AGES 2.0: una sperimentazione sociale al servizio delle persone anziane Antonio Dell’Atti, Project Manager RisorsAnziano, Pavia 16/05/2015
Fondazione Giacomo Brodolini È un think-and-do tank indipendente con la missione di contribuire allo sviluppo dell’agenda dell’innovazione sociale a livello locale, nazionale e internazionale. FGB opera con il coinvolgimento di stakeholder per sviluppare soluzioni a sfide comuni nelle seguenti aree: Giovani – formazione e occupazione; agrifood – lavorando sulle catene del cibo; salute – benessere e invecchiamento; città – smart cities e sviluppo locale; Finanza – finanziamenti per l’impatto sociale Alcuni progetti FabriQ; AGL; Social Roots
La sfida Invecchiamento attivo Tra il 2010 e il 2060, il numero di persone con più di 65 anni in Europa crescerà dall’attuale 17,4% al 29,5% della popolazione totale. Preoccupazioni riguardo: livelli di dipendenza giovani- anziani, costi pensionistici e capacità di far fronte agli attuali sistemi di cura e di previdenza sociale. Bisogno riconosciuto di nuovi modelli incentrati sull’integrazione attiva, la prevenzione e la riabilitazione.
La risposta di AGES I fattori sociali giocano un ruolo chiave nella promozione e difesa della salute e del benessere della popolazione anziana. Le nuove tecnologie ICT permettono agli anziani di passare da una situazione di isolamento… …ad una che offre loro maggiori opportunità di indipendenza e integrazione sociale.
La «fotografia» italiana – Dati Istat (anziani e PC) Nel 2013, le persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni che navigano sul web sono quasi il 37% (+12% rispetto al 2003); Cresce lentamente anche la fascia (oggi siamo al 20% contro il 4,4 del 2003); Nel 2013 aumenta la quota di famiglie (rispetto al 2012) che dispone di un accesso ad Internet da casa e di un PC (rispettivamente dal 55,5% al 60,7% e dal 59,3% al 62,8%); Ma tra le famiglie di soli anziani di 65 anni e più, appena il 14,8% di esse possiede il personal computer e soltanto il 12,7% dispone di una connessione per navigare in Internet.
AGES in breve AGES 2.0 è una sperimentazione sociale avente l’oiettivo di testare come le nuove tecnologie, e in particolare Internet e i social network possono essere usati con successo per stimolare la comunicazione e l’inclusione sociale nella popolazione anziana.
Perché AGES è una sperimentazione sociale? Riunisce attori dai settori pubblici e privati, e centri di ricerca É un esperimento sociale atto ad esplorare se e in che modo l’uso attivo di Internet e dei social network, come parte integrante di un pacchetto più ampio di cura, migliori la salute e la qualità della vita per la popolazione anziana. Forti implicazioni per lo sviluppo di modelli sostenibili e efficienti di fornitura di assistenza sociale e sanitaria.
Aspetti principali La sperimentazione sociale promossa da AGES include: Lo sviluppo di un’unica interfaccia IT e di un pacchetto di formazione (Easy PC) Formazione di un team di “Care Technologists” Reclutamento di persone anziane in contesti di cura domiciliare e residenziale Erogazione del support informatico e della formazione Utilizzo di metodi scientifici per valutare l’impatto della ricerca.
La partnership Autorità pubbliche Care Providers Centri di ricerca
La sperimentazione in Italia 127 partecipanti 67 uomini, 60 donne Età: anni Utenti domiciliari e residenziali Servizi di cura da parte degli assistenti sociali della Cooperativa Labirinto Reclutamento con la tecnica della randomizzazione
I risultati Crescita nelle capacità cognitive; Aumento della percezione delle competenze; Miglioramento dell’attitudine verso il computer; Differenze tra utenti residenziali e utenti domiciliari; Maggiore vulnerabilità psicologica, maggior isolamento sociale (nelle strutture residenziali)
I risultati Utilizzo computer: 57% tutti i giorni, 60% per più di un’ora Funzioni/Programmi: 38%; skype 3%; facebook 60%; storia personale 8%. Scopi -Per trovare informazioni e suggerimenti (82% sempre o qualche volta); -Per comunicare con parenti e amici (83% qualche volta); -Per intrattenimento (film, musica, giochi) (62% qualche volta, 30% mai).
