La politica commerciale

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Transcript della presentazione:

La politica commerciale Giuseppe De Arcangelis © 2005

Introduzione Se la Cina impone un dazio sulle importazioni dall’UE e dagli USA, che cosa accade? E se sussidia le proprie esportazioni? Qual è stato l’effetto della limitazione delle importazioni di auto giapponesi nell’UE durante gli anni 80? Perché si proteggono alcuni settori chiave dell’economia? È benefico per l’economia? Qualche suggerimento per le economie emergenti e per i paesi in via di sviluppo? Libero scambio o protezionismo? Giuseppe De Arcangelis © 2005

Piano della lezione La politica commerciale secondo la teoria “tradizionale” Difficoltà a spiegare alcuni fenomeni La politica commerciale con rendimenti crescenti e forme di mercato non concorrenziali Le politiche commerciali strategiche Alcuni esempi Verso un nuovo protezionismo? Giuseppe De Arcangelis © 2005

La politica commerciale Una forma di politica economica, come la politica monetaria o fiscale Strumenti: tariffari e non tariffari, quantitativi Obiettivi finali: Miglioramento della ragione di scambio (RdS) int.le (paese grande) Protezione dell’industria nazionale nascente Correzione di distorsioni già presenti nei mercati nazionali Motivazioni di “political economy” (lobby, gruppi di pressione) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Strumenti della politica commerciale Strumenti tariffari: dazi sulle importazioni (e sulle esportazioni) e sussidi alle esportazioni. Influenzano direttamente il prezzo. Strumenti quantitativi: contingentamenti (quotas), restrizioni volontarie sulle esportazioni (RVE). Agiscono direttamente sulle quantità importate o esportate Barriere non tariffarie: standard produttivi, standard sanitari, etc. Dumping: vendita sottocosto sui mercati esteri Misure ritorsive: countervailing duties, misure anti-sussidio Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti dell’introduzione di un dazio Ipotesi: paese piccolo o grande, concorrenza perfetta, equilibrio parziale Dazio: tassa sui consumatori che acquistano beni importati dall’estero Dazio specifico: x euro per ogni unità importata Dazio ad valorem: x% sul prezzo Giuseppe De Arcangelis © 2005

Ripasso: surplus del consumatore Q Domanda 1 P1 2 P2 P* Q* Giuseppe De Arcangelis © 2005

Ripasso: surplus del produttore Q P* Q* Offerta 2 P2 1 P3 Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti sul benessere di un dazio (paese piccolo) Q Offerta Domanda P0 P* + D L M P* H K Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti sul benessere di un dazio (paese grande) Q Offerta Domanda P0 P*+D P’ + D L M P* H K P’ Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti dell’introduzione di un dazio Stimolo alla produzione nazionale Tassa sui consumatori Due conclusioni: Paese piccolo  perdita di benessere collettivo Paese grande  la RdS int.le si muove a favore e il benessere può aumentare (teoria del dazio ottimo) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Sussidi alle esportazioni Aiuto di stato per favorire l’export nazionale Effetto immediato: aumento di prezzo del bene che si esporta Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti grafici di un sussidio all’export (paese piccolo) Q Offerta Domanda P0 P* + S L M P* H K Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti grafici di un sussidio all’export (paese grande) Q Offerta Domanda P*+S P’ + S L M P* P’ H K Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti di un sussidio all’export Vantaggio per i produttori nazionali Perdita di benessere per i consumatori nazionali Complessivamente si ha una perdita di benessere certa, soprattutto nel caso di paese grande Giuseppe De Arcangelis © 2005

Misure quantitative Contingentamenti (quotas): limitazioni quantitative sulle importazioni Es.: i contingentamenti delle auto giapponesi in Europa negli anni 80 e primi anni 90 RVE: limitazioni quantitative dal lato delle esportazioni Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti sul benessere di un contingentamento (paese piccolo) Q Offerta Domanda P0 P’ L M P* H K Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti delle misure quantitative Contingentamenti: stesso effetto dei dazi, se si fa un’asta competitiva delle licenze di importazione RVE: come i contingentamenti, ma l’introito della vendita delle licenze (di esportazioni) va al paese esportatore (es. Accordo Multifibre) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti di equilibrio economico generale Effetto Stolper-Samuelson: il dazio aumenta il prezzo del bene di importazione, quindi aumenta la remunerazione del fattore più intensamente utilizzato in quel settore (e diminuisce la remunerazione dell’altro fattore) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Obiettivi finali delle politica commerciale Influire sulla RdS a proprio favore: Teoria del dazio ottimo I limiti Protezione dell’industria nascente o di settori strategici Influire sulle distorsioni nei mercati interni Ragioni di “political economy” (l’azione collettiva di Olson) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Alcuni puzzles I sussidi all’export non si giustificano né per paesi piccoli né per paesi grandi I dazi non dovrebbero essere utilizzati dai paesi piccoli Equivalenza tra contingentamenti e misure tariffarie, come dazi e sussidi Un approccio diverso: mercati non concorrenziali, rendimenti di scala crescenti, differenziazione del prodotto Giuseppe De Arcangelis © 2005

L’approccio delle “nuove” teorie L’assenza della concorrenza perfetta spiega il potere di mercato delle imprese I rendimenti di scala crescenti (economie esterne) giustificano la presenza di esternalità produttive La differenziazione del prodotto aumenta il potere di mercato delle imprese e dei paesi Allora alcuni settori vengono considerati strategici per l’economia e, quindi, da proteggere Giuseppe De Arcangelis © 2005

