodrigo, che consente le nozze di Renzo e Lucia.

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI ANTAGONISTI Don Rodrigo Innominato AIUTANTI Don Abbondio Monaca di Monza PROTAGONISTI Renzo Lucia AIUTANTI Fra Cristoforo Cardinale Borromeo Oggetto del desiderio Laici Positivi Negativi

PRECISIONE DELLA RICOSTRUZIONE STORICO-SOCIALE Personaggi storici : ANTONIO FERRER, CARDINALE FEDERICO BORROMEO, LA MONACA DI MONZA. Personaggi ispirati alla storia : PADRE CRISTOFORO, L’INNOMINATO

LE SEQUENZE Il romanzo è suddiviso in 7 MACRO-SEQUENZE: Cap. I-VIII : presentazione dei personaggi. Cap. IX-X: funge da cerniera storica – Monaca di Monza Cap. XI- XVII: Renzo a Milano. Cap. XVIII-XXIII: cerniera storica – rapimento di Lucia, Innominato Cap. XXIV-XXVI: Lucia libera a Milano. Cap. XXVII-XXX: cerniera storica – racconta il 1600 e la peste. Cap. XXXI-XXXVIII: Renzo e Lucia si ritrovano nel lazzaretto e fine della vicenda con il matrimonio.

Coordinate spazio- temporali Luoghi in cui si svolge la vicenda sono: LECCO PESCARENICO MONZA MILANO GORGONZOLA BERGAMO PASTURO LAZZARETTO Tempo dal 7 Nov. 1628 al 1630.

Il Seicento Le vicende del romanzo manzoniano si svolgono tra il 1628 e il 1630 in Lombardia, sottoposta all’ inetto e dispotico governo spagnolo. Il Seicento è il secolo della preponderanza spagnola in Europa e particolarmente in Italia, dove, tranne qualche moto popolare suggerito dal disagio economico più che da precise idealità politiche (Masaniello a Napoli, Giuseppe D'Alessi a Palermo) l'atmosfera è di completa sottomissione alla Spagna, la cui influenza si fa sentire anche in quegli Stati che non sono soggetti alla sua autorità. Per quanto riguarda l'Italia il trattato di Cateau-Cambrèsis assegnò alla Spagna il dominio su quasi tutta l'Italia, che fu il peggiore fra quanti essa dovette sopportare: scomparve ogni sentimento di indipendenza e di libertà politica; il fiscalismo avvilì i sudditi e impoverì il Paese; industria e commercio decaddero, le terre furono abbandonate; la popolazione diminuì paurosamente. Ma quel triste governo influì non solo nel campo materiale, ma anche su quello morale: la servitù insegnò a mentire ed adulare, la prepotenza dei dominatori fu imitata dai signorotti italiani che servivano vergognosamente i potenti e opprimevano i fratelli che stavano in basso. Le leggi c'erano, ma non c'era chi le facesse rispettare, sicchè regnava l'arbitrio e la vendetta privata. Al posto del sentimento religioso dominava l'ipocrisia. Ogni ideale era scomparso. Le pagine de “I Promessi Sposi” di Manzoni sono la più luminosa testimonianza di questo periodo storico.

Cornice storica “I Promessi Sposi” sono un romanzo storico: i personaggi nati dalla fertile invenzione dello scrittore sono inseriti nella cornice storica compresa tra il 1628 e il 1630, accuratamente ricostruita e descritta. Nella prima parte del romanzo campeggiano: la sollevazione di Milano, avvenuta l’ 11 novembre 1628 a causa della carestia ; il malgoverno spagnolo. Nella seconda parte sono descritte: la calata dell’ esercito imperiale in Italia; il passaggio dei Lanzichenecchi e il diffondersi della peste.

