Lo sviluppo emotivo.

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Transcript della presentazione:

Lo sviluppo emotivo

Le emozioni In passato: immagine negativa  le emozioni disturbano i processi cognitivi Funzioni cognitive: sistema nervoso centrale Emozioni: sistema nervoso autonomo, più primitivo, che ci avvicina agli animali Oggi: emozioni considerate importanti per lo sviluppo ottimale del bambino, non più separate dal piano cognitivo, ma interconnesse.

Cosa sono le emozioni? Sroufe (1986): “L’emozione è una reazione soggettiva ad un evento saliente, caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperienziali e comportamentali” Consapevolezza dell’eccitazione generata dai cambiamenti fisiologici e percezione cognitiva della situazione che ha scatenato l’emozione Evento scatenante specifico per ogni emozione Controllati dal SNA: battito accelerato, sudorazione abbondante ecc. Espressioni facciali, voce, gesti, postura

Le basi biologiche delle emozioni Darwin, 1872: L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali  le emozioni e la loro espressione sono frutto della selezione naturale: sono rimaste nel nostro patrimonio genetico perché in passato, utili alla sopravvivenza. DUPLICE FUNZIONE Comunicare ai conspecifici messaggi sul proprio stato interno Preparare l’individuo all’azione

L’espressione delle emozioni Darwin: le reazioni fisiologiche collegate all’emozione si sono evolute per i loro vantaggi ai fini dell’adattamento all’ambiente: es. paura  ansimare  + aria nei polmoni Certi stimoli attivano il sistema nervoso ed inducono espressioni facciali, posture e mimiche simili in tutti i membri di una stessa specie oppure nei membri di specie con antenato comune  universalità delle espressioni facciali.

L’espressione delle emozioni emozione Espressione facciale Reazione psico-fisiologica Funzione adattiva Rabbia Fronte aggrottata, bocca aperta o labbra strette Aumento del battito cardiaco e della temperatura della pelle, viso rosso Superare l’ostacolo, raggiungere l’obiettivo Paura Sopracciglia sollevate, occhi spalancati e fissi Aumento del battito cardiaco, bassa temperatura della pelle, respirazione ansimante Comprendere la minaccia, evitare il pericolo Repulsione Fronte aggrottata, naso arricciato, labbro superiore sollevato Battito cardiaco lento, aumento della resistenza epidermica Evitare l’elemento che origina il disgusto Tristezza Angoli della bocca all’ingiù, mento sollevato Battito cardiaco rallentato, abbassamento della temperatura e della resistenza epidermica Stimolare gli altri ad offrire consolazione Gioia Angoli della bocca all’insù, occhi ravvicinati Battito cardiaco accelerato, respiro irregolare, elevata conduttività epidermica Disponibilità ad un’interazione amichevole Sorpresa Occhi spalancati, sopracciglia sollevate, bocca aperta, orientamento allo stimolo Battito cardiaco rallentato, respirazione sospesa, diminuzione del tono muscolare Ampliare il campo visivo, prepararsi ad una nuova esperienza

TEORIA NEURO-MUSCOLARE DELLE EMOZIONI L’ espressione facciale dell’emozione utilizza un repertorio innato, specie-specifico, di movimenti dei muscoli facciali. Secondo Paul Ekman e coll.(1973), le sette espressioni facciali di base mostrate qui si evidenziano in tutte le culture. Altri studiosi propongono che alla lista dovrebbe essere aggiunto l’imbarazzo.

Espressione delle emozioni in altre culture

Fore, Nuova Guinea I tuoi amici sono venuti a trovarti Vedi un maiale morto che è rimasto lì a lungo Sei arrabbiato e stai per aggredire un nemico Tuo figlio è morto

Universalità = innatismo? Secondo alcuni autori la capacità di riconoscere le emozioni in altre persone è universale, ma non necessariamente innata (esperienze di apprendimento tipiche della specie) Allora come mai non vedenti o non udenti manifestano pattern comportamentali analoghi? Le emozioni sono innate; le influenze sociali fissano le regole dell’espressione emotiva Le emozioni fondamentali rimangono inalterate per tutta la vita; cambiano le circostanze che le evocano

Quando i bambini iniziano a provare emozioni? Primo mese di vita: pianto e sorriso non sono “sociali” (non comunicano intenzionalmente qualcosa ad un qualcuno specifico) e non sono segnali di un’emozione provata. Per dire che un bambino prova un’emozione non serve solo la reazione fisiologica ed espressiva, è necessaria una valutazione cognitiva dello stimolo. Per provare un’emozione serve: capacità di anticipare gli eventi, acquisire consapevolezza di sé e degli altri, intenzionalità.

