ENTEROBATTERI.

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Transcript della presentazione:

ENTEROBATTERI

Famiglia: Enterobacteriaceae                                                                                           Comprende più di 100 specie di batteri gram negativi il cui habitat naturale e costituito dall’intestino dell’uomo e di altri animali. Le Enterobacteriaceae che fanno parte della normale flora intestinale, sono definite coliformi. Sono microrganismi ubiquitari, presenti nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione.

Enterobacteriaceae Costituita da un vasto gruppo eterogeneo di bacilli Gram-negativi importanti da un punto di vista medico.

Enterobacteriaceae Bacilli Gram-negativi, asporigeni; Immobili o mobili con flagelli peritrichi; Provvisti di pili; Aerobi-anaerobi facoltativi; Catalasi-positivi; Ossidasi-negativi; In grado di crescere su terreni selettivi (MacConkey agar) e non selettivi (Agar sangue); Sono in grado, in anaerobiosi o in ridotta tensione di O2, di fermentare il glucosio con produzione di acidi e gas.

Enterobacteriaceae Antigeni Antigeni O È rappresentato dalla porzione polisaccaridica del lipopolisaccaride (LPS); esistono oltre 150 differenti antigeni somatici O termostabili. Antigeni K Si trovano all’esterno degli antigeni O in alcune Enterobatteriaceae, alcuni sono polisaccaridi altri sono proteine; esistono oltre 100 differenti antigeni K. Antigeni Vi: Salmonelle Antigeni H È rappresentato dalle proteine flagellari; esistono oltre 50 differenti antigeni H.

Enterobacteriaceae Fattori di virulenza Capsula Protegge i microrganismi dalla fagocitosi. Variazione di fase Gli antigeni capsulare K e flagellare H possono essere alternativamente espressi o non espressi proteggendo così il batterio dalla morte cellulare anticorpo-mediata. Sequestro dei fattori di crescita I batteri producono: - Composti chelanti il ferro, i siderofori - Emolisine globuli rossi. Endotossina (lipide A dell’LPS).

Caratteristica biochimica delle Enterobacteriaceae Fermentazione del lattosio su terreni differenziali quali MacConkey, terreno al desossicolato. Batteri fermentanti il lattosio Escherichia spp., Klebsiella spp., Enterobacter spp., Citrobacter spp., Serratia spp. colonia rossa. Batteri non fermentanti il lattosio Proteus spp., Salmonella spp., Shigella spp., Yersinia spp. colonia incolore

Enterobacteriaceae Escherichia Shigella Salmonella Proteus Klebsiella Le Enterobacteriaceae importanti dal punto di vista medico appartengono a 10 generi e costituiscono 25 specie: Escherichia Shigella Salmonella Proteus Klebsiella Yersinia Enterobacter Citrobacter Morganella Serratia

Infezioni da Enterobacteriaceae Salmonella spp. Shigella spp. Yersinia pestis Infezioni da Enterobacteriaceae INFEZIONI SONO SEMPRE ASSOCIATE A PATOLOGIE UMANE

sono membri della normale flora commensale Escherichia coli Klebsiella pneumoniae Proteus mirabilis sono membri della normale flora commensale e possono causare infezioni opportunistiche

Le infezioni possono originare: Da un serbatoio animale (la maggior parte della specie di Salmonella e di Yersinia); -Da una diffusione endogena dell’organismo in pazienti suscettibili (E. coli) e possono interessare quasi tutti i distretti corporei.

Infezioni da Enterobacteriaceae Infezioni intestinali. Infezioni extraintestinali. Infezioni sistemiche.

Infezioni a localizzazione intestinale Sono infezioni esogene che si sviluppano in seguito ad ingestione di cibi contaminati con materiale fecale di individui a loro volta infetti. Sono rappresentate da enteriti o gastroenteriti. Agenti eziologici: Escherichia coli Salmonella spp. Shigella spp. Yersinia spp.

Infezioni a localizzazione intestinale Enterobatteri invasivi Shigelle, Salmonelle, stipiti di E. coli. Si localizzano nella porzione distale dell’intestino (tenue, colon) penetrando nella mucosa dove provocano alterazioni istopatologiche evidenti. Enterobatteri non invasivi Stipiti di E. coli , Y. enterocolitica. Si localizzano nell’intestino tenue ed elaborano enterotossine che agiscono stimolando l’attività secretoria della mucosa intestinale senza provocarvi lesioni istopatologiche.

