Del libro ci interessa: La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi L’analisi delle realtà umane rivisitate in chiave trinitaria La Trinità come modello di ogni comunicazione
E. CAMBON, La Trinità come modello sociale…. La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi E. CAMBON, La Trinità come modello sociale….
Analisi di… Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unità-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocità; svuotamento-pienezza.
Altruismo-reciprocità “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie" (Gv 17, 10; cf. 16, 15). Questa frase del Vangelo di Giovanni, con la quale Gesù si rivolge al Padre, esprime il fatto ovvio che nella Trinità tutto è comune. Pertanto, quando i cristiani vivono la comunione dei propri beni, non realizzano "un'opera buona" né aggiungono un "accessorio opzionale" alla propria vita, ma semplicemente realizzano ciò per cui sono fatti: vivono in sintonia con le radici trinitarie dell'esistenza umana.
Un colto monaco inglese del XII secolo, Baldovino di Ford, si chiedeva come fosse possibile armonizzare due affermazioni bibliche apparentemente contraddittorie: quella che dice che tra i primi cristiani "ogni cosa era fra loro comune" (At 4, 32), e l'altra secondo la quale "veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno" (At 4, 35). Il suo interrogativo era: "Che rapporto ci può essere fra la comunione e la divisione, fra la comunione e la proprietà?".
E trovava la risposta di fondo nella stessa vita trinitaria: "Nell'altissima e indivisibile Trinità unica è l'unità, una è l'eternità, una la forza, una la sapienza, una la vita, una l'essenza, e tutto ciò è comune alle tre persone. Ogni persona si distingue dalle altre grazie a una sua proprietà, ma una sola beatitudine è comune a tutt'e tre. E questo possedere in comune non impedisce che solo il Padre sia Padre..."
Quando si osserva la disuguaglianza tra paesi ricchi e poveri, il disinteresse, l'emarginazione e lo sfruttamento che spesso impregnano i rapporti di quelli nei confronti di questi, e inoltre si avverte - come segnalava il Concilio Vaticano II - che gran parte dei primi sono paesi "cristiani", è logico chiedersi quale immagine di Dio sia prevalsa in essi.
Ogni ingiustizia e sopruso sono causati, in fondo, dall'assenza di un incontro con l'Amore (unitrinitario) di Dio e dalla mancanza di coscienza delle conseguenze di esso per la vita. La concezione che si ha di Dio (anche la sua negazione implica un pensiero, una posizione nei suoi riguardi) è decisiva per l'ideale di convivenza e il tipo di società a cui si tende.
La comunione dei beni come esigenza della partecipazione allo stesso amore di Gesù, non è soltanto una prospettiva economica, ma teologica, ecclesiologica: ha dietro una visione di Dio, della Chiesa, dell’umanità.
Si può allora ritornare alla domanda di fondo di tutto il nostro testo: quale tipo di rapporti permettono fra di noi una comunione trinitaria? Un altro modo di esprimerlo può essere il seguente: Le persone (e analogamente le comunità, le istituzioni, le nazioni, ecc.) agiscono in senso trinitario allorché vivono con le altre, per le altre, nelle altre e grazie alle altre.
Non è sufficiente stare "con" per vivere secondo uno stile trinitario, perché potrebbe significare semplicemente uno stare "insieme" o accanto gli uni degli altri. Non basta neanche che uno viva "per" gli altri, in quanto questo costituirebbe soltanto il primo passo verso la trinitarietà, che esige la reciprocità. E’ solo la congiunzione di quei quattro atteggiamenti indicati che produce un'autentica pericoresi.
Offriamo alcuni esempi concreti. Prendiamo il primo dalla vita personale (nesso inscindibile nell’essere umano fra spiritualità, corporeità e socialità), il secondo dall’ambito ecclesiale (rapporto organico fra i vari settori della Chiesa), e i tre seguenti dal campo più specificamente sociale (la relazione tra teoria-prassi-impegno sociale, tra politica-economia-visione del mondo, e tra persona-valori-strutture sociali).
Spiritualità-corporeità-socialità: Queste tre dimensioni s’implicano a vicenda in profondità: l’essere umano è radicalmente uno in se stesso, è simultaneamente spirito, corpo e relazione con gli altri. Nella misura in cui uno di questi aspetti non è armonizzato “trinitariamente” con gli altri, si producono delle patologie: individualismo egoista, edonismo, spiritualismo.
