XI° Tema: Elezioni e sistemi elettorali

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XI° Tema: Elezioni e sistemi elettorali

Le elezioni: una definizione Le elezioni sono un meccanismo per scegliere i componenti di organi monocratici o collegiali. In quanto tali fanno parte di una variegata famiglia di sistemi di investitura. Meccanismi di scelta alternativi alle elezioni: Eredità Cooptazione Acquisto Nomina Sorteggio Conquista Selezione su base di merito

Funzioni delle elezioni in ambito democratico Meccanismo per scegliere i componenti di organi monocratici o collegiali Strumenti principali della rappresentanza e del controllo popolare sui governanti Strumenti principali di ritualizzazione e “addomesticamento” del conflitto politico

Caratteri fondamentali delle elezioni democratiche Libere (nessuna forza politica esclusa dalla competizione elettorale) Corrette Competitive (offerta politica plurale e genuina concorrenza tra i candidati) A scadenze prestabilite Rilevanti (nel senso che definiscono davvero la quantità di rappresentanza e di governo conquistata da candidati e partiti)

I principali aspetti del processo elettorale I tempi La convocazione L’elettorato attivo L’elettorato passivo e le candidature Lo svolgimento della campagna elettorale: caratteristiche di equità Le modalità del voto La valutazione dei voti

Cosa è un sistema elettorale Un sistema elettorale è un insieme di regole per l’espressione del voto da parte dei cittadini e per l’assegnazione dei seggi ai candidati o alle liste (partiti e loro coalizioni che hanno ottenuto voti) I sistemi elettorali non sono un mero passaggio tecnico le cui modalità non influenzano gli esiti della delega della autorità dai cittadini al governo

I principali aspetti dei sistemi elettorali L’espressione del voto L’ambito territoriale La formula di computo dei voti e allocazione dei seggi Le soglie di rappresentanza

L’espressione del voto Chi votare? La natura del destinatario del voto Voto al candidato Voto di lista (bloccata o aperta: voto di preferenza) Come votare? Voto singolo e voto multiplo/cumulativo Il carattere categorico/cardinale o ordinale del voto

L’ambito territoriale Il rapporto tra elettori, eletti, territorio Collegio e/o circoscrizione elettorale unica o territorialmente limitata La dimensione/nominalità di una circoscrizione: collegi uninominali (N=1); collegi plurinominali (N>1) Il problema dell’uguaglianza del voto: come disegnare i collegi (modi virtuosi/strategici) Combinare più livelli di circoscrizione

Esempio di Gerrymandering in collegi uninominali Partito A vince in entrambi i collegi Collegio 1 Collegio 2

Esempio di Gerrymandering in collegi uninominali Partito A vince nel collegio 1, Partito B vince nel collegio 2 Collegio 1 Collegio 2

Testi di riferimento per la lezione Maurizio Cotta - Donatella Della Porta - Leonardo Morlino, Fondamenti di scienza politica, Il Mulino, Bologna, 2001, cap.8

Seconda parte: le formule elettorali

Le formule elettorali La domanda: come tradurre i voti in seggi? Maggioritaria Proporzionale Sistemi misti

Formule maggioritarie Le due formule principali: Maggioranza assoluta (ossia il 50% dei voti +1) o majority system Maggioranza relativa o plurality system I quattro tipi: Sistema maggioritario ad un turno in collegi uninominali (first past the post) Sistema maggioritario ad un turno in collegi plurinominali: il caso del voto singolo non trasferibile (Giappone 1947-1993) Sistema maggioritario a doppio turno in collegi uninominali Voto alternativo in collegi uninominali (Australia; elezioni presidenziali in Irlanda)