Infezioni a localizzazione extraintestinale Infezioni endogene. Sono rappresentate da: Infezioni del sistema nervoso centrale; Infezioni delle basse vie respiratorie; Infezioni del sistema circolatorio; Infezioni delle vie urinarie.

Infezioni sistemiche Infezioni endogene. Febbri enteriche (tifo e paratifo); agenti eziologici: S. typhi, S. paratyphi

Setticemia La setticemia da Enterobacteriaceae origina da infezioni del tratto urinario o gastroenterico (infezioni intra-addominale secondaria a perforazione intestinale). Generi Incidenza da Enterobacteriaceae associata a batteriemia E. coli 45% Klebsiella spp. 22% Enterobacter 20% Serratia spp. 4% Proteus spp. Altri 3%

Escherichia coli

NORMALMENTE PRESENTE NEL TRATTO Escherichia coli FAMIGLIA: ENTEROBACTERIACEAE Bacilli gram-negativi, asporigeni, sia mobili che immobili, anaerobi facoltativi, fermentano il glucosio e il lattosio. GENERE: ESCHERICHIA SPECIE: E. coli NORMALMENTE PRESENTE NEL TRATTO GASTRO-ENTERICO

E. coli È l’ospite normale dell’organismo umano residente nell’intestino crasso. Gli stipiti di E. coli si dividono in numerosi sierotipi sulla base dei diversi antigeni O e nell’ambito di ciascun sierotipo sulla base di diversi antigeni K e H.

EPIDEMIOLOGIA BACILLO GRAM-NEGATIVO PIU’ COMUNEMENTE ISOLATO IN PZ AFFETTI DA SETTICEMIA RESPONSABILE DELL’80% DELLE INFEZIONI URINARIE E DEL > N. DI INFEZIONI NOSOCOMIALI PRINCIPALE CAUSA DI GASTROENTERITI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO LA MAGGIOR PARTE DELLE INFEZIONI SONO ENDOGENE CON L’ECCEZIONI DELLE MENINGITI NEONATALI E DELLE GASTROENTERITI

Potenziali fattori di virulenza e relativi geni

CLASSIFICAZIONE DEI CEPPI PATOGENI DI E. coli CLASSIFICAZIONE SIEROLOGICA: Basata sulla reattività delle molecole della superficie batterica con vari anticorpi. ANTIGENE “O” dell’LPS (lipopolisaccaride) identifica il SIEROGRUPPO del ceppo. ANTIGENE “H” del flagello identifica il SIEROTIPO. ANTIGENE CAPSULARE “K” (variazione di fase)

CLASSIFICAZIONE DEI CEPPI PATOGENI DI E. coli CLASSIFICAZIONE BASATA SUI FATTORI DI VIRULENZA: MODALITA’ E FATTORI IMPLICATI NELL’ADESIONE ALLE CELLULE, ALLA PRODUZIONE DI TOSSINE… FATTORI PRESENTI SU ELEMENTI GENETICI MOBILI CEPPI PATOGENI DI E. coli ETEC: ENTEROTOSSIGENI EAggEC: ENTEROAGGREGANTI EPEC: ENTEROPATOGENI EHEC: ENTEROEMORRAGICI EIEC: ENTEROINVASIVI DAEC: DIFFUSAMENTE ADERENTI

GASTROENTERITI DA ETEC: E. coli ENTEROTOSSIGENI SITO D’AZIONE: INTESTINO TENUE MALATTIA DIARREA INFANTILE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO DIARREA DEL VIAGGIATORE TRASMISSIONE INGESTIONE DI ALIMENTI O ACQUA CONTAMINATA DA FECI

MANIFESTAZIONI CLINICHE DIARREA DOPO 1-2 GIORNI DI INCUBAZIONE E DI DURATA DI 3-4 GIORNI SINTOMI: CRAMPI, NAUSEA, VOMITO, E DIARREA ACQUOSA. NON CI SONO ALTERAZIONI DELLA MUCOSA INTESTINALE E INFIAMMAZIONE.

