La demenza A.M.P.O.M. Dott. Carmine Nevola. La demenza A.M.P.O.M. Dott. Carmine Nevola.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I sintomi comportamentali e psicologici
Advertisements

IL CENTRO DIURNO ALZHEIMER I.N.R.C.A. - ANCONA
ADRENOLEUCODISTROFIA
La diagnosi neuropsicologica: definizione e utilizzo
La Famiglia del Malato di Alzheimer
Assistenza infermieristica clinica applicata alla medicina
DEMENZE.
Resp. Dr. Stefano Cinotti
DISTURBI SOMATOFORMI.
La demenza Prof. Mario Papucci D.ssa Rosella Longo.
Esempio di regressione ordinale
Teorie e tecniche di psicologia clinica
Teorie e tecniche di psicologia clinica
Disturbo dell’attenzione e Iperattivita’ ADHD
PROCESSO DI NURSING metodo di lavoro che si articola in fasi logiche ,razionali, per raggiungere obiettivi dichiarati processo di nursing senza fase diagnostica.
Definizione di invecchiamento
MALATTIE DEGENERATIVE DEL SISTEMA NERVOSO:
Depressione in gravidanza e allattamento Annunziata Mastrogiacomo
La corteccia celebrale
La malattia di alzheimer è una forma di demenza.
Modello Assistenziale Pediatrico nel bambino con patologia cronica
U.V.A. di primo e secondo livello:
IL PAZIENTE FRAGILE.
Il Disturbo Bipolare Diagnosi e terapia mario savino
Alzheimer Bisogna conoscerlo.
LA DEMENZA In Italia.
Riconoscere i problemi della persona anziana con disturbi del tono dell’umore ed i relativi interventi infermieristici, anche di tipo preventivo,basati.
LA CORTECCIA CEREBRALE
Le persone che invecchiano come sfida ai servizi socio sanitari
Consulenza genetica: definizione
Urgenze ed Emergenze Neurologiche
I test di screening C.Quercioli
LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON DEMENZA IN OSPEDALE
OSSA E ARTICOLAZIONI ALCUNE MALATTIE.
Health management of the AD Patient
Dott.ssa SERAFINA SALVATI
Le demenze rare S.Bruno MD UO neurologia Conegliano.
I DISTURBI DI MEMORIA 2. I DISTURBI DI MEMORIA 2.
Definizioni… Per Neuropsicologia si intende lo studio degli effetti delle lesioni cerebrali sui processi cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio,
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Il sostegno al familiare
Depressione.
LA SCLEROSI MULTIPLA (S.M)
Malattie degenerative del SNC Malattie demielinizzanti
UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Prof. Maria Angela Becchi Medicina di Comunità Esempi di Malattie e ricadute assistenziali CdL in Medicina e Chirurgia.
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA ( SLA )
AIdel22.it Associazione Italiana Delezione Cromosoma 22
La depressione nell’anziano
CONFRONTO TRA LINEE GUIDA (DSM IV, ICD-10,NINCDS-ADRDA) PER LA MALATTIA DI ALZHEIMER D.SSA SERENA BASSAN.
Il traumatizzato nelle UO Neurologia
Psicologia dell’invecchiamento
Il paziente con demenza nella
ADHD in adolescenza: evoluzione del disturbo
PERDITA memorizzare nuove informazioni valutazione critica e giudizio organizzazione e pianificazione di azioni e gesti parlare correttamente vestirsi.
Incontro di informazione sulla malattia di Alzheimer.
Cristina Paci UOC Neurologia Area Vasta 5
SLA malattia del motoneurone; Lou-Gehrig's Disease;
E MALATTIE NEURODEGENERATIVE
Epilessia, assunzione di farmaci e difficoltà di apprendimento
LA MALATTIA DI PARKINSON Conoscere e collaborare per un’alleanza terapeutica di esperti, malati e caregivers Saluzzo, 09 Aprile 2016 Gli aspetti neuropsicologici.
Progetto BAITAH FORMAZIONE – OF 1 – PON 01_00980 PON R&C 2007 – 2013 DISABILITA’ COGNITIVA D.ssa Filomena Addante U.O.C. Geriatria IRCCS “Casa Sollievo.
Disturbi pervasivi dello sviluppo Dott.ssa Alice Sanguigni Psichiatra-Psicoterapeuta.
La Demenza e la cura della persona
DEMENZA perdita organica della funzione intellettiva
ANDAMENTO EPIDEMOLOGICO ED ESPRESSIONE DELLA MALATTIA DIABETICA IN TRENTINO Dott.sa V.Cauvin Dott.sa M.Bellizzi Dott.sa A.Di Palma U.O di Pediatria Osp.S.Chiara.
Tossicodipendenze Prof. Nunzio Di Nunno
CTSS Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna Anziani: nuove frontiere per la valutazione multidimensionale 11 MAGGIO ORE
Le patologie neuromuscolari nell’infanzia
ANATOMIA E FISIOLOGIA della CIRCOLAZIONE CEREBRALE.
Valutazione clinico-funzionale a 3 mesi da una prima frattura di femore in pazienti over-65: può il genere influenzare la prognosi? Melamy Falappa Cl.
Transcript della presentazione:

La demenza A.M.P.O.M. Dott. Carmine Nevola

Epidemiologia La demenza é una patologia in continuo aumento in tutto il mondo a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Prevalenza: raddoppia ogni cinque anni dopo i 65 anni circa 1% tra 65 e 69 anni, circa 40% tra 85 e 89 anni >65 anni: 5-8% La Malattia di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza (50-80% dei casi) e comprende gran parte dei casi che in precedenza venivano etichettati come “demenza senile” o “arteriosclerosi”. Si stima che i malati di Alzheimer siano circa 400.000 in Italia.

Prevalenza di demenza, per classi di età Italia, Rocca 1990 Canada, Canadian Study 1994 Spagna, Lobo 1995 USA, Bachman 1992 Olanda, Ott 1995 Giappone, Ogura 1995 10 20 30 40 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 >90 Età (anni) Prevalenza (%)

Demenza: definizione (DSM-IV) Sindrome caratterizzata da sviluppo di deficit cognitivi multipli, comprendenti deficit della memoria; una o più delle seguenti alterazioni cognitive: afasia aprassia agnosia disturbo delle funzioni esecutive, tali da rappresentare un declino significativo rispetto al passato e da causare una compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo. I deficit non si presentano esclusivamente nel corso di uno stato confusionale acuto (devono quindi essere persistenti, per convenzione almeno 6 mesi)

Principali deficit cognitivi Compromissione della memoria = incapacità di apprendere nuove informazioni o di richiamare quelle già apprese. Disturbo del linguaggio: dell’espressione = incapacità di trovare i termini giusti per esprimere un concetto o denominare un oggetto; della comprensione = incapacità di capire quello che si ascolta o si legge. Aprassia = incapacità di eseguire attività motorie, malgrado una funzione motoria integra Agnosia = incapacità di riconoscere oggetti o volti, malgrado una funzione sensoriale integra. Deficit delle funzioni esecutive o di controllo: attenzione, ragionamento, astrazione, pianificazione, etc.

Deficit funzionali Riduzione dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana avanzate: ad esempio utilizzare correttamente gli elettrodomestici, guidare l’auto, fare la dichiarazione dei redditi, lavorare a maglia,… strumentali (vedi IADL di Lawton e Brody): utilizzare il telefono, fare la spesa, cucinare, fare le faccende domestiche, lavare la biancheria, usare i mezzi di trasporto, assumere le medicine, gestire il denaro; di base (vedi ADL di Katz): fare il bagno, vestirsi, spostarsi, usare la toilette, mantenere la continenza urinaria e fecale, mangiare.

Sintomi psicologici e comportamentali Disturbi dell’umore: depressione, euforia Ansia Deliri, convinzioni errate: ad esempio di furto o di persecuzione Allucinazioni percezioni senza oggetto: visive, uditive Apatia: riduzione degli interessi, dell’iniziativa Disinibizione: comportamento sociale inadeguato Facile irritabilità Agitazione, aggressività, scarsa collaborazione Comportamento motorio anomalo: vagabondaggio, affaccendamento senza scopo, “fughe” Disturbi del sonno: insonnia o ipersonnia Disturbi dell’appetito: anoressia o iperfagia

Sintomi comportamentali e rischio di istituzionalizzazione Stress del caregiver Istituzionalizzazione

LE DEMENZE Classificazione Demenze degenerative Corticale (M. di Alzheimer, demenza fronto-temporale, D. di Pick, M. dei corpi di Lewis) Sottocorticale (Corea di Huntington, M. di Parkinson, malattia da prioni, SLA, degenerazione cortico-basale) Demenze non degenerative Demenze psichiatriche

LE DEMENZE Classificazione Demenze degenerative Demenze non degenerative Vascolari Sclerosi multipla Infettive (lue, AIDS) Collagenosiche Traumatiche Idrocefalo normoteso Metaboliche (tiroide, epatiche, renali, dificit vitaminici, neoplasie, droghe, farmaci) Demenze psichiatriche

LE DEMENZE Classificazione Demenze degenerative Demenze non degenerative Demenze psichiatriche Pseudodepressive Psicotiche

Diagnosi (1) Identificazione della demenza Anamnesi Valutazione cognitiva: Mini Mental State Examination; valutazione neuropsicologica estesa (test tarati per età e scolarità del soggetto). Valutazione funzionale (ADL, IADL) Trattare le patologie fisiche e sospendere l’assunzione dei farmaci che possono influire negativamente sulla funzione cognitiva. Identificare e curare le malattie psichiche concomitanti (ad esempio la depressione – scale valutative). La diagnosi è clinica, non ci sono esami strumentali dirimenti.

