Il Signore ascende al cielo per restare sempre con la sua chiesa. È questo il mistero che la solennità dell’Ascensione ci fa celebrare “fra canti di gioia”. Anche se può apparire contraddittorio e paradossale, l’Ascensione celebra la glorificazione del Risorto e nello stesso tempo la sua assenza, o meglio un modo nuovo di essere presente.
seconda lettura Ascendendo al cielo – ricorda la seconda lettura – il Signore “ha distribuito doni agli uomini”: Questi doni sono i diversi ministeri a servizio della chiesa (apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri, “al fine di edificare il corpo di Cristo”. vangelo Ancora più chiaramente, il vangelo di Marco annuncia che la missione universale dei discepoli è sostenuta dallo stesso Signore che li invia per ogni dove: “mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”.
Originariamente il vangelo di Marco terminava con la scena della tomba vuota e con l’apparizione di un angelo che annunciava alle donne la risurrezione di Gesù. Un tale finale fu presto avvertito come insufficiente. Così, qualcuno ha aggiunto un (secondo) finale al testo originario. Benché non scritto da Marco, esso è noto fin dal II secolo e fa parte a pieno titolo degli scritti ispirati del canone neotestamentario.
La liturgia ci fa ascoltare non tutto il finale di Marco, ma solo la scena conclusiva (Mc 16, 15-20). Qui il Risorto appare ai discepoli, per inviarli in tutto il mondo a predicare il vangelo a ogni creatura. Non è difficile scorge la somiglianza con Matteo. Si adempie così ciò che si legge all’inizio del discorso escatologico, quando ai discepoli sono preannunciate le future persecuzioni: “Ma è prima necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le genti” (13,10)
Questi segni indicano come il vangelo possa essere una tale forza vivificante che penetra tutta la realtà. Anche quella del male e della malattia. Qui vediamo che l’originaria inimicizia di Genesi 3 viene attraversata dall’interno dalla forza riconciliatrice del Vangelo. Vangelo… Notizia di una vittoria!
“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”. La fine di tutto è ancora un avvenimento di… PAROLA… Perché lo spazio aperto dalla fede in Gesù si irradia e cerca di comunicarsi da persona a persona, senza limiti nello spazio. Ormai l’eterno è penetrato nella storia, una volta per tutte, e ormai può solo sostenerla fino al suo termine.