Vedere la Terra 1- Besse: paesaggio e geografia Mi 2008 2- Sentire e percepire 3- Petrarca sulla montagna 4- Le scoperte di Petrarca Francesco Micelli 11/4/13 M
Besse: paesaggio e geografia Mi 2008 J-M. Besse, Vedere la terra. Sei saggi sul paesaggio e la geografia, Milano 2008* Il paesaggio come insistenza dell’infinito nel finito è la molla della ricerca: “Che cosa è una vita che prende la forma dello spazio, e che cosa deve fare per non sprofondarvi?” (p.X) 1- Petrarca sulla montagna 2- Bruegel e la geografia 3- Viaggio in Italia di Goethe 4- Da Humboldt a V. de La Blache 5- Fenomenologia e paesaggio 6- Paesaggio e filosofia secondo Péguy * “La gèographie selon Kant: l’espace du cosmopolitisme”, in “Corpus”, 1998, pp. 109-130.
Sentire e percepire Paesaggio è esercizio dello sguardo Paesaggio è prodotto di intenzioni e di atti Paesaggio e Geografia si distinguono come sentire e percepire (B.p.97 da Erwin Straus) Il mondo percettivo ha un ordine oggettivo: mondo di cose con proprietà fisse Il paesaggio invece precede la distinzione soggetto e oggetto. È partecipazione, è essere invasi dal mondo ( B. p.98)
Nota sulla “nascita del paesaggio” Giorgio Bertone, Lo sguardo escluso. L’idea di paesaggio nella letteratura occidentale, Novara 2000 Humboldt sulla vetta del Chimborazo annota: Non potevamo distogliere gli occhi dal colore della volta azzurra del cielo. La sua intensità allo zenit sembrava corrispondere a 41 gradi del cianometro (B., p. 45) Il paesaggio reale si fa quasi insopportabile deve essere … velato William Wordsworth riprende il tema di paesaggio esteriore-interiore Per entrambi, H. e W., nei diversi modi, “il visibile e l’invisibile si avvolgono l’uno nell’altro, in ogni angolo di natura il soggetto ritrovando l’aspetto sensibile e religioso del tutto” (B., p. 46) Per W. Wordsworth: quel che vedevo sembrava qualcosa dentro di me, un paesaggio della mente (“a prospect in my mind”) vedi soprattutto Giovanni Nimis, W. Wordsworth, “In Alto” 2009
Petrarca sulla montagna La lettera del Ventoso salito il 26 aprile 1336 :” Altissimum regionis huius montem , quem non immerito Ventosum vocant, hodierno die, sola vivendi insignem loci altitudinem cupiditate ductus, ascendi”. [La lettera è indirizzata a Dionigi da Borgo San Sepolcro, il monaco che fece conoscere al Petrarca le “Confessioni” di S. Agostino. È racconto dell’escursione con il fratello Gherardo.]. J. Burckhardt, La civiltà del Rinascimento in Italia, Milano 1996: “L’aspetto della natura trovò nel suo spirito eco immediata” (pp. 272-273) Il pastore invita gli esploratori a desistere …
Le scoperte di Petrarca La curiosità (cupiditas videndi = concupiscentia oculorum) è dispersione di sé, instabilità, impossibilità di vero riposo (p.16) ,ma anche “infinita varietà” e piacere del viaggio: “quest’ansia di andare di terra in terra ha pure in sé non so quale dolce fatica” Ambivalenza del sentimento dello spazio e del viaggio (p.20) Spazio come “fuori” e come … evasione (B. 20)* * Bertone annotava commentando Balla con i lupi e Blade Runner : Un tempo niente più del paesaggio faceva sentire l’uomo ospite su questa terra ora diventa inospitalità e reiezione, orizzonte indifferenziato e non orientato di fuggitivi (B. p.265 )