Il modello di Brander e Spencer Due imprese di paesi diversi competono in un terzo mercato (duopolio) L’impresa estera ha un vantaggio sull’impresa nazionale perché ha già pagato un costo fisso di 2 per un impianto Il benessere delle due economie è dato solamente dai profitti dell’impresa nazionale (a cui occorre eventualmente sottrarre la spesa pubblica per sussidi) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Profitti prima del sussidio Nessuna impresa produce: 0,0 Impresa estera produce e la nazionale no: 0 profitti all’impresa nazionale, 5 di profitto all’impresa estera (profitti di monopolio) Impresa nazionale produce e la estera no: 0 profitti all’impresa estera, 5-2=3 di profitto all’impresa nazionale (profitti di monopolio – costo fisso iniziale) Tutte e due le imprese producono e si ha duopolio con profitti operativi pari a 1; profitti totali: Impresa estera  1 Impresa nazionale  1-2 (costo fisso iniziale) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Payoff delle imprese Impresa estera Prod. Nulla Prod. Alta Impresa nazionale 0 ; 0 0 ; 5 3 ; 0 -1 ; 1 Giuseppe De Arcangelis © 2005

Sussidio all’impresa nazionale Lo stato decide di finanziare l’impresa nazionale: Se produce, avrà 3 dallo stato con cui finanziare un impianto migliore di quello estero, che dà un vantaggio competitivo all’impresa nazionale Se non produce, non avrà nulla Giuseppe De Arcangelis © 2005

Profitti dopo il sussidio Nessuna impresa produce: 0,0 Impresa estera produce e la nazionale no: 0,5 Impresa nazionale produce e la estera no: 0 profitti all’impresa estera, 6-3+3=6 di profitto all’impresa nazionale (profitti di monopolio più elevati 6 – costo fisso iniziale 3 + sussidio 3) Tutte e due le imprese producono e l’impresa nazionale determina un prezzo basso che causa perdite all’impresa estera; profitti totali: Impresa estera  -1 Impresa nazionale  1-3 (costo fisso iniziale) + 3 (sussidio) Giuseppe De Arcangelis © 2005

Payoff dopo il sussidio Impresa estera Prod. Nulla Prod. alta Impresa nazionale 0 ; 0 0 ; 5 Prod. Alta 6 ; 0 1 ; -1 Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetto sul benessere Il benessere nazionale aumenta di 3: profitto impresa nazionale pari a 6 di cui 3 servono per finanziare il sussidio Il sussidio ha un ruolo positivo solamente in un mercato non concorrenziale: funziona come la capacità in eccesso per un monopolista che vuole tenere lontano un concorrente. Tuttavia: Dipende dalla competizione sulla quantità (non sui prezzi) Risultato di equilibrio parziale Guerra di sussidi Giuseppe De Arcangelis © 2005

Politica industriale e politica commerciale Premesse: Alcuni settori hanno esternalità positive su tutto il sistema economico (es. settore hi-tech) I mercati non sono perfettamente concorrenziali  I governi hanno posto particolare attenzione a quei settori con: Politiche industriali di supporto Politiche commerciali protezionistiche Giuseppe De Arcangelis © 2005

Politica industriale e politica commerciale Esempi: settore microchip in Giappone e Corea (anni 70 e 80), industria computer in alcuni paesi europei (anni 70) Effetti positivi o negativi? In Giappone e Corea si sono avuti molti casi di successo… … ma attenzione: post hoc ergo propter hoc ? Giuseppe De Arcangelis © 2005

Nuovo protezionismo? Altri risultati: Import protection as export promotion La differenziazione del prodotto rende un paese piccolo comunque “grande” Allora, protezionismo superiore a libero scambio? La modellizzazione in assenza di concorrenza perfetta evidenzia l’importanza del second best Il libero commercio rimane comunque un’utile regola del pollice Da free trade a fair trade Giuseppe De Arcangelis © 2005

Integrazione commerciale Un tipo di politica commerciale Decidere di aprire il proprio mercato solamente ad alcuni paesi Esempi: UE, NAFTA, ASEAN, etc. Vietati dal GATT (Art. XXIV) e ora dal WTO: Perché? Giuseppe De Arcangelis © 2005

Tendenze recenti Giuseppe De Arcangelis © 2005

Forme di integrazione comm. Accordi di commercio preferenziale (“nazione normale”, “nazione preferita”) Area di Libero Scambio: libero comm. tra i paesi proponenti (es. NAFTA, MERCOSUR) Unione Doganale: 2+politica comm. comune con i paesi terzi Mercato Comune: 3+libera circolazione fattori produttivi Unione Economica: 4+politica economica comune Giuseppe De Arcangelis © 2005

Effetti dell’integrazione comm. Creazione di commercio Diversione di commercio Giuseppe De Arcangelis © 2005

Creazione di commercio Giuseppe De Arcangelis © 2005

Diversione di commercio Giuseppe De Arcangelis © 2005

Integrazione comm.: confronto FTA e CU Area di libero scambio (Free Trade Area, FTA): più libertà dei paesi, ma difficile controllo sui beni esterni alla FTA Unione doganale (Customs Union, CU): meno libertà dei paesi, ma minori problemi di controllo sui beni esterni alla CU La CEE fu subito una CU Il problema del MERCOSUR e del NAFTA Giuseppe De Arcangelis © 2005