Costruire la relazione

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Transcript della presentazione:

Perché costruire la relazione è fondamentale per una efficace osservazione?  

Costruire la relazione Chi sto ascoltando?

La relazione … con l’altro… … non con sé stessi.

La relazione: una scomposizione Osservare (i fatti) Comprendere (il semaforo) Gestire (le nostre abilità)

Un esempio Provate a descrivere il comportamento di questo vostro collega/marito/amico: L’esercizio vuole porre in luce la differenza tra la descrizione “oggettiva” della nostra percezione nel rilevare comportamenti osservati e il filtro “soggettivo” che automaticamente poniamo tra le cose e il nostro pensiero. Noi vediamo una paziente che pone per tre volte la stessa domanda e pensiamo che è ansiosa. Risalire all’oggetto, a ciò che vediamo, udiamo ecc. cioè alla percezione del mondo che noi abbiamo attraverso i nostri sensi, aiuta poi ad un uso corretto del semaforo, lo strumento di lettura della relazione che vedremo poco più avanti. L’esercizio chiede ai partecipanti di descrivere i comportamenti dei docenti. Il docente che gestisce l’esercizio scrive le cose dette e pone sulla sinistra le sintesi, valutazioni, etichette, giudizi, ecc. ecc. e sulla destra le descrizioni che si riferiscono ai singoli comportamenti. Dopo aver raccolto e scritto alcune frasi sulla sinistra e sulla destra viene chiesto ai partecipanti di definire le differenze tra le cose scritte a destra e le cose scritte a sinistra. Ascoltati i vari commenti andrà fatta l’aggiunta della slide successiva per fissare il concetto di comportamenti e lettura della relazione.

Il comportamento Il comportamento dell’altro è soltanto ciò che noi possiamo osservare, vedere, udire, odorare e gustare, sentire direttamente. E’ qualcosa che possiamo esperire solo attraverso i cinque sensi (tatto, gusto, udito, olfatto, vista)

I sentimenti, gli stati d’animo e i pensieri dell’altro non sono comportamenti perché non si possono osservare direttamente. Non possiamo quindi farne esperienza diretta ma solo mediata

A volte ci rendiamo conto di quanta insensatezza ci sia nella maggior parte delle nostre supposizioni sui pensieri e sui sentimenti intimi degli altri.

Osservazione Sono in classe da due settimane e non hanno detto nulla Pensieri Valutazioni, Sintesi, Giudizi, Interpretazioni, Ipotesi Sensi Fatti, Azioni, Parole, Osservazioni, Gesti I bambini cinesi sono chiusi Sono in classe da due settimane e non hanno detto nulla I bambini “di colore” sono falsi Il punto di partenza consente di focalizzare il presupposto per cui, parlare e gestire una relazione significa per prima cosa focalizzarne i fatti, gli accadimenti, ciò che oggettivamente crea la relazione. I Medici saranno invitati dunque a partire dal piano sensibile, dalla dimensione oggettiva, dai fatti. In seguito verranno invitati ad attribuire un significato a questi fatti e a comprenderne le modalità di gestione. 1. Partiamo dai fatti: osservare ciò che succede nella relazione (questo esercizio) 2. Proseguiremo con la dimensione emotiva del Medico: comprendere i fatti, quale significato hanno per il Medico in termini di sentimento e intenzioni (esercizio del semaforo) 3. Continueremo con la gestione di una delle aree del semaforo: aiuto e consulenza e relativa relazione empatica Guardano in basso quando li richiamo Le famiglie straniere non sono interessate alle riunioni Non sono presenti agli incontro

…e soprattutto dal significato che attribuiamo a questi fatti Il legame I nostri pensieri, le ipotesi che facciamo, nascono molte volte da alcuni fatti… …e soprattutto dal significato che attribuiamo a questi fatti

Fatti e Risposte Ma che domande sciocche si mette a fare…!!? Certo che sì !!! Dottore, scusi, dobbiamo proseguire con questo farmaco e con questi dosaggi ? Il motivo è che stiamo terminando le scorte Molte volte, a partire non dai fatti, ma dal significato che noi attribuiamo loro, operiamo alcune risposte Ma senza assicurarci che agli stessi fatti, gli altri diano lo stesso significato

Per quanto tempo ? Quali i vostri pensieri ? Ma per quanto tempo le dovrò prendere ? Per tanto ?! Al termine viene condensato il significato del concetto legandolo all’esperienza appena terminata. Lo schema pone in luce la differenza tra una risposta empatica e altre modalità in merito ad una domanda fatta da un ipotetico paziente. Dopo aver mostrato la frase del paziente, sarebbe interessante e utile chiedere ai Medici quali sentimenti potrebbero essere sottintesi nella frase, in modo da porli nella condizione di essere empatici e comprendere il legame tra questo atteggiamento e le loro modalità di comunicare.