PATOGENESI 2 CLASSI DI ENTEROTOSSINE: TOSSINE TERMOLABILI (LT-I E LT-II) LT-II NON E’ ASSOCIATA A MALATTIE NELL’UOMO TOSSINE TERMOSTABILI (STa E STb) STb NON E’ ASSOCIATA A MALATTIE NELL’UOMO

I RECETTORI PER QUESTI FATTORI DI COLONIZZAZIONE SONO GLICOPROTEINE I GENI CHE CODIFICANO LT-I E STa SI TROVANO SU PLASMIDI CONIUGATIVI E POSSONO ANCHE PORTARE I GENI CHE CODIFICANO PER LE ADESINE (CFA/I, CFA/II E CFA/III) I RECETTORI PER QUESTI FATTORI DI COLONIZZAZIONE SONO GLICOPROTEINE

Composition of subunits of enterotoxins

Attività ADP-ribosilante (colera) Secrezione H2O ed elettroliti LT Tossina termolabile Attività ADP-ribosilante (colera) B GM1 Ganglioside (GM1) membrana A2 Stipiti ETEC citoplasma A1 NAD ADPr + nicotinamide Secrezione H2O ed elettroliti attivazione adenilato-ciclasi Cellule dell’epitelio intestinale ATP AMPc AMPc AMPc

Attivazione delle chinasi alterato trasporto di ioni NaCl ST Tossina termostabile recettore GC: guanilato-ciclasi Stipiti ETEC GTP cGMP Stimolazione sintesi cGMP Attivazione delle chinasi alterato trasporto di ioni NaCl

GASTROENTERITI DA EIEC: E. coli ENTEROINVASIVI SITO D’AZIONE: INTESTINO CRASSO MALATTIA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO CARATTERIZZATA INIZIALMENTE DA DIARREA ACQUOSA RARAMENTE FORMA DISSENTERICA TRASMISSIONE INGESTIONE DI ALIMENTI O ACQUA CONTAMINATA DA FECI

MANIFESTAZIONI CLINICHE SINTOMI: FEBBRE, CRAMPI E DIARREA ACQUOSA FORMA DISSENTERICA: EMISSIONE DI FECI SANGUINOLENTE INFILTRAZIONE INFIAMMATORIA DELLA MUCOSA INTESTINALE CON POSSIBILE ULCERAZIONE DEL COLON

PATOGENESI INVASIONE E DISTRUZIONE PLASMIDE-MEDIATA DELLE CELLULE DI RIVESTIMENTO DEL COLON GENI pInv, CODIFICATI DAL PLASMIDE, MEDIANO L’INVASIONE DEL COLON

STIPITI EIEC E.coli Intestino crasso I batteri invadono le cellule della mucosa (crasso) vengono inglobate da un vacuolo, si moltiplicano all’interno della cellula Diffusione cell-cell Distruzione dei tessuti. reazione infiammatoria

GASTROENTERITI DA EHEC: E. coli ENTEROEMORRAGICI SITO D’AZIONE: INTESTINO CRASSO MALATTIA NEI PAESI INDUSTRIALIZZATI: LIEVE DIARREA SENZA COMPLICAZIONI COLANGITE EMORRAGICA SINDROME UREMICA-EMOLITICA TRASMISSIONE CONSUMO DI CARNE DI MANZO MACINATA COTTA MALE, O DI ALTRI PRODOTTI BOVINI, DI ACQUA, LATTE NON PASTORIZZATO, SUCCHI DI FRUTTA CONTAMINATI CON FECI BOVINE, VEGETALI CRUDI E FRUTTA

INCIDENZA - PIU’ ELEVATA NEI BAMBINI DI ETA’ INFERIORE AI 5 ANNI SOPRATTUTTO NEI MESI CALDI INCUBAZIONE 3- 4 GIORNI CON RISOLUZIONE DOPO 4-10 GIORNI SENZA TRATTAMENTO

MANIFESTAZIONI CLINICHE COLITE EMORRAGICA: FORTI CRAMPI ADDOMINALI, INIZIALE DIARREA ACQUOSA, SEGUITA DA DIARREA SANGUINOLENTA; POCA O ASSENTE LA FEBBRE SINDROME UREMICA-EMOLITICA INSUFFICIENZA RENALE ACUTA , TROMBOCITEMIA E ANEMIA EMOLITICA MICROANGIOPATICA Tossina Shiga