I risultati qualitativi dei diari dei carer Facebook: usato per relazioni con parenti e amici, ma non per allargare la rete di relazioni sociali; Skype: limiti nella qualità della connessione; limiti nel trovare amici o parenti su Skype Giochi di carte: per familiarizzare con il mouse; « La signora non ha mai usato il computer in vita sua. Pertanto ho dovuto insegnarle a scrivere con la tastiera e a conoscere l’uso dei tasti. La signora si è impegnata tanto durante il corso. Le sue difficoltà iniziali connesse al non aver mai usato un pc e al non saper scrivere con tastiera, né fisica né touch screen, sono state superate. La signora è sempre stata molto motivata nell’utilizzo del pc e ha conseguito discreti progressi».
I risultati qualitativi dei diari dei carer «Aver imparato ad usare bene il PC, riuscendo cioè a seguire con puntualità le varie procedure, ha migliorato l’autostima e la soddisfazione personale degli anziani». «Inoltre la percezione di sé stessi è migliorata anche nel gruppo, in quanto chi ha partecipato al corso è stato visto come un ‘anziano moderno’ ed aperto ai cambiamenti». Molti hanno iniziato il percorso titubanti e increduli delle proprie potenzialità data l’età. Invece, a fine percorso, sono stati molto contenti del risultato raggiunto, peraltro, per loro, inatteso.
I risultati qualitativi dei diari dei partecipanti «Il corso di informatica del progetto AGES sta andando bene. Mi piace usare Google Maps per cercare le località (ho cercato una località in Francia dove ho lavorato e altre cose. Mi piace leggere il giornale online. Ho fatto delle ricerche con Google, cercando siti di astronomia. Ho ascoltato la musica con YouTube». «Sono arcicontenta di aver imparato a usare il computer. Mi tiene molto compagnia; leggo i quotidiani; gioco al solitario; ecc.».
Le raccomandazioni di policy Sostenere i miglioramenti in termini di alfabetizzazione digitale nelle persone anziane AGES 2.0 sostiene la necessità di adottare politiche incentrate sull’aumento dell’alfabetizzazione digitale degli anziani, inclusi gli anziani inseriti nei contesti di assistenza. Incoraggiare le case di riposo a fornire accesso alle tecnologie e al sostegno digitale Si raccomanda che gli enti responsabili dell’attività ispettiva e del controllo della qualità in tutta Europa includano l’accesso a internet e il sostegno all’uso di internet come criterio di valutazione, da prendere in considerazione durante le ispezioni. Sostenere il personale di assistenza nell’acquisto delle capacità richieste per permettere alle persone anziane di diventare digitalmente alfabetizzate Oltre alla preparazione tipiche relative all’assistenza agli anziani, un Care Technologist deve possedere competenze quali: la capacita di insegnare agli anziani a usare le tecnologie informatiche; abilità informatiche e di risoluzione dei problemi; sicurezza online.
Le raccomandazioni di policy Adattare il pc ai bisogni dei partecipanti Interfaccia facile da usare con poche funzioni e link diretti ai programmi installati; schermi touch combinati con utilizzo di mouse e tastiera; soluzioni pratiche per risolvere ulteriori difficoltà, come incollare caratteri in grassetto sulla tastiera, o permettere ai partecipanti di giocare sul pc al fine di familiarizzare con il mouse. Fornire un’assistenza prolungata Il follow-up dovrebbe assicurare, attraverso incontri sporadici e assistenza da remoto, sia che i partecipanti non dimentichino specifici task o le competenze acquisite, sia che i problemi tecnici vengano risolti. La proposta di creare il nuovo profilo professionale di Care Technologist va in questa direzione.
Le raccomandazioni di policy Coinvolgere gli attori locali Nei casi in cui i beneficiari non necessitano di assistenza costante, le ONG possono essere un prezioso alleato per assicurare un’assistenza di follow-up. Trovare un finanziamento adeguato nel quadro attuale delle politiche sociali e sanitarie Il Fondo sociale europeo sembra essere la fonte naturale di finanziamento per realizzare iniziative simili a livello locale e regionale, e per sostenere l’emergere del profilo professionale del Care Technologist attraverso corsi di formazione ad hoc per gli operatori.
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