Ma per quanto tempo le dovrò prendere ? Per tanto ?! I nostri pensieri… Ma per quanto tempo le dovrò prendere ? Per tanto ?! Al termine viene condensato il significato del concetto legandolo all’esperienza appena terminata. Lo schema pone in luce la differenza tra una risposta empatica e altre modalità in merito ad una domanda fatta da un ipotetico paziente. Dopo aver mostrato la frase del paziente, sarebbe interessante e utile chiedere ai Medici quali sentimenti potrebbero essere sottintesi nella frase, in modo da porli nella condizione di essere empatici e comprendere il legame tra questo atteggiamento e le loro modalità di comunicare. Pensieri possibili: E’ una persona razionale E’ preoccupato E’ una persona che fa una domanda E’ un paziente ansioso E’ il solito rompiscatole Non si fida di me Risposte conseguenti: …

I fatti Secondo voi c’è un vantaggio nel riconoscere, separare i fatti e costruire una relazione a partire da questi ?

Il vantaggio dei fatti Maggiore chiarezza Minore ambiguità e possibilità di interpretazione Risparmio di tempo ed energie Diminuisce la minaccia alla stima Si rimane sul piano oggettivo Si può avere un codice comune su cui comunicare Aiuta a riconoscere e gestire le emozioni Al termine del lavoro iniziale, vengono focalizzati i fattori di vantaggio che offre una gestione della relazione a partire dai fatti.

Cercare un punto di equilibrio Due domande e due azioni che possono aiutare a trovarlo:

Domande Come mi comporterei con questa persona se fosse come me? Cosa si sta ripetendo più volte nella nostra relazione? Cosa continua a dire/fare che a me non sembra rilevante … ma a lui/lei evidentemente sì?

Distinguere tra descrizione e valutazione Qui c’è il percorso di gestione dei problemi

Poi posso impostare il contesto entro cui si sviluppa la relazione Qui c’è il percorso di impostazione delle regole

Due azioni che possono aiutare Creare spazi/luoghi dove ci si passano le informazioni, dove ci si racconta, dove “costruire” la relazione Costruire le regole Senza rispetto delle regole non c’è sicurezza della relazione e non si raggiunge una finalità  

Quale finestra apriamo Quale finestra apriamo? Cosa accade quando le persone entrano in relazione tra loro. Si instaurano processi di comunicazione interpersonale Tale comunicazione si basa essenzialmente su complessi flussi di comunicazione di informazioni che le persone si scambiano La QUALITA’ e la QUANTITA’ di queste informazioni caratterizzano la relazione e ne determinano l’esito. Tali informazioni hanno ricadute sulla vissuto soggettivo e sul modo di essere delle persone coinvolte

Quindi ? È importante gestire efficacemente le comunicazioni interpersonali per facilitare scambi che permettono la crescita (in termini di arricchimento) delle persone invece che ostacolarla.

Di cosa abbiamo bisogno? Di conoscere cosa accade in conseguenza alla comunicazione tra due o più persone Di acquisire strumenti operativi per stabilire comunicazioni interpersonali efficaci

La finestra di Johary La finestra di Johary (nome JOHARI deriva dalle iniziali dei nomi dei due psicologi americani che la hanno ideata nel 1955 Joseph Luft e Harry Ingham) rappresenta uno strumento in grado di soddisfare alcune di queste esigenze informative e operative Il suo carattere distintivo è coniugare semplicità, essenzialità e utilità

Obiettivo della finestra ? Individuare uno strumento in grado di mettere a fuoco e di spiegare i fenomeni interattivi principali che si verificano quando le persone entrano in relazione e gli effetti che questi hanno in termini di cambiamento o di ostacolo al cambiamento. La finestra di Johari è un modello grafico di consapevolezza del comportamento interpersonale

Ecco la nostra finestra!

Area pubblica Si trovano le informazioni, i dati e le esperienze di cui sono a conoscenza sia la persona che quanti la circondano. Ci sono informazioni di carattere più esterno e superficiale (aspetto fisico, modo di vestirsi, modo di parlare); meno superficiali (età. Hobby, status sociale); più interne (gusti interessi); ed intime (modi di pensare, atteggiamenti, valori, speranze, timori) L’area pubblica aumenta di dimensioni nella misura in cui aumenta il livello di fiducia tra i partecipanti, o tra il partecipante e il suo gruppo