SINDROME UREMICA-EMOLITICA COMPLICAZIONE NEL 10% DEI RAGAZZI INFETTI DI ETA’ INFERIORE AI 10 ANNI 3-5% DI MORTALITA’ 30% GRAVI SEQUELE INSUFFICIENZA RENALE, IPERTENSIONE, MANIFESTAZIONI SNC

PRINCIPALMENTE SIEROTIPO O157:H7 PATOGENESI TOSSINE SHIGA: ST-1 E ST-2 PRESENZA DI UN PLASMIDE DI 60 MDa CHE CODIFICA GENI PER ALTRI FATTORI DI VIRULENZA ST-1 ESSENZIALMENTE UGUALE ALLA TOSSINA SHIGA (S. dysenteriae) ST-2 60% DI OMOLOGIA ENTRAMBE SONO CODIFICATE DA BATTERIOFAGI LISOGENI PRINCIPALMENTE SIEROTIPO O157:H7

Blocco sintesi proteica MORTE Tossina shiga-like Stx GB globotriosilceramide Stipiti enteroemorragici EHEC A Vescicola endocitosica A1 A2 A1: frammento attivo Legame al ribosoma e distacco di una adenina a livello dell’RNA r (28S) Blocco sintesi proteica MORTE

SINDROME UREMICA-EMOLITICA ASSOCIATA A PRODUZIONE DI Stx-2 CON CONSEGUENTE DISTRUZIONE DELLE CELLULE ENDOTELIALI DEL GLOMERULO DIMINUZIONE DELLA FILTRAZIONE GLOMERULARE INSUFFICIENZA RENALE ACUTA

GASTROENTERITI DA EAEC: E. coli ENTEROAGGREAGANTI SITO D’AZIONE: INTESTINO TENUE MALATTIA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO: DIARREA ACQUOSA PERSISTENTE ASSOCIATA A VOMITO, DISIDRATAZIONE E FEBBRE LIEVE SPECIE NEI NEONATI

PATOGENESI ADESIONE AGGREGANTE MEDIATA DA FIMBRIE AGGREGANTI DI ADERENZA (AAF/I E AAF/II)CODIFICATE DA UN PLASMIDE ACCORCIAMENTO DEI MICROVILLI INFILTRAZIONE MONONUCLEATA ED EMORRAGICA ASSORBIMENTO DIMINUITO DEI FLUIDI

GASTROENTERITI DA DAEC: E. coli DIFFUSAMENTE ADERENTI SITO D’AZIONE: INTESTINO TENUE MALATTIA: DIARREA ACQUOSA IN BAMBINI IN ETA’ COMPRESA FRA 1 E 5 ANNI

PATOGENESI ALLUNGAMENTO DEI MICROVILLI INGLOBAMENTO DEI BATTERI NELLA MEMBRANA CELLULARE

GASTROENTERITI DA EPEC: E. coli ENTEROPATOGENI SITO D’AZIONE: INTESTINO TENUE MALATTIA: DIARREA INFANTILE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO; FEBBRE, NAUSEA, VOMITO E FECI NON SANGUINOLENTE (DURATA:14 g) DIARREA DEL VIAGGIATORE NEGLI ADULTI TRASMISSIONE ACQUA O ALIMENTI CONTAMINATI

PATOGENESI EAF (EPEC ADHERENCE FACTOR): CODIFICATO DA PLASMIDE ED ESSENZIALE PER L’ADESIONE Bfp INTIMINA SISTEMA DI SECREZIONE DI TIPO III ALTRI FATTORI DI VIRULENZA

BFP EPEC EPEC EPEC

EPEC

ADESIONE DI EPEC ALLE CELLULE OSPITI ADERISCONO ALLA MUCOSA INTESTINALE (INTESTINO TENUE) PRODUCENDO UNA DRAMMATICA ALTERAZIONE NELL’ULTRASTRUTTURA CELLULARE DANDO ORIGINE AD UNA MASSIVA RISPOSTA INFIAMMATORIA.

