Maria Clorinda Mandaglio

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La mobilità della crosta terrestre -
Advertisements

STRATIGRAFIA.
I TERREMOTI O SISMI Dal latino “terrae motus”, movimento della Terra
I VULCANI ATTIVITA’ VULCANICA: fuoriuscita attraverso fratture della crosta terrestre di magma a temperatura elevata proveniente dalla profondità della.
La struttura della terra
Un primo approccio
“ANALISI DEL RISCHIO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO” - Corso B -
“ANALISI DEL RISCHIO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO - Corso A –”
CARTOGRAFIA.
I VULCANI.
MINERALI E ROCCE Un minerale è una sostanza naturale solida caratterizzata da una precisa composizione chimica e da una disposizione ordinata e regola.
STORIA DELLA TERRA E SUE DINAMICHE
Serie stratigrafica continua concordanza stratigrafica
ELEMENTI DI TETTONICA.
Il pianeta Terra Il ciclo litogenetico
Il motore delle placche
la nascita di un nuovo oceano Le varie fasi Collisione continentale
Tettonica delle placche
VULCANISMO TERREMOTI.
il rapporto uomo-ambiente visto dall'illuminista Voltaire ( )
TETTONICA A ZOLLE VITI DANIELE II am.
ORIGINE DEI TERREMOTI GEOGRAFIA E GEOLOGIA
CONOSCERE IL PAESAGGIO
Le rocce metamorfiche.
STRUTTURA DELLA TERRA Il nostro pianeta risulta composto da quattro strati concentrici: al centro troviamo il nucleo, diviso in nucleo interno (liquido)
Carsismo formazione di stalattiti-stalagmiti-colonne grotte-cunicoli incrostazioni vulcanesimo subsidenza-fiordi.
La struttura della terra
Classificazione delle rocce sedimentarie
litologia Origine rocce
Rischio Stabilire la pericolosità di un'eruzione vulcanica implica prevedere dove e quando avverrà e di che tipo sarà. Per rispondere.
MARGINI DELLE ZOLLE Lungo i margini delle zolle si realizzano una serie di fenomeni (sismici e vulcanici) associati ai movimenti delle zolle confinanti.
STORIA DELLA TERRA E SUE DINAMICHE
VULCANI E TERREMOTI.
I VULCANI.
LA STRUTTURA DELLA TERRA
Deriva dei Continenti e Tettonica a Zolle
L’equatore terrestre e la forma della terra
TERREMOTI.
I SISMI.
STRUTTURA DELLA CROSTA OCEANICA E CONTINENTALE
FOSSE OCEANICHE Francesco Cenni – 1° B.
storia dei super continenti conseguenze
Che cosa sono le frane Una frana avviene quando delle masse di roccia si staccano da pendii più o meno ripidi e cadono, o scivolano, verso il basso sotto.
LA BIOSFERA Uno degli ambienti della Terra.
Fenomeni endogeni ed interno della Terra:
Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza
I materiali della Terra solida
I materiali della Terra solida
I materiali della Terra solida
Obiettivi Illustrare la distribuzione geografica dei vulcani e spiegarne il significato secondo il modello della tettonica delle placche.
Dorsale oceanica.
I materiali della Terra solida
Orogenesi e teoria della tettonica a zolle
STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA
Dinamica della Litosfera
LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA
LA LITOSFERA.
LA CASA E LA TERRA Corso di geopedologia.
AMBIENTE.
Perché la Terra è divisa in continenti?.
Fattori esogeni e fattori endogeni Seconda parte
La litosfera: rocce e minerali
L’interno della Terra • I geologi hanno scoperto com’è fatto l’interno della Terra studiando le onde sismiche. • Si producono piccoli terremoti artificiali.
La struttura della Terra
I fenomeni endogeni della terra
ESPANSIONE DEI FONDALI OCEANICI
Continenti alla deriva
Transcript della presentazione:

Maria Clorinda Mandaglio Università Mediterranea di Reggio Calabria FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Anno Accademico 2008-09 GEOLOGIA APPLICATA Corso di Maria Clorinda Mandaglio

Scienza che studia ed interpreta le forme della superficie terrestre GEOLOGIA Scienza che studia la costituzione e la struttura della terra, nonché le cause che ne hanno determinato e ne determinano l’evoluzione GEOLOGIA APPLICATA Scienza che studia e risolve i problemi di carattere ingegneristico ed ambientale che sorgono dall'interazione fra componente geologica di un territorio e attività umane svolte su di esso GEOMORFOLOGIA Scienza che studia ed interpreta le forme della superficie terrestre DIFESA DEL SUOLO Complesso di azioni riguardanti la sistemazione idrogeologica e la conservazione del territorio. Comprende: la difesa degli abitati, la regolazione dei corsi d’acqua, le azioni contro la subsidenza, l’utilizzazione ed il corretto sfruttamento delle risorse naturali, l’individuazione ed attivazione delle competenze e delle strutture operative ed istituzionali.

PAESAGGIO Espressione geodinamica integrata di molteplici componenti naturali e antropiche (Panizza, 1998) Improvvise (eruzioni vulcaniche, inondazioni fluviali, frane, mareggiate) Lente (formazioni di valli, deserti, montagne) Trasformazioni e continua evoluzione nel tempo Forme diverse del paesaggio, a causa di: Rocce Ambienti climatici Agenti del modellamento (gravità, acque, vento, esseri viventi)

Il rilievo terrestre come risultato della combinazione di processi La superficie terrestre, in quanto superficie-limite, è sede dell’interferenza tra processi della dinamica dell’atmosfera, dell’idrosfera, della litosfera e della biosfera. Atmosfera: Involucro gassoso che circonda la terra. Idrosfera: Insieme di tutte le acque della superficie della Terra, comprendente oceani, acque superficiali, falda idrica e acqua nell’atmosfera. Litosfera: Strato roccioso esterno. Biosfera:Tutti gli organismi viventi della Terra e gli ambienti con cui essi interagiscono.

Processi endogeni ed esogeni legati alla tettonica, sismica e ai vulcani Esogeni legati all’atmosfera, biosfera, idrosfera Forme endogene Forme esogene

Forme causate o influenzate dall’attività umana Forme artificiali, forme del paesaggio elaborate direttamente dall’attività umana (cave, rilevati artificiali, bacini artificiali) Opere mirate a derivare, correggere o attenuare particolari processi naturali. Gli effetti possono andare al di là delle previsioni. (Abbassamenti del suolo causati da aumento del carico, da estrazioni di fluidi, da opere di bonifica) Forme che derivano da modifiche dei processi naturali che risultano indirettamente dall’attività umana (Disboscamento). PROBLEMA DI INTERAZIONE DELLE ATTIVITÀ UMANE CON I PROCESSI NATURALI

Processi esogeni Agenti del modellamento Gravità, Aria, Acqua e Uomo determinano fenomeni di frantumazione e alterazione delle rocce. Con il loro movimento operano il trasporto dei detriti, fenomeni di erosione e di deposizione. Condizioni climatiche Caldo, freddo, umidità e aridità favoriscono l’alterazione e l’erosione delle rocce. Presenza e tipo di vegetazione.

Struttura geologica fattore genetico fondamentale del paesaggio Forme strutturali Struttura geologica fattore genetico fondamentale del paesaggio Struttura (definizione): insieme di litologia, assetto e disposizione (condizioni di giacitura) delle rocce.

Il modellamento dei versanti. Fenomeni di denudazione Il materiale alterato e disgregato prodotto dalle rocce, può essere rimosso, specialmente se si trova esposto su una superficie sensibilmente inclinata. Processi di denudazione (definizione): fenomeni che, allontanando i materiali alterati, tendono a mettere a nudo la roccia sottostante. Alcuni di questi fenomeni possono rimuovere anche una parte non ancora alterata di roccia e provocarne direttamente la demolizione specialmente se la roccia ha scarsa resistenza. Tali fenomeni sono responsabili del modellamento dei versanti (ossia dei pendii). L’effetto finale è un abbassamento dei rilievi ed un colmamento delle depressioni.