Un genere nuovo: il romanzo La scelta di scrivere un ROMANZO nel 1821 denota coraggio: questo genere era disprezzato dal pubblico colto, che lo riteneva adatto agli ignoranti. Ma questa visione era causata dall’ arretratezza in cui l’ Italia si trovava tra fine ‘700 - inizio ‘800. Non a caso, il romanzo “moderno”(che analizza società e costumi contemporanei) nasce in Inghilterra, dove la borghesia stava diventando la classe dominante e l’ alfabetizzazione era diffusa presso i ceti medi. Lo scozzese Walter Scott diede grande impulso al romanzo storico con “Ivanhoe”. Manzoni scrisse un romanzo molto diverso per: la rigorosa ricostruzione storica, l’approfondita analisi psicologica dei personaggi, l’ avversione allo spirito romanzesco(sfondi storici artificiosi, cupi,misteriosi) Dunque Manzoni sceglie di trattare il romanzo storico per cogliere meglio la realtà nei suoi molteplici e contraddittori aspetti, per rappresentare il dramma della vita, la lotta tra il bene e il male senza indulgere all’ avventura e al romanzesco.

Le tematiche La Storia Nell'« Introduzione » a I Promessi sposi, Manzoni definisce la storia « una guerra illustre contro il tempo »: la storia, cioè, richiama in vita il passato. E se gli storici si limitano a narrare le gesta dei grandi personaggi, Manzoni, invece, ritiene che soprattutto le vicende della gente umile, di chi soffre e patisce i soprusi dei potenti siano degne di essere ricordate e descritte. Proprio per questo Manzoni scrive un romanzo storico, ambienta cioè le avventure di Renzo e Lucia nel secolo XVII, durante la dominazione spagnola in Italia. A fianco dei personaggi nati dalla fantasia dell'autore si muovono così personaggi storici veri e propri (il governatore di Milano don Gonzalo Fernandez, il cancelliere Antonio Ferrer, il cardinal Federigo Borromeo) oppure personaggi realmente esistiti a cui Manzoni si ispira per crearne dei nuovi (la monaca di Monza, l'Innominato). Solo in questo modo la storia di Renzo e Lucia diventa vera. Non si deve infatti dimenticare che per Manzoni, come egli stesso scrive in una sua lettera, « l'essenza della poesia non consiste nell‘ inventar dei fatti», ma nel far uscire, proprio dalla storia, i sentimenti e « le passioni che hanno tormentato gli uomini », cioè « ogni segreto dell'anima umana».

Le tematiche La Provvidenza Manzoni chiarisce il tema, tanto importante nel romanzo, della Provvidenza: di quel preciso disegno divino che regola lo svolgersi di tutte le vicende, della vita e della storia, rendendole utili per l'avvenire, tanto più quando siano dolorose e difficili. I disegni della Provvidenza, però, non sempre possono apparire chiari all'uomo. Allora, soltanto la fiducia in Dio « raddolcisce » i guai che, « o per colpa o senza colpa », si incontrano nel cammino della vita: e questa è proprio la morale, « il sugo di tutta la storia », come scrive Manzoni nel finale del romanzo.

La carestia Le tematiche La carestia è un argomento della storia milanese del secolo XVII, analizzato da Manzoni con cura e documentazione di studioso. L'attenzione rivolta alla storia, come sempre accade, anche in questo caso non soffoca l'interesse per l'uomo. La carità «ardente e versatile » del cardinal Federigo, che distribuisce « ogni mattina duemila scodelle di minestra di riso », che spedisce « ai luoghi più bisognosi della diocesi » viveri e soccorsi diventa, infatti, nelle pagine tristi e crudeli della carestia, un vivo esempio di carità cristiana, dell'amore dell'uomo per il suo prossimo.

Le tematiche La religione Esistono ne I Promessi sposi tre figure di religiosi: don Abbondio, fra Cristoforo, il cardinal Federigo, che esprimono tre diversi modi di vivere e operare religiosamente. Don Abbondio, che «non era nato con un cuor di leone», non trova spazio nella società del suo tempo e accetta di farsi prete per « scansar tutti i contrasti » di quel triste momento storico. Il ministero sacerdotale diventa quindi per don Abbondio l'unico sistema per assicurarsi un quieto vivere, in un mondo violento e corrotto: e il curato infatti si fa prete per mettersi in salvo e in pace. Fra Cristoforo è invece l'immagine del religioso che opera nel mondo, fino ad opporsi, anche con aggressività, ai mali della società secentesca. È il predicatore che crede che la parola di Dio abbia creato il mondo: perciò le sue parole non restano soltanto parole, ma diventano azioni concrete (fra Cristoforo affronta don Rodrigo, va a servire gli appestati, scioglie il voto di castità di Lucia, per esempio). La figura del cardinal Federigo, infine, è quella che più si avvicina al modo di intendere la religione da parte di Manzoni. A differenza di fra Cristoforo, il cardinal Borromeo non solo opera nel mondo, ma lo scavalca con il suo esempio: sa dunque opporre alla falsità del mondo un modello di verità che è proprio la verità della parola di Dio.