LESIONI TIPICHE RIDOTTO ASSORBIMENTO INTESTINALE - (A/E) ATTACHING AND EFFACING DISTRUZIONE E PERDITA DEI MICROVILLI INTIMA ADESIONE ALLA CELLULA INTESTINALE FORMAZIONE DI UNA STRUTTURA A “PIEDISTALLO” RIDOTTO ASSORBIMENTO INTESTINALE ALTERAZIONI DELL’EQUILIBRIO IDROELETTROLITICO DIARREA

MODELLO DI PATOGENESI DI EPEC: 4 STADI I STADIO EPEC ESPRIME: BFP: BUNDLE-FORMING PILI 2. INTIMINA 3. EsPA: Struttura filamentosa per contattare la cellula ospite.

II STADIO EPEC ADERISCE ALLA CELLULA TRAMITE Bfp E EspA UN SISTEMA DI SECREZIONE DI TIPO III TRASLOCA TIR (Recettore per l’intimina ed altre MOLECOLE EFFETTRICI) ATTIVAZIONE SEGNALI CELLULARI ALTERAZIONI DEL CITOSCHELETRO DEPOLIMERIZZAZIONE ACTINA PERDITA MICROVILLI TIR MODIFICATIONS

III STADIO I FILAMENTI EspA VENGONO PERSI LEGAME INTIMINA/TIR ACCUMULO DI ACTINA E COMPONENTI DEL CITOSCHLETRO

IV STADIO PERDITA GIUNZIONI CELLULARI E FUNZIONI MITOCONDRIALI FORMAZIONE PIEDISTALLO 2. MOLECOLE EFFETTRICI: DISTRUZIONE DEI PROCESSI CELLULARI PERDITA GIUNZIONI CELLULARI E FUNZIONI MITOCONDRIALI PERDITA DI ELETTROLITI MORTE CELLULARE

SALMONELLA

SALMONELLE Bacilli Gram-negativi Famiglia Enterobacteriaceae Aerobi-anaerobi facoltativi, asporigeni, capsulati Mobili per flagelli peritrichi Non fermentanti Crescono facilmente nei comuni terreni di coltura Inattivate da cottura, ebollizione, pastorizzazione, irradiazione Struttura antigenica complessa (> 2000 sierotipi): - Ag H, flagellari, proteici, inattivati dal calore - Ag O, somatici, lipopolisaccaridici, nella parete, termostabili - Ag K (Vi), periferici, glicoproteici, nella capsula, principale Ag Vi

SALMONELLE 60 sierogruppi in base all’antigene somatico O gruppo sierotipo A S. paratyphi A B S. paratyphi B S. typhimurium C S. paratyphi C S. choleraesuis D S. typhi S. enteritidis

ENTEROCOLITE DA SALMONELLA (“Salmonellosi minore”) Enterocolite acuta sostenuta da vari sierotipi del genere Salmonella (non da S. typhi e S. paratyphi A) Nel 70-80% dei casi sostenute dagli stessi 15-20 sierotipi (S. wien, S. typhimurium, S. enteritidis, S. choleraesuis, S. dublin, S. panama, S. pullorum, ecc.) Endemiche in tutto il mondo, con frequenti epidemie soprattutto nei paesi in via di sviluppo Incidenza in aumento nei paesi industrializzati (negli USA: 2-4 milioni di casi all’anno) Nel 98% dei casi non sono diagnosticate

SALMONELLOSI MINORI Epidemiologia Frequenti in entrambi i sessi e a qualunque età Maggiore gravità in neonati, lattanti, pazienti anziani, defedati e immunocompromessi Endemiche in tutti i paesi del mondo Piccole epidemie in famiglie e comunità chiuse (scuole, collegi, ospedali, case di riposo, caserme) Incidenza maggiore tra giugno e ottobre

SALMONELLOSI MINORI Vie di trasmissione Serbatoio naturale: animali domestici (pollame, bovini, ovini, suini, cani, gatti), rettili, tartarughe, raramente uomini (malati, portatori asintomatici) Trasmissione oro-fecale con alimenti contaminati derivati dagli animali infetti (uova, maionese, creme, latte, gelati, carne) Raramente trasmissione da portatori fecali umani (diffusione diretta o indiretta con alimenti e oggetti) Possibile trasmissione verticale perinatale e con contatti omosessuali