Prima fase - Fase di screening - Valutazione cognitiva

Diagnosi (2) Identificazione della causa Si basa su decorso della malattia (progressivo vs. “a gradini”) esame obiettivo (particolarmente segni neurologici) risultato egli esami di laboratorio (p.e. ormoni tiroidei, acido folico, vitamina B12) risultato degli esami strumentali (particolarmente TAC o RMN dell’encefalo  escludere forme secondarie).

La Malattia di Alzheimer E’ un processo degenerativo che distrugge le cellule cerebrali in modo lento e progressivo. La causa non e’ nota. L’esordio della malattia e’ insidioso e il decorso tipicamente lento e progressivo. Generalmente il primo sintomo è il disturbo di memoria. Esistono forme ad esordio precoce (40-65 anni) e tardivo. La diagnosi in vita è sempre di “probabilità” ed esiste, nelle fasi iniziali, un certo margine di errore. La diagnosi di certezza si fa solo esaminando il cervello al microscopio dopo l’autopsia.

QUAL’E’LA CAUSA? Deposito di sostanze all’interno del neurone (proteina tau e grovigli neurofibrillari) ed all’esterno (placche di amiloide) Distruzione del neurone e conseguente deficit neurotrasmettitoriale(acetilcolina) ATROFIA

Fattori di rischio Età avanzata. Storia familiare: forme genetiche a trasmissione autosomica dominante in età presenile (legate alla mutazione di un singolo gene); forme sporadiche in età senile: una storia di malattia di Alzheimer in un parente di primo grado aumenta di tre o quattro volte il rischio di sviluppare la malattia (inutile l’analisi genetica, troppo poco predittiva nella pratica clinica!). Sesso femminile. Bassi livelli di testosterone - Bassi livelli di estrogeni Bassa scolarità. Traumi cranici nell’anamnesi. Fattori di rischio cardiovascolari (ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia)

Durata media della malattia: 10 anni Storia naturale Fase iniziale: Difficoltà nel ricordare eventi recenti Lieve disorientamento temporale Difficoltà nel trovare le parole Iniziale difficoltà in attività complesse della vita quotidiana, nelle relazioni sociali e sul lavoro Riduzione di iniziativa, difficoltà ad affrontare situazioni nuove Ansia, depressione Assenza di alterazioni motorie Fase intermedia: Deficit di memoria moderato-grave Disorientamento spazio-temporale Evidente disturbo del linguaggio (espressione e comprensione) Aprassia Agnosia Sintomi comportamentali Necessità di controllo e stimolo per la cura della propria persona, dipendenza nelle IADL Fase avanzata: Completa perdita delle capacità cognitive con difficoltà nel riconoscere volti e luoghi familiari Perdita del linguaggio (fino al mutismo) Completa perdita dell’autonomia nelle ADL Incontinenza sfinterica Rigidità, disturbi della deambulazione, crisi epilettiche, disfagia Allettamento in fase terminale Durata media della malattia: 10 anni

Diagnosi dell’Alzheimer “…non vi è una diagnosi definitiva della malattia di Alzheimer se non dopo una biopsia cerebrale oppure un’autopsia…” Storia clinica del paziente (fattori genetici) Analisi del liquido cefalorachidiano (marker) Test di capacità cognitiva (MMSE, Blessed Dementia Scale, …) Follow-up (perdita progressiva della memoria, delle abilità spaziali, del movimento, …) Parametri anatomico-funzionali

Analisi RMI Misura del diverso grado di atrofia del cervello Progressiva scomparsa della materia grigia e sua sostituzione da parte del liquido cefalorachidiano

differenziazione statistica della “simmetria” Diagnosi precoce I medici vorrebbero un “parametro significativo” demarcazione delle scatole ippocampali differenziazione statistica della “simmetria”

Perché l’ippocampo? C’è una convincente “evidenza” che un processo degerativo dell’ippocampo avvenga nella fase iniziale della M.d.A, che sembra essere associata alla perdita della memoria

Tipi di trattamento farmacologico dei sintomi cognitivi dei disturbi del comportamento riabilitativo: tecniche di riabilitazione cognitiva ambientale: organizzazione degli spazi relazioni adeguate con il paziente (necessità di formazione di familiari e operatori) supporti socio-assisitenziali (assistenza domiciliare, centro diurno) delle patologie associate.

Obiettivi del trattamento A seconda della fase della malattia, l’obiettivo può essere: migliorare e/o mantenere più a lungo possibile il livello cognitivo e funzionale ridurre i sintomi psicologici e comportamentali prevenire le complicanze

grazie