Lo sviluppo emotivo Reazioni emotive innate regolate da processi biologici fondamentali per la sopravvivenza, prive di un effettivo valore comunicativo  sistema edonico, reazione di trasalimento, reazione di sconforto e di interesse Grazie all’interazione sociale si sviluppano vere emozioni con valore comunicativo  sorriso sociale, sorpresa, tristezza, collera, gioia, paura, circospezione (paura dell’ estraneo) Emergono le emozioni complesse e apprese, frutto di autoriflessione e autoconsapevolezza  timidezza, colpa, vergogna, orgoglio, invidia 0-2 mesi 2-12 mesi >12 mesi

La teoria della differenziazione (Sroufe, 1995) Stato di eccitazione indifferenziata Stati emotivi di sconforto e piacere Dopo i 3 mesi: emozioni vere e proprie Sin dalla nascita esistono tre percorsi principali distinti nello sviluppo delle emozioni: Sistema piacere-gioia Sistema circospezione-paura Sistema frustrazione-rabbia

Sistema piacere-gioia Primi 2 mesi Prototipo fisiologico di quella che sarà l’emozione vera e propria: SORRISO ENDOGENO  funzione di eventi interni al SNC, segnala stato di benessere non legato a capacità di dare significato del neonato Dai 3 mesi SORRISO SOCIALE: segnala emozione di piacere non ancora differenziata; reazione determinata dal contenuto dell’evento e dal suo riconoscimento; risposta non fisiologica, ma psicologica e cognitiva. 4 mesi Evoluzione in un’emozione differenziata  piacere, riso attivo 8 mesi GIOIA  Gioia e riso attivo non implicano solo il riconoscimento, ma la comprensione del significato di un evento  sorriso all’arrivo della mamma, gioco del cucù (anticipazione evento)

Sistema circospezione-paura Primi 2 mesi Prototipo fisiologico di quella che sarà l’emozione vera e propria: REAZIONE DI DISAGIO  pianto prodotto da: ATTENZIONE FORZATA; TRASALIMENTO 4 mesi Reazione non più fisiologica, ma psicologica  CIRCOSPEZIONE: il contenuto dell’evento provoca la reazione di disagio (es. estraneo) 8 mesi PAURA  reazione immediata basata sul significato specifico negativo di un certo evento 12-13 mesi Ansia

Sistema frustrazione-rabbia Primi 2 mesi Prototipo fisiologico di quella che sarà l’emozione vera e propria  reazione generalizzata simile a quella dell’attenzione forzata quando viene impedito qualche movimento 4 mesi Reazione non più fisiologica, ma psicologica  FRUSTRAZIONE 8 mesi RABBIA  reazione immediata a seguito dell’interruzione di un atto intenzionale (es. sottrarre un oggetto o interrompere l’alimentazione). La rabbia evolve poi in collera.

La teoria differenziale (Izard, 1977) Le emozioni fondamentali sono innate, universali, precocemente differenziate e legate allo sviluppo cognitivo Reazioni sensorio - affettive: reazioni fisiologiche che comunicano i bisogni e stabiliscono un contatto con il caregiver Reazioni percettivo - affettive: attenzione più specifica verso persone e oggetti  sorpresa, collera e paura Reazioni cognitivo - affettive: maggior consapevolezza di sé e dell’ambiente  emozioni sociali (timidezza, colpa, vergogna) Regolazione delle emozioni: modulazione delle proprie emozioni in accordo con le regole sociali 0-2 mesi 3-9 mesi 9-24 mesi > 24 mesi

Emozioni e cognizione sono interdipendenti PROCESSI COGNITIVI Nozione di oggetto Intenzionalità Causalità Anticipazione Padroneggiare la realtà PROCESSI EMOTIVI Prime emozioni: Gioia Rabbia Paura Dal 6° mese presupposti per PROCESSI EMOTIVI PROCESSI COGNITIVI Danno inizio Indirizzano Interrompono Selezionano le informazioni