SALMONELLOSI MINORI Patogenesi Superamento barriera gastrica Localizzazione nell’intestino tenue Invasione delle cellule epiteliali della mucosa Moltiplicazione nella lamina propria Iperemia ed edema della mucosa, con microemorragie, iperplasia dei follicoli linfatici, linfoadenomegalie Secrezione di IL-1, IL-8 dalle cellule epiteliali Attivazione adenilato-ciclasi, produzione cAMP Migrazione e infiltrazione dei granulociti neutrofili con aumento della flogosi della mucosa Diarrea

SALMONELLOSI MINORI - Patogenesi

SALMONELLOSI - Patogenesi

Manifestazione clinica SALMONELLOSI MINORI Manifestazione clinica Periodo di incubazione: 12-48 ore Febbre variabile (generalmente moderata) Diarrea (da 4-5 sino a 30-40 scariche/die) con feci spesso muco-ematiche Dolori addominali crampiformi, nausea e vomito frequenti Risoluzione spontanea dopo 4-5 giorni Escrezione fecale salmonelle persistente per 10-15 giorni

SALMONELLOSI MINORI Diagnosi e terapia esame microscopico feci coprocoltura Terapia reidratazione correzione turbe elettrolitiche antibiotici solo in caso di batteriemia o localizzazioni extraintestinali, oppure in lattanti e bambini < 2 anni, anziani, defedati, immunodepressi: cloramfenicolo, ampicillina o cotrimoxazolo per 2 settimane

Salmonella typhi

FEBBRE TIFOIDE febbre cefalea alterazione dello stato di coscienza Infezione sistemica sostenuta da Salmonella typhi (bacillo di Eberth), con prevalente interessamento del sistema monocito-macrofagico (linfonodi, fegato, milza, midollo osseo) e caratterizzata da: febbre cefalea alterazione dello stato di coscienza splenomegalia leucopenia

FEBBRE TIFOIDE Epidemiologia Endemica nei paesi in via di sviluppo, con periodiche riaccensioni epidemiche Nei paesi industrializzati casi sporadici (casi di importazione) Endemica nel bacino del Mediterraneo Endemica in Italia meridionale e insulare (1000 casi/anno), con maggiore incidenza tra l’estate e l’autunno Casi sporadici nell’Italia centrale e settentrionale (casi di importazione)

FEBBRE TIFOIDE Vie di trasmissione (1) Serbatoio di infezione: uomo - malato - portatore (convalescente, cronico) Microorganismi presenti in intestino e colecisti Elevata carica fecale nei portatori (106-109 batteri/g di feci) Prolungata sopravvivenza salmonelle nell’ambiente (per varie settimane in acqua, ghiaccio, alimenti)

FEBBRE TIFOIDE Vie di trasmissione (2) Trasmissione fecale-orale: acqua e ghiaccio contaminati (infiltrazione di pozzi e condutture da reti fognarie) alimenti (frutti di mare, frutta e verdura cruda, latte, creme, gelati, carne non cotta) contaminati con acqua o manipolazione diretta oggetti contaminati (biancheria, indumenti, oggetti da toilette, piatti, bicchieri, ecc.) mosche contatto oro-fecale diretto

FEBBRE TIFOIDE Patogenesi (1) Superamento barriera gastrica Localizzazione nell’intestino tenue Superamento muco e adesione alle cellule epiteliali Invasione cellule epiteliali della mucosa Moltiplicazione nella lamina propria Moltiplicazione nei monociti-macrofagi Invasione linfonodi regionali (mesenterici) Disseminazione ematica

FEBBRE TIFOIDE Patogenesi (2) Batteriemia transitoria Invasione fegato, milza, midollo osseo, linfonodi sistemici Fagocitosi da parte dei monociti-macrofagi Moltiplicazione nei monociti-macrofagi Batteriemia persistente Disseminazione a vari organi (generalmente parete intestinale, formazioni linfatiche intestinali, colecisti)