Il sistema a doppio turno Sistema maggioritario a doppio turno in collegi uninominali: vince chi ha la maggioranza assoluta al 1° turno, altrimenti 2° turno: majority (se si ha ballottaggio solo tra due candidati) oppure plurality (se ammessi al ballottaggio più di due candidati) Criterio per l’ammissione dei candidati al 2° turno: Doppio turno aperto (ha comunque delle conseguenze!) Doppio turno chiuso (2° turno con ballottaggio o soglia di ammissione : es. Francia > 12,5%) Il sistema a doppio turno in Italia per eleggere i sindaci (al di sopra dei 15 mila abitanti) e i presidenti provinciali

Procedimento elettorale con voto alternativo (Australia) Candidati Adams Brown Grey Jones White Tot. Prime preferenze 15.000 20.000 7.000 10.000 8.000 60.000 Redistr. schede Grey 1.000 - 4.000 2.000 Nuovo totale (1) 16.000 14.000 Redistr. schede White 1.500 3.000 5.500 Nuovo totale (2) 17.500 23.000 19.500 Redistr. schede Adams 6.000 11.500 Situazione finale 29.000 31.000

Formule proporzionali - I Formule volte a consentire che tutti gli orientamenti politici siano rappresentati in “proporzione” alle loro forze: richiesti per definizione dei collegi plurinominali La maggior parte dei sistemi proporzionali adottano il voto di lista Come effettuare il riparto dei voti? Il metodo della quota/quoziente Il metodo dei divisori

Formule proporzionali - II Il metodo della quota: la quota è il numero dei voti che bisogna raggiungere per ottenere un seggio Più in dettaglio: la formula di Hare (o dei resti più alti) Se in un collegio ci sono V elettori/voti espressi e N seggi, la quota di Hare è la parte intera del rapporto tra V e N, vale a dire: q(Hare) = (V/N) Un partito che riceve M voti otterrà quindi [M/q(Hare)] seggi I seggi non distribuiti in questo modo sono assegnati ai partiti che hanno i resti più alti

N.seggi = 8 Voti espressi: 423.00 Ripartizione seggi secondo la formula Hare (quoziente e più alti resti) (Germania, Italia Camera pre94) N.seggi = 8 Voti espressi: 423.00 Quoziente: 423.000/8 =52.875 Partiti Voti Quoziente Seggi pieni Resti Seggi A 171.000 3,23 3 12.375 B 132.000 2,49 2 26.250 C 84.000 1,58 1 31.125 D 36.000 0,68

Formule proporzionali - III Il metodo dei divisori: si parte dall’idea che un partito è peggio rappresentato di un altro se è più alto il rapporto tra i voti ricevuti e i seggi ottenuti (nell’es. precedente: per il partito A 57.000 voti per ogni seggio; partito D 36.000 voti per ogni seggio)  cercare di mantenere il più possibile uguale tra loro i rapporti tra i voti e i seggi dei vari partiti

Formule proporzionali - IV Metodo d'Hondt: si dividono i totali di voti delle liste per 1,2,3,4,5... fino al numero di seggi da assegnare nel collegio, e si assegnano i seggi in base ai risultati in ordine decrescente fino ad esaurimento dei seggi da assegnare Con la formula Sainte-Lagüe cambiano i divisori che sono 1,4; 3; 5 e 7, ma non il metodo

Ripartizione seggi secondo la formula d’Hondt: passo per passo

Ripartizione seggi secondo la formula d’Hondt (Austria, Belgio, Finlandia, Italia pre94 Senato, Spagna) N.seggi = 8 Divisori Partiti Voti 1 2 3 4 Seggi A 171.000 171.000 (1) 85.500 (3) 57.000 (6) 42.750 (8) B 132.000 132.000 (2) 66.000 (5) 44.000 (7) 33.000 C 84.000 84.000 (4) 42.000 28.000 21.000 D 36.000 18.000 12.000 9.000

Ripartizione seggi secondo la formula Sainte-Lagüe modificata (Danimarca, Norvegia, Svezia) N.seggi = 8 Divisori Partiti Voti 1,4 3 5 7 Seggi A 171.000 122.142 (1) 57.000 (4) 34.200 (6) 24.428 B 132.000 94.285 (2) 44.000 (5) 26.400 (8) 18.857 C 84.000 60.000 (3) 28.000 (7) 16.800 12.000 2 D 36.000 25.714 7.200 5.143