Esempio (isola di STROMBOLI) Origine: Processi endogeni (eruzioni magmatiche), Fattore strutturale: serie di depositi vulcanici Agenti del modellamento: gravità, acqua, aria, uomo Condizioni climatiche: attualmente in clima temperato (O+FS+AM+CC)= = Forma osservata 

ELEMENTI DI GEOLOGIA GENERALE

MODELLO CINEMATICO Mantello rigido + Crosta terrestre = PLACCA LITOSFERICA Mantello viscoelastico (parzial. fuso) = ASTENOSFERA

MOVIMENTI RELATIVI FRA PLACCHE Allontanamento fra due placche MOVIMENTI RELATIVI FRA PLACCHE Allontanamento fra due placche => Scontro fra due placche (una continentale, l’altra oceanica) => Scontro fra due placche (entrambe continentali ) =>

Allontanamento fra due placche Dorsali oceaniche: zone di accrescimento (fuoriuscita di materiale lungo fratture ed allontanamento delle placche simmetrico lungo l’asse della dorsale)

Scontro fra due placche (continentale + oceanica) Scontro fra due placche (continentale + oceanica) (entrambe continentali) => zone di obduzione (accavallamento fra due placche) => formazione di catene montuose (“orogenesi”), => loro progressivo innalzamento (e successivi processi di erosione). => zone di subduzione (inflessione della placca oceanica e suo progressivo riassorbimento nel mantello) => formazione di fosse oceaniche (e successivi processi di sedimentazione) => fusione e formazione di nuovo magma => origine di terremoti profondi

EVOLUZIONE DELLA CROSTA TERRESTRE c.ca 220 Ma c.ca 190 Ma Deriva delle placche continentali nel corso del Mesozoico, con formazione di fosse e dorsali oceaniche [da Trevisan e Giglia, 1978] c.ca 140 Ma c.ca 65 Ma

PROCESSI ENDOGENI Collegati al movimento delle placche (continentali, oceaniche), alla formazione e risalita di magmi verso la superficie terrestre ed ai processi orogenetici. Comprendono:  PLUTONI: derivano dalla solidificazione di magmi (prevalentemente a composizione acida) all’interno della crosta terrestre, sotto forma di grandi ammassi, accompagnati da un reticolo di filoni (dovuti alla solidificazione entro fratture) e circondati da un’aureola di rocce metamorfiche di contatto. Visibili solo dopo processi di erosione.  VULCANI: derivano dalla fuoruscita in superficie di magmi: i magmi basici danno luogo a colate laviche (con modesta emissione di gas); i magmi acidi danno luogo in prevalenza ad eruzioni esplosive (con emissione di prodotti piroclastici).  TERREMOTI: movimenti del suolo dovuti a rotture e/o dislocazioni di grandi masse rocciose, a seguito di: 1) movimenti relativi fra le masse rocciose, 2) lento accumulo di energia, 3) rapida liberazione dell’energia sotto forma di onde sismiche.

Relazioni tra le principali placche terrestri ed i fenomeni endogeni connessi ai loro movimenti relativi: posizione dei principali vulcani e degli epicentri di terremoti recenti. [da Bell, 1998]

Rappresentazione schematica di un plutone granitico, con relativi filoni e porzione superiore asportata dai processi di erosione. I PLUTONI

I VULCANI

I TERREMOTI Volume di roccia che, sottoposto a tensione, si rompe dando luogo a scorrimento relativo lungo un piano di debolezza (piano di faglia). Corso di Geologia Applicata – Maria Clorinda Mandaglio