Manifestazione clinica (1) FEBBRE TIFOIDE Manifestazione clinica (1) Periodo di incubazione: 3-60 giorni (in media 1-2 sett.) 4 settenari successivi I settenario: Febbre “a scalini” sino a 39-40°C (oppure ad esordio brusco), poi continua Cefalea, tosse secca, epistassi, labbra e lingua asciutte Piccole ulcere tonsillari (angina di Duguet) Dolori addominali, stipsi (raramente diarrea) Gorgoglio ileo-cecale Bradicardia relativa, rumori bronchiali secchi Splenomegalia

Manifestazione clinica (2) FEBBRE TIFOIDE Manifestazione clinica (2) II settenario: Febbre elevata, continua Alterazione stato di coscienza: stato “tifoso” o stuporoso, agitazione, delirio, allucinazioni, coma Tosse secca, rumori bronchiali secchi Epistassi, bradicardia relativa Addome disteso, meteorico, dolente, con gorgoglio ileo-cecale, diarrea (feci “verdi”) Splenomegalia molle, oliguria Roseole (maculo-papule rosa in torace e addome) Leucopenia con neutropenia, anemia, piastrinopenia

Febbre tifoide - roseole

Manifestazione clinica (3) FEBBRE TIFOIDE Manifestazione clinica (3) III settenario: Condizioni stazionarie Regressione bradicardia relativa e oscillazione temperatura corporea IV settenario: Regressione febbre per lisi Miglioramento stato di coscienza Risoluzione sintomi sistemici Lenta convalescenza (settimane, mesi) con possibili recidive

Diagnosi di S. typhi 1° Settenario: Batteriemia Emocoltura Batteri nelle feci Coprocoltura + Emocoltura 3° Settenario: Coprocoltura + Widal + Emocoltura (eventuale urinocoltura) 4° Settenario: Widal

KLEBSIELLA

Klebsiella Klebsiella è un batterio gram-negativo a forma bacillare. Clinicamente, il membro più importante del genere , Klebsiella pneumoniae può provocare polmonite , sebbene sia più comunemente coinvolta in infezioni ospedaliere , del tratto urinario e di ferite, con particolare riferimento ad individui immunocompromessi. Le infezioni nosocomiali da Klebsiella pneumoniae sono in netto aumento a causa dell’insorgenza sempre più frequente, di ceppi antibiotico-resistenti.

PROTEUS

I batteri del genere Proteus sono spesso responsabili di infezioni urinarie. Oltre alle infezioni urinarie questi germi possono causare infezioni di ferite e in varie sedi extraintestinali, particolarmente frequenti nella popolazione batterica intestinale dell' uomo (commensali); possono diffondersi localmente e causare infezioni in ambiente ospedaliero

SHIGELLA

Shigella Si distinguono 4 specie Shigella flexneri Gram negativo, anaerobio facoltativo patogeno intracellulare agente etiologico della dissenteria bacillare 160 milioni di episodi infettivi 1.1 milioni di morti/anno di bambini al di sotto dei 5 anni nei paesi in via di sviluppo. Si distinguono 4 specie Shigella flexneri Shigella dysenteriae Shigella boydii Shigella sonnei Infection is spread via fecal-oral route

Shigella Shigella è il patogeno enterico più frequentemente isolato nei paesi in via di sviluppo da pazienti con diarrea. Circa il 15% di tutte le enteriti batteriche sono causate da Shigella (principalmente da stipiti multi-resistenti di S. flexneri).

La divergenza tra il genoma di Shigella ed E. coli è di appena l’1. 5% La divergenza tra il genoma di Shigella ed E. coli è di appena l’1.5%. Si ritiene che Shigella si sia evoluta da ceppi commensali di E. coli tra 35000 e 270000 anni fa. S. sonnei ha un origine più recente (10000). I ceppi EIEC, che sono più simili ai ceppi di E. coli commensali, si sarebbero evoluti più recentemente, probabilmente attraverso lo stesso percorso evolutivo di Shigella.

Shigella flexneri genome Sequences identical to E.coli K12 ( difference is small 0.8%) S.flexneri -or E.coli - specific islands

PLASMIDI PRESENTI IN Shigella Grande plasmide di virulenza circa 218-220 kb contiene tutti geni coinvolti nel processo di invasività 2 piccoli plasmidi multicopie In alcuni ceppi plasmide criptico di 165 kb simile al plasmide R27-like di Salmonella e al plasmide pMT1 di Y.pestis. IS elements virulence genes