La programmazione didattica nelle nuove tecnologie Vantaggi e modalità applicative. Una proposta didattica pluridisciplinare Progetto Docente – seconda edizione – classe 10B Laura Sibona Alberto Resio Maria Elvira Pistoresi
I vantaggi Gli strumenti di word, excel e power point possono essere di grande aiuto nella programmazione didattica e hanno il vantaggio di rendere i contenuti più fruibili ed interessanti per gli studenti. Oggi, infatti, i giovani sono abituati ad imparare attraverso le immagini piuttosto che con la lettura.
I TRIM. II TRIM. III TRIM. ENTRATE 30,6 38,6 34,6 USCITE 20,4 27,4 50 Attraverso l’inserimento di tabelle e di grafici, oltre che di immagini e suoni, è infatti possibile visualizzare i contenuti, sfruttando i nuovi stili di apprendimento.
E’ anche possibile inserire video o animazioni che contribuiscono a rendere ancora più accattivante il contenuto disciplinare: attirano l’attenzione e incuriosiscono gli studenti sugli stessi strumenti tecnologici che il docente ha utilizzato.
Modalità applicative Una presentazione multimediale, integrata con fogli di calcolo, grafici e documenti di word, permette la realizzazione articolata di unità didattiche disciplinari o pluridisciplinari. Attraverso collegamenti ipertestuali e indicatori adeguati, consente allo studente una navigazione autonoma nei contenuti. link
Proposta didattica pluridisciplinare Chiavi di lettura della musica Chiave artistico-letteraria: ascolto di Debussy, interprete del decadentismo Chiave statistica: indagine statistica sui gusti musicali Chiave matematico-geometrica: la musica e la matematica
Prelude a l’après-midi d’un faune Claude Debussy nel 1892 concepì una suite orchestrale in tre parti ispirata ad un poema “L’après-midi d’un faune”, Il pomeriggio di un fauno, del poeta simbolista Stéphane Mallarmé. Ne completò solo il Preludio, trasformando in elemento musicale tutta quella sfera di stati d’animo che, in un assolato pomeriggio d’estate, emergono dai pensieri e dai desideri più nascosti di un Fauno, essere mitologico considerato protettore dei campi, boschi e armenti. Tutto il componimento è pervaso da un’atmosfera pastorale, subito evocata nelle prime misure dal flauto solista. Siamo in costante bilico tra sogno e realtà, in una dimensione del tutto priva di certezze. Il Fauno, stanco di inseguire le ninfe, cade in un sonno profondo ed estatico dove ogni desiderio si manifesta sotto forma di sogni evanescenti e la natura sembra partecipe di questa dimensione di tranquillità e di estasi. L’elemento tematico introduttivo, sebbene riproposto dagli archi e dall’arpa, non rappresenta il centro gravitazionale dell’intero componimento; esso è piuttosto un punto di partenza per successive ed elaborate trasformazioni che tendono ad allontanarsi dal tema stesso, invece di svilupparsi su di esso. Nella sezione centrale prende vita una nuova, appassionata idea tematica, prima con i flauti, poi con l’oboe, il corno inglese, i clarinetti e gli archi utilizzati come sostegno armonico. Quindi la ripropongono i violini, le viole, i violoncelli e i contrabbassi. Su questa riesposizione si attua un espressivo crescendo che termina in un vero e proprio climax, determinato non tanto dall’ampliamento melodico del tema, quanto piuttosto da un sovrapporsi di spessori sonori e tessiture timbriche, che si spengono nel delicato disegno dei corni e del clarinetto. Il Prelude è già pienamente debussiano: le cellule tematiche divengono sempre più brevi, sfuggevoli e frammentate tendendo a disperdersi nelle aggregazioni timbriche e nelle concatenazioni armoniche, già assai ardite e svincolate da ogni fluire risolutivo. Le tematiche extra musicali sono di grande interesse in quanto dimostrano le affinità tra mondo letterario e ispirazione