Le tematiche La peste Il XXXI e il XXXII capitolo de I Promessi sposi sono capitoli di pura trattazione storica, in cui tutta l'attenzione di Manzoni sembra rivolta allo studio della peste a Milano del 1630. L'autore dimostra un'accurata conoscenza del fenomeno, documentata sui testi più autorevoli di quel tempo. L'analisi storica offre tuttavia a Manzoni l'occasione per indagare nel cuore degli uomini. Allora nelle sue pagine compaiono gli esempi di grande carità cristiana (primo fra tutti quello del cardinal Federigo), di quanti, « nella furia del contagio », visitano gli ammalati per dare il loro conforto e il loro aiuto. « Ma di fronte a queste sublimazioni di virtù » non mancano anche gli esempi di « perversità » di coloro « sui quali l'attrattiva della rapina » è più forte del timore della malattia. Questi uomini entrano da padroni nelle case degli infermi, maltrattano, rubano e saccheggiano senza pietà. Quello della peste diventa dunque un nuovo quadro dell'umanità, descritta da Manzoni in tutti i suoi aspetti.  

I personaggi La fantasia manzoniana non sta tanto nell'inventare fatti ed intrecci, quanto nel creare personaggi vivi, non limitandosi a descrivere il loro portamento esteriore, ma penetrando nel segreto delle anime, cogliendone ciò che è singolare e caratteristico, e insieme universale ed eterno. Nei Promessi Sposi trovano luogo personaggi comici, come don Abbondio, e tragici come l'Innominato; semplici come Renzo e Lucia, e complessi come Gertrude; buoni ed evangelici come il Cardinale Federigo Borromeo e Padre Cristoforo, e cattivi come Don Rodrigo. Tali personaggi sono incapaci di avere un'esistenza autonoma, ma sono intimamente legati all'intera vicenda del romanzo, e, in particolare, sentiti sullo sfondo dei paesi e dei paesaggi a loro familiari, proiettati nel clima delle vicende storiche della loro età, legati allo stato d'animo e agli ideali del Manzoni. Guardandoli così, in questa unione con la natura, con la storia e col sentimento del poeta,  sarà possibile comprendere il valore delle singole figure, ma anche la saldezza dell'intera costruzione fantastica e l'opera d'arte nella sua pienezza spirituale e poetica.

I personaggi più riusciti RENZO- Buono ed onesto, ha un forte senso della giustizia. Impulsivo, ma sufficientemente accorto a trarsi dalle difficoltà. LUCIA- Animo nobile e delicato, ha profonda fede in Dio. Il suo amore per Renzo è pudico, onesto e purissimo. FRA’ CRISTOFORO- E’ un eroe della carità, pronto ad abbracciare buoni e malvagi in una comune legge d’ amore. DON ABBONDIO- E’ un povero prete di campagna, costretto dalla violenza dei tempi a venir meno ai suoi doveri di sacerdote. DON RODRIGO- Signorotto prepotente e privo di freni morali, incarna il male e la forza malvagia. CARD. FEDERIGO- E’ la Provvidenza, che soccorre. INNOMINATO- Dopo tanti delitti, si pente, apre il cuore a Dio. GERTRUDE- Anima assetata di libertà, è costretta dal padre a rinchiudersi in un monastero.

L’ umorismo manzoniano L’ umorismo spegne in un sorriso di rassegnata indulgenza i giudizi moralistici sulle debolezze umane. Mentre esprime un severo giudizio morale, mostra di comprendere e compatire la fiacchezza e la miseria morale che determina scelte sbagliate.

La Morale de I Promessi Sposi Il romanzo termina con la celebre morale messa in bocca a Lucia: «...lo non sono andata a cercare i guai: sono loro che sono venuti a cercar me... i guai vengono bensì spesso perché ci si è dato cagione; ma la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani...».