Formule proporzionali - IV Il risultato: l’adozione di diverse formule proporzionali, a partire da una stessa distribuzione dei voti, può determinare allocazioni di seggi abbastanza differenti: ad es., la formula d’Hondt determina un leggero vantaggio a favore dei grandi partiti, a discapito di quelli più piccoli Formula proporzionale e voto non di lista: il caso del voto singolo trasferibile (Irlanda, Malta, Australia – Senato federale)

Il voto singolo trasferibile: l’es. irlandese (I) Circoscrizione di Galway West: 5 seggi; voti validi 48.572 Quoziente: 48.572/(5+1)= 8.096 Nome dei partiti: FF = Fianna Fail; FG = Fine Gael; Lab = Laburisti; SFWP = Sinn Fien of the Workers’ Party * segnala l’elezione; ** segnala l’eliminazione

Il voto singolo trasferibile: l’es. irlandese (II) Candidato e partito Conteggi 1 2 3 4 5 6 7 Molloy (FF) 9.545* -1.449 Donnellan (FG) 6.105 38 6.143 51 6.194 30 6.224 2.181 8.405* -309 Higgings (Lab) 5.718 129 5.847 715 6.562 214 6.776 554 7.330 2.970 10.300* -2.204 Fahey (FF) 6.019 352 6.371 99 6.470 294 6.764 97 6.861 379 7.240 431 7.671* Geoghegan (FF) 4.139 475 4.614 47 4.66 1.716 6.377 87 6.464 221 6.685 196 6.881* Killilea (FF) 5.624 198 5.822 35 5.875 242 6.099 29 6.128 212 6.340 145 6.485 McCormack (FG) 3.952 24 3.976 4.014 41 4.055 1.014 5.096** Coogan (FG) 3.746 3.793 3.938 105 4.043** O’Connor (FF) 2.513 171 2.684 33 2.717** Brick (SFWP) 1.211 15 1.226**

Formule miste La premessa: si combinano elementi derivanti da sistemi elettorali ispirati a principi diversi Esempi: Germania: combina collegi uninominali – sistema maggioritario (50%) - assieme a collegi plurinominali – sistema proporzionale (50%). Si attribuisce agli elettori voti distinti per le due componenti Italia (dalle elezioni del 1994 fino a quelle del 2001): 75% dei seggi assegnati in collegi uninominali con il sistema maggioritario ad un turno; 25% con sistema proporzionale. Alla Camera l’elettore dispone di due voti separati, al Senato il voto è unico

Soglie di rappresentanza Soglie esplicite: una percentuale minima di voti a livello nazionale (Italia) o circoscrizionale (Spagna) l’accesso al riparto dei resti nella circoscrizione più ampia sulla base di criteri restrittivi (Germania) Soglie implicite: ampiezza dell’organo da eleggere (più ampio, minore soglia) grandezza del collegio (alla crescita del numero di eletti in un collegio, diminuisce la soglia) a che livello avviene la ripartizione dei seggi/resti

Formule miste: il caso italiano (I) – come era: dal 1994 al 2001 Camera (aspetti principali): suddivisione del territorio nazionale in 26 circoscrizioni di dimensione regionale o infraregionale; attribuzione, in ogni circoscrizione, del 75% dei seggi con la formula maggioritaria nell'ambito di altrettanti collegi uninominali; ripartizione in ambito nazionale dei restanti seggi con la formula proporzionale dei quozienti interi e di più alti resti. E' prevista una soglia di sbarramento del 4%; attribuzione a ciascun elettore di due voti su schede distinte: uno per l'elezione del candidato nel collegio uninominale, uno per la scelta di una delle liste circoscrizionali concorrenti al riparto dei seggi in ragione proporzionale; scorporo parziale dai voti conseguiti dalle liste dei voti necessari per eleggere, nei collegi uninominali, i candidati collegati a ciascuna lista.