Teoria-prassi-socialità: Una spiritualità non fondata biblicamente e teologicamente non ha futuro, cade nel sentimentalismo e in qualsiasi tipo di deformazione; una teologia insufficientemente vivificata da una robusta esperienza evangelica e comunitaria, facilmente si limita ad uno sterile esercizio logico e dialettico; e una comunità senza radici teologiche e spirituali si riduce a gruppo psicologico o si esaurisce in un vacuo attivismo, senza produrre i frutti tipici dello Spirito... Evidentemente soltanto una "trinitarietà" pericoretica tra questi vari aspetti li sviluppa in maniera adeguata.
Politica-economia-cosmovisione: Ogni società ha bisogno, per poter funzionare correttamente, almeno di tre aspetti fondamentali: quello economico che procura alle persone i mezzi per vivere, quello politico per mezzo del quale la società si organizza, e una visione della vita capace di offrire a livello personale e comunitario ragioni per vivere, per amare, per sperare, per sublimare la sofferenza e la morte. Anche queste tre dimensioni sono implicate l'una nell'altra.
Una politica senza motivazioni altruistiche diviene settaria (ricercherà a qualunque costo i tornaconti politici per il proprio gruppo o partito, invece di mirare al bene di tutti); un'economia senza programmazione politica - che è "l'arte del possibile" - e senza motivazioni etiche, è votata all'insuccesso, produce ingiustizia e disumanizzazione; una concezione dell'esistenza che non tenga conto degli aspetti pratici e strutturali della vita sociale è illusoria ed alienante.
Persona-valori-strutture: I vescovi latino-americani nel documento finale di Puebla indicarono con grande lucidità che, per poter tendere alla costruzione di una società a misura umana e in sintonia col progetto di Dio, è necessario agire sincronicamente su tre fronti: sulla conversione della mentalità delle persone (giacché senza "uomini nuovi" non sarà possibile edificare un mondo nuovo, come affermavano gli stessi vescovi di America Latina a Medellín);
… sulla scala dei valori, di preferenze, di criteri, secondo i quali si muove questa società; e sulle leggi ed istituzioni che la strutturano. Anche in questo caso si avverte chiaramente che si tratta di aspetti inseparabili, che necessariamente si rapportano ostacolandosi o promuovendosi a vicenda.
Analisi di… Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unità-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocità; svuotamento-pienezza.
Svuotamento-pienezza "Che siano come noi una cosa sola" (Gv 17, 22). In questa frase evangelica si menziona uno dei tipici "come" del Nuovo Testamento ("ama il prossimo tuo come te stesso", "amatevi come io vi ho amati", "siate perfetti come il Padre celeste è perfetto", ecc.). In questo caso, Gesù chiede al Padre che i cristiani - e di conseguenza tutta l'umanità - siano uno come egli e il Padre sono uno, quindi "trinitariamente". L'unità umana è chiamata a realizzarsi "a mo'" dell'unità divina; il "come" della relazione umana ha le sue radici nella partecipazione al "come" trinitario delle relazioni divine.
"Il volto del Dio cristiano che sinteticamente è espresso da san Giovanni nella frase 'Dio è Amore', si rivela storicamente nell'abbandono di Cristo in croce come amore trinitario. Il Padre per amore dona il Figlio, il Figlio per amore dona Se stesso, vivendo dall'interno la situazione di lontananza da Dio in cui versa l'umanità peccatrice, e vince questa situazione nella 'ritrovata' unità col Padre nello Spirito Santo. L'abbandono è dunque il momento-culmine della rivelazione storica del Dio trinitario” (Piero Coda)
Questa ulteriore legge della vita divina trinitaria, che costituisce quindi un principio-guida per poter realizzare un'esperienza trinitaria nei rapporti interpersonali, si potrebbe sintetizzare così: Non può esistere unità trinitaria senza una kènosis reciproca, ossia senza un evangelico "svuotarsi" o spogliamento di sé, senza quel perdersi l'uno nell'altro per amore che permette ad ognuno di essere se stesso in pienezza.