Area Cieca Contiene informazioni relative al nostro IO che noi ignoriamo, ma che gli altri conoscono Fin dal primo impatto con gli altri comunichiamo una serie di informazioni di cui non siamo consapevoli, ma che gli altri notano Sulla base di poche informazioni si possono attribuire alla persona caratteristiche che risentono dei modi di pensare, di vedere, delle speranze e dei timori di coloro con cui la persona entra in relazione Queste prime impressioni vanno quindi verificate nel tempo, conoscendo la persona, per capire quanto tali impressioni sono realistiche e quanto sono da attribuire a processi proiettivi A volte gli altri sono portati a tenere per sé tali informazioni perché temono di ferire C’è la possibilità che tali informazioni diventino oggetto di pettegolezzo, o vengano rovesciate nude e crude sulla persona in occasione di liti Si tratta quindi di materiale molto delicato; infatti dal modo in cui vengono gestite le informazioni in quest’area ne può derivare la possibilità di rafforzare il rapporto oppure di metterlo in crisi

Area Privata Contiene informazioni che la persona conosce di sé ma che gli altri non conoscono, ciò che di sè stessa nasconde intenzionalmente agli altri I motivi di tale nascondimento risiedono o in esigenze difensive (rischio di critica, rimprovero, rifiuto, disapprovazione) o in esigenze di controllo, protezione o manipolazione degli altri (motivi di carattere strategico)

Area Buia E’ l’area dei nostri aspetti sconosciuti (motivazioni inconsce, esperienze dimenticate, aspetti inesplorati) Può contenere anche aspetti di noi in evoluzione (autonomia, cambiamento, bisogni di livello superiore) che ancora non è possibile cogliere né da parte della persona né da parte degli altri Quest’area si manifesta classicamente attraverso modalità indirette I contenuti dell’area buia possono con l’esperienza, la maturazione e le condizioni relazionali adatte passare a livello di coscienza; è quello che viene definito processo di insight

Presupposto del modello La dinamicità: la dimensione delle diverse aree non è fissa e immodificabile, ma soggetta a cambiamenti e a continue variazioni

I principi che regolano i cambiamenti La finestra è un sistema: il cambiamento di una parte si ripercuote sul tutto 2. Ci vuole più energia per nascondere aspetti personali piuttosto che manifestarli apertamente 3. Il senso di minaccia fa diminuire la consapevolezza; la fiducia la fa aumentare 4. Forzare una persona a rivelare aspetti di sé non è efficace, anzi spesso controproducente 5. Un apprendistato interpersonale crea le condizioni che favoriscono l’ampliamento dell’area pubblica 6. L’aumento dell’area pubblica favorisce la creazione di un clima di collaborazione 7. Un’area pubblica ridotta comporta un impoverimento della comunicazione

La RELAZIONE con sé e con l’altro dunque è «premessa» per una efficace osservazione. La mia finestra spesso si incontra, altre volte si scontra con la finestra dell’altro. La capacità di osservare è direttamente proporzionale alla comprensione che possiedo di me e dell’altro. Il tutto prima parte da sé, e solo una volta compreso posso arrivare all’altro.

Siamo Insegnanti. Abbiamo il compito di lasciare un segno ma anche di individuare i segnali dei nostri allievi. Osservare il nostro allievo con occhi autentici anche se spesso i nostri occhi guardano solo ciò che vogliamo vedere.

Come posso osservare efficacemente? Costruendo una relazione autentica con ogni mio allievo. Combattendo contro le interpretazioni. Lottando con le opinioni. Rimanendo fedele ai FATTI.

OSSERVO TUTTI ALLO STESSO MODO? SI. Anche se il nostro incontro ha quale oggetto la disabilità. La capacità di osservare i «fatti» si applica a tutti. Proprio perché sono i fatti ad indicarci la strada.

E quando siamo di fronte ad una disabilità? Il nostro compito sarà quello di: costruita una relazione efficace (autentica e non viziata da interpretazioni o opinioni frutto di costrutti personali): possedere «strumenti» in grado di comprendere i fatti e saperli comunicare all’esperto (pedagogista, insegnante di sostegno), al fine collaborare allo sviluppo pieno del nostro allievo.

Gli strumenti che apprenderemo sul campo: La LENTE IL PROGETTO DI OSSERVAZIONE EDUCATIVA.

CONTATTI Flavio Saturno Tel 3403647158 Mail flaviosaturno@yahoo.it Formatore autorizzato Metodo Gordon (Gordon Training International): Genitori Efficaci (PET), Insegnanti Efficaci (TET), Persone Efficaci (ET). In Ita­lia i corsi sono te­nuti esclu­si­va­mente da for­ma­tori dello IACP (Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona) au­to­riz­zati da Gor­don Trai­ning In­ter­na­tio­nal e cer­ti­fi­cati dall’Istituto dell’Approccio Cen­trato sulla Per­sona che ha l’esclusiva del metodo. Tel 3403647158 Mail flaviosaturno@yahoo.it https://www.linkedin.com/in/flaviosaturno