Del libro ci interessa: La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi L’analisi delle realtà umane rivisitate in chiave trinitaria La Trinità come modello di ogni comunicazione
E. CAMBON, La Trinità come modello sociale…. La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi E. CAMBON, La Trinità come modello sociale….
Analisi di… Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unità-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocità; svuotamento-pienezza.
unità-distinzione "Io sono nel Padre e il Padre è in me" (Gv 14, 11; 14, 20; 10,38). Trinitarietà, tanto nella vita di Dio come nei rapporti storici interpersonali, significa anche "opposizione", nel senso che ognuno non è l'altro. Non solo ognuno è se stesso attraverso l'altro, ma la stessa realtà può essere vista dal versante opposto: attraverso l'altro ognuno è se stesso, ed è per questo che può liberamente esistere nell'altro.
Come nelle affermazioni precedenti, anche in questo caso l'esperienza viene in aiuto per evitarci di credere che ci troviamo di fronte ad un'aporia o a un assurdo. Così l'esprimeva Taulero: "Nessuno intende la vera distinzione meglio di coloro che sono entrati nell'unità. Egualmente nessuno conosce veramente l'unità se non conosce anche la distinzione".
L'amore, se è veramente tale, quindi trinitario, con lo stesso movimento unisce e distingue. Fa di più realtà una sola cosa promuovendo l'autonomia di ciascuna. A ben guardare, ciò è indicato dalla stessa frase giovannea che stiamo commentando. "Io" sono nel Padre e il Padre è "in me". "Svuotamento" non equivale ad annullamento. L'espressione evangelica infatti non afferma che uno scompaia nell'altro, sia inghiottito da lui, tanto meno che uno domini o assorba l'altro. Se ciò succedesse sarebbe proprio l'antitesi della trinitarietà.
Prendiamo un solo esempio per esplicitarlo più concretamente: l'esercizio del pensare insieme. Quando si può dire che esso funziona in senso "trinitario"? Si potrebbe credere che il massimo dell'unità conoscitiva si abbia quando fra due persone si arriva a sperimentare che "lui sono io e io sono lui". Eppure, questo non esprime ancora sufficientemente la trinitarietà. E' nota l'espressione coniata da Dante: "s'io m'intuassi come tu t'immii”. Anche questo potrebbe essere un modo di esprimere quello stare l'uno nell'altro tipicamente pericoretico, però soltanto fino ad un certo punto.
"io sono io in te e tu sei tu in me" Si trova ancora maggiore precisione e ricchezza espressiva della realtà trinitaria, nella seguente formulazione di G. M. Zanghì: la pericoreticità dei rapporti - e quindi anche del pensiero - si dà quando due persone possono dire: "io sono io in te e tu sei tu in me"
Infatti, risulta fondamentale che io "sia io" nell'altro, e che l'altro "sia lui" in me; altrimenti in qualche modo si ricadrebbe nella assimilazione o nella sottomissione, nell'uniformità o nell'omologazione. Mentre quello che caratterizza un rapporto trinitario è che esso implica sempre unità nella distinzione, un'unità che rafforza non solo la simbiosi ma anche le rispettive identità.
Chiara Lubich, commentando i passi delle lettere paoline dove si chiede ai cristiani che siano "in perfetta unione di pensiero" (cf. 1Cor 1, 10; Fil 2, 2), dice che l'unità di pensiero tra due persone si ha quando una di esse ragiona con la sapienza che viene dallo Spirito Santo ed è capita dall'altra, e a sua volta questa spiega il proprio pensiero con sapienza ed è capita; ma non necessariamente devono giungere a una sintesi o spiegare le cose allo stesso modo. Lei stessa racconta che tante volte, ascoltando delle persone che l'hanno seguita nella spiritualità dell'unità, le ha sentite fare dei discorsi impregnati di sapienza, di fronte ai quali le veniva da pensare: "Questa cosa magari io non l'avrei espressa così, ma che bello come la dicono loro!".
Ciò rende gloria al Dio Uno e Trino, perché manifesta la ricchezza inesauribile della sua luce, il cui riflesso può riverberare con infinità di accenti, stili e manifestazioni diverse, che si arricchiscono reciprocamente. La verità, espressa trinitariamente, è "sinfonica" nel senso che, come nella musica, si esprime attraverso un insieme di strumenti diversi ben armonizzati tra loro
Questo tipo di pensare trinitario, se è importante per la speculazione teoretica e per la ricerca scientifica, lo è pure - e talvolta in misura ancora maggiore - per la programmazione sociale.
Ciò perché, per un verso, l'unità trinitaria può offrire un "supplemento di conoscenza" alla competenza di coloro che agiscono in qualunque campo della società, per trovare soluzioni creative ed appropriate alle situazioni concrete.
Analisi di… Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unità-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocità; svuotamento-pienezza.
Totalmente-totalmente Dei cinque binomi che stiamo descrivendo, questo può apparire a prima vista come il più sconcertante. Eppure rappresenta uno degli elementi fondamentali per comprendere che cosa significa una dinamica pericoretica o trinitaria. "Chi vede me, vede il Padre" (Gv 14, 9).
Se questa affermazione del Vangelo di Giovanni è possibile, lo è perché - come ha sostenuto la fede cristiana lungo i secoli - il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e tuttavia non si tratta di tre déi ma di un solo Dio.
Un noto trattato di teologia ortodossa così esprime questa realtà: "Ciascuna Persona trinitaria sta in rapporto costitutivo con le altre due, giacché, ognuna secondo il suo modo proprio ed ineffabile, concentra in se stessa tutta la pienezza di vita, di santità, di gloria, di amore, ma condividendo tale pienezza con le altre Persone in un movimento di comunicazione circolare e di amore reciproco"
Detta in maniera più semplice, quest'altra "legge" o caratteristica della vita divina trinitaria può essere formulata così: La pienezza/unità di Dio si trova totalmente nell'unità dei Tre e totalmente in ciascuna Persona.
Quali conseguenze derivano per la socialità umana da una tale affermazione della fede? Questa volta vorremmo illustrarlo, sempre molto brevemente, con due esempi, il primo dei quali riguarda l'ambito ecclesiale e il secondo i rapporti di Dio con l'umanità.
Per l'esempio di ambito ecclesiale, prendiamo il tipo di nesso che unisce le Chiese locali con la Chiesa universale "in ecclesiologia, uno più uno è uguale a uno"59. Con ciò si vuol significare, come ha ricordato in campo cattolico il Concilio Vaticano II, che ciascuna Chiesa locale autentica, per piccola che sia, isolata in un punto sperduto del mondo o sottoposta a persecuzione, non è un "pezzetto" o porzione di Chiesa, ma in essa - purché sia in comunione con le altre Chiese - si trova pienamente la Chiesa di Cristo. Ossia, nella Chiesa, proprio perché concepita ad immagine della Trinità, "la pienezza del tutto non è una somma delle parti, ma ogni parte possiede la stessa pienezza del tutto"
Solo in base alla realtà della dinamica trinitaria, che consente che vi sia "il tutto nel frammento", o la mutua interiorità di un tutto in un altro tutto senza confondersi né elidersi reciprocamente. Tra le Chiese esiste, come tra le Persone della Trinità, una "reciproca interiorità" (H. Legrand), una "inabitazione ed immanenza reciproca" (H. Müller), "una pericoresi ecclesiologica nella quale la pericoresi trinitaria trova la sua immagine ecclesiale"
Analisi di… Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unità-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocità; svuotamento-pienezza.