ELEMENTI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: disciplina che studia le rocce sedimentarie secondo l’ordine (cronologico) di deposizione, con ricostruzione degli ambienti di sedimentazione originari. Suddivisione della serie sedimentaria in unità litostratigrafiche di base (“formazioni”), in alcuni casi caratterizzate da un unico litotipo (ad es. calcare), in altri dall’alternanza regolare di due o più litotipi (ad es. argillite/arenaria, o marna/calcare, …). [da Scesi et al., 2001]

PARAMETRI DI GIACITURA: direzione degli strati (rispetto al Nord – senso orario); immersione degli strati (lungo la massima pendenza); inclinazione degli strati (rispetto all’orizzontale). Rappresentazione della giacitura in carta => con simboli semplificati come in tabella: [da Cremonini, 1971, in Scesi et al., 2005]

LIMITI STRATIGRAFICI Stratificazione orizzontale: limite parallelo alle isoipse (curve di livello del terreno). Stratificazione verticale: limite rettilineo, ad andamento parallelo alla direzione degli strati. [da Cremonini, 1971, in Scesi et al., 2005]

Stratificazione a reggipoggio (limite con immersione opposta all’inclinazione del pendio): [da Cremonini, 1971, in Scesi et al., 2005]

Stratificazione a franapoggio (con inclinazione maggiore del pendio): Stratificazione a franapoggio (con inclinazione minore del pendio):

ELEMENTI DI TETTONICA TETTONICA: disciplina che studia (a scale diverse) l’assetto della crosta terrestre, le dislocazioni che ha subito nel corso delle diverse ere geologiche (“processi orogenetici”) e le deformazioni delle rocce. Le deformazioni delle rocce possono essere schematicamente divise in due tipi: • deformazioni di tipo fragile  formazione di fratture s.l. • deformazioni di tipo duttile  formazione di pieghe N.B. Per un dato litotipo, il passaggio tra un comportamento di tipo fragile ad un comportamento di tipo duttile è governato dal livello tensionale applicato, ad es. dalla profondità rispetto alla superficie topografica (=>)

Esempio di faglia diretta, di (<=) modeste dimensioni FRATTURE - FAGLIE Si definisce frattura s.l. o diaclasi una deformazione fragile, nella quale non è osservabile uno spostamento relativo fra le due labbra. Si definisce faglia una deformazione fragile della crosta terrestre, caratterizzata da uno spostamento relativo fra le due labbra (rigetto). Le faglie possono essere di estensione estremamente variabile, da poche decine o centinaia di metri fino a centinaia di chilometri. Esempio di faglia diretta, di (<=) modeste dimensioni [da Gonzalez de Vallejo, 2005]

Faglie dirette (o normali): derivano da un processo di estensione, con allungamento del settore roccioso coinvolto Faglie inverse: derivano da un processo di compressione, con accorciamento del settore roccioso coinvolto [da Trevisan e Giglia, 1978, in Scesi et al., 2001]

Faglie trascorrenti: faglie con movimento prevalentemente orizzontale. [da Trevisan e Giglia, 1978, in Scesi et al., 2001] Le faglie, dirette e inverse, sono generalmente associate in sistemi più o meno complessi, come i sistemi distensivi a “Horst e Graben” (vedi es. per Appennino occ.le). [da Trevisan e Giglia, 1978, in Scesi et al., 2001]

PIEGHE Si definisce piega una struttura di deformazione duttile della crosta terrestre, dovuta a fenomeni compressivi. Questo tipo di deformazione si forma soprattutto in rocce sedimentarie stratificate e in rocce metamorfiche scistose. [da Gonzalez de Vallejo, 2005]

Sovrascorrimenti Derivano dall’ulteriore deformazione, per scorrimento lungo il piano di faglia suborizzontale, in ammassi rocciosi costituiti da un’alternanza di litotipi a differente rigidezza (soprattutto in rocce sedimentarie). Questi fenomeni possono essere a scala variabile, dando luogo in zone orogeniche attive alla formazione di vere e proprie falde di ricoprimento. [da Heim, in Scesi et al., 2001]