Formule miste: il caso italiano (II) - come era: dal 1994 al 2001 Senato (aspetti principali): attribuzione in ogni regione di tre quarti dei seggi con sistema maggioritario a turno unico nell'ambito di altrettanti collegi uninominali; fanno eccezione la regione Valle d'Aosta, che è costituita in un unico collegio uninominale e la regione Molise, il cui territorio è ripartito in due collegi uninominali; ripartizione dei restanti seggi spettanti alla Regione con sistema proporzionale (secondo il metodo d'Hondt) nell'ambito della circoscrizione regionale tra gruppi di candidati concorrenti nei collegi uninominali; attribuzione a ciascun elettore di un solo voto, da esprimere a favore di uno dei candidati presentati nel collegio uninominale; sottrazione totale dalla cifra elettorale di ciascun gruppo dei voti conseguiti dai candidati eletti nei collegi uninominali (c.d. “scorporo totale”).

Il caso italiano: come è dal 2006 (I) Camera (aspetti principali): Sistema proporzionale: ripartizione seggi secondo la formula Hare (quoziente e più alti resti) in un unico collegio nazionale Voto di lista bloccato I partiti collegati in coalizioni presentano un unico programma elettorale in cui viene indicato il nome della persona come capo della coalizione Soglie di sbarramento: 4% per un partito che corre da solo; 2% per un partito legato a una colazione che ha ottenuto complessivamente almeno il 10% Premio di maggioranza: alla coalizione vincente sono assegnati, nel caso non li ottenga dalle urne, 340 seggi (il 54% dei 630 seggi tot.). Poiché la maggioranza è di 316 seggi, il futuro governo ha un margine di almeno 24 deputati

Il caso italiano: come è dal 2006 (II) Senato (aspetti principali): Sistema proporzionale: ripartizione seggi secondo la formula Hare (quoziente e più alti resti) su base regionale Voto di lista bloccato Soglie di sbarramento (calcolate regione per regione): 8% per un partito che corre da solo; 3% per un partito legato a una colazione che ha ottenuto complessivamente almeno il 20% Premio di maggioranza: alla coalizione vincente nella singola regione sono assegnati, nel caso non li ottenga dalle urne, il 55% dei seggi assegnati alla Regione (con arrotondamento all’unità superiore). Risultato: potranno esserci maggioranza diverse regione per regione

Testi di riferimento per la lezione Maurizio Cotta - Donatella Della Porta - Leonardo Morlino, Fondamenti di scienza politica, Il Mulino, Bologna, 2001, cap.8

Terza parte: gli effetti dei sistemi elettorali

Gli effetti dei sistemi elettorali sui partiti Due distinzioni Effetti diretti o meccanici o vicini: la relazione tra una certa distribuzione dei voti e l’assegnazione dei seggi Effetti indiretti o psicologici o lontani: l’impatto che un certo sistema elettorale ha sui comportamenti di elettori e candidati, e quindi, indirettamente, attraverso questi sui risultati Ma anche: Effetti locali: a livello delle singole circoscrizioni Effetti nazionali: a livello nazionale (sommatoria degli effetti locali)

Effetti diretti (meccanici) Effetti diretti a livello circoscrizionale: Il maggioritario uninominale ha un forte effetto riduttivo così come il maggioritario a doppio turno Il sistema proporzionale in linea di principio non ha effetti diretti anche se in concreto ha effetti variabili a seconda delle sue caratteristiche (soglie di rappresentanza; formula proporzionale)

Effetti diretti (meccanici) Effetti diretti a livello nazionale: Nei sistemi maggioritari i partiti minoritari a livello nazionale sono penalizzati quando sono distribuiti in maniera omogenea sul territorio, e sono invece relativamente avvantaggiati quando sono concentrati territorialmente La medesima regola vale anche per i sistemi proporzionali ma su scala minore sia per il loro minor impatto diretto a livello circoscrizionale, sia sovente per l’esistenza di meccanismi specifici operanti a livello nazionale o regionali (ripartizione di seggi, soglie, ecc.)