musicale. Nella produzione letteraria del Decadentismo, soprattutto in quella poetica, sono infatti rilevabili chiare corrispondenze con questa produzione musicale. Il linguaggio si spezza, si frantuma. Le parole non hanno più significati comuni, ma rimandano ad una realtà simbolica di cui il poeta è l’unico interprete. I versi acquistano una nuova sintassi e suggeriscono sensazioni, immagini, suoni, colori. Ugualmente in pittura, gli impressionisti, mirano a ritrarre sulla tela, in modo immediato, le impressioni che dal mondo esterno si fissano nello sguardo di chi osserva: essi aspirano a cogliere le mutazioni della luce, trasformando profondamente l’uso del colore. back
Indagine statistica fatta presso L’. I. T. C. G Indagine statistica fatta presso L’.I.T.C.G. DUCA DEGLI ABRUZZI di ROMA. E’ stato presentato un questionario a tutti gli studenti dell’Istituto, relativo alle loro abitudini musicali. Sono stati elaborati 10 grafici: per questioni di spazio, ne sono stati scelti solo tre. TOTALE DELLE PREFERENZE MUSICALI TOTALE DELLE PREFERENZE MUSICALI PER SESSO TOTALE DELLE ORE DI MUSICA ASCOLTATA AL GIORNO back
PREFERENZE 1 POP 2 CLASSICA 3 LEGGERA 4 HIP HOP 5 HOUSE 6 ROCK 7 PUNK 8 DANCE 9 LATINA
PREFERENZE PER SESSO
ORE DI MUSICA ASCOLTATA AL GIORNO
Matematica e musica Un giorno Pitagora passò di fronte all'officina di un fabbro, e si accorse che il suono dei martelli sulle incudini era a volte consonante, e a volte dissonante. Incuriosito, entrò nell'officina, si fece mostrare i martelli, e scoprì che quelli che risuonavano in consonanza avevano un preciso rapporto di peso. Ad esempio, se uno dei martelli pesava il doppio dell'altro, essi producevano suoni distanti un'ottava. Se invece uno dei martelli pesava una volta e mezza l'altro, essi producevano suoni distanti una quinta (l'intervallo fra il do e il sol). Tornato a casa, Pitagora fece alcuni esperimenti con nervi di bue in tensione, per vedere se qualche regola analoga valesse per i suoni generati da strumenti a corda, quali la lira. Sorprendentemente, la regola era addirittura la stessa. Ad esempio, se una delle corde aveva lunghezza doppia dell'altra, esse producevano suoni distanti un'ottava. Se invece una delle corde era lunga una volta e mezza l'altra, esse producevano suoni distanti una quinta. In perfetto stile scientifico, dall'osservazione e dall'esperimento Pitagora dedusse una teoria: la coincidenza di musica, matematica e natura. Più precisamente, egli suppose che ci fossero tre tipi di musica: quella strumentale propriamente detta, quella umana suonata dall'organismo, e quella mondana suonata dal cosmo. La sostanziale coincidenza delle tre musiche era responsabile da un lato dell'effetto emotivo prodotto, per letterale risonanza, dalla melodia sull'uomo, e dall'altro della possibilità di dedurre le leggi matematiche dell'universo da quelle musicali.
È molto frequente vedere avvicinate la matematica e la musica, sia per il tipo di piacere che arrecano a chi le fa, sia per le caratteristiche dell'impegno intellettuale che richiedono. Quando si sviluppa un discorso più tecnico sui legami tra le due discipline (le due arti?) è naturale che l'accento cada naturalmente sull'aspetto fisico-aritmetico della musica: su tutto il complesso gioco di rapporti di frequenze e tempi che si descrive in termini matematici e che ha un legame stretto con la fisiologia dell'orecchio e verosimilmente anche con i processi cognitivi legati all'ascolto della musica. L'aspetto formale, strutturale della costruzione di un capolavoro come le Variazioni Goldberg, per esempio, può essere reso visibile attraverso il linguaggio della Geometria; in particolare, della geometria elementare, quella che si studia alle scuole medie: le traslazioni e le simmetrie.