Effetti indiretti (psicologici) Effetti indiretti sull’elettore: Nei sistemi maggioritari a turno unico l’elettore deve scegliere fra un voto espressivo (sincero) ed uno strategico (o utile: voto alle seconde preferenze). Saranno pertanto normalmente penalizzati i candidati e i partiti che occupano posizioni estreme Nei sistemi maggioritari a doppio turno l’elettore può esprimere un voto espressivo al primo turno e strategico al secondo Nei sistemi proporzionali voto strategico e voto espressivo tendono a coincidere.

Effetti indiretti (psicologici) Effetti indiretti su candidati e partiti: Nei sistemi maggioritari a turno unico crescendo per i partiti i rischi di insuccesso totale, si rafforzano gli incentivi a coalizzarsi al variare anche della lealtà dei propri elettori, della distanza ideologica degli alleati e della probabilità della sconfitta. In caso contrario, un partito può anche decidere di non impegnarsi nell’arena elettorale anticipando il comportamento degli elettori. Nei sistemi maggioritari a doppio turno maggiore libertà d’azione dei partiti e (prevedibile) attenuazione del potere di ricatto dei piccoli partiti rispetto ai maggiori Nei sistemi proporzionali (molto proporzionali) l’unica strategia per un partito è quella di massimizzare i propri voti. Le coalizioni elettorali presentano rischi cospicui e pochi vantaggi.

Valutazione complessiva degli effetti dei sistemi elettorali Le leggi di Duverger (1954): Un sistema elettorale maggioritario a turno unico tende al dualismo dei partiti Un sistema maggioritario a doppio turno oppure proporzionale tende al multipartitismo

Sistemi elettorali e sistemi di partito: effetti combinati La riformulazione delle Leggi duvergeriane (Sartori 1996) Il sistema maggioritario produce un sistema bipartitico in presenza di un sistema partitico strutturato e di un elettorato distribuito omogeneamente Nel caso di elettorato non omogeneamente distribuito tale sistema mantiene un potere riduttivo sui partiti minoritari distribuiti omogeneamente sul territorio, ma non può eliminare quei partiti che possono contare su “sacche elettorali” maggioritarie

L’importanza della presenza o assenza di un sistema di partito STRUTTURATO : Un sistema di partito è strutturato se: Sono presenti partiti organizzati di massa, diffusi su tutto il territorio nazionale, in tutti o quasi tutti i collegi elettorali Ha luogo la stessa dinamica di competizione nei diversi collegi elettorali A seconda del grado di strutturazione, differente impatto riduttivo di un sistema maggioritario

Sistemi elettorali e sistemi di partito: effetti combinati La riformulazione delle Leggi duvergeriane (Sartori 1996) I sistemi proporzionali, se sono perfetti, non hanno effetti sul sistema partitico (si limitano a “fotografarlo”), ma, quanto meno sono proporzionali, tanto più hanno effetti riduttivi (sempre in presenza di un sistema partitico strutturato)

Una valutazione dei diversi sistemi elettorali I sistemi maggioritari a turno unico Pro (semplicità e incisività della scelta degli elettori; governabilità); contro (sottorappresentanza) I sistemi maggioritari a doppio turno Pro (scelta degli elettori diversificata; incentivi alla formazione di coalizioni; possibilità di desistenze); contro (sottorappresentanza) I sistemi proporzionali Pro (rappresentatività); contro (frammentazione?)

Sistemi elettorali e sistemi di partito: conclusione Importanza del sistema elettorale come strumento di “ingegneria politica”: mezzo per produrre cambiamenti non casuali nei comportamenti e nelle strutture politiche Relazione tra il grado di non proporzionalità di un sistema elettorale e: 1) percentuale di maggioranze costruite rispetto a quelle guadagnate; 2) numero effettivo di partiti parlamentari Due note di cautela: relazione probabilistica e non legame deterministico grande differenza tra sistemi partitici consolidati e sistemi partitici ad elevata fluidità

Gradi di non proporzionalità L’indice di Gallagher (1991): dove: vi è la percentuale di voti del partito i-esimo si è la percentuale di seggi del partito i-esimo Ne consegue che tanto più elevato è l’indice, tanto più non-proporzionale è un sistema elettorale I fattori che influenzano l’indice: 1) la formula elettorale; 2) le soglie di rappresentanza

Non proporzionalità media e tipo di sistema elettorale adottato (1945-1996) Disproporzionalità (%) Sistema elettorale Olanda 1,30 Proporzionale Danimarca 1,83 Svezia 2,09 Austria 2,47 Germania 2,52 Svizzera 2,53 Finlandia 2,93 Belgio 3,24 Italia 3,25 Giappone 5,03 Voto singolo non trasfer. Grecia 8,08 Spagna 8,15 Australia 9,26 Majority Regno Unito 10,33 Plurality Nuova Zelanda 11,11 Francia 21,08

Altri effetti dei sistemi elettorali Sul personale parlamentare selezionato Sullo stile delle campagne elettorali voto di preferenza nei sistemi proporzionali e competizione infra-partitica personalizzazione della campagna elettorale

Quarta parte: la partecipazione al voto

La partecipazione al voto Quali fattori spiegano le differenti percentuali di turnout? Confronto sincronico in uno stesso paese: fattori individuali, differenze culturali e di densità di reti sociali Confronto sincronico tra paesi: fattori istituzionali Confronto diacronico: sviluppo dei partiti di massa Il significato e le interpretazioni dell’astensionsimo: per indifferenza o per alienazione

Come si vota Scuola di Columbia: “una persona pensa politicamente come è socialmente” Scuola di Michigan: aspetti legati alla psicologia individuale La relazione tra certe caratteristiche sociali e il comportamento di voto è mediato da altri fattori intervenienti In particolare, il ruolo dell’identificazione/appartenenza partitica: identificazione psicologica/affettiva di lungo periodo con un dato partito Tale attaccamento affettivo tende a crescere con il livello di interesse e impegno politico Critiche: 1) si preserva lo status-quo (teoria del congelamento?); 2) si minimizza capacità di giudizio critico degli elettori; 3) aspetti affettivi, ma anche cognitivi, dell’identificazione partitica Da una identificazione di lungo periodo con i partiti all’elettorato di opinione

Fattori esplicativi del comportamento elettorale (Miller e Shanks 1996) Predisposizioni di lungo periodo: Caratteri sociali, economici, religiosi, etnici Identificazioni partitiche, tradizioni familiari Determinanti di breve periodo: Preferenze relative a temi di politiche correnti Percezioni delle condizioni attuali del paese Valutazioni retrospettive del governo in carica e dei suoi risultati Valutazione delle qualità personali dei candidati Valutazioni prospettive della potenziale efficacia futura di candidati e partiti

Tipologia di elettori (Pasquino e Parisi 1977) Voto di appartenenza: stabile (non influenzato dai programmi contingenti dei partiti), legato ai cleavages e alle subculture Voto di opinione: determinato da orientamenti più variabili, legato ai programmi proposti dai partiti in campagna elettorale Voto di scambio: strettamente ancorato a benefici particolaristici calcolabili dagli elettori L’elettorato fluttuante è spesso centrale nel determinare gli esiti della competizione elettorale

Testi di riferimento per la lezione Maurizio Cotta - Donatella Della Porta - Leonardo Morlino, Fondamenti di scienza politica, Il Mulino, Bologna, 2001, cap.8 Donatella Della Porta, I partiti politici, Il Mulino, Bologna, 2001, cap. 5